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Il PAPA , i "CATTOLICI IN POLITICA"
e il "dono dello SPIRITO SANTO" |
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"SERVE
UN PARTITO SOLO DEI CATTOLICI ? " - "UN
CATTOLICO DEVE FARE POLITICA ?" |
- La Domanda di un
giovane al papa: "Siamo impegnati nel volontariato, nellassociazionismo e nella
politica. Come mantenere vivo il rapporto tra la fede in Gesù Cristo e la responsabilità
ad agire sempre per la costruzione di una società più giusta e solidale? - La Risposta del papa: a) "La Chiesa ... riceve il dono
dello Spirito Santo... .Non è un partito
politico";
b) "Si sente: Noi dobbiamo fondare un partito
cattolico !. "Quella non è la strada". Un
partito solo dei cattolici non serve e non avrà capacità convocatorie,
perché farà quello per cui non è stato chiamato;
b) "Ma, un cattolico può fare politica?" - "Deve
!" - "Ma un cattolico può immischiarsi in politica?" - "Deve!"
;
c) "Paolo VI ... ha detto che la politica è una delle forme più
alte della carità, perché cerca il bene comune". |
LUCIANI: " Per un laico cattolico, quanto e' vincolante il
parere del papa, in materia temporale ?
e quale è la differenza tra il fare politica "senza un partito" e il fare
politica "con un partito" ?
Queste domande aggiuntive sono su un piano diverso da quella se
"serve
un partito SOLO DEI CATTOLICI ", che è un concetto contraddittorio. |
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RIPORTATO
DA LAVVENIRE, 1 MAGGIO 2015 (Stralcio)
Un incontro tra amici. Con un dialogo appassionato,
con domande e risposte a 360 gradi. È quello che si è tenuto oggi (30.4.2015), in Aula
Paolo VI, tra Papa Francesco e i membri della Comunità di vita cristiana (CVX) - Lega
Missionaria Studenti dItalia. Circa 5.000 persone. Di seguito le domande di alcuni
partecipanti e le risposte a braccio del Papa. In fondo il testo del discorso scritto che
Francesco però non ha letto.
::::::
Gianni: Santo Padre, io sono Gianni, vengono dalla CVX dell'Aquila. Siamo
impegnati da oltre 30 anni nel volontariato, nell'associazionismo e nella politica.
Allora, nel nostro impegno nella vita sociale vorremmo che ognuno - specialmente chi è
più giovane tra noi - comprenda che oltre al bene privato, troppo spesso prevalente,
esiste un interesse generale che appartiene alla comunità intera.
Santo Padre, quale discernimento può venirci dalla spiritualità ignaziana
per aiutarci a mantenere vivo il rapporto tra la fede in Gesù Cristo e la responsabilità
ad agire sempre per la costruzione di una società più giusta e solidale? Grazie.
Papa Francesco: Credo che questa domanda che tu hai fatto la
risponderebbe molto meglio di me padre Bartolomeo Sorge - non so se è qui: no, non l'ho
visto
Lui è stato uno bravo, eh? Lui è un gesuita che ha aperto la strada in
questo campo della politica. Ma, si sente: "Noi dobbiamo fondare un partito
cattolico!": quella non è la strada.
La Chiesa è la comunità dei cristiani che adora il Padre, va sulla strada del Figlio
e riceve il dono dello Spirito Santo. Non è un partito politico. "No, non diciamo
partito, ma
un partito solo dei cattolici": non serve e non
avrà capacità convocatorie, perché farà quello per cui non è stato chiamato.
"Ma, un cattolico può fare politica?" - "Deve!" - "Ma un
cattolico può immischiarsi in politica?" - "Deve!".
Il Beato Paolo VI, se non sbaglio, ha detto che la politica è una delle forme più
alte della carità, perché cerca il bene comune. "Ma, Padre, fare politica non è
facile, perché in questo mondo corrotto
e alla fine tu non puoi andare avanti
": cosa vuoi dirmi, che fare politica è un po' martiriale? Sì. Eh sì: è una
sorta di martirio. Ma è un martirio quotidiano: cercare il bene comune senza lasciarti
corrompere. Cercare il bene comune pensando le strade più utili per quello, i mezzi più
utili. Cercare il bene comune lavorando nelle piccole cose, piccoline, da poco
ma
si fa.
Fare politica è importante: la piccola politica e la grande politica. Ma, nella Chiesa
ci sono tanti cattolici che hanno fatto una politica non sporca, buona; anche, che hanno
aiutato alla pace nei Paesi. Ma pensate ai cattolici qui, in Italia, del dopoguerra -
alcuni: pensate a De Gasperi; pensate alla Francia: Schumann, che ha la causa di
beatificazione
Si può diventare santo facendo politica. E non voglio
nominare più: valgono due esempi, di quelli che vogliono andare avanti nel bene comune.
Fare politica è martiriale: davvero un lavoro martiriale, perché bisogna andare tutto
il giorno con quell'ideale, tutti i giorni, con quell'ideale di costruire il bene comune.
E anche portare la croce di tanti fallimenti, e anche portare la croce di tanti peccati.
Perché, nel mondo è difficile fare il bene in mezzo alla società senza sporcarsi un
poco le mani o il cuore: ma per questo vai a chiedere perdono, chiedi perdono e continua a
farlo. Ma che questo non ti scoraggi. "No, Padre, io non faccio politica perché non
voglio peccare" - "Ma non fai il bene! Vai avanti, chiedi al Signore che ti
aiuti a non peccare, ma se ti sporchi le mani, chiedi perdono e continui avanti!". Ma
fare, fare
E proprio lottare per una società più giusta e solidale.
Qual è la soluzione che oggi ci offre, questo mondo globalizzato, per la politica?
Semplice: al centro, il denaro. Non l'uomo e la donna: no. Il denaro. Il dio denaro.
Questo al centro. Poi, tutti al servizio del dio denaro. Ma per questo, quello che non
serve al dio denaro si scarta. E quello che ci offre oggi il mondo globalizzato è la
cultura dello scarto: quello che non serve, si scarta.
Si scartano i bambini perché non si fanno bambini o perché si uccidono i bambini
prima di nascere; si scartano gli anziani, perché
ma, gli anziani non servono: ma
adesso che manca il lavoro vanno a trovare i nonni perché la pensione ci aiuti, no? Ma
servono congiunturalmente, no? Ma si scartano, si abbandonano gli anziani. E adesso, il
lavoro si deve diminuire perché il dio denaro non può fare tutto, e si scartano i
giovani: qui, in Italia, giovani dai 25 anni in giù - non voglio sbagliare, correggimi,
eh? - il 40-41% è senza lavoro. Si scarta
Ma questo è il cammino della
distruzione.
Io cattolico guardo dal balcone? Non si può guardare dal balcone! Immischiati lì! Dà
il meglio: se il Signore ti chiama a quella vocazione, va lì, fai politica: ti farà
soffrire, forse ti farà peccare, ma il Signore è con te. Chiedi perdono e vai avanti. Ma
non lasciamo che questa cultura dello scarto ci scarti tutti! Anche scarta il Creato, ché
il Creato ogni giorno viene distrutto di più. Non dimenticare quello del Beato Paolo VI:
la politica è una delle forme più alte della carità.
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NINO LUCIANI, Caro papa, penso addirittura che un partito "solo dei cattolici"
sia contraddittorio sul piano logico. Al tempo stesso, rivendico una autonomia dei laici
cristiani in politica, ma secondo le regole della scienza politica ...
1.- Premessa. In premessa al mio commento, ricordo che nella visione
cristiana della vita (e non solo cristiana), l'uomo è una "unità" di spirito e
di corpo, creata da Dio, Padre comune di tutti gli uomini e di tutti gli altri esseri
viventi. Il laico cristiano si ispira ai valori spirituali e materiali, meritevoli presso
il Creatore.
In questa visione divengono priorità la comunione con il Creatore e la
carità verso il prossimo; ed e' normale che gli individui che sono "primi nella
scala sociale" storicamente esistente, possano essere, invece ultimi nella
"scala sociale cristiana".
Rientra nelle priorità il contributo alla "creazione" e al suo
miglioramento mediante la ricerca scientifica e l'applicazione dei relativi risultati alle
condizioni di vita dell'uomo e alla organizzazione della società civile.
In una determinata "associazione" con obiettivi ordinati rispetto
al Creatore, possono ben coesistere cristiani di diverso orientamento
politico-economico-sociale, perché la relativa problematica esula da quella associazione.
Un partito e', invece, una associazione con obiettivi pubblici ordinati rispetto
alla società civile, circa la sua organizzazione, le priorità dei bisogni materiali,
determinati diritti (ad. es., diritto di proprietà privata, diritto del lavoro, diritto
di impresa, determinate alleanze militari sul piano internazionale... ).
In questo senso ha ben ragione il papa quando non vede bene un partito
"solo di cattolici", perche' essi non potrebbero convivere per obiettivi
politici non condivisi. Esso, al più, sarebbe una "associazione confessionale"
(con i voti di chi ?), per prendere ordini dal papa, ma che neppure il papa vuole.
2.- Ma il papa dice anche che il laico cattolico "deve" fare
politica". Il problema che si pone, subito di seguito, è se un laico
cattolico "debba" fare politica senza un partito o dentro un partito (sia pure
non di soli cattolici).
a) Senza un partito ? La Costituzione italiana definisce i partiti
come strumenti "per concorrere con metodo democratico a determinare la politica
nazionale". Il presupposto è che in democrazia le decisioni si prendono contandosi,
e si prende la decisione che ha la maggioranza assoluta dei voti. E chi pretendesse che
sia presa la decisione dei votanti in minoranza sarebbe un rivoluzionario, pur se avesse
le idee migliori in assoluto. Ma il caso del papa non è questo (salvo in casi molto
speciali).
Ne deriva che un laico cattolico che pensasse di fare politica senza un
partito sarebbe destinato ad essere una "vox clamans in deserto", senza
risultati immediati. Questa non è la strada per fare politica.
d) Dentro un partito ? Un partito è necessario fare
politica che prende decisione, ma va tenuto conto che l'agire frazionatamente in più
partiti, pur avendo le stesse idee politiche, è come agire senza un partito.
Nella storia del progresso scientifico-filosofico è notoria la distinzione
(di Carlo Marx) tra il "socialismo utopistico" e "socialismo
scientifico". Il primo è proprio dei movimenti che chiedono le riforme sociali in
modo spontaneo e individuale, ma che non vanno oltre il ruolo di "vox clamans in
deserto". Questo è il caso dei cattolici che operano senza un partito o frazionati
tra più partiti pur avendo le stesse idee politiche.
Il secondo è proprio dei movimenti che coalizzano i richiedenti in
modo da sostenere validamente le riforme con una sola voce; e anche di quelli che sono
frazionati tra più partiti.
c) Quanto grande dovrà essere un partito di laici cattolici
per poter fare proposte comuni con valore politico ? Non c'è una risposta univoca. Direi
però che il criterio sia di realizzare la maggiore unità possibile su obiettivi politici
comuni di cattolici e non cattolici, ben altro che un partito monopolizzante "solo
dei cattolici".
3.- Dovremo riorganizzare la DC ? La DC fu un partito di cattolici e
laici importante per la rinascita economica dell'Italia, dopo il fascismo, e che fu unito
finchè ebbe un medesimo programma, di tipo centrista, aperto al sociale; e che si divise
quando ebbe due programmi: uno liberale e uno socialista (tale è il senso del lacerante
dualismo interno a favore o contro il cosiddetto "compromesso storico con il PCI).
Quale DC in futuro ? Oggi si pensa ad una DC con un rinnovato codice etico, e
che includa i punti in comune con i "non cristiani" (come l'inclusione dei
valori liberali propri del sistema politico fondato sulla alternanza tra i grandi partiti
(si vegga in USA, in Francia
), e ancorato ai grandi ideali universali delle Nazioni
Unite (ONU), in continuità nella storia d'Italia, nel parlamento italiano.
Nella settimana sociale dei cattolici di Bologna (2004), Tettamanzi
(cardinale di Milano) appellò al ritorno dei cattolici in politica, ma non nella forma
della DC, quale partito unico dei cattolici. E, successivamente, fu echeggiata via via la
formula di Ruini (cardinale, segretario di Stato Vaticano) in favore di apporti personali,
dentro molteplici partiti (di ogni tipo), in cui un cattolico si trovasse a militare.
Oggi diviene inopportuno, da parte dei laici, persistere nel silenzio solo
per motivi di rispetto al papa, e si faccia chiarezza.
Questa esigenza è resa stringente da una sentenza della Corte di
Cassazione (dic. 2010) che ha dichiarato che la DC non è stata mai sciolta, perchè
l'organo che la dichiarò sciolta non aveva il potere di farlo, e consente ancora a un
gruppo di volenterosi di cercare di ottenere dalla magistratura la riorganizzazione della
DC. |
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Resoconto sul XIX Congresso Nazionale, Roma,
10-11 nov. 2012
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Gianni Fontana
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ELETTO UN NUOVO SEGRETARIO NAZIONALE
On. le Avv. Giovanni Fontana
( con il 95,8% dei voti )
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ANCHE ELETTO IL CONSIGLIO NAZIONALE
Presidente: On.le prof.ssa Ombretta Fumagalli
( eletta con 49 voti su 80 del CN ) |
Ombretta Fumagalli
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NOTA DI SINTESI. Al momento, la DC è ricomparsa "giuridicamente". A
riguardo degli uomini, essa e' quella del 1992, tale e quale in ogni senso (salvo
pochi), ma con l'obiettivo dichiarato di far subentrare presto le nuove generazioni.
E' anche emerso necessario fondare la rappresentanza popolare non più
sulle tessere, ma su indicatori oggettivi di impegno e di merito.
Nel Congresso è prevalso il
"partito delle tessere", secondo il Manuale Cencelli, imposto da alcuni
"notabili", per la composizione del Con- siglio Nazionale, così da determinarne
un impianto zoppo. Infatti, sono risultate rappresentate solo 12 Regioni, su 20 in Italia.
In particolare, poi, tra le 12, a Marche ed Emilia Romagna è stato dato 1 rappresentante
rispettivo, pur se a Campania 20, a Calabria 11, a Sicilia 9.
Sui motivi di tanto "rigore" dei
detti notabili, è ipotizzabile la preoccupazione di controllare future mosse per la
ricerca del Tesoro della DC, scomparso, e di cui qualche "pierino" ha detto ...
dal podio, ma ignorato dal tesoriere ( pur ricomparso dal podio degli intervenuti),
successore diretto di Chitarristi, a suo tempo. |
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FONTANA : "Speranza per l'Italia e Volontà di
ritrovare il cammino dei Padri, che ci hanno guidato per quasi 50 anni
senza inganno, prima di cedere ad un declino che nessuno di noi immaginava, ma che
è avvenuto per i nostri errori,
per i quali io qui, a nome di tutto questo partito, di tutti voi, chiedo
umilmente e solennemente scusa a tutti gli Italiani". |
Dal XIX
Congresso della Democrazia CristianaRelazione del Segretario Politico On.le Avv. Giovanni
Fontana§Roma 11-12 novembre 2012 INSIEME ABBIAMO RICOSTRUITO
LITALIA.
. INSIEME RIPRENDIAMO IL CAMMINO.
Gentili amiche e cari amici,
siamo qui, con umiltà ma anche con convinzione, per destinare qualche soldo di cultura,
molta passione e tutto il piccolo o grande patrimonio della nostra non più verde età, a
quanti vorranno vivere insieme con noi questa "impresa possibile":
tornare ad attivare, nel cuore della società italiana, valori di tempi lontani ma non
transeunti, e a testimoniare una più responsabile e lungimirante azione politica per il
Paese.
I IL TEMPO CHE VIVIAMO: DALLA CRISI ALLA RIPRESA
La crisi che, ormai da oltre quattro anni imperversa con i suoi tremendi
effettifinanziari, economici, sociali, morali ma che già covava da molto tempo, ha
spazzato via, ideologie, valori, tradizioni e culture; compresa quella componente storica
di liberalismo illuminato che, attualizzata con saggezza, avrebbe potuto costituire la
rivincita sulle ideologie che hanno bollato il 900 come un secolo anti-umano. Oggi,
anche in casa nostra, domina invece, un liberalismo molto diverso: è un liberalismo
cieco, un semplice "liberismo" economicistico distorsivo di ogni civile
aspirazione a giustizia e solidarietà.
Penso in concreto allavidità di quel liberismo finanziario deragliato
nellavidità delle banche americane, trasmessasi poi come un contagio a livello
planetario, compreso il nostro Paese. Oggi, negli Usa, esso è rintracciabile bene in
posizioni come quella espressa da Mitt Romney, il quale, nel corso della campagna
elettorale, aveva definito il 47% degli elettori di Obama fatto di parassiti che
pretendono lavoro, casa e sanità.
Per un partito di ispirazione cristiana e di radici popolari, come è la Democrazia
Cristiana, questo parlare dei poveri e dei deboli come parassiti è penoso. In Italia
questi "parassiti", cioè i poveri delle vecchie e nuove povertà, ingrossano le
loro file inglobandovi anche persone dei ceti borghesi che frequentano le mense della
Caritas e condividono con i barboni un dramma che non trova la solidarietà cui avrebbe
diritto anche da parte dello Stato che tale "liberismo" ha ritenuto di sposare.
Questi poveri, in genere, non frequentano gli indignados ma, a noi che li vediamo
con i nostri occhi, imprimono aghi profondi nella coscienza: interpellano il nostro
aver tradito, talvolta, in passato, il popolarismo cristiano e lidea
democratico-cristiana. Ma, soprattutto, ci sollecitano, essi poveri, a non restare
più oltre incerti nel riprendere una iniziativa di forte solidarietà e giustizia, anche
in politica.
Il fatto è che mentre lorizzonte delle possibilità umane si è venuto immensamente
allargando, in questi venti di assenza della Democrazia Cristiana dallo scenario politico,
il pensiero, la cultura, la tradizione, si sono invece venuti ritraendo: uno spazio di
grigiore è oggi sopra di noi, davanti a noi e in mezzo a noi. E noi sembriamo quasi
costretti a rifugiarci nella memoria delle cose positive e dei maestri che abbiamo
conosciuto e frequentato in passato, come a cercare qualcosa e qualcuno, che ci aliti una
rinnovata speranza e ci suggerisca un itinerario su cui riprendere a camminare con lena.
Su questo oggi siamo chiamati a riflettere e a decidere.
Sappiamo che la società ci guarda, mentre riprendiamo nelle mani questo barlume di
speranza e scrutiamo dentro di noi il cosa possiamo fare, il come operare di nuovo con
specificità, competenza, visibile affidabilità. Per noi, questo rinascere, questo,
quasi, re-indossare i pantaloni corti in età non più giovane, è come un secondo
battesimo al quale volontariamente e umilmente ci accostiamo per non essere
ulteriormente in balia della rassegnazione e della disillusione, per non smarrire il filo
di un vecchio cammino che abbiamo già percorso e che ebbe risultati anche grandi per il
nostro Paese: fin dal dramma della guerra e dal regime rovinoso che lha preceduta,
le cui macerie di distruzione e di morte hanno permesso il generarsi del risorgimento
dei nostri Costituenti.
Un risorgimento costruito insieme al popolo, per un credito di libertà e di
giustizia nella democrazia e nella solidarietà sociale, cui abbiamo saputo consegnare
conquiste che avrebbero meritato una più duratura e fertile vita.
Ma, oggi, non vogliamo celebrare gli eroi morti né le conquiste finite: agli eroi che ci
sono stati padri siamo debitori di quanto abbiamo imparato, e lonesto debitore paga
continuando i loro atti testimoniali. Così è stato fatto, sostanzialmente, da De
Gasperi Moro: ci accorti, tuttavia, a questo punto della nostra storia, di quanto
fosse impegnativa quella eredità, e difficile da gestire. Oggi ci sentiamo ancora fragili
nel riprendere in mano tale patrimonio che, in una parola, è il talento di governare
fondata su radici di forte penetrazione popolare, sociale, cristiana, non solo difficili
da estirpare ma anche molto esigenti in termini di coerenza personale: insomma una della
politica aderente alla vita e non della vita aderente alla politica.
Ci sentiamo, nello stesso tempo, decisi. Il concetto di inserire le classi popolari nello
Stato, la moralità dei comportamenti di gestione della cosa pubblica, la fermezza
di una laicità che per noi non significa confusione, né separazione, né equilibrismo,
ma cosciente responsabilità dentro la città delluomo, sono valori che desideriamo
nuovamente testimoniare con forza. Sapendo bene, come sapevano i padri, che la politica è
servizio che usa con competenza il potere per conto di chi ci ha delegato al potere e
della comunità cui il potere appartiene.
Sia ben chiaro, a noi e ai giovani cui parliamo, che non si può essere posseduti dal
potere: niente di umano può possedere luomo, né potere, né denaro, né
cultura, senza che sia rovinoso. Luomo è per laltro uomo, perché chi
possiede la nostra vita è soltanto Dio. Anche il politico deve ricordarlo ogni giorno.
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Silvio Lega:
"No a una
DC, partito".
.
"Sì a DC,
movimento" |
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Silvio Lega |
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Membri
|
del Consiglio Nazionale
|
Calabria |
Barbuto Nicola |
Calabria |
Colavolpe
Salvatore |
Calabria |
Cupi Vincenzo |
Calabria |
Donato Angelo |
Calabria |
Nisticò
Giuseppe |
Calabria |
Oliverio
Caterina |
Calabria |
Ripepi Massimo |
Calabria |
Squillace
Francesco |
Calabria |
Straface
Antonio |
Calabria |
Vazzana Carmelo |
Calabria |
Deseptis
Fiorella |
Campania |
Boffa Aldo |
Campania |
Brancaccio
Valeria |
Campania |
Cirino Pomicino
P. |
Campania |
Cuofano
Pasquale |
Campania |
Della Corte
Giovanni |
Campania |
Ferraiuolo
Luigi |
Campania |
Ferraro Roberto |
Campania |
Fiorenza
Nazzareno |
Campania |
Grippo Ugo |
Campania |
Nunziante
Maurizio |
Campania |
Pelosi Daniele |
Campania |
Picano Angelo |
Campania |
Polizio
Stanislao |
Campania |
Ravaglioli
Marco |
Campania |
Rodondini
Vincenzo |
Campania |
Scala Raffaele |
Campania |
Troisi Nicola |
Campania |
Bocchio
Isabella |
Campania |
Lombardo Maria
R. |
Campania |
Mazzitelli
Giovanni |
Emilia |
Duce Alessandro |
Lazio |
Alfano Giulio |
Lazio |
Darida Clelio |
Lazio |
Di Sangiuliano
Giuseppe |
Lazio |
Marinangeli
Alessandro |
Liguria |
Adolfo Vittorio |
Liguria |
Faraguti
Luciano |
Liguria |
Gaggero Gergio |
Liguria |
Tanzi Carla |
Liguria |
Gallina
Gabriella |
Ligurìa |
De Gaetani Gian
Renato |
Lombardia |
Abbiati Achille |
Lombardia |
Baruffi Luigi |
Lombardia |
Cazzaniga
Sergio |
Lombardia |
Cugliari Emilio |
Lombardia |
Donato
Salvatore |
Lombardia |
Fumagalli
Ombretta |
Lombardia |
Generoso
Serafino |
Lombardia |
Ravelli Roberto |
Lombardia |
Galli Anna
Maria |
Lombardia |
Soncina Greta |
Marche |
Morgoni Vinicio |
Piemonte |
Aceto Piero |
Piemonte |
Brustia Adelmo |
Piemonte |
Deorsola Sergio |
Piemonte |
Lega Silvio |
Piemonte |
Mazzucco
Francesco |
Piemonte |
Mussa Fabrizio |
Piemonte |
Sartoris
Riccardo |
Piemonte |
Pavesi Negri
Gabriella |
Puglia |
Cattolico
Antonio |
Puglia |
De Leonardis
Giovanni |
Puglia |
Di Giuseppe
Cosimo |
Puglia |
Donatelli
Francesco |
Puglia |
Fago Antonio |
Puglia |
Lisi Raffaele |
Puglia |
Palermo
Francesco |
Puglia |
Roberto Erminia |
Sicilia |
Alessi Alberto |
Sicilia |
Brancato
Antonino |
Sicilia |
Caponetto
Francesco |
Sicilia |
Cappadonna
Michele |
Sicilia |
De Vito Bruno |
Sicilia |
Grassi Renato |
Sicilia |
Pulvirenti
Antonio |
Sicilia |
Torre Carmelo |
Sicilia |
Di Quattro
Maria G. |
Toscana |
Bindi Marco |
Toscana |
Camaiti Maria
Pia |
Toscana |
Pizzi Piero |
Toscana |
Puja Carmelo |
Veneto |
Bonalberti
Ettore |
Veneto |
Bontorin
Fulgenzio |
Veneto |
Bottin Aldo |
Veneto |
D'Agrò Luigi |
Veneto |
Fregonese
Silvio |
Veneto |
Malvestio Pier
Giovanni |
Veneto |
Milani Luciano |
Veneto |
Zanforlin
Antonio |
Veneto |
Panin Maria
Grazia |
Veneto |
Zanferrari
Gabriella |
Cons.Reg. |
Nucera Giovanni |
Deputato |
Gargani
Giuseppe |
_________
TOTALE |
______________________
94 |
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NINO LUCIANI, Il Commento. 1.- Premessa. Il XIX Congresso
della DC (il XVIII fu il 17 febbraio 1989), celebrato a Roma il 11-12 novembre 2012, ha
mostrato due facce:
a) un Congresso ufficiale, in cui vedevi:
- un Segretario Nazionale (On.le Avv. Giovanni Fontana), 68 anni,
uomo buono, colto, di grande sensibilità, largo di vedute, acuto nel vedere il granello
"significativo", un discorso durato due ore. Mi sono ricordato il livello e gli
svolazzi di Aldo Moro;
- una sala stracolma ( la sala della Confindustria, a Roma, non
meno di 1000 persone, inclusi gli invitati), gente semplice carica di valori, che ha
seguito attentamente il Segretario, lo ha applaudirlo ripetutamente a scena aperta, e
anche interrotto con "parole" di enfatizzazione di singoli concetti.
b) un congresso nelle segrete stanze, dove
veniva contrattata e redatta la lista dei candidati (80) al Consiglio Nazionale. Qui
vedevi un andirivieni continuo di notabili e di chiamati e mettere la firma di
accettazione della candidatura.
Chi erano questi "notabili" ? Erano i notabili dell'ancien
règime, quelli del partito delle tessere. Non ho motivo
togliere un solo capello di stima alle singole persone elette. Ma avendo, alcuni
"notabili", imposto il Manuale Cencelli per le candidature regionali, ne è
uscito un impianto complessivo di Consiglio Nazionale, zoppo per la DC. Su 20 Regioni,
solo 12 hanno ottenuto la rappresentanza. E delle 12, Marche e Emilia Romagna è stato
dato 1 solo rappresentante, rispettivo (anzi quello dell'Emilia non è stato indicato dal
gruppo della E.R., ma dai "notabili").
E' offensivo definire i "notabili" come "partito delle
tessere" ? L'On. Paolo Cirino Pomicino, che ha fortemente condizionato il
Congresso, mi ha chiarito che, pur con qualche ombra, il fondare (sulle tessere) la
rappresentanza del popolo democristiano è il modo più democratico.
Ma chiunque io incontrassi per strada (fuori dal Congresso, e dappertutto in
Italia), e gli raccontavo che è stato applicato il Manuale Cencelli, lo vedevo andare in
escandescenze. Tutti hanno, infatti, ben presenti i fatti che originarono un "declino
inimmaginabile della DC" (parole della Relazione del Segretario), e che si
impose perchè la DC non trovo' la forza di auto-pulirsi.
Al contrario, in Germania, vicende simili (a carico del Cancelliere
Helmut KOHL) furono risolte velocemente: mandato a casa senza complimenti, pur avendo
grandi meriti politici verso la Germania (unificazione) e verso la Unione Europea (Euro).
E infatti la DC tedesca è ancora in parlamento, e oggi al Governo.
Credo che, per l'Italia, l'esempio tedesco vada applicato
rapidamente, senza scusanti.
Approfondiamo questa ricomparsa dei "notabili", dacchè la allora
umiliazione della DC (a prescindere che si tratti di un partito o di altro partito) pare,
ancora nel 2014, uno scotto insufficiente.
Ma, da altra parte, mi è sembrato molto potente e condiviso dal
popolo dei congressisti il comune sentire dei valori, e l'entusiasmo, intorno al
Segretario Fontana.
Questo è un buon viatico per l'ottimismo nel futuro. Il mezzo, per essere
vincente, potrebbe essere di fondare la rappresentanza su cosa diversa dalla
"tessera": su questo torno più avanti.
2.-
Distinzione tra una DC di interessi legati al potere politico e una DC di valori cristiani
e laici liberali.
a) Premessa. Il fatto che la DC, come un qualsiasi partito
si possa proporre nel 2014, è fuori discussione, come diritto costituzionalmente
garantito a chiunque.
Ma il punto da affrontare in premessa è altro: chiarire se, mancando
nel parlamento italiano (ed europeo), un partito dei cristiani (cattolici, ortodossi,
protestanti, giudei) e dei laici liberali (cosa diversa da un partito cattolico,
subalterno alla Chiesa Cattolica), venga a mancare in Italia un pezzo di storia, una pietra
miliare.
La stessa domanda mi sono fatto per il PCI (diciamo per i due grandi partiti
del Socialismo italiano), scomparsi nel 1992.
Non ho risposte certe. Ritengo, però, che, dopo il venire meno della DC e
del PCI (e del PSI) nel 1992, in Italia è venuto meno lo Stato, e ci siamo trovati nelle
mani di partiti senza il senso dello Stato, con grave danno per la coesione
sociale intorno alle grandi idee alternative, su cui fondare il governo del Paese.
La via verso l'alternativa tra due grandi partiti nazionali è un
percorso che non inizia da zero e lo vediamo nel fatto che il PD si pone alternativo al
PDL (a parte se l'inserimento dei nostri giovani nella dialettica politica varra'
a riabilitarli o a disintegrarli, rispettivamente. Mi riferisco a Beppe
Grillo, a Matteo Renzi e a tanti altri giovani comparsi di
recente sui mass media).
b - No a una
DC, che produce germi corruttivi, tipici delle dittature. In generale parlando, una dittatura non è forte
primariamente per il potere di polizia o dell'esercito. Ne sappiamo qualcosa, in Italia,
senza bisogno di guardare alla Tunisia, alla Libia, alla Siria. Il potere dittatoriale,
dopo il primo colpo di mano (magari militare), cerca di catturare il consenso sociale con
vari privilegi a "parte della popolazione".
Poi, quando nel seguito, la dittatura fosse contestata, saranno costoro a
sostenerla, per non perdere privilegi.
In questo senso la tessera, legata ai poteri, è il germe corruttivo
della dittatura dentro la società civile.
3.- Una ipotesi che
può spiegare il ritorno del partito delle tessere. La DC non è oggi un partito di potere, per cui è
difficile spiegare questo ritorno del partito delle tessere.
Nelle nuove condizioni, la via, più naturale per creare la nuova
rappresentanza, pur se collegata giuridicamente agli iscritti del 1992, doveva essere di
ripartire la rappresentanza proporzionalmente al lavoro da fare nelle Regioni: ad es., in
proporzione alla popolazione regionale.
Poi, dopo le prime elezioni (con scudo crociato), si potrà anche premiare il
merito dei dirigenti locali, ad es. ripartendo, in parte, i posti sulla base dei voti
riportati nei Consigli Comunali della Regione.
Ma non
è andata così. E allora
perchè tanta "diligenza" di "alcuni" notabili nella ricerca di
"tessere del 1992" ?
Una ipotesi plausibile è collegarla ad una "ombra" vagante nella sala
del Congresso, quasi la "ombra" un morto (ma che "morto" non era,
aveva detto la Cassazione).
L'ombra era un pensiero fisso al "Tesoro della DC", scomparso a suo
tempo, su cui qualche "pierino" ha anche fatto domande dal podio.
Forse qualcuno ha la mappa del luogo del tesoro, come i briganti della "Isola
del Tesoro" , il romanzo di R. L. Stevenson.
Ipoteticamente, potrebbe trattarsi di qualcuno che vuole rintracciare il
Tesoro per mettervi le mani sopra, o di qualcuno (cosa più probabile) che punta a
sciogliere il partito della DC, e crearvi un successore , come si fa per le moderne
società di capitali (far sparire i debiti, e ricominciare da capo).
Perchè
il Tesoriere, che è successore diretto di Chitarristi, non ha fatto chiarezza su questo
"Tesoro" ? La
domanda è ineludibile, prima o poi. |
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In questa concezione della
politica, la mediazione degasperiana e anche quella morotea, è sempre stata
allinsegna di cercare punti di contatto con chi camminava su strade diverse. E oggi
il dialogo, la ricerca di accostarsi allaltro in nome di una sempre rinnovabile
unità costruttiva del Paese, è ancora indispensabile non solo per evitare guerre
ideologiche tra le parti, lostinata condanna dellaltro, ma anche per affermare
un dialogo che non sia galateo di comportamento bensì rispetto profondo della persona
umana che occupa il suo posto nella società.
Bisogna liberarci dalla distruttiva posizione espressa dallaforisma di Sartre
"linferno sono gli altri". Per noi gli altri sono la nostra famiglia e la
nostra comunità solidale, anche quando ne percepiamo limiti ed errori, dai quali del
resto neanche noi siamo immuni. Per noi conta avere davvero nellanima il bene
comune.
Spesso ci si libera dalla propria difficoltà accusando laltro: siamo tutti
innocenti e laltro è il corrotto; non risolviamo i problemi: la colpa è
delleredità lasciataci da chi cera prima di noi. Senonché la dialettica
politica che dà frutti positivi è fatta di dialogo ininterrotto la cui esemplarità non
poggia su un "io" prepotente e sicuro, privo di prossimità con laltro.
In maniera forse un po ingenerosa, e me ne scuso, provo limpressione che
questa situazione di debolezza-incapacità suggerisca, nella situazione politica italiana,
i nomi rappresentativi di Alfano, Bersani e Casini, i quali non trovano la via
duscita per concordare una buona legge elettorale. LABC citato dovrebbe invece
suggerirci un alfabeto della democrazia del dialogo permanente; un dialogo formale e
informale, capace di valorizzare ogni spunto positivo da chiunque dei tre venga
proposto, anzi semplicemente da chiunque venga proposto.
Noi dobbiamo avere soprattutto la prossimità con chi non ha tutori ed è alla
periferia della rappresentanza politica e sociale, come chi abbandonato dalle istituzioni
è soccorso dalla carità ma aspetta di essere soccorso per atto di giustizia creduta e
praticata. La giustizia infatti è un concetto anche pre-cristiano; fu già celebrata
nellantica Grecia e poi esaltata fino allutopia marxista, oltre che espressa e
documentabile nella impostazione sociale della fede cristiana. Per questo noi, critici
verso la teologia della liberazione per i suoi eccessi privi di utilità, siamo
sinceramente impegnati in una autentica politica della liberazione, che può
trovare energie concordanti in mondi di buona volontà che vanno anche oltre
luniverso dei credenti. Una politica della liberazione, soprattutto, nei
confronti dei gruppi sociali meno abbienti e in varia misura emarginati.
In Italia, dopo la cosiddetta "prima repubblica", cè stata una
enfatizzazione di entusiasmo per il sorgere di una "nuova politica" annunciata
come liquidazione del passato e progettazione di un nuovo modello. Un nuovo modello
capace, si diceva appunto, di "liberarci" da pesantezze e inadeguatezze del
passato. In questo tentativo furono coinvolte anche personalità di buona cultura e di
buoni intendimenti penso ad esempio a Melograni, Urbani, e molti altri che
concepirono un cammino di lineare onestà in ottica di rivoluzione liberale, cioè
di liberazione: lo Stato di diritto e lo Stato dei diritti, la legalità, le scelte
selezionate dei candidati alla guida del Paese.
Ma a lungo andare - non molto lungo, a dire il vero il progetto manifestò qualche
prima crepa e poi, con frequenza crescente, crepe e crepacci fino ala caduta
delledificio. Il fenomeno Berlusconi non poteva resistere al peccato di origine del
suo populismo: in realtà una deviazione del concetto di popolo sovrano e partecipante.
E stato un populismo bisognoso di
carisma da ubbidire più che da condividere, di fedeltà di militanti più che di
lealtà di compartecipi, di una capacità di comunicazione politica che accetta di
recitare promesse impossibili più che impegni reali. Ne ricordiamo una fra le molte: Meno
tasse per tutti; una promessa che, così scriteriatamente espressa, tradurrei
nellespressione "evasione per tutti", che ne è leffetto pratico tendenziale; mentre responsabilità davvero sociale e liberante avrebbe
dovuto dire: Tasse eque per tutti nella trasparenza assoluta, pubblica, permanente, del
loro utilizzo. Così, se dopo "tangentopoli" abbiamo conosciuto la
fine della "prima repubblica", non molto tempo dopo abbiamo dovuto constatare
anche il rapido crollo della seconda. Sono, a questo proposito, sollecitato a insistere
sulla importanza di una memoria storica positiva e fertile, e penso che in tal senso la
relazione Costituzione-democrazia-partecipazione-rappresentanza-solidarietà sia l"impresa
impossibile" che siamo chiamati a far diventare possibile. Dimenticata la
Costituzione, inquinata la democrazia, tra populismo e nuove forme di ribellione politica
e di protesta antipolitica, traballante limpalcatura delle istituzioni dove la
corruzione e la malversazione sembra assurta a prassi quotidiana accettata, la
rappresentanza pare impigliata in una rete che non pesca qualità adeguate ad affrontare
il dramma della crisi che stiamo vivendo.
Il mondo ci guarda, lEuropa ci osserva ed anche lanti-europeismo cresce,
mentre strisciano venature di neo-nazionalismo: in un paese dellAbruzzo sono stati
multati coloro che cantavano "Bella ciao"; in altri paesi di diverse regioni
sono state aperte strade intitolate a vecchi gerarchi fascisti; ci sono monumenti della
rimembranza e sacrari di "eroi" della guerra in Etiopia; e altro e peggio. Segnali
che ci pare non possano essere tollerati ma, prima ancora di essere combattuti, vanno
profondamente analizzati.
E stato detto per paradosso che oggi, se qualcuno si sognasse di fare unOpa
sullItalia, lasta andrebbe forse deserta: eppure lItalia è
tuttaltro che da rottamare; la ricchezza privata assomma almeno a ottomila
miliardi, il made in Italy è vivo e richiesto ampiamente, il turismo richiama
ancora un flusso ininterrotto di visitatori, le riserve auree sono solide, il reticolo
delle piccole imprese è tuttora quasi unico al mondo, molte nuove microimprese sorgono
anzi per iniziativa di giovani, e testimoni di vita esemplare circolano fra noi, li
vediamo nel nostro quotidiano muoverci tra le strade e i luoghi di lavoro.
Questa è la riserva sana del Paese reale: e allora le due Italie, quella dei poveri, dei
disoccupati, dei precari, dellAlcoa e dellIlva, e quella che, dallaltro
lato, rappresenta la parte non toccata dalla crisi ma pensosa del futuro e desiderosa di
assumersene la responsabilità, chiedono insieme una politica di nuova adeguatezza
testimonial, per una speranza di più lunga gittata.
La Democrazia Cristiana sceglie di farsi carico di questa speranza non già seminando al
vento promesse che non si possono fare, ma affidandosi con onestà e fattività a nuove
generazioni e ad antichi valori, come chi passa un simbolico testimone degli anni
gloriosi della ricostruzione e dei partiti politici che seppero camminare con passo
sicuro e adeguato alla gravità dei problemi da affrontare.
Se questo è il quadro che ci è dato vivere, quale è la nostra specifica
responsabilità? Il nostro compito è quello di riaprire lo spazio della speranza e
della concretezza operosa per una testimonianza di impegno politico che riprenda i
valori della nostra storia popolare e democratico-cristiana e sappia liberarli a una nuova
luce e a una nuova capacità realizzativa. II - PERCHE DC
Una volta finita, anche malinconicamente, lesperienza della Democrazia Cristiana
storica, avevamo sperato che la memoria collettiva del Paese avrebbe conservato i grandi meriti
del partito di De Gasperi e Moro e compreso gli errori di percorso della sua ultima
fase. Avevamo sperato che da quella grandiosa e umiliante esperienza, il Paese, i suoi
cittadini di buona volontà, avrebbero imparato molto. E avrebbero imparato anche dalle
esperienze degli altri partiti che si andavano consumando come il nostro, dopo quasi mezzo
secolo di vita repubblicana grande ma anche, spiritualmente, ormai prosciugata nelle anime
delle classi dirigenti.
In modo più specifico, avevamo sperato che sulle ceneri del nostro lavoro avrebbero
potuto sorgere due grandi partiti moderni, uno di centrosinistra ed uno di centrodestra, uno
di spinta progressista e uno di moderazione liberale, capaci di ereditare il lato
migliore di quella storia e di darci la fase adulta e compiuta dellItalia: un Paese
solido e serenamente capace di governare la propria crescita nella partecipazione e nella
solidarietà.
Avevamo sbagliato questa previsione. In effetti, senza far torto alla presumibile buona
volontà di tanti singoli, ci sentiamo di dire che le nostre attese sono state
totalmente deluse.
Non è nato un partito democratico di centrosinistra capace di
amalgamare il grande messaggio popolare e solidale della DC con laltrettanto
importante anelito di giustizia distributiva dello storico Partito Comunista: due anime
che mai si sono fuse nella armonica capacità di generare un partito di alta cultura
sociale riformatrice. Lassismo nellimpegno di rinnovamento del pensiero,
sottovalutazione dei fattori di complessità emergenti sulla fine del secolo appena
trascorso, preoccupazioni contingenti di equilibri fra gruppi, fretta di successi
elettorali contro avversari aggressivi e sicuri di sé
Forse qualcosa di tutto
questo ha giocato un ruolo nefasto: e ha generato la prima delusione per le speranze di
una responsabile democrazia dellalternanza.
Sul versante del centrodestra le cose sono andate anche peggio: insieme alla
mancata maturazione di una classe dirigente degna di questo nome, si è realizzato lo
sfacelo educativo e morale di una politica ridotta a messaggio di marketing
delleffimero in ogni sua manifestazione. Le poche persone di sincero pensiero
elaborante le abbiamo viste progressivamente lasciate ai margini dei luoghi decisori; la
leadership carismatica labbiamo vista ridotta a una inquinante commistione di
aziendalismo privatistico con libertinismo diseducativo; la linea programmatica sottomessa
a una dominanza economica che si è rivelata esasperatamente finanziaria e speculativa. Ed
è stata la seconda delusione.
Infine il centro. Nella zona che sul piano ideale avrebbe avuto le condizioni più
adatte a preservare anche una quota decisiva del messaggio storico della Democrazia
Cristiana, si è palesato il protagonismo di un partito che di fatto non è mai riuscito
ad aggregare né tradurre in politica organica alcun pensiero. Un improduttivo
oligarchismo che non ha mai respirato lossigeno impegnativo ma anche corroborante di
una partecipazione davvero popolare. Ed è stata la fine di una ulteriore speranza.
Tacciamo, da ultimo, di quanti, piccolissimi gruppi che non è appropriato chiamare
formazioni politiche, hanno cercato di insinuarsi, anche con buona volontà almeno
iniziale, in questo gioco ormai senza radici e senza prospettive, e del tutto più grande
delle loro possibilità. La idea di una "Italia dei valori" è diventata un dipietrismo
che oggi palesa anche nelle aule giudiziarie la confusione deleteria fra partito di
cittadini e gruppo personale; un grillismo che anela lodevolmente a far emergere
con forza la voce di chi dallestrema periferia dellelettorato reclama il suo
diritto a essere ascoltato, ma finisce in una protesta amebica incapace di tradursi in
risposta collettiva e nazionale ai problemi collettivi e nazionali; una sparpagliata ex sinistra
estrema, che a merito della sua annosa agitazione può vantare soltanto il risultato
di aver fatto cadere un governo Prodi che pure testimoniava uno sforzo sincero di
ricollegare la politica con il sentimento della gente; i resti di una gruppuscolare
destra riottosa che avendo trovato spazio risibile nella effettiva determinazione
degli orientamenti politici del Paese si è trovata a dialogare - contraddizione finale e
quasi irridente - con il leghismo separatista; il quale a sua volta non ha tardato a
testimoniare la miseria morale che ne attanagliava le intenzioni e i comportamenti, anche
negli uomini che avevano fatto consistere lunica loro bravura nel rimproverare agli
avversari i medesimi comportamenti.
Le sorprese più recenti sono Montezemolo, Riccardi, Bonanni e tante personalità della
società civile che hanno elaborato il loro manifesto: non un partito, non un movimento:
un mondo di proposte politiche, una realtà dopo tante delusioni, una specie di gruppo di
pressione fattosi coscienza critica del potere: un patto per una nuova politica. Più che
notabili, uomini di rango: non pensiamo che abbiano qualche piccola venatura di
popolarismo.
Il risultato è che non cè classe dirigente, oggi, nel nostro Paese, non cè
un pensiero espresso dalla politica sul suo futuro, non cè una cultura di gestione
e non cè una consapevolezza valoriale. Fino al punto che si è dovuto ricorrere
allespediente, legittimo e onesto ma tremendamente allarmante, di un governo
tecnico incaricato del puro e semplice ritorno a una normalità minima che di fatto è
solo la normalità della gestione formale del bilancio dello Stato. Questo è infatti in
sostanza il governo Monti, nonostante la buona volontà di diversi suoi esponenti e
nonostante la indiscussa competenza e correttezza dello stesso Presidente del Consiglio,
il quale, in un quadro così difficile, è riuscito comunque a restituire al mondo una
immagine più credibile e affidabile del nostro Paese.
Ed è per un atto di consapevolezza piena, e di buona volontà responsabilizzatrice di
fronte a tanto scempio e a tanta ombra sul futuro, che noi oggi siamo qui, a pensare in
termini di ripresa dellazione della Democrazia Cristiana per lItalia.
Oggi, siamo convinti che lItalia abbia più che mai necessità di "democrazia
cristiana": con la lettera minuscola e, insieme, con la lettera maiuscola.
Con la lettera minuscola, come sostantivo e aggettivo, nel senso che questo nostro Paese
ha bisogno di riconquistare democrazia vera e partecipata: solo così la politica può
giustificare il suo potere, le sue contese.
Attorno al ludibrio della vigente legge elettorale si è ridotta infatti quasi a zero la
pratica della democrazia e della relativa motivazione degli animi nella scelta della
classe dirigente; e ha bisogno di cristianesimo ispiratore, vissuto con coerenza per il
bene della "città delluomo" che ci è affidata: di cristianesimo come
lievito di valori che torni a fermentare una società in cui la centralità non sia
più quella della finanza che domina leconomia e delleconomia che domina
limpresa costringendola a non essere una comunità di lavoro per inseguire un
concetto di business eretto a mostro totemico contro la dignità della persona sancita
dalla Costituzione ma anche dal semplice diritto naturale.
Neanche il diritto naturale può infatti concepire il licenziamento collettivo di migliaia
di persone attraverso una e-mail spedita da migliaia di chilometri per effetto di una
notizia battuta in un nanosecondo sulla diminuzione di valore della quotazione di
unimpresa, in un mercato finanziario distante a sua volta migliaia di chilometri.
Questa "efficienza capitalistica" reputiamo, senza mezzi termini, sia figlia del
Male, Uno strumento di peccato, come recita la "Populorum progressio",
radicalmente incompatibile con la nostra visione di umanesimo e di personalismo, che
allabbrivio del ventunesimo secolo, riproclamiamo, entrambi, come permanentemente
nostri; e che sono la semplice, grande ed impegnativa eredità lasciataci dalla Dottrina
Sociale della Chiesa e dallidea democratico-cristiana.
Entrambe ci hanno lasciato ben diverso insegnamento: dalla Rerum Novarum alle
successive encicliche sociali, da monsignor Ketteler ad Antonio Rosmini, dalla Scuola di
Friburgo al Codice di Camaldoli, dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa alla Caritas
in Veritate, questo insegnamento ci parla costantemente e puntualmente della liceità
del mercato ma anche del suo necessario ancoraggio a finalità morali, di diritto
indiscutibile a condividere i frutti dellimpresa fra tutti, di salario di dignità
per ogni famiglia, di illiceità della pura rendita e della pura speculazione
Ebbene, cè necessità che più democrazia cristiana, con questa lettera minuscola,
trovi al suo servizio, con forza, lucidità, sincerità morale, capacità tecnica,
accortezza politica, una rinnovata Democrazia Cristiana con la lettera maiuscola:
cè necessità che una grande associazione di cittadini "liberi e forti"
torni a generare una politica alta secondo la "nostra" Costituzione;
"nostra" perché ispirata proprio dal pensiero democratico cristiano, da De
Gasperi e Dossetti, da Gonella e La Pira, da Fanfani, Moro e Lazzati, e di nuovo indietro,
nei principi di riferimento, fino a Sturzo e Grandi e Miglioli e altri. E la faccia
diventare politica di rinnovamento potente e di rinfrancata solidarietà, di centralità
del lavoro e della impresa come comunità di lavoro, di processi formativi capaci di
rinforzare valori di libertà e di solidarietà fattiva: insomma, di comunità solerte e
rasserenante per tutti.
LItalia è infatti una comunità, innanzitutto; non una società per
azioni ad azionisti dispari, bensì una comunità di cittadini e persone che
hanno uguale dignità, servite da istituzioni fatte da tutti e da tutti partecipate, con
una economia al servizio di tutti e da tutti realizzata. E con le giovani generazioni come
primo tesoro da far crescere secondo responsabilità e autorealizzazione.
III - UN PROGETTO DI VALORI
Non temiamo la sfida perché, più tipicamente di ogni altro partito, la Democrazia
Cristiana possiede nella sua ispirazione valoriale una visione adatta a questo obiettivo
totale: totale nella sua pregnanza interna ed anche nella sua potenzialità diffusiva
oltre il nostro Paese, nella più vasta comunità costituita dallEuropa, dal
Mediterraneo, da un mondo che si è fatto sempre più villaggio comune; ricordo, fra
laltro, che di "internazionale dei democratici cristiani", con questo
spirito diffusivo e pregnante, si parlava già fin dai primi del 900 fra i cattolici
che, prima ancora che germogliassero il Partito Popolare Italiano e la Confederazione
Bianca del Lavoro costituivano i primi nuclei democratico-cristiani.
Ponte mediterraneo e crocevia planetaria, lItalia può tornare a essere, non solo
nei traffici economici, un Paese al quale il mondo può guardare come a una sua casa
simbolica di riepilogo collaborativo e di sintesi valoriale. Se la sede romana della
Chiesa cattolica rappresenta questo valore dal punto di vista religioso, la Roma
precristiana e lItalia universalistica di Dante e del Rinascimento possono
rappresentarlo dal punto di vista della unità tendenziale degli aneliti di realizzazione
umana complessiva; e il grande messaggio che da Rosmini passa a Sturzo, a De Gasperi, a La
Pira, a Moro, può rappresentarlo per il cammino di una città terrena che sappia
condividere il benessere, frutto della fatica comune, fra tutti gli uomini in questo
ventunesimo secolo ultraveloce e ultracomplesso.
Essere custodi attivi di questo patrimonio esige daltro lato che la forma e la
concreta gestione quotidiana del Paese, e la stessa modalità di essere e di operare come
partito, abbiano connotati di qualità alta.
I capisaldi di una tale politica ci sembrano almeno cinque:
La nostra Costituzione repubblicana, carta di principi e di valori da salvaguardare
con fedeltà, non chiusi aprioristicamente a ogni eventuale possibilità di affinamento,
ma lontani da quella frenesia inconsulta che ha portato a rivedere negli anni recenti il
suo Titolo V, con una superficialità che testimonia, accanto a intenzioni illusorie, la
inadeguatezza di una classe politica incapace di cogliere la grandezza dei padri
costituenti e di custodirla migliorandola: anche attraverso una nuova fase costituente
che, riteniamo necessaria per adeguare la sua seconda parte ai profondi cambiamenti
intervenuti sul piani istituzionale europeo e nazionale.
Uno Stato snello e partecipato, efficiente sul piano nazionale, arricchito da
autonomie territoriali in chiave di sussidiarietà e non di dissociazione
pseudofederalista; garantito da un intercontrollo democratico senza retoriche di
autonomismo fine a se stesso, spesso corrotto non meno di quanto esso stesso abbia
rimproverato allo Stato centrale; e, quasi sempre, colpevolmente incapace di utilizzare
persino le cospicue risorse economiche messe a sua disposizione dallEuropa.
La valorizzazione permanente e dinamica dellimmenso patrimonio culturale e
ambientale affidatole dai padri e dalla Provvidenza: almeno la metà dei beni
culturali di cui lumanità dispone è incredibilmente concentrata nel nostro Paese,
e questo solo fatto costituisce per noi "una missione nella missione" e quasi
una vocazione profetica.
Una cura gelosa della culla in cui nascono e si formano le nuove generazioni, cioè la
famiglia, attraverso la dedizione di uno Stato solerte nel favorirne solidità e
serenità, soprattutto con gli strumenti propri della sua missione formativa,
dellattivo supporto alle generazioni che declinano, affinché tale fisiologico
crepuscolo non diventi mai emarginazione né accantoni il tesoro della esperienza che si
trasmette; uno Stato che sappia garantire la sicurezza di un lavoro dignitoso per tutte le
persone che raggiungono letà adulta e si apprestano ad assumere, della famiglia, la
responsabilità più diretta.
Il governo sagace di una economia che ha oggettivamente potenzialità enormi, e che
anche nella presente crisi conferma di possedere nella creatività dei singoli e nel
tessuto della piccola e media impresa la sua linfa più vitale.
Con quali linee di orientamento pensiamo sia articolabile un simile
progetto?
Non parlo volentieri di riforme, e non perché la cultura democristiana sia aliena
dallidea di farne o perché non ne abbia realizzate le più coraggiose nella
storia del nostro paese portano la firma della Democrazia Cristiana, a partire dalla
grande riforma agraria di Antonio Segni poco dopo la nascita della repubblica ma
perché, a un certo punto della dialettica politica, il riformismo ha cominciato a vivere
quasi fosse un fine in se stesso: ma né il riformismo né le riforme sono un fine; essi
sono un mezzo, attraverso il quale la nostra quotidiana analisi della coerenza fra
"progetto paese" e realizzazioni concrete viene verificata e coerentemente
attuata; facciamo le riforme se servono e in quanto servono, ma non le adoriamo come
idoli, e le sottoponiamo costantemente a verifica perché restino effettivamente al
servizio dei valori che le ispirano.
Preferiamo parlare piuttosto di "gestione evolutiva" trasparente e
condivisa, capace cioè di governare dinamicamente le esigenze di miglioramento
permanente delle cose, senza rinviare ai tempi spesso deresponsabilizzanti di maturazione
delle "riforme": queste, quando davvero occorrono, devono essere consapevoli,
ponderate, impegnative di coerente attuazione, e non mito autoreferenziale.
Questo è il compito della politica disegnato dalla Costituzione italiana. E tale è, come
la Costituzione lo regola, anche lo strumento dei partiti politici, mezzo
privilegiato attraverso cui i cittadini partecipano al farsi del dibattito, alla
determinazione delle scelte, alla formazione della classe dirigente, e insomma alla
gestione del paese. Non temiamo, anzi decisamente vogliamo, un partito giuridicamente
riconosciuto, persona giuridica e perciò sottoposto a controllo pubblico nella sua
trasparenza di gestione.
In realtà i partiti politici operanti oggi hanno, via via, ignorato questo spirito
costituzionale per accentuare invece elementi crescenti di chiusura oligarchica, ben poco
democratica e partecipativa. Le ombre della corruzione e del clientelismo, quasi i partiti
stessi e i loro uomini fossero appunto fini e non mezzi, hanno realizzato, da ultimo, quel
nefasto distacco dei cittadini dalla politica che oggi enfatizza la sua gravità
attraverso una legge elettorale che chiude del tutto i partiti dentro se stessi quali
forme autoreferenziali di gestione del potere.
Con quale metodo pensiamo dunque di lavorare?
Innanzitutto con quello della partecipazione vera e diffusa. Pare espressione
scontata e banale, questa della partecipazione, ma essa viene in realtà ogni giorno
pronunciata e ogni giorno di nuovo tradita. Così come la partecipazione di tutti i
cittadini consente di costruire una logica di armonizzazioni progressive nel cammino di
crescita della società complessiva, analogamente la partecipazione di tutti i soci consente
al partito di essere punto di traduzione affidabile della domanda e delle attese del
paese.
I punti di partenza per noi sono certi: la Costituzione, la cittadinanza, la persona.
Essi meritano di essere confermati ma anche approfonditi in tutta la loro portata
potenziale: tanto più che nellItalia del ventunesimo secolo ci sono i cittadini e
cè, con loro, anche un numero crescente di persone in attesa di cittadinanza.
Persone provenienti dalle più diverse nazioni del mondo, o loro figli, che non
costituiscono più casi isolati ma un fatto sociale ormai strutturale: anchessi
diventano parte della nostra comunità, lo diventano in senso oggettivo: chiedono spazio
che non può essere loro negato se crediamo in una società di ispirazione cristiana. Il
problema è di fare in modo che lo spazio sia equo e i diritti, come i doveri, reciproci.
A questa condizione non si può negare lordinata e trasparente osmosi demografica,
non solo perché essa caratterizza da sempre i processi di sviluppo di ogni società
storica, ma perché la stessa grandezza della nostra civiltà italiana è germogliata e si
è sviluppata dal multiforme, secolare apporto di tali risorse.
IV IL FONDAMENTO DEL LAVORO, LA DIGNITA DELLIMPRESA, LA
SOLIDARIETA DELLECONOMIA
Subito dopo la cittadinanza, è il lavoro a costituire prioritario fondamento della
repubblica. Tale lo definisce la carta costituzionale, e si riferisce al lavoro in
tutte le sue forme, dipendente o autonomo o imprenditoriale che sia, manuale o
intellettuale.
Non sono invece fondamento della repubblica la rendita, né lattività
speculativa. Siamo qui in un campo che, fin dal medioevo, la Chiesa ha
chiarissimamente presente. La pura rendita e la pura speculazione sono un male, sono
illecite moralmente, e per noi questo principio comporta conseguenze coerenti sul piano
delle politiche attive, anche di redistribuzione reddituale e, ad esempio, di carico
fiscale.
La ricchezza nazionale resta essenzialmente frutto del lavoro e il lavoro, diritto e
dovere delluomo, è, per la Democrazia Cristiana, oggetto privilegiato di ogni
politica economica. Per tale motivo un punto caratterizzante il nostro "progetto per
lItalia" non può non essere costituito dalla revisione dellistituto
del collocamento, che ci pare da trasformare in istituto
dellaccompagnamento attivo nel lavoro.
Né vuol dire, questo, che il mercato del lavoro debba essere governato dal solo
collocamento pubblico; tuttaltro: esso si accompagna liberamente al movimento
spontaneo della domanda e della offerta che sul mercato si confrontano: il collocamento
pubblico opera invece, attivamente, su richiesta dei singoli lavoratori che vogliano
ricorrervi. Il fatto è che non cè dignità della persona se non viene attuato
per essa il diritto a un lavoro riconosciuto, remunerato e produttivo. Questo è il
concetto, ed è lobiettivo, da tenere sempre presente.
Vi è un ulteriore profilo di giustizia distributiva, e alla fine anche di efficienza
economica, che non ci sembra più possibile trascurare. Una visione distorta del libero
mercato, storicamente prevalente in tutto il mondo, riguarda la totale inesistenza di limiti
alle più atroci disparità reddituali generate allinterno delle stesse imprese.
Prevalgono anche in Italia, sia pure in dimensioni complessivamente meno abnormi,
parametri esasperati fino alliniquità, e assolutamente ingiustificabili da tutti i
punti di vista, compresa una reale efficienza economica di lungo andare delle imprese
medesime e del sistema.
Noi non assumeremo come nostro programma lidea, che pure ci viene da uno dei massimi
maestri di economia dellimpresa efficiente e a un tempo equa, e cioè Adriano
Olivetti, laddove affermava che tra lui, massimo vertice della sua azienda, e
lultimo dei suoi operai, il divario di reddito equo reputava essere da uno
a cinque. Lo corresse quel gran liberale, non certo democristiano, che era Valletta,
allora amministratore delegato della Fiat e grandissimo innovatore della vita aziendale,
affermando a sua volta che troppo stretta gli sembrava tale forbice e proponeva per essa
un raddoppio, cioè che fosse portata da uno a dieci.
Noi non assumeremo neanche questo parametro: ma se nel mondo assistiamo a rapporti
inconcepibili, persino di uno a quattrocento e oltre, e in Italia non mancano forbici di
uno a cinquanta e oltre, ci sentiamo in mezzo a una situazione alla lunga insostenibile,
per la quale assumiamo un duplice chiaro riferimento: da un lato il principio che i
parametri retributivi siano parte di una politica trasparente e perciò siano noti
pubblicamente; dallaltro che venga, con gradualità ma con inizio immediato,
stabilito un primo limite: ad esempio, che non possa essere superata la forbice di uno
a venticinque.
Siamo certi che passo dopo passo, anno dopo anno, ci sarà tempo e soprattutto ci saranno
condizioni di serenità per calibrare con il consenso sociale più ampio la misura equa,
senza mai far pensare che puntiamo a logiche di egualitarismo puro e semplice. Sottolineo
che anche questa è la Dottrina Sociale della Chiesa, prima di essere la linea
programmatica della Democrazia Cristiana. Sottolineo che anche questo è il cammino che
costruisce quella economia sociale e civile di mercato che, della suddetta
dottrina, è parte centrale.
Sottolineo che stiamo parlando di reddito personale, non di reddito
dimpresa, sul quale andranno invece considerate con intelligente accortezza le
dimensioni legate alle esigenze di espansione e innovazione più proprie della impresa
stessa, che del resto sono benedette per tutti: lavoratori ed azionisti, persone e
comunità. In particolare attraverso una riduzione dellattuale pressione tributaria
per abbattere il cuneo fiscale e stimolare ricerca e investimenti.
La Democrazia Cristiana è comunque contraria, nello stesso tempo e per lo stesso spirito,
anche a forme di garanzia del reddito che siano scisse da una corrispondente
responsabilità di lavoro produttivo. Non cassa integrazione, dunque, e neanche gli
istituti innovativi definiti in tal senso dalla recente "riforma Fornero", ma
piuttosto lavori utili in logica sostanzialmente e modernamente keynesiana,
intendendo per lavori utili gli investimenti in tutto ciò che possa essere bene comune
effettivo.
Nulla dunque ha da vedere, tutto questo approccio, con forme di assistenzialismo,
verso le quali nutriamo sostanziali dubbi tutte le volte che esse vogliano supplire a una
politica di giusta reciprocità fra cittadino e comunità. La dignità del lavoro,
espressione di una sostanziale parità nella cittadinanza responsabile, potrà in tal modo
accompagnarsi anche con una sostanziale parità di condizione fiscale e previdenziale
senza distinzioni fra categorie: come senza distinzioni ci pare debba essere, in linea di
tendenza, il diritto ad accedere a tutto il campo del lavoro, compreso quello delle libere
professioni, attraverso meccanismi semplificati e trasparenti rispetto a prassi ancora
piuttosto chiuse e per alcuni aspetti vetuste.
Certo è comunque limpresa che, per la consistenza oggettiva della sua dimensione
produttrice di ricchezza complessiva, resta il soggetto centrale per la elaborazione di
una attiva politica del lavoro. Inestimabile valore di una economia dinamica e
progrediente, limpresa deve essere, in questo senso, non solo protetta ma
sostenuta e incentivata nel suo naturale impulso di sviluppo. Punto cardine di una tale
politica ci sembra lo snellimento della burocrazia relativa alle autorizzazioni e ai
controlli.
Se questo è il lato normativo-burocratico della vita dimpresa, sul versante
economico ve nè uno non meno pregnante: limpresa si sostiene e cresce con il
duplice strumento dellautoinvestimento e del credito bancario, come è noto. Anche
sulla politica creditizia finalizzata allo sviluppo dimpresa vi è un particolare
elemento centrale nella cultura democratico-cristiana, che mentre non può, secondo noi,
essere trascurato: è quello costituito dalla idea del risparmio collettivo (dei
lavoratori ma anche degli utenti).
Come è evidente dalle riflessioni che stiamo dipanando, non possiamo nascondere il nostro
interesse privilegiato per la diffusione di politiche favorevoli ai modelli di partecipazione
dei lavoratori nellimpresa, conformemente alla costante tradizione, ancora una
volta, della Dottrina Sociale della Chiesa, ma anche a tantissime esperienze consolidate
nei paesi più avanzati dEuropa, e al dettato dellarticolo 46 della nostra
Costituzione.
A tale riconoscimento del fattore lavoro fa riscontro il dovere ugualmente stringente
del lavoratore, di adempiere con senso di responsabilità il proprio ruolo produttivo. Ed
è evidente, in questo quadro, come anche lesperienza sindacale costituisca un
valore imprescindibile delle politiche del lavoro, quando naturalmente si tratti di sindacalismo
libero e pluralistico, come quello realizzatosi tipicamente nella esperienza della
Cisl italiana e ormai caratteristico di tutto il nostro sindacalismo confederale.
E questa dinamica che consente alla legge stessa di farsi carico con maggiore
competenza di quella garanzia di reddito vitale di dignità per ogni cittadino e per
ogni famiglia, che è da sempre nelle nostre aspirazioni. Non si tratta di una
richiesta avulsa dalle condizioni concrete della ricchezza prodotta dal Paese: nessun
paese può infatti distribuire più ricchezza di quella che produce. Si tratta invece di
unazione costantemente attenta a calibrare il triplice contestuale strumento
della politica occupazionale, della forbice massima fra redditi di lavoro, della
partecipazione dei lavoratori nellimpresa.
Vissuta con tale orizzonte, leconomia complessiva è veramente "amministrazione
della casa comune" finalizzata al "bene comune": che del resto può
assumere diversificate gerarchie in funzione della natura di ogni singolo bene e di ogni
singola persona. Vi sono ad esempio dei beni la cui natura appare anche al buon senso
come collettiva o pubblica e perciò dotata di una legittima aspettativa di fruizione
sostanzialmente paritaria da parte dei cittadini: tali sono ad esempio lacqua,
lambiente, la sicurezza. Tali beni sono essenziali e primari per la qualità della
vita e per essi la presenza della mano pubblica, sia essa quella dello Stato o quella
degli enti intermedi, non può non essere diversa da quella riservata a tutti gli altri
beni, lasciati allautoregolazione semplice del mercato.
Questa parola, chiara e ferma, ci è doverosa per il ristabilimento di una visione che è
stata resa ambigua e infine controproducente da una tendenza superficiale di questi lunghi
venti anni e oltre, favorevole a una semplicistica linea di privatizzazioni, condotta
con indiscriminatezza pari a quella che a suo tempo aveva presieduto agli eccessi opposti
delle statalizzazioni, o regionalizzazioni, o municipalizzazioni.
Il concetto che dobbiamo piuttosto avere sempre presente è quello della distinzione
chiara fra privatizzazione e liberalizzazione: quando si tratta di beni primari
liberalizzare è tendenzialmente un bene, privatizzare è tendenzialmente un male. La
liberalizzazione salvaguarda e stimola anche lintervento privato, la semplice
privatizzazione può tendere a generare monopoli a fini di lucro, tanto più negativi
quanto più riguardino beni appunto essenziali e primari per la dignità della persona.
V - ISTITUZIONI: LO STATO SNELLO PER LA PARTECIPAZIONE SOCIALE
Nelle polemiche interminabili che hanno accompagnato questo tipo di dibattiti
sullassetto delleconomia nazionale negli anni a noi vicini, si è tornati
anche a chiamare in causa, più latamente, una "pesantezza dello Stato"
che non sarebbe in grado di gestire con efficacia altro ruolo che non sia quello di
asettico controllore delle regole che pone, e in nulla o quasi nulla dovrebbe riguardarlo
il merito della regolazione sociale.
Storicamente cè stata, in effetti, in alcuni comparti del sistema economico
italiano, una parte di pesantezza che non era ulteriormente tollerabile perché fonte di
aggravio di costi e contemporaneamente di danno allefficienza.
Oggi è però essenzialmente sul piano burocratico che il concetto di "Stato
snello" compia passi coraggiosi. E infatti valutazione condivisa senza
incertezze che il nostro apparato-Stato abbia raggiunto una dimensione elefantiaca fonte a
un tempo di sprechi e di inefficienze in alcuni casi intollerabili.
La ragione profonda che presiede a queste considerazioni è semplicemente, ancora una
volta, quella che concepisce lo Stato come la organizzazione con la missione di servire
la persona e la comunità ai fini della loro crescente autorealizzazione (art. 2 della
Costituzione). Ed è questa chiave interpretativa che illumina anche le politiche
relative alle articolazioni intermedie non territoriali attraverso le quali si svolge la
vita sociale. Per questo che la Dc tutela la costituzione e la partecipazione dei
cittadini a forme associative e imprenditive nel campo del lavoro come nei campi della
cultura, dei servizi, delle iniziative di cittadinanza, delle tutele dei diritti, e così
via: con lobiettivo di realizzare quel vivace reticolo di vita sociale che possa
andare a coprire la più vasta area possibile della domanda di servizi avanzata dai
cittadini in questi settori. È nella cultura personalistica e comunitaria, connaturata
con la storia del nostro partito, lincoraggiamento attivo di quel "terzo
settore", che può costituire la grande "infrastruttura sociale" nella
quale possono trovare risposta meno burocratica e più densa di motivazioni e calore umano
le domande e i bisogni meno considerati e protetti dalle istituzioni.
Un approccio solidaristico che si esplicita anche in senso geopolitico, con lEuropa
che resta un riferimento che ci aiuta a tenere largo ed aperto lorizzonte, ed anche
un forte laboratorio di buone pratiche. UnEuropa che oggi pone la necessità di un
ritorno allo spirito dei suoi padri fondatori, affinché sia di nuovo, innanzitutto, un
ideale di fraternità con leconomia che segue: questo pensavano infatti De
Gasperi, Adenauer, Schumann, Monnet, Spaak e gli altri fondatori.
Un approccio globale e solidaristico lEuropa deve rivolgere anche verso il Mediterraneo.
Il mare delle tre religioni monoteiste, civiltà antiche che, intersecandosi, e non
ignorandosi, hanno dato al mondo gran parte della civiltà che oggi lo unisce. È presente
in me la suggestione indimenticabile dei "Dialoghi dei Mediterraneo" nella
Firenze, "nuova Gerusalemme", del Sindaco Santo, che chiamava il nostro mare
Lago di Tiberiade.
Questo approccio globale e solidaristico va perseguito e testimoniato, infine, per la
ricerca della pace e dellunità di tutto il pianeta. Messaggio che da Isaia
fino alla Pacem in Terris e alla Caritas in Veritate, il Popolo di Dio
vive come il traguardo finale della settimana storica delluomo che segue la
settimana biblica della Creazione.
VI PASSATO, PRESENTE, FUTURO: IL POPOLARISMO CHE VIVE.
Le considerazioni svolte sollecitano la politica i partiti ad una tensione morale e
culturale superiore a quella attuale, e che possa alimentare anche le loro modalità
interne di organizzazione e di democrazia partecipativa.
Anche il problema del finanziamento dei partiti si pone ormai con evidente urgenza morale.
Nacque nel cuore degli anni 1970 con lobiettivo dichiarato di consentire ai partiti
di "non essere costretti a farsi corrompere", come si disse allora.
Lintenzione era buona ma lesito non fu felice ed è venuto peggiorando nel
tempo.
Non è forse saggio tornare al puro e semplice sistema di "nessun
finanziamento"; lo dico chiaramente "non vogliamo i soldi dello Stato". Noi
preferiamo un sistema che, escludendo qualsiasi esborso di denaro pubblico, assicuri una
normativa semplice, trasparente e facilitata, attraverso la quale ogni cittadino possa
liberamente partecipare al finanziamento del partito nel cui programma si riconosce. A tal
riguardo mi sembra del tutto condivisibile la proposta di legge di iniziativa popolare
promossa dal professor Pellegrino Capaldo.
A fronte dei molti profeti che frettolosamente diagnosticano la fine del partito politico,
a me sembra che esso rimanga lo strumento meno imperfetto, lìunico ancora in grado
di consentire lesercizio della moderna democrazia rappresentativa.
Non va confuso il partito ideologico che guidava le masse della società industriale, con
le nuove forme partito capaci di interpretare e dare rappresentanza alla società
post-moderna nel mondo delle tecnologie informatiche fattosi uno.
Nessuno di noi pensa di rifare quella Democrazia Cristiana, quelle sezioni, quei comitati,
quelle commissioni, quella pletora organizzativa.
La prima delle nostre scommesse è costruire un partito nuovo adeguato alla
società del ventunesimo secolo.
Mi sembra che la evoluzione da mettere in campo abbia, tra le altre, le seguenti
caratteristiche:
.
- a. Un forte snellimento statutario, che infonda trasparenza ed efficacia
allesperienza associativa democratica dei soci, accorciando vertiginosamente la
distanza tradizionale fra vertice e base.
- b. Una quota maggiore di "democrazia diretta", nel senso di un
incremento di peso decisionale degli iscritti, anche attraverso lutilizzo delle
tecnologie telematiche nel determinare la scelta dei singoli dirigenti del partito a tutti
i livelli.
- c. Una mediazione ricca fra il valore fondante della sovranità associativa e la
necessità di un coinvolgimento più pregnante dei mondi esterni che si riconoscono nella
visione e negli ideali democratico-cristiani. Più peso agli iscritti e più peso ai
simpatizzanti, insomma.
d. Una grande rigorosità nellapplicazione della certezza giuridica interna,
con una magistratura di garanzia a sua volta semplificata e velocizzata.
- e. Unattività di formazione permanente per tutti i livelli del partito:
siamo anzi, su questo tema, a buon punto nella formulazione preparatoria di ipotesi che
tengono conto delle esperienze migliori maturate in questi venti anni nel mondo della
formazione politica e sociale.
- f. Infine, una diffusione capillare, sul territorio, di una rete di Circoli Culturali
di Iniziativa Politica: non come luoghi di tessere da contare, ma come luoghi di
aperta elaborazione, di formazione, di competenze e proposte e impegno sui problemi del
territorio.
- g. Riteniamo utile affiancare al partito una fondazione col compito di approfondita e
elaborata ricerca sui temi programmatici e sulle strategie della missione del partito
CONCLUSIONI
Cari amici, questo è, oggi, il mio contributo che, attraverso il dibattito di questi due
giorni e dei giorni che seguiranno, è aperto ad ogni positiva integrazione, correzione,
arricchimento.
Noi siamo qui con il proposito di realizzare insieme il passaggio da una storia antica
ricca di successi ma anche dolorosamente responsabile di errori, verso un futuro che deve
essere altrettanto ricco di successi e meno esposto agli errori. Mi permetto di
aggiungere che rappresento una generazione il cui compito precipuo è, oggi, quello
di fornire buon esempio e buoni consigli, trasmettere esperienza sana e forte, per far
avanzare sul proscenio delle responsabilità sociali, compresa la guida del partito, le
generazioni nuove.
Non è questione di anagrafe: vecchi e giovani hanno dato in tempi e modi diversi esempi
eroici ed esempi deleteri. E invece questione di anima e di effettiva pratica della
democrazia interna. E questa che provvede allimmancabile ricambio fisiologico
della classe dirigente. Una sola condizione occorre, che non sempre abbiamo onorato in
passato: una democrazia interna che vorrei definire, fanciullescamente, semplice e
rocciosa per la sua credibilità. Insieme allimpegno quotidiano della nostra
formazione permanente.
Nessuno deve mai violare la santità delle urne nelle quali i nostri iscritti sono
chiamati a scegliere in coscienza le persone cui affidare la guida del cammino. Con
semplicità e sapienza. Non abbiamo bisogno di altro. Forse, in questo momento, il Paese
non ha bisogno di altro." |
.
**** |
|
CONVEGNO SUL
CATTOLICESIMO POLITICO
Bologna, via Riva Reno 57, Istituto
Veritatis Splendor, 29 marzo 2019, ore 10,30-14,30
SEGUE (sotto il programma) LETTERA AI VESCOVI E AI PARTITI
|
NOTA. Sotto, sono
riportate due lettere: una ai Vescovi dell' Emilia Romagna, ed una ai partiti e
associazioni di area cattolica e non cattolica con eguali valori, a cominciare da quelli
della diaspora DC.
Ivi è messo in rilievo che il convegno si colloca in una fase in cui da più parti
(anche dai Vescovi) si invoca il ritorno di una presenza unitaria di loro, nel parlamento
italiano, sia pure non con denominazione Democrazia Cristiana, ma fermo il simbolo
"scudo crociato".
Tuttavia, è ipotesi di lavoro del convegno che questo non si possa fare senza affrontare
alcune pregiuziali, tra cui sul ruolo dei partiti, preso atto che oggi in Italia cè
la crisi dei tradizionali partiti di massa (vota solo il 50% degli elettori), sia perchè
(ma non tutti) divenuti "partiti di affari", sia perchè portatori di ideologie
oggi in buona parte superate.
La crisi è aggravata dal dover competere con quelle diverse forme di aggregazione
politica che sono i "movimenti". |
|
"LA
RIFORMA DEI PARTITI IN ITALIA"
.
Apertura dei lavori: ore 10,30
Prof. Nino Luciani |
.
RELAZIONI |
|
Mons. Dott. Lino GORIUP |
Arcidiocesi di Bologna |
.
La motivazione dei partiti: punto di vista del partito e punto di vista della società
civile.
Diritto alla felicità ("bene comune") ed etica ispirata a comuni valori
cristiani e laici, anche
con riferimento a problemi di formazione per la partecipazione alle cariche pubbliche. |
***** |
Prof. Gianfranco PASQUINO |
Emerito di Scienza Politica, Università di Bologna |
.
La riforma dei partiti in Italia, a partire dall'art. 49 della Costituzione. |
***** |
Prof. Girolamo ROSSI |
Teoria
e Tecnica della Comunicazione Politica, Pontificia Università "Angelicum" |
.
La storia dello scudo crociato, nella comunicazione politica dei Cattolici. |
***** |
Prof.
Antonino Giannone |
Etica
Professionale e Relazioni Industriali, Politecnico di Torino |
.
I partiti nel codice etico del cristiano impegnato in politica. |
|
DISCUSSANT |
.
Mons. Arcivescovo Luigi NEGRI |
Arcivescovo
Emerito di Ferrara e Comacchio, Abate di Pomposa |
|
INVITATI |
- Partiti e Associazioni di area cattolica e non cattolica
con eguali valori: Democrazia Cristiana (Grassi); UDC
(Cesa); CDU (Tassone); Rifondazione DC (Fiori); Rivoluzione Cristiana (Rotondi); Italia
Moderata (Sabella); Federazione dei Cristiano Popolari (Baccini); Politici Cristiani
(Domanico e Marri); Popolari per l'Italia, (M. Mauro); Associazione Costruire Insieme
(Simoni); Associazione Iscritti alla Democrazia Cristiana nel 1993 (Cerenza); Democrazia
Cristiana "Libertas"- Puglia; PPI (Castagnetti); Convergenza cristiana (SIMONI);
UDEUR (Mastella); Gruppo "La Martinicca" (Pedrana); Popolari Liberali (C.
Giovanardi); Movimento IDEA; (Quagliariello); Noi con l'Italia (Fitto e Lupi); Partito
Repubblicano Italiano (Saponaro); Il Popolo della Famiglia (Adinolfi), MRCG - Associazione
Valentina (Valenti); Presidente Parlamento Europeo (Tajani), Sen. Dott. Matteo Renzi,
Associazione Uniti al Centro (Cugliari); Partito Cristiano Sociale ( P. Del RE), Rete
Bianca (Merlo); Associazione "Scudo Crociato" Toscana (Garzella).. |
. |
- Vescovi della Regione Emilia Romagna: Arcivescovo
di Bologna (ZUPPI); Vescovo di Piacenza (AMBROSIO); Vescovo di Reggio Emilia e Guastalla
(CAMISASCA); Vescovo di Modena (CASTELLUCCI); Vescovo di Carpi (CAVINA); Vescovo di Forlì
(CORAZZA); Vescovo di Imola (GHIRELLI); Vescovo di Ravenna e Cervia (GHIZZONI); Vescovo di
Rimini (LAMBIASI); Vescovo di Ferrara (PEREGO ); Vescovo di Parma (SOLMI) ; Vescovo di
Cesena e Sarsina.(REGATTIERI; Vescovo di Faenza (TOSO); Vescovo di San Marino e
Montefeltro (TURAZZI); Vescovo di Fidenza (VEZZOLI);
- Altri Vescovi: Arcivescovo di Trieste (CREPALDI)
; Vescovo Emerito di Prato (SIMONI) . |
|
- ASSOCIAZIONE "Azione
Cattolica Italiana" : Presidente Naz.le Prof. Matteo TRUFFELLI; Vescovo
Assistente Generale Mons. Gualtiero SIGISMONDI . |
|
|
Eccellenza Reverendissima,
daccordo con gli altri membri del comitato organizzativo (poichè
riteniamo molto importante la presenza dei Vescovi, come Pastori) desideriamo invitarLa al
Convegno in oggetto.
Questa iniziativa si inserisce in un lungo percorso che ha come obiettivo la costruzione
di uno strumento per realizzare l'unità dei "Cattolici e non Cattolici con uguali
valori" nel parlamento italiano. In questo percorso :
1.- Una prima tappa è stata la costruzione di un Codice etico del cristiano
impegnato in politica.
Quel codice fu fatto a Bologna, Canonica di S. Petronio da un Gruppo di
Docenti universitari, in comunicazione con lUfficio Pastorale Problemi Sociali e
Lavoro della CEI, e infine da questo girato "senza rilievi" al Segretario
Generale della CEI. Abbiamo, poi, presentato il Codice medesimo a Bologna nel 2015.
In quella occasione si decise di procedere con la ricostruzione giuridica
della DC, ma senza fare un partito aggiuntivo. 2.- Ci fu, poi, una seconda tappa,
nella quale il Tribunale Civile di Roma designò "uno" per la convocazione della
DC (presunta sciolta nel 1994) il 25-26 feb. 2017, per la ricostruzione degli Organi,
tutti decaduti nel frattempo. Trova allegato il Decreto del Tribunale.
Questa nuova tappa si è conclusa il 14 ott. 2018 con un congresso, con il
quale sono stati ricostituiti gli Organi centrali.
Nota. E forse superfluo segnalarLe che luso del
nome e del simbolo DC in recenti elezioni regionali è una "coda" legata
allidea che la vecchia DC fosse stata sciolta. Ma queste cose saranno chiarite a suo
tempo.
3.- Adesso è in atto la seconda fase del nostro itinerario e vogliamo tradurre
fedelmente il mandato dei Vescovi recentemente intervenuti in modo pubblico: Federare
tutti i partiti e associazioni della diaspora DC" e comunque riconducibili a un
programma politico ispirato ai principi cristiani.
4.- In questa seconda fase, ci sono alcune pregiudiziali, in quanto non si può
fare finta che i PARTITI non siano molto screditati in Italia, per cui ci sono alcune
pregiudiziali da superare:
a) La prima concerne una discussione sulla motivazione dei partiti, alla luce
della scomparsa di partiti storici italiani (DC, PCI, PSI, PLI, PRI...), anche in seguito
a interventi della magistratura.
b) La seconda è risolvere il problema della formazione dei politici. Un
tempo i grandi partiti storici avevano delle proprie scuole di formazione. Ultimamente un
VESCOVO ha invitato a costituire delle scuole per la formazione di catoni disposti ad
impegnarsi in politica;
c) Una terza pregiudiziale è quella dei requisiti professionali per fare
politica. Il Fascismo dispose un minimo:"Saper leggere e scrivere". E' venuto il
momento di aggiornare questo minimo ?
5.- Lipotesi in sottofondo del convegno
è, tuttavia, che il bene e il male stiano in tutti noi per cui, più che il problema di
far fare, ai partiti, progetti per il bene comune (che pure serve), cè quello degli
strumenti di salvaguardia per far prevalere il "buongoverno".
Questi classicamente sono lorientamento dei votanti :
a) verso il partito di identità personale, nella massima unità;
b) e verso lalternanza tra i grandi partiti, al governo, nelle scadenze
elettorali.
In questo senso la fase successiva dovrà essere la costruzione degli
strumenti di salvaguardia. |
Caro Amico,
questo è un convegno culturale sulla riforma dei partiti, mentre si torna a
discutere in Italia della ricostruzione di un partito unitario di cattolici e non
cattolici con eguali valori, in parlamento.
Sono stati invitati tutti i partiti che si pensa vi abbiano interesse, e sono
stati invitati alcuni Vescovi.
1.- In questa prospettiva, già da tempo è in atto la riorganizzazione della
DC, da quando (2010) la Corte di Cassazione ha dichiarato che essa, in contrasto con
alcune opinioni correnti, non è stata mai sciolta (o, meglio, la delibera che la sciolse
non era giuridicamente valida) e quindi non esiste nessun partito con diritti di
successione. Per trovare la sentenza, clicca su: ......
Questa nuova tappa si è conclusa il 14 ott. 2018 con un congresso, con il
quale sono stati ricostituiti gli Organi centrali, a partire da un Decreto del Tribunale
Civile di Roma. Per trovare il Decreto del Tribunale, clicca su:
2.- Più di recente è venuta lazione di alcuni Vescovi, per il medesimo fine
unitario, ma da attuare con un partito con denominazione diversa dalla DC, condensata
nelle dichiarazioni del card. Bassetti. Egli (in commemorazione dei 100 anni dalla
fondazione del PP -Partito Popolare di don L. Sturzo il 17 gennaio 2019, SS. Apostoli a
Roma) raccomandò di imitare don Sturzo, come "il miglior modo di ricordarlo",
ma non nominò la DC, che pure era lattuazione pratica del PP di don Sturzo, e a
parte che (nel bene e nel male) lItalia che abbiamo oggi, lha fatta la DC.
Infine, e sopra di tutto, oggi in Italia cè la crisi dei tradizionali
partiti di massa, portatori di ideologie oggi in buona parte superate. La crisi è
aggravata dal dover competere con quelle diverse forme di aggregazione politica che sono i
"movimenti".
3.- In questa prospettiva di unificazione, non si può fare finta che i PARTITI non
siano molto screditati in Italia, per cui ci sono (dentro e fuori la DC) alcune
pregiudiziali minime da superare (che sono anche all'origine del No di VESCOVI alla DC) e
che rientrano nel tema del convegno.
a) La prima concerne una discussione sulla motivazione dei partiti, alla luce della
scomparsa di partiti storici italiani (DC, PCI, PSI, PLI, PRI...), anche in seguito a vari
interventi della magistratura.
b) La seconda è risolvere il problema della "formazione culturale" dei
politici. Un tempo i grandi partiti storici avevano delle proprie scuole di formazione.
Ultimamente un VESCOVO ha invitato le scuole diocesane a costituire delle scuole per la
formazione di cattolici e non cattolici con uguali valori, disposti ad impegnarsi in
politica;
c) Una terza pregiudiziale è quella dei requisiti professionali per fare politica.
Il fascismo dispose un minimo:"Saper leggere e scrivere". E' venuto il momento
di aggiornare questo minimo ?
4.- Lipotesi in sottofondo del convegno
è, tuttavia, che il bene e il male stiano in tutti noi per cui, più che il problema di
far fare, ai partiti, progetti per il bene comune (che pure serve), cè quello degli
strumenti di salvaguardia per far prevalere il "buongoverno". Questi
classicamente sono lorientamento dei votanti :
a) verso un partito-identità, nel quali i votanti si riconoscano, nella
massima unità;
b) verso lalternanza tra i grandi partiti, al governo, nelle scadenze
elettorali. In questo senso la fase successiva dovrà essere la costruzione degli
strumenti di salvaguardia. |
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INCONTRO
DI BOLOGNA, 8 sett. 2018
A SOSTEGNO DEL CONGRESSO DELLA DC STORICA DEL 29 SETT. 2018
DOPO 24 ANNI DAL PRESUNTO SCIOGLIMENTO
RESOCONTO |
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Mauro Carnagnola
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Raffaeke Cerenza
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Ettore Bonalberti
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Anonino Giannone
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Le
conclusioni dell'incontro, secondo il prof. Luciani |
Al termine dei lavori, di cui viene
dato resoconto particolare qui sotto, sono stati ringraziati i relatori Carmagnola,
Bonalberti, Giannone e tutti per la loro preziosa partecipazione all'incontro. Da esso è
emersa:
a) la ferma ed unanime volontà dei soci che si faccia il congresso per la data
stabilita (29 settembre 2018);
b) la soddisfazione per i congressi provinciali già celebrati, a cominciare da
Torino e Milano e, massimamente quello di Messina, dove c'è stata una partecipazione
numerosa ed assolutamente entusiasta;
c) ma allarme per i "non congressi" (perchè neppure iniziati) della
circoscrizione del centro Italia (Roma...), di cui Fontana ha nominato un coordinatore
(Gianfranco Gala) totalmente sconosciuto e introvabile.
All'incontro ha partecipato, su invito (comunque dovuto, perchè socio) Raffaele
Cerenza (noto per il ricorso alla magistratura per ottenere l'annullamento della Assemblea
del feb 2017), che ha portato il saluto di una costituita Federazione dei DC, presieduta
da G. Rotondi, ma anche parlato della situazione da lui provocata con il ricorso stesso.
Luciani, quale interprete dei presenti, ha preso atto della volontà positiva della
neo-Federazione di far riabbracciare tutti i DC, ma anche affermato che il fatto che il
Tribunale di Roma abbia convocato (lo scorso anno) l'assemblea dei soci della DC,
sulla base dell'elenco dei soci DC (depositato presso di esso, in occasione della causa
sul congresso del 2012), quale l'ultimo elenco disponibile dei soci, è un fatto
assolutamente rilevante per la autenticità giuridica della ricostruzione della DC,
secondo il dettato della Cassazione e importante per tutti.
In questo senso, la ricostruzione giuridica della DC e la attesa ricostituzione dei
suoi organi nel prossimo congresso sono un bene comune di tutti i DC, e che dovrà operare
per tutti e con tutti i soci, senza discriminazioni.
Secondo Luciani è difficilmente è ipotizzabile un matrimonio tra la DC e i
soggetti provenienti dalla DC, se questi non ne riconoscono la legittimità, nel loro
proprio interesse. In questo senso, una riaggregazione dei DC, senza la DC giuridica,
potrà eventualmente produrre un partito di cattolici in Italia, ma non la DC (con propria
denominazione storica e simbolo scudo crociato storico) come era prima.
Ne traiamo lumi dai numerosi casi (senza la DC), interrotti, prima o poi. Tra
i casi, oggi in odore di esaustione sotto gli occhi di tutti, c'è quello della UDC;
quello, a suo tempo, della DCa ; quello della Federazione di Grippo, e altri ancora
(Politici Cristiani)
. Anzi, dopo avere fatto nuovi soggetti riaggreganti, accadeva
di solito che, al primo bando elettorale, le unioni si scioglievano come neve al sole,
perché i consociati correvano al migliore offerente (tra i grandi partiti), anche per
povertà di mezzi finanziari.
Luciani invita tutti a non sottovalutare questi dati, per il successo del comune
progetto, da gestire tutti assieme, subito dopo il congresso. |
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Intanto continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa
intentata da Cerenza e De Simoni. |
Attesi tuttora i contributi dei nomi nobili,
quelli sempre davanti a invocare il ritorno della dc.
FINORA, 9 SETT. 2018, raccolti euri 1930,00 dei
3.000,00 necessari. Il contributo
libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani,
per la DC". |
Altomari
Vitaliano E Silvia 100
Ammaturo Cosimo 20
Andreasi Roberto 100
Armato Antonello 50
Battaglierin Roberto Euri 30
Bergozza Luigi Euri 100
Bongiorno Giorgo 20
Cantelli Rag Gabriele 50
Caponetto Francesco 50
Cortese Giuseppe 20
D'Agrò Luigi 200
Fago Antonio 50 |
Ferroni
Marco Euri 100
Gori Giovanni 50
Gubert Renzo 500
Leonetti Carlo 50
Napolitano Salvatore 50
Orga Umberto 200 + 200
Portacci Amedeo 50
Riccardi Marino 50
Tomietto Mauro 100
Tramonte Cosimo 20
Zilli Luigi 50
TOTALE 1930+200= 2130 |
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RELAZIONI |
Mauro
Carmagnola |
Raffaele
Cerenza |
Ettore
Bonalberti |
Antonino
Giannone |
1.
CONGRESSI PROVINCIALI. M. CARMAGNOLA, Coordinatore della
circoscrizione nord- occidentale ha comunicato quanto sta facendo nell'organizzazione dei
pre-congressi provinciali del Nord Ovest, ormai tutti convocati. Significativo quello di
Torino.
Nel tardo pomeriggio ci sarebbe stato quello di Milano (e che poi abbiamo
saputo avere avuto luogo felicemente con la nomina di 5 delegato. Partendo dall'elenco del
giudice, sono stati convocati, tramite avviso postale, tutti i soci suddivisi per
provincia e si sono o si stanno celebrando le assemblee secondo i termini regolamentari di
un delegato provinciale ogni 5 iscritti con l'accettazione di una delega per ogni
presente.
Di ciò viene redatto verbale. Seguiranno i tre congressi regionali ed a
quel punto il Nord Ovest avrà la sua rappresentanza al congresso nazionale.
Carmagnola ha proseguito: le assemblee al momento si sono svolte in modo
sereno e sufficientemente partecipato, tenendo conto del fatto che parliamo di iscritti
del 1992.
Dopo le comunicazioni di Carmagnola, tutti i presenti
hanno mostrato grande soddisfazione e confermata la inflessibile volontà che il CONGRESSO
NAZIONALE abbia luogo per la data fissata dalla Assemblea dei soci, ossia il 29 sett.
2018.
Si è poi saputo dei congressi provinciali in corso in
Sicilia, convocati da Renato Grassi, coordinatore per le Isole. In particolare quello di
venerdì, di Messina, che ha avuto la partecipazione e votazione di 62 iscritti, con un
entusiasmo assolutamente insolito.
Si è poi saputo della
convocazione in corso dei congressi provinciali del SUD, da ANTONIO FAGO, coordinatore
nominato da Fontana, al posto di Cesare Lia dimissionario per motivi burocratici (che va
apprezzato per la sua abnegazione, per il bene comune).
Circa la circoscrizione NORD-EST (coordinatore Danilo Bertoli) si è del
tutto in altomare, non avendo egli ancora dato notizie, pur sollecitati . Si è auspicato
che ne riferisca urgentemente a Fontana, data l'urgenza di provvedere;
Circa la circoscrizione dell'Italia centrale (coordinatore Gianfranco Gala),
non sappiamo assolutamente niente (no telefono, no e-mail). Sconosciuto totale, tranne a
Fontana. Si prega Fontana di dare notizie urgentissime.
E' stato espresso allarme per il possibile impedimento del congresso. FINE |
In apertura, Cerenza ha chiesto la
parola.
Ha salutato gli amici a nome
della costituita FEDERAZIONE DEI DC, il 31 agosto a 2018 a Pescara (anche a nome di
GIANFRANCO ROTONDI) a cui seguiranno gli Stati Generali della Dc da convocare
dal 23 al 25 Novembre a Roma, con la auspicata partecipazione di questa vostra DC.
Cerenza ha affrontato subito la
questione della causa in corso", presso il tribunale di Roma per annullare, la
assemblea dei soci del feb 2017.
I rapporti con Luciani, avviati in occasione della assemblea del 16
giugno a Roma, gli hanno consentito di acquisire che la mozione di Giannone, approvata poi
in quella sede, vuole che la DC storica condivida il processo unitario comune, ma che non
potrà fare nulla prima di avere ricostituito in suoi organi con il congresso.
Egli condivide la correttezza di
questa impostazione e anche quella del regolamento congressuale, approvato da quella
assemblea.
Poi, il fatto di essere stato
invitato a questo incontro e avere avuto scambi personali con i convenuti, mentre si
attendeva linizio dei lavori, è un fatto nuovo positivo per il futuro cammino
insieme.
Chiarisce che questo non
significa che ritirerà il ricorso. Restano fatti ostativi che solo il congresso potrà
dirimere, per cui resta in rispettosa attesa. Anzi lavere fissato a novembre gli
STATI GENERALI è solo per rispetto del vostro congresso .
Cerenza,
al tempo stesso, non si è sottratto a dire alcune cose fino in fondo:
- lavere avuto sempre dei grandi problemi con Fontana, già nel passato
congresso 2012, come lalterazione delle regole di convocazione che ha sbilanciato i
rapporti interni;
- l'averlo sempre visto percorrere strade sotterranee, a insaputa dei soci, e di
cui poi si è venuti a sapere. L'ultimo caso gravissimo: aver ritirato il mandato all'avv.
Chiaramonte e nominato un altro avvocato, cosicchè avrete due avvocati. (Nota di Luciani:
La cosa è avvenuta il 7 giugno e non ne ha riferito alla assemblea del 16 giugno per la
ratifica, di legge, art. 1131 cc. );
- lavere egli avuto rapporti , anche ultimamente, con persone ostili alla
ripresa di attività della DC, riconducibili al patrimonio;
- lavere fatto cose dannose alla DC nel corso delle elezioni del 4 marzo
(rinuncia scritta al simbolo scudo crociato, avere candidato persone distanti dalla
DC
).
Conclude riservandosi di una decisione circa il ritiro dalla causa, solo
dopo il congresso, in base alla leadership che sarà eletta. FINE |
Relazione,
Appunti di storia italica recente, interpretazione dei fatti e ricerca della via... 1.- In una nota sul mio profilo facebook il 2 settembre
scorso avevo scritto:
"Dopo l'8 Settembre 2018 si profila uno tsunami nella politica
italiana. Il governo giallo verde alle prese con scelte di politica economica
incompatibili è a rischio di implosione; ciò che accadrà nella Lega, con la sentenza di
Genova e l'annuncio del nuovo partito della destra, e nel PD, da cui non è irragionevole
ipotizzare la nascita di un partito della sinistra e una spaccatura con la componente
moderata renziana, sono elementi propri di una fase che Aldo Moro definirebbe di "
scomposizione e ricomposizione". Con la probabile rottura di Forza Italia, una parte
della quale attratta dalla sirena leghista salviniana e quella possibile del PD, si
aprirà uno spazio grande al centro dove sarà indispensabile la presenza di una vasta
area unitaria di ispirazione cattolica e popolare.
Le prossime elezioni regionali e quelle europee del Maggio 2019 saranno il
banco di prova del nuovo assetto politico dell'Italia dopo quanto è accaduto col voto
spartiacque del 4 Marzo 2018." Staremo a vedere, anche se ogni giorno e addirittura
ad horas cambiano le dichiarazioni degli esponenti del governo, sempre più necessitati a
fare i conti con la dura e irrevocabile prova della realtà effettuale, contro la
propaganda su cui hanno sin qui basato, riuscendoci, le loro fortune elettorali.
Probabilmente le ragioni del potere e della sua sistematica occupazione finiranno col
prevalere su quelle del rispetto delle promesse elettorali, ma attendiamo di conoscere la
realtà dei conti scritta nei documenti di programmazione economica e di bilancio che
dovrebbero essere presentati quanto prima e i contraccolpi che si determineranno a livello
esterno, dove permane e si rafforza il potere dei gruppi finanziari dominanti. Quei poteri
che dopo la riunione sul panfilo Britannia dell'estate 1992, si è reso esplicito come
dominino con la finanza, l'economia e la stessa politica, ridotta ad ancella subalterna e,
in molti casi con suoi esponenti più illustri al loro libro paga. Da lì, come mi
ricordò il compianto amico Marcello Di Tondo in una lettera di molti anni fa , dobbiamo
ripartire: "In quell' occasione, scriveva Di Tondo, (sapientemente ed
intelligentemente tratteggiata da una intervista che Giulio Tremonti rilasciò a Maria
Latella del Corriere della Sera il 23 luglio 2005) fu stabilito un accordo tra i poteri
massonici nazionali ed internazionali ed i post comunisti, eredi diretti del Pci, sulla
base del quale alla sinistra sarebbe andato il controllo economico e politico del Paese ed
alla massoneria il controllo economico e finanziario.
Si mise così in moto un processo, conosciuto come "Mani
Pulite" che spazzò via in pochi mesi la DC ed i suoi alleati (Psi, Psdi, Pri e Pli)
che avevano governato il Paese sino ad allora, pur con evidenti limiti a partire dalla
seconda metà degli anni '80, riuscendo nell'incredibile impresa di portare l'Italia,
dalla desolazione di una nazione sconfitta e distrutta dell'immediato dopo guerra, al 5°
posto tra le maggiori economie mondiali.
Ma quei Partiti rappresentavano, in quel momento, l'ostacolo politico
ed istituzionale per la realizzazione di quel progetto. Contemporaneamente, fu accelerato
il percorso di privatizzazione di ( Continua Bonalberti) |
Relazione, Idee
per la ricostruzione della buona DC: comprensiva di tutte le anime DC e non DC con uguali
valori, etica, orientata al bene comune.
Anche la difesa del simboco scudo crociato - libertas
A Roma, il 16/06/18
nellAssemblea DC, ho illustrato la mozione, di seguito riportata che è stata
sottoscritta da Soci della DC storica di quasi tutte le Regioni ed approvata
allunanimità.
MOZIONE DEL 16/062018
LAssemblea dei soci chiede la Convocazione il 29 settembre del XIX^ Congresso DC, in
conformità alle indicazioni del Tribunale di Roma per la ricostituzione degli organi
statutari della DC storica che ha come Presidente Gianni Fontana.
Successivamente inizierà il
tesseramento di nuovi soci al Partito, aperto a tutti coloro che condividono lo Statuto,
sentono di essere Democristiani, a tutti coloro che si ispirano alla Dottrina Sociale
della Chiesa, ai Movimenti e Associazioni di Cattolici morali e Cattolici sociali (secondo
la citazione del Card. Bassetti, Presidente della CEI), ai laici popolari che si ispirano
allumanesimo cristiano.
Chi si iscriverà alla DC dovrà
autocertificare la sua adesione al Codice Etico della DC storica, che a suo tempo fu
redatto da Gonella e che è stato aggiornato dopo 70 anni dal gruppo di studio di Bologna,
coordinato dal Prof. Luciani con il Prof. Giannone e altri Docenti ed Esperti, ospiti di
Mons. Oreste Leonardi.
Si arriverà, dopo qualche mese,
in gennaio 2019, in coincidenza con lAppello ai Liberi e Forti di Don Luigi Sturzo,
al nuovo Congresso della DC.
Si darà avvio, in questo modo,
alla continuità storica della DC con i valori e principi fondanti da fare rivivere e
rigenerare nella società della globalizzazione e dellera digitale.
Ripartirà
nel Paese la Speranza di una Politica con la P maiuscola come chiedono da tempo Papa
Francesco e il Papa emerito Benedetto XVI e ciò avverrà con una piattaforma culturale,
economica, sociale, politica e di valori etici per ledificazione del bene comune che
sarà redatta ascoltando nei territori i bisogni delle persone e delle comunità con tre
Conferenze organizzative al Nord, al Centro e al Sud.
A Voi Amici, a Voi più giovani il testimone e questa Speranza per un
vostro futuro migliore, per il bene dellItalia e dellEuropa da rigenerare sui
valori fondanti di Adenauer, De Gasperi e Schuman, tre grandi statisti Cristiani.
I Diavoli sono interni ed esterni allarea democratico cristiana
popolare.
Le forze che si oppongono sono interne ed esterne alla stessa area.
Anche allinterno della gerarchia cattolica cè molta divisione.
De Gasperi seppe aggirare gli ostacoli, anche allora presenti,
riunendo le forze laiche e cattoliche che avevano a comune i valori della vita, della
società e delleconomia. Ma di fronte aveva il PCI e il comunismo internazionale a
guida sovietica e stalinista
(Continua Giannone) |
( Continua
BONALBERTI) banche e di società a controllo pubblico per
oltre 100.000 miliardi di vecchie lire, processo preparato ed avviato, nei primi anni
'90,dai Governi Ciampi e Amato. La variabile, non prevista, fu l'entrata in campo
politico, alle elezioni del 1994, di Silvio Berlusconi che, rompendo gli schemi e gli
accordi che erano stati siglati, sconvolse il quadro generale ed introdusse una forte ed
imprevedibile variabile allo schema prospettato sul Britannia. Da
quel momento, prosegue Di Tondo, iniziò la sconvolgente persecuzione giudiziaria di
Silvio Berlusconi. Ricorderò in proposito come proprio il duo Barucci - Amato nel 1992,
con un decreto legislativo, posero fine alla legge bancaria del 1936 che, come la Glass
Steagall americana del 1932, aveva sancito il controllo pubblico di Banca d'Italia e la
separazione tra banche di prestito e banche d'affari (legge sempre difesa gelosamente
dalla DC e dal governatore Guido Carli), dando così libertà assoluta al potere degli
hedge fund anglo-caucasici (kazari) che, de facto, controllano le banche nazionali
dell'Unione e la stessa Banca centrale europea. Consiglio al riguardo la lettura di alcuni
saggi quali:
a) Daniel Estulin: " Il club Bilderberg - La storia segreta dei padroni del
mondo-Arianna editrice
b) Pietro Ratto: " Rothschild e gli altri - Dal governo del mondo
all'indebitamento delle nazioni: i segreti delle famiglie più potenti"- Arianna
editrice.
c) Ettore Bonalberti: " Elezioni europee: la visione dei Liberi e Forti".
https://ilmiolibro. kataweb.it/ libro/ saggistica/422618/ elezioni-europee/ Il voto del 4
Marzo 2018 ha segnato, in ogni caso, la fine della Seconda Repubblica e l'avvio di una
confusa fase politica che, salvo eventi speciali prossimi, ci accompagnerà sino alle
prossime elezioni europee (23-26 Maggio 2019). Una fase caratterizzata in Italia e in
Europa dallo scontro tra "sovranisti" e "europeisti" di diversa
sensibilità politico culturale.
2.- Come è potuto accadere tutto ciò? La lunga
stagione del berlusconismo e dell'anti berlusconismo che ha caratterizzato quella fase che
è schematicamente connotata come "seconda repubblica" ( 1994-2018) conclusasi
con i governi tecnici di Monti, Letta e Renzi; questi ultimi sostenuti dalla centinaia di
mercenari transumanti parlamentari, celebra il uso epilogo il 4 Marzo scorso, col voto di
appena il 50% degli elettori aventi diritto e con una innovativa formula all'interno del
tradizionale trasformismo politico italico. E' successo, infatti, che la Lega presentatasi
in alleanza del centro destra con Forza Italia e Fratelli d'Italia, raggiunge come
coalizione la maggioranza relativa dei voti, ma, alla fine, autorizzata obtorto collo dal
Cavaliere e con l'ondivaga benedizione della Meloni, compie la "fuitina" con il
M5S, dando vita al governo giallo-verde a guida dell'ennesimo presidente non eletto, il
prof Conte. Un governo espressione di un'aggiornata versione del trasformismo politico
che, in questo caso, si realizza prima ancora che le Camere siano insediate. Di qui la
formazione di un nuovo e anomalo sistema bipolare che si caratterizza nello scontro
suddetto tra "sovranisti" nazionalisti e europeisti di diversa provenienza
politico culturale.
La saldatura tra il malessere sociale del meridione rappresentato dal
voto largamente maggioritario al M5S e quello del ceto medio in crisi profonda al Nord
come nel resto del Paese, avviene alimentata anche dalla diffusione di un "sentimento
comune" di frustrazione e di rabbia collegato da un lato, alla condizione di anomia
complessiva vissuta dagli italiani, e dall'altro, dall'amplificazione del disagio e
insofferenza prodotti da un'immigrazione senza controlli e soluzioni di integrazioni
efficienti ed efficaci. Di qui il prevalere di una condizione che ricorda quella citata da
Alessandro Manzoni nel capitolo XXXIL de " I Promessi Sposi" nel quale,
riferendosi al caso delle ragioni della peste, don Lisander scriveva: " il buon senso
c'era, ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune".
Una cosa, però, è certa: difficile per Salvini conservare il ruolo di
partner di un governo dove dai grillini ogni giorno di più sembrano emergere soggetti
"pieni di presunzione e di vuota arroganza senza intelletto", con proposte
altalenanti e ondivaghe sempre più contrastanti con gli interessi e i valori di una base
elettorale leghista lontana mille miglia da quelli espressi dai parlamentari
pentastellati. E' altrettanto difficile che possa durare una situazione nella quale il
ministro degli interni, che dovrebbe essere il garante della legge per tutti i cittadini,
trasforma la sua sede e funzione istituzionale nel pulpito di propaganda permanente per il
suo partito di cui è il leader, sino ad utilizzare per un incontro definito solo
"politico" e non istituzionale con Orban, capo di governo ungherese, in
Prefettura a Milano . |
( Continua
GIANNONE) Il principio del N.O.MA. (Non Overlapping Magisteria)
è stato ribaltato e la Finanza ha reso succube la politica e lEtica è sempre meno
presente come amalgama della società.
Nessun partito, attualmente presente in
parlamento, è interessato a riconoscere questa verità.Il Papa emerito Benedetto XVI nella sua enciclica
Caritas in Veritate lo dice apertamente. Il Partito dispirazione cristiana non può
che essere la prosecuzione dellesperienza di Sturzo, De Gasperi e fino ad Aldo Moro;
poi è iniziata la diaspora democristiana. Coloro che hanno a cuore il riscatto degli
umili, abbiano il dovere di condividere ogni iniziativa che conduca gli elettori a
riconoscere che i valori della DC sono stati e sono ancora i capisaldi:
- il lavoro nella sua piena dignità,
- la famiglia come struttura della vita di condivisione e comunione nella
società,
- limpresa, come motore inesauribile di progettualità e di ricerca
dei beni comuni.
- i giovani, che rappresentano il futuro della società e per i quali
bisogna investire in formazione con i sistemi più avanzati e con la massima qualità
delleducazione nellistruzione di base.
Il denaro deve servire alluomo e non viceversa.
Relativamente al nome e al
simbolo, la mia convinzione personale, condivisa da molti di Voi, è questa. Come Sturzo
eliminò le varie unioni cattoliche conservatrici legate ancora al feudalesimo agrario e,
operando in un sol colpo la loro cancellazione, con la formazione del PPI ( fra
laltro ostacolata da Vaticano..); come De Gasperi seppe trasformare il partito
popolare in Democrazia Cristiana, legando a se le forze laiche e cattoliche, per non
cadere nella deriva confessionale e mantenere la laicità del partito, pur nella difesa
della libertà religiosa come fondamento dello Stato democratico moderno.
Nome e simbolo DC sono stati gettati nel fango da una generazione di
politici che da oltre trentanni, hanno preferito mantenere privilegi e favori,
inserendosi nel centrodestra o nel centrosinistra, perdendo i valori su cui si era sempre
distinta lattività politica dei grandi popolari e democristiani. Trovo del tutto
ininfluente, a questo punto, sia nome che simbolo, che (qualora non si faccia il
congresso) sarebbe bene invece consegnare alle fondazioni Sturzo e De Gasperi, vietandone
a chiunque luso, con azioni penali immediate verso i contravventori. La Democrazia
Cristiana, inizialmente Partito Popolare, pur restando se stessa se sostenuta dai valori e
dagli uomini, non ha bisogno di chiamarsi necessariamente come nel 1993. La storia
politica non solo dellItalia, dimostra che contano sempre le persone e i valori, non
le maschere, fra laltro oggi infangate da individui senza scrupoli e senza
responsabilità politica e forse anche morale.
Concludo con una
citazione di Aldo Moro del 3 ottobre del 1959, a Milano. Moro pronuncia un discorso che
preannuncia la sua piattaforma elettorale per la segreteria del Congresso Nazionale.
Questo discorso è la definizione dellessenza politica della DC e dello Stato
democratico.
Aldo Moro: La DC è al servizio della idea avanzante della nostra
società, che è leffettiva eguaglianza dei diritti e delle possibilità degli
uomini nella vita sociale...lo Stato democratico è Stato del valore umano, il suo
servizio di rivolge alluomo nella sua anima universale.. la DC si fonda sul
riconoscimento del valore dello Stato, non nel senso di una riduzione ad esso della
dimensione umana, ma riferimento ad esso del valore delluomo e ritrovamento agevole
dello Stato nelluomo e delluomo nello Stato....
le leggi e la struttura sociale possono operare la giustizia, che richiede
una tensione ideale che superi la forza dellabitudine e la resistenza del
privilegio, garantisca e aiuti il lavoro, aumenti la produzione, espanda la vita economica
su un base di sicurezza sociale, distribuisca i beni economici in modo equo, arricchisca
la persona anche nellordine spirituale e culturale, restituisca alluomo il
senso della sua dignità personale..
ALDO MORO SARÀ SEMPRE UN UOMO DI
SPERANZA E QUI EFFONDE IL TONO FIDUCIOSO, GIOVANILE E CRISTIANO COL
QUALE GUARDA AL PRESENTE E AL FUTURO.
Evviva
la Democrazia, evviva la Democrazia Cristiana, evviva lItalia.
Antonino
Giannone |
(Continua BONALBERTI). Situazione,
infine, aggravata dal conflitto apertosi con la magistratura, sia sul versante del blocco
e ristorno dei 49 miliardi di finanziamento pubblico alla Lega di Bossi e Belsito, che
sull'avviso di garanzia per "sequestro di persona" ricevuto dalla procura di
Agrigento per il caso della nave Diciotti della Guardia costiera italiana bloccata al
porto di Catania per cinque giorni. Una situazione di conflitto istituzionale tra
Magistratura e Governo, unica nella sua gravità nella storia della Repubblica italiana.
Il presidente Ciriaco De Mita alcuni giorni or sono, il 29 agosto, in un'intervista al
Corsera così titolata : "M5S e Lega sono solo azione e il Pd è fermo".
L'identità democristiana: di Tommaso Labate", ha
dichiarato:" Quando iniziò il declino della Dc, e a un convegno si discuteva su
quello che bisognava o non bisognava fare, chiusi il mio intervento citando un poeta
spagnolo: "Quando morirò, seppellitemi con la mia chitarra". Da allora sono
passati quasi trent'anni. E visto che sono ancora in tempo per cambiare idea, cambio il
messaggio. Quando morirò, seppellitemi con un biglietto in cui c'è scritto "sono
stato democristiano"".
Poi Ciriaco De Mita ha un riflesso talmente rapido che di anni, invece che
90 e mezzo,, sembra ne abbia tanti di meno. Come se una nota della frase gli fosse apparsa
stonata, da riscrivere.:"Aspetti. non "sono stato". Nel biglietto ci
dev'essere scritto "sono democristiano", al tempo presente".3.-
C'è nelle parole del vecchio e sempre lucidissimo leader DC l'idea di un ritorno della
cultura politica di ispirazione DC e popolare. Sì, ne siamo convinti anche noi: se solo
il 50 % degli italiani va a votare e la stragrande maggioranza sceglie M5S e Lega unendo
il dramma dei diseredati del Sud con la condizione di crisi del ceto medio al Nord come
nel resto dell'Italia, è evidente che al centro, con la crisi irreversibile di Fora
Italia, si apre uno spazio enorme nel quale serve far tornare in campo la cultura
cattolica e popolare, unica autentica proposta alternativa al turbo capitalismo
finanziario dominante, basandosi sulla dottrina sociale della Chiesa declinata tra la fine
del secolo scorso e gli inizi del XXI dalle encicliche di Papa Giovanni Paolo II ( Laborem
exercens (1981) e Centesimus Annus (1991); Papa Benedetto XVI " Caritas in
veritate" (2009) e Papa Francesco " Evangelii gaudium (2013) e " Laudato
Si" (2015) Non è quindi per un sentimento regressivo di nostalgia che dal 2012
andiamo proponendo la ricostruzione della DC, ma nella convinzione che quella cultura,
quella politica aggiornata dal contributo della dottrina sociale cristiana degli ultimi
Papi, e rinnovata nella classe dirigente serva al Paese. Siamo anche convinti che questo
nostro passaggio del 29 settembre prossimo è un tassello, seppur importante, di un più
ampio mosaico che si dovrà costruire così come abbiamo indicato con Tarolli, Merlo,
Fontana, Mauro e Menorello e tanti altri a Verona il 23 Giugno scorso (vedi documento
finale).
4.- Gianfranco Rotondi, "più furbo che santo", ha voluto anticipare
con Pescara l'avvio di una riunificazione tra lui, Sandri, Cerenza e De Simone l'incontro
di quelli che la sentenza della Cassazione aveva dichiarato non essere gli eredi della DC
storica " partito mai sciolto giuridicamente".
Credo, tuttavia, che tutto ciò che va nella direzione della ricomposizione
sia un fatto positivo e a Rotondi ho risposto nei giorni scorsi a una sua cordiale mail
così:
"Caro Gianfranco, grazie per la tua cortese risposta alla mia
sollecitazione. Ieri ero a Roma e ho avuto casualmente l'opportunità di incontrare
Lorenzo Cesa che, credo, non avesse ancora letto la mia mail cui tu fai riscontro. Un
breve saluto e un veloce scambio con reciproca conferma delle intenzioni di unità".
Gli ho ribadito quanto avevo già scritto e trovo condiviso nelle tue
conclusioni. Noi, se riusciremo a rispettare i termini, il 29 settembre p.v. svolgeremo il
nostro congresso interno per dare definito assetto agli organi del partito che,
contrariamente a quanto da te sostenuto, dal 2012 continuiamo a ritenere si possa e si
debba far rivivere, secondo un'interpretazione della sentenza della Cassazione che,
ovviamente, diverge da quella da te data.
Resta il fatto che questi nostri piccoli e ormai incomprensibili duelli
dialettici e giurisdizionali stanno diventando, oltre che inutili, persino patetici, se
consideriamo la grave situazione politica generale del Paese e dell'Europa. Una situazione
che reclamerebbe una vigorosa ripresa di iniziativa politica della cultura cattolico
popolare, come da più di vent'anni vado predicando come un ormai stanco ed errante don
Chisciotte di periferia
..(vedi il mio sito: www.don-chisciotte.net nella sezione le
note di Ettore Bonalberti dal 2007 ad oggi
) .
Credo che dopo il 29 settembre la proposta da te indicata e già da me a suo
tempo sostenuta vada portata a compimento, non per l'obiettivo di qualche egoistica
personale garanzia di candidatura, ma per concorrere alla costruzione della più ampia
unità della vasta realtà cattolico popolare e democratico cristiana, che possa
realizzare una più larga convergenza con le forze democratiche laiche e liberali,
ispirate dai valori dell'umanesimo cristiano e accomunate dalla volontà dell'attuazione
integrale della Costituzione repubblicana, in alternativa allo squallore del populismo
oggi al potere, nel quale ogni giorno di più sembrano emergere soggetti "pieni di
presunzione e di vuota arroganza senza intelletto" .
Sono le conclusioni che con gli amici Tarolli e Merlo e con lo stesso Gianni
Fontana abbiamo condiviso al seminario di Verona organizzato dagli amici di
"Costruire Insieme" il 23 giugno scorso (conclusioni che avevi anche tu
condiviso). Nutro una forte speranza che anche gli amici Cesa e Fontana siano pronti a
convergere su tale prospettiva per celebrare INSIEME in tempi brevi una grande assemblea
nazionale di riunificazione di tutti i democratici cristiani italiani. Analogo invito lo
estendo, ovviamente, anche all'amico Mario Tassone, "DC non pentito" come tutti
noi. Un loro intervento esplicito in tal senso sarebbe oltremodo auspicabile." Anche
l'avv. Cerenza nel suo intervento ha confermato la volontà di giungere all'unità di
tutti i DC e a lui ho sottolineato che non si tratta di "aprire le porte della
neonata federazione dei DC a chi ne ha la volontà", quanto, semmai, di trovarci
tutti insieme negli annunciati stati generali dei DC italiani a Novembre e ripartire da
lì per concorrere a costruire con l'unità di tutti i DC italiani quella più ampia
alleanza cattolica, popolare e liberale di cui al documento di Verona.
5.- Quanto all'Europa, ho approfondito il tema nel mio ultimo saggio citato:
Elezioni europee: la visione dei Liberi e Forti. Partendo dalla considerazione che il
potere reale è oggi nelle mani di un gruppo di famiglie ( comitato Bilderberg, hedg fund
anglo caucasici (kazari) con sede legale nella city londinese di loro proprietà e sede
fiscale nel Delaware a tasso zero, proprietari della Federal reserve, della Banca centrale
europea e delle banche nazionali di quasi tutti i Paesi UE) esaminati i rapporti tra
sovranità nazionale e sovranità europea ( illegittimità del fiscal compact, tesi
Guarino e folle introduzione voluta da Monti del pareggio di bilancio con modifica
dell'art 81) e tra sovranità monetaria e sovranità nazionale, sostengo che si tratta di
riportare alla luce gli ideali dei padri cattolici e democratico cristiani dell'Europa:
Adenauer, De Gasperi, Monet e Schuman, contro gli orientamenti del " Manifesto di
Ventoténe" laico, socialista, anticristiano che alla fine è prevalso. Consiglio a
tutti la lettura del 9° Rapporto sulla dottrina sociale della Chiesa nel mondo,
quest'anno dedicato proprio al tema. " Europa - la fine delle illusioni" da cui
ho tratto spunto per il mio saggio sulle prossime elezioni europee.
Quel mio saggio si conclude con questa speranza: " Le indicazioni
di Papa Francesco, Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II, sono quanto mai decisive per
orientare le scelte di coloro che si sentono continuatori e testimoni della cultura
politica di ispirazione cristiano sociale e popolare in Italia e in Europa. Da quanto
abbiamo descritto nei capitoli precedenti appare evidente l'esigenza di una seria riforma
della costruzione europea sia dal punto di vista istituzionale, della governance e,
soprattutto, sulle politiche economiche e finanziarie da sottrarre ai condizionamenti
giugulatori dei poteri finanziari dominanti.
Trattasi di un compito politico e culturale straordinario al quale noi
popolari italiani ed europei, soci fondatori, prima della CEE e dell'Unione europea,
abbiamo il dovere di offrire il nostro prezioso contributo senza il quale l'attuale
costruzione è destinata a sicuro fallimento. E dovremo farlo insieme alle altre culture
laiche e liberali, riformiste di ispirazione democratica che condividono i valori
dell'umanesimo cristiano. Sappiamo di essere minoranza all'interno dell'Europa e
consapevoli, quindi, della necessità di concorrere con altre culture politiche laiche,
democratiche e liberali a sostenere proposte di riforma istituzionali, economico sociali e
finanziarie, senza le quali l'Europa rischia l'autodistruzione.
Nella crisi dei due storici raggruppamenti, che hanno sin qui esercitato una
funzione prevalente nella UE (PPE e PSE), il ruolo dei movimenti Italiani che si
riconoscono nel PPE può risultare rilevante.
Molte iniziative si sono avviate in Italia e, in taluni casi, consolidate
grazie agli amici della DC storica impegnati, sin dal 2012, nella ripresa politica del
partito dello scudo crociato, dopo che la Cassazione ha definitivamente sentenziato che
quel partito "non è mai stato giuridicamente sciolto" (sentenza n. 25999 del
23.12.2010); a quelli dell'associazione "Costruire Insieme" presieduta dal sen.
Ivo Tarolli, della "Rete Bianca" con l'on. Giorgio Merlo e altri amici ex PD e
di molte altre associazioni, movimenti e gruppi dell'area cattolica e popolare,
interessati a ricostruire "l'unità possibile dei popolari entro un soggetto politico
nuovo, ampio e plurale, democratico, popolare, europeista e transnazionale, ispirato ai
valori dell'umanesimo cristiano, inserito a pieno titolo nel PPE da far tornare ai
principi dei padri fondatori" .
In un seminario tenutosi a Verona il 23 Giugno scorso, organizzato
dall'associazione "Costruire Insieme", è stato approvato un documento nel quale
si è riscontrata "l'unanime condivisione dei partecipanti per la promozione di una
piattaforma plurale, in direzione di un'Unione per un Movimento Popolare (UMP) nel quale
possano coordinarsi, liberamente e senza predefinite gerarchie organizzative, le diverse
esperienze presenti in Italia che si rifanno ai valori della sussidiarietà. Un soggetto
politico ampio, plurale, laico, democratico, popolare, europeista, trans nazionale,
impegnato a tradurre nella 'città dell'uomo' gli insegnamenti della dottrina sociale
della Chiesa, in dialogo privilegiato con il PPE". Il documento porta la firma di
Ettore Bonalberti (ALEF-Associazione Liberi e Forti), Gianni Fontana (DC), Mario Mauro
(Popolari per l'Italia), Domenico Menorello (Energie per l'Italia), Gianfranco Rotondi
(Rivoluzione cristiana) e Ivo Tarolli (Costruire Insieme) e di molti altri amici presenti
all'incontro.
Una delegazione guidata dal sen. Ivo Tarolli si era incontrata il 23
Maggio a Bruxelles con Joseph Daul, Presidente del PPE, nella sede del Partito Popolare
Europeo, con "l'obiettivo di mettere in collegamento Costruire Insieme, che da alcuni
anni opera al servizio della riaggregazione della grande area dei cristiano popolari, con
i vertici del Partito Popolare Europeo" , "poiché l'Europa è ritenuta il
crocevia indispensabile per un realistico progetto di ripresa del nostro Paese".
Un incontro è anche in cantiere con altri amici italiani ed europei
dell'area popolare presenti nel Parlamento europeo, al fine di verificare le condizioni
per la ricomposizione di tutta l'area di ispirazione e cultura politica popolare italiana.
Forse c'è ancora una speranza che proprio dall'Italia possa ripartire un "nuovo
inizio "insieme ai tanti Popolari interessati a tradurre nella "città
dell'uomo" gli orientamenti pastorali della dottrina sociale della Chiesa, unico vero
antidoto alle storture e alle ingiustizie del turbo capitalismo finanziario dominante.
6.- Quali indicazioni dei Popolari allora, si possono formulare per la nuova
Europa? Nostro obiettivo sarà quello di riproporre la visione dei padri fondatori di
ispirazione cattolica e popolare, innanzi tutto all'interno del PPE in preda a una
pericolosa deriva con l'ingresso di Orban e soci, considerando l'Unione Europea una
conquista fondamentale da difendere in maniera assoluta, ma da rilanciare con:
a) una nuova governance che trasferisca il potere legislativo primario del
consiglio dei capi di Stato e di governo al parlamento europeo;
b) un' unione fiscale ed una difesa militare comune;
c) una comune piattaforma per l'istruzione e la formazione del capitale
umano delle giovani generazioni sulla quale gli Stati membri aggiungano le specificità
nazionali per costruire il futuro cittadino europeo;
d) una nuova disciplina dei mercati finanziari e politiche fiscali e
normative capaci di favorire l'uso produttivo del capitale a fronte del suo smodato uso
finanziario con la Banca centrale europea, sottoposta al pieno controllo pubblico, dotata
del potere di intervento di ultima istanza e capacità di emissione della moneta unica
europea;
e) una forte spinta alla innovazione tecnologica approntando modifiche anche
all'istruzione primaria, secondaria e professionale per garantire nuova offerta
occupazionale qualificata;
f) una politica estera incentrata:
1) sul Mediterraneo e sull'Africa, continente nel quale
l'occidente democratico ed in particolare l'Europa deve ridare a quelle popolazioni quanto
esse hanno dato all'Occidente negli ultimi secoli per la sua crescita economica;
2) una nuova e più penetrante interlocuzione politica ed
economica con il continente asiatico senza mai dimenticare i legami storici con il popolo
americano;
3) una politica consapevole dell'incosciente sfruttamento
delle risorse del pianeta per garantire aria, acqua, cibo e salute marina alle future
generazioni ed una manutenzione dell'assetto idrogeologico di un Paese come l'Italia
afflitto da una diffusi sismicità, con un piano ventennale di interventi strutturali.
Da parte sua l'Italia e il suo intero
sistema politico devono riscoprire:
a) quel minimo denominatore sul quale costruire la coesione nazionale che
resta il patrimonio comune di un paese democratico in un clima di assoluta sicurezza delle
persone e delle cose;
b) l'impegno tra tutte le forze politiche per l'attuazione integrale
della Costituzione a partire dall'art 49 sulla vita democratica interna dei partiti, oggi
caratterizzati dal dominio di tipo bonapartistico di alcuni, fino, come nel caso del M5S,
dal controllo esterno di società commerciali finalizzate al profitto, detentrici delle
piattaforme informatiche cui gli eletti devono una sostanziale sottomissione e pagare il
richiesto tributo ;
c) la forza di una democrazia parlamentare moderna che sappia formare
maggioranze di governo che siano anche maggioranze del paese evitando l'illusione di
affidare a tecnicalità elettorali il superamento delle difficoltà politiche.
Una democrazia parlamentare è tale perché le maggioranze si formano
e si smontano in Parlamento e non nell'urna o, diversamente, fare una scelta coraggiosa di
una democrazia presidenziale all'americana con pesi e contrappesi. Tertium non datur.
Infine è tempo che il Paese riscopra con un sussulto di
orgoglio una nuova stagione di diritti e dei doveri di ciascuno di noi, consapevoli
dell'ammonimento di Aldo Moro: "Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti
e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del
dovere". Ettore Bonalberti |
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Il
BENE COMUNE nel MONDO CATTOLICO |
. |
Gabriele Cantelli
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Dal Vescovo Matteo Zuppi di Bologna: |
"Che il 2 giugno 2018, in ogni parrocchia si levi
un "TE DEUM PER LA PATRIA" |
. G. Cantelli, In margine a nuove teorie
sul bene comune, nella Chiesa Cattolica
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Matteo Zuppi
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Nota. 1) Il "bene
comune" è divenuto una specie di "summa" (della Chiesa Cattolica di base)
per i cristiani impegnati in politica. Precisamente, tra le cose da fare, la
priorità è garantire ad ogni cittadino un elenco di beni e servizi: tra questi anzitutto
la "disponibilità della vita", lo "Stato" e via ... atti a procurare
la "beatitudine" di ogni persona e sia pur con qualche differenziazione se ci
sono anche esigenze personali siano diverse.
Il bene privato è, invece, un bene
individuale posseduto dalle persone in modo esclusivo e differenziato.
Il bene pubblico è un bene per tutti, indifferenziato secondo la valutazione etica
dello Stato, mentre il bene comune dei cristiani è identificato in relazione alla
valutazione di Dio, padre comune di tutti gli uomini.
2) C'è in parallelo una definizione di bene comune, secondo l'economia e, più specifica
secondo la scienza delle finanze.
Secondo queste visioni la importanza dei beni e servizi discende dalla entità dei
bisogni umani. Essi, dunque, non sono valutati criticamente, ma presi in considerazione
come dei "dati", per la soluzione dei problemi economici individuali e pubblici.
Dunque non esiste conflitto, per definizione, tra l'economie la chiesa cristiana, e anche
con qualunque chiesa.
C'è, invece, una ottica diversa di vedere il problema. La scienza economica ha
scoperto che gli imprenditori e i politici mettono avanti, come obiettivi economici,
l'interesse personale. E mettono, invece, come conseguenziale l'interesse dei consumatori
o l'interesse pubblico. Una volta scoperto questo, la scienza economica studia i vincoli
(per gli operatori privati e pubblici) per armonizzare l'interesse privato con quello
collettivo.
3) Nel caso del Vescovo Zuppi il bene comune preso in considerazione è lo Stato
Italiano, per il quale muove una preghiera a Dio. Ma su questa idea Cantelli ha da fare
alcune considerazioni.
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Fonte: Agezia ANSA, 30
maggio 2018 |
DISCUSSIONI E
COMMENTI |
Vescovo Matteo Zuppi:
"Desidero che in ogni comunità
della Diocesi, al vespro di venerdì 1 giugno o nella giornata di sabato 2 giugno, si
canti l'inno di ringraziamento 'Te Deum' e si innalzino preghiere e suppliche per la
nostra Patria, chiedendo la grazia di un rinnovato impegno di tutti per il bene comune".
L'inedita iniziativa liturgica è
lanciata dall'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, in conclusione di un messaggio per la
Festa della Repubblica.
"La festa del 2 giugno - scrive
Zuppi - ha quest'anno un carattere particolare: cade nel 70/o dell'entrata in vigore della
Costituzione Repubblicana e della prima elezione del Capo dello Stato.
Spinto
dal recente Congresso Eucaristico Diocesano, che ha rinnovato il legame tra Chiesa e
Città degli uomini, considerando anche le difficoltà degli ultimi avvenimenti, desidero
invitare tutti i credenti a innalzare a Dio un ringraziamento per il tanto che ci unisce e
a pregare per il nostro Paese". |
Gabriele
Cantelli, NON CONTRAPPORRE PAUPERISMO A POPULISMO Leggere sui quotidiani locali :
-di <Un Te Deum per il 2giugno>(Carlino) o, peggio <Zuppi: "Prego per
Mattarella e l'Europa";
- Anpi in piazza contro i fascismi (Repubblica) e il contenuto degli articoli che seguono
titoli altisonanti, non può non indurci ad alcune considerazioni sulla situazione attuale
dello Stato che ha indotto la Chiesa ad ampliare il significato della festa nazionale e,
nel contempo, su quella che parrebbe rappresentare una svolta della Chiesa nella realtà
attuale.
Per il 2 giugno , abbiamo letto su la Repubblica, l'arcivescovo di Bologna Matteo
Zuppi chiede vengano inserite due preghiere ai fedeli nel Te Deum, che verrà recitato in
tutte le parrocchie :una preghiera per la nostra cara Patria , perché concorra alla
all'edificazione di una vera casa comune in Europa, e una per il Presidente della
Repubblica , e i nostri governanti, perché siano sempre attenti ai bisogni dei più
deboli e indifesi. Attraverso la agenzia di informazione R.It apprendiamo ulteriori
passaggi del comunicato :<la festa del 2 giugno ha quest'anno un carattere particolare:
cade nel settantesimo dell'entrata in vigore della Costituzione repubblicana e della prima
elezione del Capo dello Stato.
Spinto dal recente Congresso Eucaristico Diocesano, che ha rinnovato il legame tra
Chiesa e città degli uomini, considerando anche le difficoltà degli ultimi avvenimenti,
desidero innalzare a Dio un ringraziamento per il tanto che ci unisce e pregare per il
nostro Paese". Anche se condivido pienamente la preoccupazione di mons. Zuppi che è
in sintonia con la posizione della presidenza della Cei riportate da Avvenire , è quanto
si sta delineando proprio a livello locale, nella nostra Diocesi ad accrescere la mia
preoccupazione di cattolico impegnato in politica quando da Repubblica leggo: <La
supplica per la nostra Patria di Zuppi arriva nello stesso giorno in cui della difficile
situazione nazionale parla anche don Luigi Ciotti, che parteciperà alla manifestazione
"contro tutti i fascismi"che l'Anpi terrà sabato alle 16 a Palazzo Re Enzo alla
quale aderiscono tutta la sinistra del PD e Leu,le associazioni,i sindacati.
<<Ben venga un governo, ma che rispetti la nostra
Costituzione , dice Ciotti preoccupato per la nostra democrazia pallida e malata e per gli
insulti e le minacce a Sergio Mattarella:<<Le parole sono azioni e debbono sempre
essere parole di vita>>; Il Sindaco Virginio Merola invita tutti in piazza per
riportare <<speranza democratica contro fascismi e razzismi>>. Senza voler
scomodare la "buon'anima" di Giulio Andreotti che argutamente ebbe a dichiarare
che <<pensare male è peccato ma spesso ci si prende>>, da vecchio democratico
cristiano sempre in servizio attivo non posso non collegare quanto si sta prospettando in
città, dentro e fuori dalle sacre mura nell'operazione proposta da Carlo Calenda "PD
crei un Fronte repubblicano con lista unica e Gentiloni alla guida". Il ministro
uscente al Corriere: "Ora la gravità della situazione è evidente. I cittadini che
lavorano e producono.
Dobbiamo costruire un fonte repubblicano molto ampio, che abbia un unico
obbiettivo: tenere l'Italia in Occidente e in Europa. Ci vuole una mobilitazione civica ne
territorio che, abbandonando ogni interesse di parte e agenda personale, vada in soccorso
della Repubblica. Noi faremo già una manifestazione venerdì in difesa delle istituzioni
repubblicane. Ma dobbiamo aiutare la Costituzione di comitati civici e lanciare una
campagna di mobilitazione popolare tra tutti i cittadini che , pur da posizioni diverse ,
sono uniti nell'obbiettivo di difendere la permanenza dell'Italia in Europa e le
istituzioni da chi vuole sostituirle con i populismi alla amatriciana e la Casaleggio
associati. Bisogna presentarsi con un Fronte Repubblicano, , un simbolo diverso e una
lista unica, coinvolgendo tutte le forze della società civile e tutti quei movimenti
politici che vogliono unirsi per salvare il Paese dal sovranismo anarcoide di Di Maio e
Salvini.
La guida c'è già si chiama "Paolo Gentiloni". "Contro tutti i
fascismi".
Chiaramente la indicazione di un obbiettivo plurale , conoscendo lo spirito della parte
più qualificata dei promotori dell'iniziativa bolognese, rientra nella tradizione di
comprendere nell'obbiettivo di lotta chiunque non sia comunista; questa la linea di
demarcazione che bastò per inviare, al Creatore coloro che, qui da noi, vennero eliminati
senza processo durante una guerra civile durata anche dopo il 25 aprile 1945.
Ciò nonostante per una certa sinistra pauperista di matrice cattolica(Dossetti) le
ingiustizie del capitalismo sono considerate più colpevoli del giustizialismo
rivoluzionario. A chi con me partecipò alla manifestazione che si tenne nell'aula
absidale di Santa Lucia a Bologna promossa dal card. Biffi per celebrare il cinquantenario
del 18 aprile 1948, presenti i vescovi ausiliari, relatrice Maria Romana De Gasperi,
sentire Calenda, che di fronte alla costituzione di un governo Lega - 5 Stelle perora la
costituzione di Comitati civici,non può non evocare ben altre ragioni di una
mobilitazione cattolica di quella che semplicisticamente sembra si voglia far partire da
Bologna in occasione della Festa dellaRepubblica.
Semplicisticamente perché i germi del preoccupante populismo hanno
proliferato anche in ambienti formativi dove si è sostituita la sociologia al senso del
sacro.
Gabriele Cantelli |
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.
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DEMOCRAZIA
CRISTIANA |
Resoconto
dellincontro del 14 aprile 2018 a Roma
DOVEVA ESSERE IL GRANDE GIORNO PER
DECIDERE L'ODG
DELLA ASSEMBLEA CONGRESSUALE PER ELEGGERE IL CONSIGLIO NAZIONALE
Invece, all'ultimo momento è comparso una contrapposizione frontale, sia pur pacata
. |
LUCIANI,
Un gioco delle parti: appare Grassi , ma è lidentico progetto di Fontana
del 13 gennaio 2018, che era rimasto sconosciuto (vedi allegato) |
|
INTANTO
RISPUNTA LA VECCHIA DOMANDA: SI VUOLE DAVVERO LA DC STORICA ? |
|
Non
ancora terminata la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da
Cerenza e De Simoni.
Attesi tuttora i contributi dei nomi nobili, quelli sempre
davanti a invocare il ritorno della dc.
FINORA, 18 aprile 2018, raccolti euri 1930,00 dei
3.000,00 necessari. Il contributo
libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani,
per la DC". |
Altomari
Vitaliano E Silvia 100
Ammaturo Cosimo 20
Andreasi Roberto 100
Armato Antonello 50
Battaglierin Roberto Euri 30
Bergozza Luigi Euri 100
Bongiorno Giorgo 20
Cantelli Rag Gabriele 50
Caponetto Francesco 50
Cortese Giuseppe 20
D'Agrò Luigi 200
Fago Antonio 50 |
Ferroni Marco
Euri 100
Gori Giovanni 50
Gubert Renzo 500
Leonetti Carlo 50
Napolitano Salvatore 50
Orga Umberto 200
Portacci Amedeo 50
Riccardi Marino 50
Tomietto Mauro 100
Tramonte Cosimo 20
Zilli Luigi 50
TOTALE 1930 |
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1.-
RESOCONTO. Il 14 aprile 2018 si è svolto a Roma, Piazza del Gesù 46, un incontro
informale di soci della DC, convocato dal Presidente G. Fontana, in preparazione
dellassemblea dei soci secondo lelenco riconosciuto dal Tribunale di
Roma + gli ammessi nellAssemblea del 26 febbraio 2017 celebrata allHotel
Ergife di Roma per decidere largomento che dovrebbe essere posto
allordine del giorno: modalità di convocazione e di celebrazione del XIX Congresso
della DC.
Allincontro
hanno partecipato 20 persone che hanno parlato di vari aspetti generali, di cui tenere
conto per la ricostituzione degli organi: quali limportanza di un progetto politico,
la rilevanza alla regionalizzazione del partito, la preminenza dello statuto sul codice
civile, alcuni dubbi di Alessi A. sui poteri della Assemblea dei soci..
Per
quanto riguarda largomento da mettere allordine giorno, è intervenuto per
ultimo il prof. Luciani, con la proposta di mettere allodg la nomina del
CN-Consiglio Nazionale, in attuazione della delibera già presa dalla Assemblea del 16
dicembre 2017.
Ma
a questa soluzione si opponeva Renato Grassi. Egli preferiva mettere allordine del
giorno la convocazione del Congresso, da parte della Assemblea dei soci, in applicazione
diretta dello Statuto della vecchia DC. Si ripeteva la scena del 26 feb. 2017.
Questo
odg era il medesimo di Fontana per la Assemblea del 13 gennaio 2018, sospesa
allultimo momento. Dunque, Fontana la riproponeva, ma per mano di Grassi. Ecco
ancora il gioco delle parti, dopo quello precedente di Alessi.
Data
la contrapposizione incomponibile (sia pur in forma pacata), interveniva DAgrò, con
la proposta di affidare la scelta, tra le due idee a Fontana Presidente (rimasto silente
sul punto) quale parte terza (ma, DAgrò, era ignaro dei precedenti).
Nota. Sulla
differenza tecnico-giuridica tra Grassi e Luciani, torno al punto 3, qui sotto.
DOCUMENTO LUCIANI, BONALBERTI, GUBERT, LUCCHESE, LO CURZIO ROMA, Piazza del Gesù 46, 14 APRILE 2018
1.- Il 14 aprile 2018 si è svolto a Roma, Piazza del Gesù 46, un incontro
informale di soci della DC, convocato dal Presidente G. Fontana, preparatorio
dellassemblea dei soci legittimi della DC ( i 1742 della lista depositata in
tribunale a Roma, ossia di coloro che rinnovarono il tesseramento al partito nel 2012,
lista mai contestata, più i sette soci del 1992-93 accettati dallassemblea del 26
febbraio 2017).
Scopo dellincontro è stato il desiderio di superare le diverse modalità
con le quali si intende preparare la nomina degli organi statutari della DC e, anche,
lopportunità di mantenere la data del 14 aprile, già indicata come quella per lo
svolgimento della assemblea dei soci legittimi della DC. Assemblea che alla fine si è
deciso di convocarla per il giorno
E stata apprezzata la solerzia con cui alcuni amici, non ancora soci, hanno
tentato di far partire una DC, sia pur diversa e forse migliore da quella costituita dai
soci che rinnovarono ladesione al partito nel
2012, con laugurio che quelle stesse motivazioni permangano in tutti loro e in
altri, dopo che i soci avranno risolto i problemi di riorganizzazione giuridica del
partito, per i quali i soli soci legittimi hanno il diritto-dovere di valutare e
possibilmente in maniera unitaria risolvere.
Dopo e solo dopo si aprirà quella fase di opportuno e positivo confronto con
tutti gli amici interessati alla ricomposizione della DC e, con lapertura del
tesseramento, si potrà celebrare insieme un congresso nazionale che potrà finalmente
sancire la ritrovata unità dei DC italiani.
Per limmediato i partecipanti all'incontro hanno ritenuto dover essere
convocata lassemblea dei soci per la elezione del Consiglio Nazionale, in
applicazione della delibera unanime della Assemblea dei soci del 16 dic. 2017, secondo cui
la assemblea avoca a se stessa i poteri del congresso in materia di modifica dello
Statuto e di la nomina del Consiglio Nazionale, e divenuta definitiva essendo
decorsi i 30 giorni dal giorno della delibera.
In questo approccio è riferimento primario lo Statuto, e associatamente il
codice civile nei casi in cui lo Statuto non disponga o non sia applicabile per decadenza
degli Organi".
Seguono ui sotto al punto 3 gli articoli dello Statuto, in quanto
applicabili.
|
3.- Il confronto stretto tra i due progetti di LUCIANI
e GRASSI-FONTANA
.
Progetto Luciani,
sostenuta da Bonalberti, Gubert, Lucchese, Lo Curzio (il testo giuridico
tra virgolette era stato predisposto lo scorso anno da professori ordinari della
università di Bologna). |
Progetto
Grassi (punti essenziali).
Questi punti sono ripresi dalla lettera di Fontana per la assemblea del 13 gen. 2018. Per
l'originale, clicca su: allegata. |
Fatto
riferimento all'art. 36 del codice civile, secondo cui "'l'ordinamento interno e
l'amministrazione delle associazioni non riconosciute .. sono regolate dagli accordi tra
gli associati:
-
In via transitoria, per la nomina degli Organi, la assemblea dei soci avoca a se
stessa i poteri del congresso in materia di modifica dello Statuto e di nomina del
Consiglio Nazionale.
Questa
delibera era divenuta definitiva, essendo decorsi i 30 giorni dal giorno della delibera,
ai fini di eventuali ricorsi alla Assemblea o al Magistrato.
In
questa proposta, fermo il principio del riferimento primario allo Statuto, si applica il
codice civile nei casi in cui lo Statuto non disponga o esso non sia applicabile per
decadenza degli Organi.
Per
memoria gli articoli dello statuto, di verosimile prossima applicazione, sono:
a) Art.
77, il CN è composto da non più di 80
membri ed è eletto per liste concorrenti, e che risultano eletti,
allinterni delle liste, i candidati che hanno riportato il maggior numero di
preferenze;
b) Art.
79, il CN è lorgano deliberativo del partito ed elegge tra i suoi
componenti il proprio Presidente, il Segretario Amministrativo, la Direzione
Nazionale";
c) Art.
76, il CN , in caso di impedimento, dimissioni o di decadenza del Segretario
Politico elegge il nuovo Segretario
.
d)
Art. 4, la Direzione Nazionale "emana le norme per lattuazione del
tesseramento";
e) Art. 135, "Il congresso può delegare al CN la modifica dello
Statuto ... con l'indicazione dei principi ... nonché della maggioranza di voto
necessaria per l'approvazione". |
La Assemblea dei soci, in
applicazione dello Statuto della vecchia DC :
- Nomina Commissione verifica
poteri
- Approvazione elenco
iscritti;
- Nomina Commissione centrale
per il controllo del tesseramento;
- Approvazione Regolamento
del XIX congresso;
- Nomina Commissione
Nazionale Garanzie Congressuali;
- Riconoscimento della
costituzione delle sezioni provinciali del partito;
- Ratifica del calendario
delle assemblee delle sezioni provinciali, dei pre-congressi regionali e del XIX
congresso, nonché delle relative convocazioni e delle nomine dei
Commissari ex-art. 29 dello Statuto.
______
Osservazioni. Secondo
il prof. Luciani, allo stato attuale, lAssemblea dei soci non può applicare
direttamente lo Statuto, in quanto lo Statuto non dà ad essa alcun potere (né è
applicabile il Regolamento della camera dei deputati, richiamato dallo Statuto).
Di conseguenza tutte le
delibere, di cui sopra, sarebbero tutte illegittime, in quanto non di competenza della
Assemblea.
Cè
laggravante che non esistono le sezioni provinciali, ed è decaduto lorgano di
Statuto che dovrebbe riconoscerle.
Non è quntificabile
il numero dei delegati, perché va calcolato tenendo conto dei deputati DC eletti nella
Regione, che non esistono più.
Nota. In
ogni caso, se Fontana metterà allodg della Assemblea il proprio progetto, egli
dovrà mettere allodg anche la revoca della delibera del 16 dic. 2017. |
|
***
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DEMOCRAZIA
CRISTIANA |
Il
Ministero dell'INTERNO nega lo scudo crociato alla DC
e lo lascia alla UDC.. |
MA NELLE 48 ORE SUCCESSIVE G. FONTANA LO SOSTITUISCE
CON QUELLO A DESTRA, E FA OPPOSIZIONE
IN CASSAZIONE CONTRO LA ASSEGNAZIONE ALLA UDC.
Poi ha luogo partecipazione a ricorso Cerenza art. 700.
Clicca su: Cassazione 2018 e Cerenza art. 700 |
LA
CASSAZIONE RISPONDE: "OPPOSIZIONE INAMMISSIBILE
PER CARENZA DI INTERESSE" |
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|
INTANTO
RISPUNTA LA VECCHIA DOMANDA
SE I PARTITI FANNO I LORO AFFARI O SE DOVREBBERO FARE SOLO IL BENE COMUNE
(Si vegga sotto la recensione, qui sotto, di Sergio Quinzio a un mio LIBRO) |
|
Intanto
continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De
Simoni.
FINORA, 17 gen 2018, raccolti euri 1930,00 dei
3.000,00 necessari. Il contributo
libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani,
per la DC". |
Altomari
Vitaliano E Silvia 100
Ammaturo Cosimo 20
Andreasi Roberto 100
Armato Antonello 50
Battaglierin Roberto Euri 30
Bergozza Luigi Euri 100
Bongiorno Giorgo 20
Cantelli Rag Gabriele 50
Caponetto Francesco 50
Cortese Giuseppe 20
D'Agrò Luigi 200
Fago Antonio 50 |
Ferroni Marco
Euri 100
Gori Giovanni 50
Gubert Renzo 500
Leonetti Carlo 50
Napolitano Salvatore 50
Orga Umberto 200
Portacci Amedeo 50
Riccardi Marino 50
Tomietto Mauro 100
Tramonte Cosimo 20
Zilli Luigi 50
TOTALE 1930 |
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DEMOCRAZIA
CRISTIANA |
Dopo il
rifiuto di Fontana di collocare la DC nella quarta gamba, in coalizione con la UDC:
DUBBI CHE LA DC STORICA VADA ALLE ELEZIONI
POLITICHE 2018. |
.
ATTESA DI CONOSCERE SE FONTANA MANTERRA' DI PRESENTARE
LA DC DA SOLA, CON IL PROPRIO SIMBOLO SCUDO CROCIATO |
.
Il 15 gen. 2018 c'è stata la Causa di Cerenza contro Luciani e altri per annullamento
assemblea
dei soci del 26 feb. Il giudice LIBRI si è riservato di decidere (probabilmente entro 15
giorni). |
|
Intanto
la Assemblea dei soci del 13 gen, convocata regolarmente da Fontana, ma sconvocata
irregolarmente, ha avuto luogo comunque. Sotto è riportato il relativo verbale con
pronuncia
di sfiducia a Fontana, e indizione di RERENDUM, perchè tutti i soci abbiano
possibilità di pronunciarsi.
DUBBI SULLA TRASPARENZA DEI VERSAMENTI DEI NUOVI ASPIRANTI SOCI |
|
Intanto
continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De
Simoni.
FINORA, 17 gen 2018, raccolti euri 2.010,00 dei
3.000,00 necessari. Il contributo
libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani,
per la DC". |
Cortese Giuseppe
20
Bergozza Luigi Euri 100
Battaglierin Roberto Euri 30
Altomari Vitaliano E Silvia 100
Tomietto Mauro 100
Andreasi Roberto 100
Ferroni Marco Euri 100
Gori Giovanni 50
Cantelli Rag Gabriele 50
Riccardi Marino 50
Luigi Zilli 50
|
Caponetto Francesco 50
Tramonte Cosimo 20
Ammaturo Cosimo 20
Gubert Renzo 500
Antonello Armato 50
Portacci Amedeo 50
Fago Antonio 50
Bongiorno Giorgo 20
Napolitano Salvatore 50
Luigi D'Agrò 200
Carlo Leonetti 50
Umberto Orga 200 |
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ATTESA
DI CONOSCERE SE FONTANA PRESENTA LA DC DA SOLA. La delegazione DC
(ALESSI e CARMAGNOLA) aveva concordato con CESA la partecipazione della DC alla
"quarta gamba" in coalizione con il centro-destra. Ma Fontata aveva denunciato
l'accordo, e propiziato che la DC si presentasse da sola con il proprio nom e simbolo.
A questa seconda possibilità (meglio dire, a questa speranza, ultima dea) non sono
seguite notizie, nè fatti. La scadenza per la presentazione del simbolo è il 19 gennaio.
Di norma, il presidente non può farlo senza autorizzazione della assemblea e se lo fa
(motivato dalla urgenza) deve chiedere presto la ratifica della assemblea, in base
all'art. 1131 del codice civile.VERBALE DI ASSEMBLEA DELLA DEMOCRAZIA
CRISTIANA
13 gennaio in Roma, Via Gioberti 35°
Il giorno 13 gennaio 2018, in Roma, Via Leone Dehon 71 (Hotel Card. St. Peter), ore 10
dovevano riunirsi i soci della associazione partito Democrazia Cristiana, in seguito a
convocazione del Presidente Giovanni Fontana. Tuttavia, fatta la constatazione che la sala
per la riunione era stata disdetta, come da dichiarazione della direzione dellHotel
(disdetta, poi contraddetta, poi confermata), i soci presenti hanno, comunque, aperto la
seduta, e letto la lettera di "sospensione" dellassemblea e del
Congresso, pubblicata in internet, sito DC (non per iscritto, come per la convocazione, e
quindi illegittima) e infine re-direzionato la riunione in Roma, Via Gioberti 35°, che
inizia alle ore 13.00, dopo aver pregato lHotel di darne comunicazione agli
eventuali soci ivi pervenuti.
Trascorsi 30 minuti dalle ore 11.00, in mancanza del Presidente Fontana, i soci si
costituiscono in assemblea e nominano presidente della riunione NINO LUCIANI, e segretario
verbalizzante PIERGIORGIO SPAGGIARI, entrambi soci della DC.
Si precisa anche che la riunione era stata convocata dal Presidente Fontana solo in prima
convocazione per le ore 10 (come da invito allegato) e pertanto, per la sua validità ai
sensi dellart. 21 cc, serve almeno la metà degli associati, vale dire 875 circa.
Sono presenti i soci Luciani, Spaggiari, Napolitano, Lucchese, De Ambrogi, Ciampi,
Leporini, Sabella, Cugliari, altri.
E impossibile, per la assenza del Presidente, la verifica della validità della assemblea
in quanto il presidente non ha comunicato il numero delle deleghe né dei delegati.
Su questa base, il presidente moderatore dichiara non validabile la riunione come
assemblea della associazione partito della DC.
A questo punto, i soci presenti, alla unanimità, decidono di costituirsi in assemblea
privata di loro, con il medesime presidente NINO LUCIANI, e segretario PIERGIORGIO
SPAGGIARI.
Il presidente rileva che, qualora il Presidente Fontana avesse convocata la assemblea in
seconda convocazione, essa sarebbe stata valida qualunque fosse il numero dei presenti, e
quindi avrebbe la medesima composizione numerica di questa, privata.
Su proposta del Presidente moderatore, si decide alla unanimità di assumere, tra gli
argomenti allodg della assemblea della DC, solo:
- il punto 9 ( Votazione sulle tre mozioni);
- e il punto 10 (varie ed eventuali), ed, allinterno di questa,
- a) la ratifica, a titolo personale, della costituzione in giudizio della DC,
relativamente alla causa Cerenza contro Luciani;
- b) Mozioni.
_____
Punto 9. Votazione delle tre mozioni
proposte nella precedente riunione del 16 dic. 2017. Le tre mozioni
furono:
1) Mozione di Alessi: "Verificare con tutti coloro che hanno fatto la storia
della Democrazia Cristiana, condividendone valori e aspirazioni, obiettivi e finalità,
lopportunità e la fattività concreta per affrontare insieme le elezioni politiche.
Tale unità di intenti e di forze rappresenterebbe un valore aggiunto nelle trattative con
i possibili alleati di enorme valore politico e un inequivocabile messaggio di
compattezza.
Nota. Essa mira ad inserire la DC nella cosiddetta quarta gamba,
in coalizione con il centro destra.
2) Mozione di Luciani (Gubert, Lucchese, Bonalberti) La
Democrazia Cristiana, con delibera della Assemblea dei soci:
- constatata la propria identità e riaffermato l'obiettivo contenuto nel suo Atto
costitutivo del 1943 di "attuare un programma di libertà e di giustizia sociale
ispirato ai principi cristiani";
- è impegnata a costruire una lista di tutti i democratico cristiani sotto lo stesso
simbolo dello scudo crociato, per un'autonoma presenza di centro.
- Dopo avere fatta la verifica dell'esito di tale impegno, è disponibile al dialogo
elettorale per concorrere con altre realtà politiche, sulla base di convergenze di
programma, a garantire la governabilità del Paese.
3) Mozione Azzaro. Essa vuole cha la DC si presenti alle elezioni da sola, con il
proprio simbolo.
Nota. Questa mozione, pur rispettabile, non può essere
tenuta in considerazione in quanto presentata da un soggetto "non
socio"dellelenco dei soci della DC depositato in Tribunale di Roma.
Luciani informa che aveva proposto ad Alessi di
inserire, nella propria mozione, dopo le seguenti parole "Tale unità di intenti e di
forze", le seguenti parole "CATTOLICHE E LAICHE, CON UGUALI VALORI", e che
egli le aveva accettate. Pertanto il secondo suo paragrafo diviene:
"Tale unità di intenti e di forze cattoliche e laiche con uguali valori
rappresenterebbe un valore aggiunto nelle trattative con i possibili alleati di enorme
valore politico e un inequivocabile messaggio di compattezza".
A quel punto Luciani dichiara di ritirare la propria mozione.
SI PASSA AI VOTI. La mozione di Alessi è approvata alla unanimità.
Nota. Si rileva che in caso di presentazione della DC
alle elezioni (simbolo e lista) il Presidente Fontana (ai sensi dellart. 1131 cc)
deve avere la autorizzazione della assemblea, preso atto che lo Statuto vigente non
attribuisce alcun potere al Presidente.
Ogni iniziativa, presa al di fuori della normativa vigente, è di natura personale senza
alcun valore giuridico e conseguentemente solleva tutti i soci da ogni e qualsiasi
responsabilità civile e penale in conseguenza ed in dipendenza delle azioni che il
Presidente Gianni Fontana dovesse intraprendere senza la prevista autorizzazione.
Di conseguenza, qualora egli agisca senza autorizzazione, "deve darne senza indugio
notizia alla assemblea" , al fine della eventuale ratifica. ___________
Punto 10. Varie ed eventuali.
a) Ratifica costituzione in giudizio. Fontana si era costituito in
giudizio senza autorizzazione nella causa Cerenza contro Luciani e altri, ma non ha mai
chiesto ratifica della Assemblea.
Essa è approvata dai presenti a titolo personale, e i soci si dichiarano sollevati da
ogni responsabilità circa il fatto che Fontana, dopo avere costituito la DC in giudizio
in via di urgenza, non abbia richiesta la ratifica alla Assemblea dei soci, in base
allart. 1131 del codice civile. |
(Continuazione
Verbale)
b) Mozione: Verifica della fiducia del Partito al Presidente G. Fontana.
Premessa. La convocazione della Assemblea era necessaria da tempo
(come da delibera della assemblea di feb 2017) per fare il congresso e nominare gli
organi, in particolare il Segretario Nazionale, e per la presentazione della DC alle
elezioni politiche.
1) Congresso. Per fare il congresso, il 18 gen. 2018, il
presidente Fontana aveva convocato la assemblea dei soci solo in prima convocazione, e
quindi con una modalità per cui essa, a causa del numero abnorme (850) delle presenze,
non era realizzabile anche per lui (in caso di non rinvio), come risulta dal basso numero
delle precedenti assemblee. Laverla convocata solo in prima convocazione (ossia
impossibile da costituire) è stata una azione di sabotaggio della DC.
Il congresso, in due riunioni, aveva come finalità la nomina del Segretario Nazionale (si
presume, con lui candidato) del partito.
Egli, poi, con avviso in internet aveva sospeso la convocazione. Invece per la
convocazione aveva inviato lavviso scritto. Per questo, il secondo atto non era
valido, per la legge.
2) Precedentemente, in due tornate, aveva fatto più
bandi (il 26.10.2017; e il 30.12.201, sulla G.U. , parte II) per la riapertura delle
adesioni alla DC, al fine di invitarli al Congresso (del 18 gennaio 2018) per la elezione
del Segretario Nazionale.
Questa riapertura, sotto congresso, era apparsa come volontà di alterare il risultato
delle votazioni, ma il fatto era rimasto ignoto al grande pubblico. Presso di me, per far
tollerare (da parte di soci influenti) dette nuove adesioni, c'era stato l' intervento di
un vescovo (peraltro noto).
Nota1. Detta "adesione" non è giuridicamente una "nuova
iscrizione", ma la ricognizione di soci della DC del 1992, andati dispersi. Tuttavia
Fontana non poteva fare il bando senza autorizzazione della assemblea, e comunque la
validità dellatto era subordinato alla ratifica della Assemblea, previo inserimento
di essa allo ordine del giorno, in base allart. 1131 del codice civile, ma questo
non era mai avvenuto.
Si chiarisce anche che il Presidente di una associazione non riconosciuta, ex-art. 36 cc,
ha solo i poteri conferiti dallo Statuto. Ma lo Statuto della DC non attribuisce nessun
potere al Presidente (ma ad altre figure).
Si chiarisce, poi, per aver titolo a divenire socio, uno deve presentare la tessera DC del
1992 o titolo sostitutivo (es. la dichiarazione del Comune, che egli fu consigliere
comunale della DC).
Nota2. Il rinvio del convocazione del congresso era avvenuto sulla pressante richiesta
di Alberto Alessi e di Renato Grassi, in previsione di gravi tensioni e scontri (durante
il congresso), per la nomina del segretario. E questo, Luciani veniva a scoprirlo solo
venerdì 12 gen. a Roma.
Invece, fino a quel momento, si era universalmente ritenuto che lorigine dei
contrasti fosse la scelta della mozione ai fini della partecipazione alle elezioni
politiche. In realtà diveniva verosimile ritenere che Fontana alimentasse detta
discussione per contare indirettamente il numero dei soci a lui favorevoli o contrari, per
la elezione del segretario.3.- Versamenti degli aspiranti nuovi soci. La
ammissione delle domande di adesione, di cui ai bandi sulla GU, era subordinata (da
Fontana) al versamento di un contributo alla Associazione DC, Piazza del Gesù sullo IBAN
: IT17Y0311103253000000000632 .
In seguito ad un controllo presso UBI Banca, Via dei Crociferi 44, Roma, si veniva a
scoprire che detto IBAN era di una associazione privata di Fontana, con lo stesso nome del
partito, ma con sede in Roma Via di Santa Chiara, n. 61 (clicca su: http://www.lademocraziacristiana.it/statuto/).
Probabilmente lidea di far fare i versamenti su un suo IBAN
personale era una via prescelta in buona fede e per ragioni tecniche, ma di questo non
aveva informato i soci del Partito.
4.- Elezioni politiche. La convocazione della Assemblea era una
necessità, da tempo, anche per elezioni politiche e lattardarsi fino a nov. 2017,
per fare la prima convocazione (dopo feb. 2017). Laverla fatta a novembre ha messo
il partito in gravissime difficoltà organizzative.
Egli, in particolare, in detta assemblea aveva chiesto il ritiro delle tre mozioni
suddette, motivate dalla sua volontà di promuovere una scelta unitaria, ma senza
realizzarla.
La successiva disdetta, di lui, dellaccordo dei due VicePresidenti (regolarmente
incaricati) con Cesa, per ladesione della DC alla cosiddetta "quarta
gamba", in coalizione con il centro-destra, è stata una azione di mera demolizione
alla riunificazione dei partiti di derivazione DC. Infatti, essa avrebbe potuto trovare
una giustificazione solo se Fontana fosse stato ben sicuro di sostenere una alternativa
valida, sia pure solo di bandiera, ma eticamente importante, come il fatto di presentare
la DC da sola con il proprio nome e simbolo.
Il tutto, purchè non come fatto personale, bensì sulla base di un progetto, sottoposto
alla Assemblea dei soci, cosa mai fatta e, in ogni caso (se la farà) da ratificare, per
non incorrere in gravi responsabilità amministrative per la validità delle elezioni
politiche.
__________
Tutto ciò rilevato, Luciani propone che sia fatta la verifica
della fiducia dei soci presenti, al presidente Fontana.
SI METTE AI VOTI: alla unanimità i presenti, tutti "votanti la mozione di
Alessi", dichiarano venuta meno la fiducia nella persona di Gianni Fontana.
Essi inoltre chiedono che la delibera sia
pubblicata e sia promosso referendum tra tutti i soci. |
.
|
DEMOCRAZIA
CRISTIANA
|
.
LA DC STORICA VERSO LE ELEZIONI POLITICHE 2018. |
.PROVE DI RICOMPATTAMENTO DELL'AREA CENTRISTA
Somma della DC giuridica, UDC,
CDU, UDEUR, DC per le AUTONOMIE, altri PARTITI CENTRISTI
con uguali valori, e aperta alle ASSOCIAZIONI e MOVIMENTI cattolici. |
. |
|
Intanto
continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De
Simoni.
FINORA raccolti euri 1.710,00 dei 3000,00 necessari. Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani,
per la DC". |
Cortese Giuseppe
20
Bergozza Luigi Euri 100
Battaglierin Roberto Euri 30
Altomari Vitaliano E Silvia 100
Tomietto Mauro 100
Andreasi Roberto 100
Ferroni Marco Euri 100
Gori Giovanni 50
Cantelli Rag Gabriele 50
Riccardi Marino 50 |
Caponetto Francesco 50
Tramonte Cosimo 20
Ammaturo Cosimo 20
Gubert Renzo 500
Antonello Armato 50
Portacci Amedeo 50
Fago Antonio 50
Bongiorno Giorgo 20
Napolitano Salvatore 50
Luigi D'Agrò 200 |
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Oggetto:
1) LA DC VERSO LE ELEZIONI: urgente l'atteso incontro di Fontana con Cesa, per risolvere i
problemi sospesi. - Il popolo DC vuole la DC al centro con il proprio simbolo SCUDO
CROCIATO LIBERTAS fondo azzurro, ma senza chiudersi a riccio, anche in base ai
programmi di altri necessari per l'Italia.
1.- La DC verso le elezioni.
Premessa. E un fatto che i due Vice (su mandato di Fontana, assente in Cina)
avevano fatto un pre-accordo con CESA e altri partiti ex-DC per una unione collocata
dentro la coalizione di centro-destra" di Berlusconi.
Ed è un fatto che il 23 dic. (di ritorno dalla Cina) Fontana aveva sconfessato il
pre-accordo perché "dentro il sistema dei partiti della cosiddetta seconda
Repubblica", "e non rispondente al sentire e agli obiettivi degli iscritti al
partito".
Per valutare le importanti riserve di Fontana, un modo efficace è ragionare in base al
criterio del Vescovo Mons. Tommaso Ghirelli, Segretario regionale della CEI, per la Emilia
Romagna, venuto a Bologna, nel gennaio 2017, per la presentazione di un Codice etico del
cristiano impegnato in politica). Ghirelli aveva detto:
a) "Completate giuridicamente la DC";
b) "Ma che essa non sia un partito che si aggiunge. Subito dopo, fate la federazione
di tutti i partiti di derivazione DC" .
Conclusione: quale DC per elezioni ?
a) Quella giuridica, riconosciuta dal tribunale del 2017, con la propria denominazione e
il simbolo scudo crociato - libertas, su fondo blu ?;
b) o quella ottenuta per somma di quella giuridica e di tutti i partiti ex-DC della
diaspora (dunque, quella risultante nel 1992) ?
Credo che, per le elezioni:
- la DC con i requisiti del Vescovo non sia quella del punto a) , perché
sarebbe un "partito che si aggiunge" e dunque essa sarebbe per sua natura uno
dei tanti partiti del sistema, incapace di una forza politica propositiva per il mondo
cattolico. Poi, partiti ce ne sono già troppi e, se essa si aggiunge, sarebbe
forzatamente del sistema, come tutti;
- e invece la DC del Vescovo (secondo me) è quella di cui al punto
b), vale dire la somma della DC giuridica e di UDC, CDU, UDEUR, DC per le AUTONOMIE,
altri PARTITI CENTRISTI con uguali valori, e aperta alle ASSOCIAZIONI e MOVIMENTI
cattolici; |
Conclusione. Direi
che:
a) i due Vice abbiano agito bene, in quanto hanno operato per la grande DC, sia pur con
qualche limite segnalato da Fontana. Per questo serve un approfondimento circa i rapporti
con il centro-destra (anche con riguardo al programma).
b) i motivi di Fontana siano importanti. Ma, a parte che solo lAssemblea dei soci ha
i poteri di scelta, direi che va verificato il fondamento dei relativi motivi,
discutendone assieme subito.
Per questo va fatto urgentemente (ad horas) latteso colloquio di Fontana con Cesa.
Secondo me, direi che elementi dirimenti siano:
- la verifica di convergenze sul programma economico-social. In soldoni, nell'Italia di
oggi serve un programma di destra (ossia centrato più sul settore privato che sul settore
pubblico) o un programma di sinistra (l'inverso che per il primo) ?
- la verifica sulla denominazione e il simbolo:
a) la Democrazia Cristiana, come unica denominazione ? (e taglio secco di tutte le altre).
b) simbolo storico scudo crociato-libertas fondo blu, non quello della UDC.
Per quanto ne so la DC ne ha pieno titolo in quanto "partito tradizionalmente in
parlamento" per 54 anni (1948-92), pur se assente nel dopo, ritenendosi sciolta per
un errore che la Cassazione ha corretto.
Dunque un accordo pieno per la grande DC vale se ricomprende luso comune del simbolo
storico.
Riferisco che, nella nostra gente, cè lattesa della DC per le prossime
elezioni. E quando chiedi: "quale DC ?", la risposta naturale è: "la
vecchia DC e tanti giovani". E quando chiedi: "a destra, a sinistra ? ", la
risposta è: "Al centro".Quale
programma ? "Un programma di libertà e di giustizia
sociale" (art. 1 atto costitutivo della DC, 1943).
- Programma di libertà vuole dire oggi più che mai anche libertà
di produzione. Oggi questa libertà non è carente, per eccesso di tasse e di debito
pubblico;
- Programma di giustizia sociale vuole dire oggi più che mai il lavoro per i deboli.
Rispetto a loro, lo Stato si costituisca come datore di lavoro di ultima istanza; e si
potenzi il mondo del volontariato e delle onlus con la totale esenzione fiscale sul
reddito.
Ultimo ma non ultimo. Un programma che voglia la DC "fuori
dallattuale sistema partitico" ha senso se vuole ri-definire i partiti nella
Costituzione, come strumenti di utilità pubblica, non più come associazioni private
(spesso con fini lucro, e di cattura dei voti, mediante la strumentalizzazione della
Pubblica Amministrazione. |
.
Gianni Prandini
|
ASSEMBLEA
DEI SOCI DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
del 16 dicembre 2017 a Roma |
.
CONFERMATO IL CONGRESSO PER IL 18 GENNAIO 2018. |
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DUBBI SULLA PARTECIPAZIONE ALLE ELEZIONI
CAUSA IL RITIRO DELLE TRE MOZIONI |
RESOCONTO |
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MESSAGGIO DI GIANNI PRANDINI
" Impossibilitato a partecipare alla riunione a Roma ... desidero comunque
caldeggiare l'iniziativa, che Lei ha messo in essere. Riaggregare i democristiani con
l'avvertenza di selezionare un gruppo dirigente credibile e relativamente giovane. Sarebbe
l'avvio di una ripresa quanto mai auspicata ". |
|
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Intanto continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa
intentata da Cerenza e De Simoni.
FINORA raccolti euri 1.710,00 dei 3000,00 necessari. Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la
DC".
Al 9 dicembre 2017 hanno versato Contributi : TOTALi
1.710
Cortese Giuseppe
20
Bergozza Luigi Euri 100
Battaglierin Roberto Euri 30
Altomari Vitaliano E Silvia 100
Tomietto Mauro 100
Andreasi Roberto 100
Ferroni Marco Euri 100
Gori Giovanni 50
Cantelli Rag Gabriele 50
Riccardi Marino 50 |
Caponetto Francesco 50
Tramonte Cosimo 20
Ammaturo Cosimo 20
Gubert Renzo 500
Antonello Armato 50
Portacci Amedeo 50
Fago Antonio 50
Bongiorno Giorgo 20
Napolitano Salvatore
Luigi D'Agrò 200 |
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1.- CONGRESSO. Presenti 100 persone
circa, di cui 15-20 non soci, la partita si è svolta in due tempi:
1.- Primo tempo della riunione:
a) Aggiornamento della relazione di Fontana, in quanto quella del 18 nov. aveva generato
dubbi interpretativi;
b) Esame delle mozioni (2 + 1 allultimo momento) per la linea politica, infine tutte
ritirate;
2.- Secondo tempo:
a) Delibere allodg (modifiche di statuto, ...);
b) Conferma della data del congresso il 18 gennaio, come da delibera del 18 novembre.
Cominciamo dal secondo tempo, considerato che le tre mozioni sono state ritirate su invito
di Fontana a trovare una soluzione unitaria, per cui è subentrata una improvvisa
accelerazione verso i preparativi del congresso.1.-
Congresso. Fare il congresso vuol dire la sostituzione della
vecchia guardia e quindi un passo verso il futuro anche con i giovani.
Questa, però, è al momento solo una idea, in quanto (tra i soci attuali, rimasti)
i giovani sono pochi (e sono di 60 anni), e quindi si dovrà guardare (senza rottamazioni
a priori) anche agli anziani ancora con una volontà di tener duro, in attesa dei veri
giovani, prima possibile. Guardiamo ai tempi.
a) Al momento si potrebbe fare affidamento sui 100 soci
che, dal centro e dalla lontana periferia, hanno speso tempo e soldi per venire alla prima
assemblea, ricostituiva, del 26 feb 2017 a Roma, allHotel Ergife; e aggiungere i
nuovi che sono aggiunti ultimamente, a domanda;
b) Ma subito dopo, vale dire a partire dal Congresso del 18 gennaio, si
potrà riaprire il tesseramento (lultimo fu del 1992-93 ).
Dunque, con il nuovo tesseramento si potrà finalmente ripartire con i giovani,
sperando che diano credito ai valori della DC.
Dentro il dibattito sul congresso, è stata
approvata una delibera che apre alla modifica dello Statuto e
nomina una Commissione, quella prevista dall'art. 103 dello Statuto, ma non so
con quali poteri. Attendo il verbale.
Appena arriva il verbale essa dovrà operare in tempi veloci.
E comunque va chiarito che si non potrà confermare il 18 gennaio se, prima, non è stato
modificato lo statuto (sia pur poche cose, solo alcune norme organizzative).
2.- Sul ruolo di Fontana. A
parte questioni di salute, Fontana ha molta responsabilità sulla mancata riorganizzazione
(in questa fase) della DC, di derivazione del passato, anzi è il responsabile primario
del fallimento delle tre mozioni di cui sopra, e anche per un certo inquinamento degli
inviti alla assemblea: sono ricomparsi i non soci, non rimasti ad ascoltare.
Un comportamento (quello di Fontata), ancora poco corretto, e che alla fine
gli è caduto addosso (vedi le vicende della terza mozione, qui sotto).
Direi in breve, che Fontana si è mosso nel mezzo di due comportamenti: uno da
santo e uno da brigante.
Questo mio giudizio può parere contraddittorio, ma non è così.
a) Ha agito da santo quando
ha preso contatto con i movimenti giovanili cattolici e altre realtà (tipo i focolari).
Mettiamoci dentro anche i contatti con alcuni vescovi (tipo Gastone Simoni, un
santuomo, ma molto sprovveduto in campo temporale; e tipo Mario Toso, vescovo di
Faenza e segretario del pontificio consiglio di giustizia e pace, autore di un libro
"Per una nuova democrazia", semplicemente da cestinare dal punto di vista
socio-economico; un bravuomo sul modello di Salvini della Lega Nord, ma appunto con
la preparazione socio-economica di Salvini.
b) Ha agito invece da brigante per
aver inquinato la maggioranza in assemblea, invitando segretamente persone "non
soci" per farli votare a proprio favore; e in passato, quando ha colluso con i
ricorrenti (quelli che hanno fatto ricorso in tribunale per fare annullare l'assemblea di
febbraio ) giungendo a fare un accordo che declassava la DC storica (quella riconosciuta
dal tribunale) ad una delle tante associazioni DC esistenti.
Ma il 16 dicembre la cosa è stata meno grave di quelle del 18 nov. Allora i "non
soci" erano il doppio dei soci".
Dunque Fontana è un santo o
un brigante ? Facciamo la somma e
dividiamo per 2: otteniamo un santone, copia della
vecchia DC, nel bene e nel male.
Ma voglio anche dire che, nella storia della umanità, tra i briganti, cè
stato il romagnolo "Passator Cortese" e anche Luigi XIV, re di Francia, quello
che ha costruito la Francia moderna, sopravissuta alla rivoluzione francese, vale dire a
una Francia patriota, ma senza Re (se l'è meritato, sia pure non lui, ma un suo
successore, sia pure on diretto). Un re non può fare qualunque cosa perchè è RE. Il
canonico BOTERO (1600) aveva chiarito bene nei confronti di MACCHIAVELLI, e financhè
aveva giustificato moralmente il regicidio in caso estremi.
Ma voglio anche precisare che dire di Fontana brigante (in una visione storica) non
vuole dire solo quello che significa in base alla legge attuale.
Comunque, mi dispiace che questo modo (di Fontana) sia
sta letto (dai "non soci" presenti) come una ostilità dei soci nei confronti
dei non soci, pur se protesi verso una DC .
Non è così. La DC (dei soci) deve solo
completare il percorso giuridico verso la propria esistenza, dopo di che dovrà essere
aperta ai quattro venti, per i cattolici e anche non cattolici con gli stessi valori, che
vogliono trovarsi in politica con un minimo di unità.
|
2.- MOZIONI 1- Premessa. Fontana aveva dichiarato
di non avere una propria mozione e di optare per quella che sarebbe risultata
maggioritaria.
Inoltre, in apertura, aveva proposto Alessi e Carmagnola come Vice-presidenti.
Questa mossa è stata letta (da me) come un marchingegno:
- per evitare una mozione di sfiducia (di cui in una riunione preparatoria, la sera
prima , era stato detto ripetutamente);
- e per calmare Alessi (in quanto avrebbe sostenuto la mozione di Luciani).
Ma Alessi non abboccava, e a metà seduta comparirà al tavolo della Presidenza per
rifiutare la proposta.
(Ma, poi, ci sarà un seguito: Cugliari (Segretario verbalizzante) il giorno dopo
(ossia ieri 18 dic. ha scritto: "Cari amici, con sommo dispiacere devo, mio malgrado,
apprendere che lamico Luciani ha scritto cose non rispondenti al vero a riguardo
della nomina dei due vice Presidenti Alessi e Carmagnola. L'amico Alessi in prima battuta
non aveva dato la disponibilità a ricoprire il ruolo di vice presidente in quanto voleva
prima discutere e porre a votazione la sua mozione. Successivamente il Presidente Gianni
Fontana ha presentato la sua mozione ed ha pregato lamico Alessi di ritornare sui
suoi passi ed accettare la nomina. Tutti i presenti convenivano sulla richiesta di Fontana
e a quel punto l'amico Alessi ha accettato l'incarico di Vice Presidente assieme all'amico
Carmagnola. L'amico Luciani essendosi allontanato non poteva essere a conoscenza ed ha,
quindi, dato una falsa notizia.
Nota. Penso che Cugliari abbia fatto bene a dare
l'informazione. Non ha fatto bene a partire da una papera. Luciani non aveva dato notizia,
ma scritto ad Alessi una mail riservata chiedendo chiarimenti, e comunque lieto della
nomina, se fondata giuridicamente.
a) Mozione di Alessi (non ho il testo scritto), e
ricordo che presupponeva in esplicito che la DC non avesse il simbolo scudo crociato
(invece, secondo lui, della UDC di Cesa), per cui proponeva di cercare subito una accordo
con Cesa, dentro il centro destra.
b) Mozione Luciani (sostenuta da Renzo
Gubert, Paolo Lucchese, Ettore Bonalberti): "la DC è impegnata a costruire
una lista di tutti i democratico cristiani sotto lo stesso simbolo dello scudo crociato,
per un'autonoma presenza di centro.
Dopo aver fatta la verifica dell'esito di tale impegno, è disponibile al dialogo
elettorale per concorrere con altre realtà politiche, sulla base di convergenze di
programma, a garantire la governabilità del Paese".
Nota. Questa mozione era daccordo con
Alessi circa il centro-destra, ma solo perché oggi in Italia serve un programma
economico-sociale di ricostituzione del settore produttivo, per una vera apertura, poi,
alla socialità. Ma Luciani riteneva che, senza la preventiva ricognizione dei numeri al
centro, la DC sarebbe stata solo usata dal centro-destra. Era anche inaccettabile la
rinuncia al simbolo (che è, invece, un diritto comunque da affermare)
c) Mozione di Fabbrini e non soci (anche
di questa non ho il testo scritto) . Essa voleva che la DC presentasse da sola; e (ma non
ne sono sicuro) con un programma di sinistra, per parte dei non soci.
2.- Bagarre. Essa è
stata meno pesante di quella del 18 nov 2017, e comunque con gesti para-rivoluzionari,
tipo accaparramento del microcofono quasi con la forza e discorsi senza fine, impossibili
a fermare). Alla fine, su richiesta du Fontana le tre mozioni venivano ritirate.
Fontana invocava la pace, ma in realtà era la vera origine della bagarre avendo
invitato estranei rivoluzionari e (penso) volendo egli favorire la mozone di loro.
A quel punto è apparso confermata la mia intuizione iniziale. Aveva appoggiato la mozione
Luciani e dato lo zuccherino ad Alessi solo per indurli al disarmo.
Ma il diavolo fa le pentole, non i coperchi. E infatti, alla fine della fine (verso
le ore 17) Fontana aveva perso il controllo dei rivoltosi (Fabbrini...), e nessun accordo
veniva trovato. Per dirla con qualcuno, era finiTa, "a tarallucci e vino".
3. Precisazione. Ero
ben sicuro che la mia mozione avesse la maggioranza, ma ho acconsentito a ritirarla solo
per motivi di ordine pubblico, non per saggezza politica.
Penso infatti che, invece, è proprio della democrazia discutere su più proposte
alternative, senza scandalismi infantili, e alla fine si voti.
Già...: perché una democrazia che non è capace di governare, vada al macero.
Inoltre, ho ritirato la mozione anche perché, ancorchè approvata ma in mano (del dopo) a
Fontana, era come darla in mano a nessuno.
4.- Torno alle elezioni politiche. Senza
la approvazione di una precisa linea politica (e che sia dignitosa) io mi chiamo fuori.
Ma non mi oppongo ai coraggiosi e agli eroi, se vogliono presentarsi alle elezioni.
5.- Sullaccordo
del 15 nov. 2017 di Fontana con i ricorrenti. Ho riferito alla
Assemblea che, il giorno prima, mi ero trovato per caso con i ricorrenti, presente
Fontana. Essi avevano chiesto un "Coordimento delle tre anime della DC" di
cui la nostra Assemblea sarebbe una delle tre; e inoltre la creazione di una commissione
organizzativa.
Secondo Luciani, la DC riconosciuta dal Tribunale era un patrimonio di tutti. Ed
era importante che questo strumento (atteso dal popolo DC, dal 1994) fosse usato in modo
inclusivo. Dunque Luciani proponeva a loro di riconoscere la DC riconosciuta dal
Tribunale, ma anche di utilizzare insieme il secondo strumento di quel Documento, ossia
attivare la commissione organizzativa per fare insieme il nuovo statuto e fare insieme il
congresso. Tutto questo, a condizione che, preventivamente, ritirassero il ricorso. |
.
EDIZIONI PRECEDENTI- 2017 |
|
ASSEMBLEA DEI SOCI DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
Roma, del 18
nov. 2017 |
|
Giovanni Fontana
|
Angelo Sandri
|
Renato Grassi
|
Franco de Simoni
|
Renzo Gubert
|
Il
Presidente Fontana ha proposto: "la adesione di diversi soggetti
politici di radice popolare e democristiana alla costruzione di una lista,
allinterno del centro-destra, che si fregerà del simbolo dello scudo
crociato, denominata
DCU - Democrazia Cristiana Unita" |
.
Ma la conclusione è stata rinviata al 2 dic, a cui l'assemblea (che per legge è
"riservata ai soci") è stata aggiornata (senza bisogno di altro avviso
scritto), ancora al Teatro Golden, via Taranto 36, RM.
LUCIANI: C'è comunque la circostanza che, nel dibattito, i soci
(es. D'Agrò)
hanno chiesto il nome Democrazia Cristiana e lo scudo crociato. |
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Fabrizio Fabbrini
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Intanto continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa
intentata da Cerenza e De Simoni.
FINORA raccolti euri 1.410, dei 3000,00 necessari. Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la
DC".Al 18 novembre 2017 hanno versato
Contributi : |
Cortese
Giuseppe 20
Bergozza Luigi Euri 100
Battaglierin Roberto Euri 30
Altomari Vitaliano E Silvia 100
Tomietto Mauro 100
Andreasi Roberto 100
Ferroni Marco Euri 100
Gori Giovanni 50
Cantelli Rag Gabriele 50
Riccardi Marino 50 |
Caponetto
Francesco 50
Tramonte Cosimo 20
Ammaturo Cosimo 20
Gubert Renzo 500
Antonello Armato 50
Portacci Amedeo 50
Fago Antonio 50
Bongiorno Giorgo 20
Napolitano Salvatore
Luigi D'Agrò 200
TOTALE 1.710 |
RESOCONTO ASSEMBLEA DC
DEL 18 nov. 2017
1.- Lassemblea è stata aperta alle ore 10. Erano presenti 100 persone
circa, di cui 40 soci; il resto "non soci" tra i quali:
a) invitati (verosimilmente associazioni e movimenti sensibilizzati da Fontana negli
ultimi 8 mesi);
b) persone che avevano fatto domanda di essere riconosciuti soci in quanto già iscritti
della DC nel 1992).
In apertura, su proposta di Fontana è nominato Presidente-moderatore della
riunione Renato Grassi (socio DC, e dirigente dell'Ufficio Organizzativo del CDU di
Tassone).
Alla Relazione di Fontana (terminata verso
le ore 11) è seguita la presentazione di una mozione di Luciani che chiedeva di passare
subito ai punti allodg (in modo da sbloccare al più presto i problemi di
ricostruzione giuridica del partito, fermi da febbraio) e di spostare la discussione sulla
Relazione, a subito dopo.
Ma il presidente della riunione (Renato Grassi ) rifiutava di mettere in votazione la
mozione, e accettava un compromesso proposto da Gubert secondo cui la discussione durasse
non più di unora, dopo di che si sarebbe passati allodg, per riprendere poi
con maggior distensione il dibattito.
Ma non sarà così ! Anzi i soci sono stati assoggettati a una pressione psicologica
massiccia dei "non soci" i quali (taluni giunti a squadre organizzate) parevano
avere la precisa intenzione di far scorrere il tempo al fine di impedire che
lassemblea giungesse a una delibera sui problemi del partito. E stato messo in
opera un vero ostruzionismo, avallato dal Presidente della riunione che, daccordo
con gli invitati "non soci", rifiutava ostinatamente di dare a ciascuno di
costoro un tempo delimitato: e ciò, nonostante le richieste dei soci .
Lostruzionismo è durato senza interruzione fino alle ore 15.00, ma già verso le
ore 13 (quando esso durava già da due ore), taluni soci con vibrata protesta per questa
continua violenza perpetrata a danno dellAssemblea, giunsero a reagire redarguendo
con parole durissime il presidente della riunione, rilevando la sua assoluta incapacità
di condurre il dibattito. Grassi appariva, invece, soddisfatto dellandamento
orchestrato. E ugualmente appariva Fontana con il suo inspiegabile silenzio: quasi un
freddo calcolo di limitare i Soci che esprimevano una esigenza di ordine e correttezza,
per realizzare la DC.
Era chiaro che quel disordine costituito mirava a rendere vana quella Assemblea
favorendo, invece, un preciso intento politico (come si vedrà bene in seguito) ben
diverso dalla promozione della DC, di cui Fontana è il Presidente eletto, anzi per lo
smantellamento definitivo della stessa; e a costruire un nuovo soggetto partitico assieme
ad altri corpuscoli.
Alla fine di quel lungo supplizio inferto ai soci si giunse (finalmente alle ore 15), a
passare agli argomenti allodg. Ma lostruzionismo prolungato aveva
profondamente alterato la valenza di una riunione di soci, che volevano decidere il
proprio futuro in piena libertà e approfonditamente.
Relazione di Fontana. Per il suo contenuto in breve, traggo dal resoconto di Ettore
Bonalberti che (che si valeva di un PC, per la memorizzazione).
a) Il Presidente della DC, Gianni Fontana, ha sostenuto il progetto di
"favorire ladesione di diversi soggetti politici di radice popolare e
democristiana alla costruzione di una Lista elettorale allinterno del Centro destra
e che si vuol fregiare del simbolo dello scudo crociato, volendo trasferire dunque il
simbolo storico a quel futuro assembramento.
Sempre secondo Bonalberti, il Presidente ha asserito che questo mutamento di rotta
"rappresenta un passaggio importante verso la formazione di un unico partito dei
Democratici Cristiani Uniti (DCU)" .
(Nota 1. Questo mi è apparso un vero cedimento, dunque, alla
volontà di quanti hanno finora fatto la guerra proprio alla DC).
( Tuttavia, questa seconda frase riferita da Bonalberti rappresenta invece una vera e
propria forzatura: infatti la Relazione Fontana è stata fatta oggetto di approvazione nel
dibattito, ma in linea del tutto generica e non si era giunti a un testo scritto su questo
punto).
b) un altro punto significativo della relazione di Fontana è stato
lannuncio di un accordo con Cerenza, De Simoni e Sandri: proprio cioè con
quelle persone che avevano fatto ricorso per annullare la nostra Assemblea di febbraio
costituita regolarmente su autorizzazione del Tribunale civile di Roma. Laccordo
comprenderebbe il ritiro del ricorso giudiziario da
loro presentato, un ritiro che assicurava Fontana, era addirittura già avvenuto e
presentato al Tribunale per mezzo dei loro avvocati.
(Nota 2. L'avvenuto ritiro non corrisponderebbe al vero: infatti,
subito dopo, nel dibattito era intervenuto drasticamente De Simoni, uno dei ricorrenti,
che smentiva categoricamente Fontana circa il ritiro, dichiarando anzi che questo non è
mai avvenuto. E interveniva subito anche Sandri che altrettanto smentiva Fontana,
precisando che invece nellaccordo da loro effettuato con lu (allinsaputa dei
soci) si precisava che il ritiro sarebbe dipeso solo dalla avvenuta osservanza
dellaccordo che Fontana aveva raggiunto con loro.
Se ne deduce che in Assemblea cè stata una dichiarazione di falso: o di Fontana o
dei due (De Simoni e Sandri).
(Nota 4. Per memoria, secondo un precedente comunicato degli
stessi, lessenza dellaccordo segreto e notturno sarebbe: "Dare vita a un
Comitato direttivo composto da nove persone che coordinerà il proseguo delle attività
della Democrazia Cristiana finalizzate alla celebrazione di un Congresso unitario che si
ipotizza possa essere celebrato il 18 gennaio 2018. E Il Comitato direttivo favorirà il
coordinamento delle varie attività di partito che dovranno ispirarsi a criteri di
unitarietà e collaborazione ed essere finalizzate alla crescita di una Democrazia
Cristiana di nuovo tipo - su tutto il territorio nazionale.
Sul dibattito fiume. Nel seguito intervenivano molte persone, tra le quali
illustri personalità come il prof. Fabrizio Fabbrini, Presidente dell'Associazione Codice
di Camaldoli e il prof. sociologo Renzo Gubery, dell'Università di Trento.
Tra gli interventi dei pochi soci, il connotato ripetuto era la proposta "per
una DC con nome Democrazia Cristiana e con il proprio simbolo (DAgrò, già
Deputato), aperta allaccoglienza di tutti i partiti di derivazione dalla DC, sotto
lunico ombrello".
Tra i notabili, intervenuti a sostegno di un soggetto politico unitario, ci sono stati
(sia pur "toccata con fuga", vale dire parlando 5 minuti e andandosene via):
- Paolo Cirino Pomicino, anche a nome di Lorenzo Cesa, segretario
nazionale dellUDC;
- Maurizio Eufemi, anche a nome di Mario Tassone, segretario
nazionale del NCDU.
2.- Al termine del dibattito si è passati ai punti allodg.
- Veniva fissata la data del Congresso al 18 gennaio 2018 .
- Veniva invitato Luciani a proporre la norma
per dare il via alle modifiche di statuto, essenziali per andare a congresso.
Luciani ha spiegato che:
- considerato che la convocazione del congresso è impossibile con lattuale statuto
( in quanto è decaduto lorgano - CN-Consiglio Nazionale - che deve appunto
procedere ufficialmente alla convocazione stessa assembleare unica abilitata a
modificare lo statuto del partito ) è necessario fare uso delle norme del Codice civile.
Luciani ha dunque proposto la seguente delibera:
a) In via transitoria e sino alla ricostituzione di tutti gli Organi statutari, dar vita a
quelle modifiche di statuto che rendono attuabili la ricostituzione degli organi medesimi,
ciò cui può provvedere lAssemblea in base all'art. 21 del codice civile.
b) Sino alla completa riorganizzazione, il Presidente è autorizzato - anche ora e per
allora e con espressa ratifica di quanto sino ad ora sia stato fatto - a convocare gli
associati mediante pubblici proclami, con avviso di almeno 20 giorni prima per posta
normale e per posta elettronica.
c) Gli associati soci sono tenuti a dotarsi di posta elettronica entro un mese, da questa
assemblea, dandone immediata comunicazione al Presidente. I soci impossibilitati a dotarsi
di posta elettronica dovranno informare il Presidente che, per loro, continuerà a fare
uso della posta cartacea.
d) fino alla ricostituzione di tutti gli Organi è istituito un Vicepresidente ed un
Consiglio direttivo presieduto dal Presidente e composto da una ventina di persone, una
per regione. Il Consiglio eserciterà tutti i poteri deliberativi, necessari al buon
funzionamento dellAssemblea e alla riorganizzazione del Partito.
Luciani , inoltre, tra le varie ed
eventuali, ha proposto la ratifica della costituzione in giudizio della Associazione
nella causa di Cerenza contro Luciani e altri.
Sandri è intervenuto e si è opposto in quanto, in base al
predetto accordo con Fontana, si dovrà andare a congresso con lattuale statuto.
Altrimenti la causa in tribunale andrà avanti.
Luciani è stato invitato a replicare. Secondo Luciani,
lopposizione di Sandri alla modifica di Statuto (con il codice civile) conferma la
sua ostilità a riconoscere questa DC, ammessa dal tribunale. Egli ha spiegato, poi, di
comprendere umanamente la posizione di Sandri che aveva fatto una causa di dieci anni ad
altri partiti ex-dc per essere riconosciuto successore della DC, al posto loro. Ma la
Cassazione aveva detto (Sentenza n. 25999/2010, pag. 12) a Sandri che non aveva diritto,
perché la DC non era stata sciolta. Pertanto Sandri doveva trovare pace e farsene una
ragione, anche perché Sandri, De Simoni e Cerenza sono già soci dellelenco 2012, e
sono considerati amici a pieno titolo. Perché allora fare causa per annullare la DC ?
Luciani concludeva chiedendo di espellere
i tre dal partito, salvo che non si ravvedessero entro una settimana, ritirando il
ricorso.
A quel punto, Sandri chiedeva un
rinvio della assemblea per riconsiderare la situazione a casa propria.
Su conforme parere di Bonalberti, Fontana ha aggiornato lassemblea al 2 dicembre.
Conclusioni
ex-post di Luciani
(Presidente che era stato designato dal TRIBUNALE per convocare a feb. 2017, l'Assemblea
dei soci)
Considerato:
- il modo irregolare di organizzazione della assemblea, che ha visto prevaricazioni
nei confronti dei soci;
- che, a far tempo dalla nomina a febbraio, Fontana ha
esercitato la sua azione con ritardo di 8 dalla delibera della
assemblea di febbraio, mettendo il partito in gravissime
difficoltà temporali, rispetto alle elezioni;
- che ha trascurato il recupero del simbolo scudo crociato;
- che risulta avere dedicato la sua azione alla formazione di un partito
diverso dalla DC; anche dopo che a Camaldoli si era impegnato per il
definitivo ritorno sulla via della DC, ma che così non è stato, come risulta dal
convegno di Sasso Marconi (settembre 2017);
- che questa azione di ampliamento è stata da lui sviluppata in ambienti cattolici ostili
alla DC;
- che ha tenuto rapporti spuri con i ricorrenti in tribunale (contro la assemblea di feb)
e finanche non reagito (in assemblea) alla smentita (di De Simoni e Sandri circa la sua
dichiarazione sul ritiro del ricorso (si vegga sopra);
- che evidentemente, i ricorrenti stessi esercitano un ricatto su di lui, ma di cui non si
riesce a capire il fondamento, perché troppo prolungato e a data aperta sine die, per cui
si lascia il campo libero a qualsiasi tipo di sospetto.
Conclusione :
- Fermo che il popolo DC, dopo la lunga assenza dal 1994, vuole il
ritorno del partito con il proprio nome "Democrazia Cristiana" e il Simbolo
storico "scudo crociato" e non altro, sarebbe opportuno che il nostro presidente
prendesse finalmente in considerazione la maggioranza dei soci; in caso contrario i soci,
delusi, potrebbero fare altra scelta.
Post Scriptum. Ma va ricordato che questa stessa cosa che gli avevamo già
detto a Camaldoli, il 16 giugno 2017, quando aveva annunciato una "grande assemblea
costituente" per l'8 dicembre, festa della Immacolata, al Lago di Garda, e che di
fatto abbiamo visto in questa assemblea nella forma dll'invito dei tantissimi "non
soci", di cui sopra). |
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In
preparazione della Assemblea dei soci del 18 nov. a Roma
RESOCONTO - COMUNICATO
La riunione del Consiglio di Presidenza il 9 nov a Roma
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Continua la raccolta dei fondi per difendere la DC
nella causa intentata da Cerenza e De Simoni |
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COMUNICATO CONSIGLIO DI
PRESIDENZA DEL 9 NOV. 2017
(Questo testo stato ricostruito in modo libero dal prof. Luciani, il giorno
dopo.
Se qualcuno vuole correzioni e integrazioni, è gradito).
1.- Si è riunito a Roma, su convocazione del Presidente Giovanni
Fontana, il Consiglio di Presidenza del partito della Democrazia Cristiana. Presenti
una trentina di persone, di cui 1/3 soci, 2/3 non soci.
Il Presidente ha riferito che, nel periodo che va dalla assemblea di feb ad oggi,
la sua azione è stata diretta alla costruzione di un grande movimento cattolico, basato
su contatti significativi con filoni culturali e religiosi di alto livello del mondo
cattolico. In tale solco si colloca il dialogo con :
- il prof. Stefano Zamagni (per i riferimenti alla economia sociale);
- i "Focolarini";
- i movimenti giovanili cattolici (Rinnovamento nello Spirito Santo, presieduto da S.
Martinez);
- CL - Comunione e Liberazione;
- alcuni vescovi (Simoni, Toso, Santoro).
- Momenti di spiritualità mariana.
2.- Eintervenuto il prof. Renzo Gubert che
ha chiesto spiegazioni sul peso della riorganizzazione della DC in questo azione.
Fontana ha ribadito genericamente che "non si oppone" a fare il congresso ed ha
aggiunto linformazione che il giorno precedente aveva ri-avuto contatti con il
gruppo De Simoni e altri con i quali si rivedrà prossimamente.
3.- E intervenuto il Dott. Raffaele Lisi che
ha opposto a Fontana la priorità assoluta, anzi necessità vitale, di riorganizzare la
DC, prima di per prendere in considerazione dei mega progetti culturali e religiosi, con
soggetti esterni, perdite di tempo in quesfa fase.
Questo vuol dire, in particolare:
- mettere in primo piano lAssemblea dei soci, convocata a febbraio, sulla base
della sentenze della magistratura e di un decreto del tribunale di Roma;
- dare esecuzione alla delibera di feb. per la modifica di statuto e fare il congresso.
Sono passati 8 mesi dalla Assemblea dei soci di feb, in totale abbandono della fase
organizzativa, e questo rischia di metterci fuori campo rispetto agli eventi che incombono
(elezioni politiche).
C'è un netto ritardo anche nellazione di recupero del simbolo scudo crociato, con
gli opportuni strumenti giuridici.
Assolutamente negativi i rapporti con i "banditi" che, pur membri della
Assemblea dei soci, hanno fatto causa per annullare la medesima.
E' contrario ad ampliare la base sociale (vedi riapertura delle adesioni, da parte di
Fontana), in questa fase.
4.- E intervenuto il prof. Nino Luciani che
ha informato sullo stato della causa di De Simoni e Cerenza per annullare lAssemblea
dei soci di febbraio. Prossima udienza il 15 gen. . Luciani è fiducioso su una rapida
chiusura, avendo provato la inesistenza del motivo del contendere. (Egli aveva invitato
alla assemblea tutti i soci del 92/93, non solo quelli dellelenco del 2012).
Egli ha, poi, dichiarato di voler tentare una sintesi che ricomprenda Fontana nel processo
di ricostruzione della DC, e questo è possibile distinguendo tra gli obiettivi
fondamentali (a lui cari) e gli strumenti per realizzarli, vale dire una cosa è la
"terra promessa", una cosa è lo "attraversamento del mar Rosso"
ancora da fare, causa il vuoto di 8 mesi. In questo senso, Luciani è nettamente con Lisi
e dunque ritiene fondamentale che la Assemblea del 18 nov. avvii le delibere per le
modifiche di statuto (norme organizzative), già allordine del giorno. Inoltre vede
bene la istituzione di un vicepresidente e di organo collegiale di governo nominato dalla
Assemblea, e inoltre la nomina di una commissione istruttoria per il nuovo statuto,
composta dai soci delle varie provenienze regionali, ed aperta eventualmente a "non
soci" di elevato profilo e affidabilità della DC.
Luciani vuole anche un filtro circa la validazione dei soggetti evocati da Fontana, più
sopra.
Elezioni politiche. Luciani ha proposto che si faccia
un riflessione insieme sul progetto, a partire dalle DC regionali tuttora esistenti, e su
un possibile appello al ritorno dei partiti di provenienza DC, sotto lunico
ombrello, che è lo scudo crociato
Si dovranno anche concordare le regole della
partecipazione alle elezioni e che, pur rispondendo alle legittime aspirazioni dei singoli
candidati, garantiranno la rappresentanza del nostro popolo, in tutto il territorio; e
fare un codice etico per il vaglio
delle candidature e un programma economico-sociale e di riforma
dello Stato.
Poi, in un secondo tempo, si vedrà se dover fare una scelta di campo (sul centro-destra o
sul centro-sinistra), tenuto conto della nuova legge elettorale.
5.- Bonalberti ha espresso il
suo sostegno a Fontana e si è detto (in questa fase) per laccantonamento del
Congresso e per la concentrazione delle forze sul tema delle elezioni politiche.
6.- Hanno preso la parola Fago,
Zola, Barbuto, Cugliari, Portacci, Rosini, Valentina, altri, grosso modo con
espressioni interlocutorie brevi sui punti sopra toccati. |
POST SCRIPTUM. Tutto ciò considerato, chiedo a Fontana di fare una proposta che, al tempo
stesso lo ricomprenda (perché uomo di grande valore), purchè si vada verso una soluzione
senza più la possibilità di dubitare circa il percorso della DC. |
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DEMOCRAZIA CRISTIANA: RIAPERTE
ADESIONI ALLA DC |
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ARGOMENTI :
1) Riaperte le adesioni alla DC storica ;
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2) Urgente dare il contributo libero per pagare avvocato nella causa Cerenza
contro Luciani e altri, per resistere allo annullamento assemblea di feb.
2017 (vedi sotto);
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3) LINEE GUIDA per la Assemblea dei soci del 18 nov. 2017 |
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RIAPERTE ADESIONI ALLA DC
MEDIANTE RICOGNIZIONE DEI SOCI 1992-93
Si avverte che è stata riaperta la possibilità della
adesione alla DC storica, merdiante ricognizione dei soci del 1992-93.
Si ritiene che possano farlo anche soci con tessera precedente, purche' non abbiano avuto
disdetta dalla DC.
Gli interessati debbono cercare la GU - Gazzetta Ufficiale, Parte II
del 26 ottobre 2017.
In
ogni caso, per trovare questa Gazetta, cliccare su: GU - 26 ott. 2017 .
Le domande scadono il 10
novembre 2017
. |
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Il
contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".
_________
Al 9 novembre i contributi versati sono stati: Euri
1.040,00 dai seguenti soci:
- Ammaturo Cosimo Euri 20
- Gubert Renzo Euri Euri 500
- Armato Antonello Euri 50
- Gori Giovanni Euri 50
- Cantelli Gabriele Euri 50
- Caponetto Francesco Euri 50
- Tramonte Cosimo Euri 20
- Cortese Giuseppe Euri 20
- Portacci Amedeo Euri 50. |
LINEE GUIDA per la Assemblea dei soci del 18 nov. 2017
.
Premessa. L'amico
F. De Simoni mi aveva scritto, tra l'altro: "C'e' un grande fermento per appropriarsi
dei simboli e della storia del Partito della Democrazia Cristiana. Apprendiamo da un
giornale che Il sen Rotondi e l' on Cesa stanno aspettando di sapere se Berlusconi ritiene
opportuno utilizzare il simbolo e il nome della DC nella coalizione di destra che
parteciperà alle prossime elezioni politiche. Ci pare incredibile che sia Berlusconi a
decidere se il simbolo e il nome della DC debbano essere nelle schede elettorali della
prossime elezioni."
La mia risposta era stata che, in base alle leggi della fisica, il vuoto non
può stare in natura. E, se esso si forma, qualcuno lo riempie. Dunque, prima di
criminalizzare chi prova a riempirlo, domandiamoci perché c'è questo vuoto".
E adesso, in vista della Assemblea dei soci,
convocata da Fontana per il 18 nov., dobbiamo fare il riassunto della situazione.
______________________
STORIA. 1.- Per tanti anni quel vuoto
è venuto dal fatto che la DC era stata ritenuta sciolta (da se stessa) e il vuoto era
stato riempito da "pseudo" successori (sia pure in buona fede);
2.- Ma, finalmente, il Tribunale di Roma ha identificato la vera DC nella "Assemblea
dei soci", del 26 feb 2017 a Roma, e dunque il vuoto è stato
eliminato.
A questo punto, la ASSEMBLEA DEI SOCI (ricostituita a feb 2017) e' un bene comune di tutti
i DC. Il riconoscerlo è una pregiudiziale assoluta per stare nella DC.
3.- Ma dopo la Assemblea è successo un nuovo vuoto di 8 mesi: da
febbraio a ottobre il Presidente eletto (Fontana) non ha esercitato il mandato (che era di
ri-convocare l'Assemblea dei soci per modificare lo Statuto).
4.- Adesso è subentrata una nuova priorità: le elezioni
politiche, che fanno passare il congresso DC, in seconda (ma
assolutamente da non perdere di vista, come motivo più sotto).
LINEE GUIDA PER IL FUTURO
1.- ELEZIONI. Il tempo delle elezioni politiche si è aperto di fatto il 5 nov. con le
elezioni siciliane. Il decreto di indizione delle elezioni è atteso per fine dicembre.
Per le elezioni politiche, l'Assemblea ha già tutti i poteri (non è materia di Statuto),
basterà agire con buon senso e sano empirismo nel colloquiare con il territorio (ci
sono delle DC regionali ancora vive...) e con i partiti di
provenienza DC, nessuno dei quali ha il quorum per superare gli sbarramenti della
legge elettorali (3%).
Inoltre, la DC penso dovrebbe rivendicare il diritto di usare il simbolo e appellare alle
DC regionali ed ai partiti ex-DC a consociarsi per
affrontare uniti l'elettorato. Dopo aver fatto questo, si vedrà assieme se fare una
scelta di campo, a destra o a sinistra.
2.- CONGRESSO. L'Assemblea di feb. aveva deciso che essa fosse riconvocata per decidere
le modalità del Congresso, previsto entro giugno 2017. E bisognava riconvocarla presto
perchè la procedura giuridica richiede tempo. Adesso la cosa è impossibile entro
dicembre, per questioni procedurali giuridiche.
Circa i passaggi, servono poche righe:
a) Attualmente è in vigore il vecchio Statuto, in quanto le prime Assemblee dei soci (del
1943-45) avevano delegato al Consiglio
Nazionale e ad organi collegati il potere di fare il Congresso.
b) Ma adesso tutti gli organi sociali dello Statuto sono decaduti, come dice il
Decreto del giudice Romano a pag. 2, prime righe in alto, e si dovrà applicare il codice
civile.
3.- ASSEMBLEA DEL 18 nov. . a) Il primo passaggio è che la Assemblea revochi la delega
(ancora del Congresso), per applicare direttamente il potere di modificare lo Statuto
(nome organizzative).
b) Il secondo passaggio è che l'Assemblea deliberi di fare la verifica-censimento
del numero dei soci, con modalità che già abbiamo in mente, e di cui la prima fase è
già stata avviata sensibilizzando gli amici delle Province.
Ma, pur se il congresso è impossibile entro dicembre, è fondamentale che
l'Assemblea decia i passaggi.
c) Adesso è inevitabile porsi la domanda se chiudere gli
occhi su FONTANA, visto che ci troviamo in questa strettoia, anzi
aveva lanciato l'idea di un altro partito; e firmato documenti con De Simoni, Cerenza e
Sandri .
Già a Camaldoli (16 giugno 2017) alcuni gli avevamo detto, in privato: "Se
vuoi fare un altro partito, tu sei libero, ma ti devi dimettere. Se vuoi fare la DC, sei
il benvenuto".
Ma a Sasso Marconi (22-24 sett.) ha rilanciato il nuovo partito. Clicca su SASSO M.
a pag. 4 .
La decisione sulla verifica della
fiducia spetta alla Assemblea dei soci.
__________________
LETTERA di Franco De Simoni, 1 nov. 2017
C'e' un grande fermento per appropriarsi dei
simboli e della storia del Partito della Democrazia Cristiana. Apprendiamo da un giornale
che Il sen Rotondi e l' on Cesa stanno aspettando di sapere se Berlusconi ritiene
opportuno utilizzare il simbolo e il nome della DC nella coalizione di destra che
parteciperà alle prossime elezioni politiche. Ci pare incredibile che sia Berlusconi a
decidere se il simbolo e il nome della DC debbano essere nelle schede elettorali della
prossime elezioni.
Altri amici, in modo frettoloso, stanno organizzando un Congresso della loro associazione
spacciandolo per il XIX congresso del Partito della Democrazia Cristiana, senza far
conoscere le future alleanze e la linea politica.
Altri amici ancora sostengono di avere già celebrato il XIX congresso del Partito e anche
di questi amici non è conosciuta la linea politica.
Il "Comitato iscritti alla Democrazia Cristiana del 1993" e' stato il promotore
delle cause che hanno portato alla storica sentenza della Corte d'Appello di Roma che ha
statuito che la DC fu sciolta in modo non corretto e che quindi non risulta essere
sciolta. Questo Comitato fin dallo scorso febbraio sta lavorando per arrivare a un
Congresso unitario di tutte le Associazioni e le personalità che si richiamano ai valori
e alla storia della DC e che possono attestate l'iscrizione al Partito nell'ultimo
tesseramento valido. Nei prossimi giorni saranno resi noti i documenti politico,
organizzativo e giuridico elaborati dalle commissioni di lavoro.
Per impedire, inoltre, che persone senza titolo utilizzino impropriamente il nome e il
simbolo della DC le Associazioni che fanno capo a Raffaele Cerenza, Angelo Sandri e
Antonio Fierro hanno dato incarico ai legali di presentare un ricorso d'urgenza ex art 700
cc per inibire l'uso del simbolo e del nome della DC. Scopo di questo ricorso e' quello di
avere riconosciuta la legittimità' a presentare il simbolo e il nome DC alle prossime
elezioni dopo la celebrazione del XIX congresso della DC.
Rinnoviamo l'appello a tutti gli amici e alle Associazioni a partecipare al ricorso ex art
700 cc e ai lavori di preparazione del Congresso Nazionale. |
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DEMOCRAZIA CRISTIANA: CONVOCATA ASSEMBLEA DEI SOCI per il
18 nov. 2017 |
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AGGIORNAMENTO
SOCI SULLA DC |
ARGOMENTI :
1) Convocata dal Presidente Fontana la Assemblea Soci della DC per il 18 nov.
2017 a Roma, via Taranto 36, ore 9,30 (in seconda convocazione);
2) Urgente dare il contributo libero per pagare avvocato nella causa Cerenza
contro Luciani e altri, per resistere allo annullamento assemblea di feb.
2017 (vedi sotto);
3) Comunicato incontro di Roma del 28 ott. di soci e aspiranti soci, in
preparazione della Assemblea dei soci, |
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URGENTE
DARE IL CONTRIBUTO PER LA DIFESA DELLA DC NELLA CAUSA DI CERENZA E DE SIMONI
Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".
_________
Al 30 ottobre i contributi versati sono stati: Euri
970,00 dai seguenti soci:
- Ammaturo Cosimo Euri 20
- Gubert Renzo Euri Euri 500
- Armato Antonello Euri 50
- Gori Giovanni Euri 50
- Cantelli Gabriele Euri 50
- Caponetto Francesco Euri 50
- Tramonte Cosimo Euri 20 |
Circa
i punti 1 e 3, essi sono dentro il COMUNICATO
dellincontro di Roma 28 ott. 2017, qui sotto :
DEMOCRAZIA CRISTIANA
COMUNICATO
Incontro di Roma 28 ottobre 2017
" Come andare avanti uniti per
riorganizzare giuridicamente la DC in Italia.
All incontro sono stati presenti 31 persone, 1/3 soci, 1/3 gruppo Sandri, 1/3 gruppo
De Simoni (si vegga allegato).
Lo scopo dellincontro e stato concordare, tra i soci e aspiranti soci,
delle proposte comuni, in vista della convocazione della Assemblea dei soci della DC.
In apertura il prof. Luciani si è dichiarato soddisfatto della notizia in
GU, Parte II, del 26.10.2107, che:
1.- In seguito alla richiesta dei 15 soci Nino Luciani, Marino
Riccardi, Francesco Caponetto, Antonio Sabella, Renzo Gubert, Carlo Legnetti, Mimmo
Immaturo, Lorenzo Carrozza, Paolo Miele, Salvatore Napolitano, Enrico Lo Curzio, Gabriele
Cantelli, Nicola Barbuto, Emilio Cugliari, Torriani Luigi :
- il
Presidente Fontana ha convocato la ASSEMBLEA DEI SOCI per il 18 nov.
2017 (in seconda convocazione) a Roma, via Taranto 36 (Teatro Golden).
DOCUMENTO CONCLUSIVO
redatto liberamente da Luciani e Cugliari, convocanti l'incontro
1.- Preambolo. La DC è un partito con un programma di liberta
di giustizia sociale, ispirato ai principi cristiani" (art. 1 dell Atto
costitutivo della DC, 1945, tuttora vigente).
Storicamente la DC è, in particolare, un partito interclassista e di mediazione sociale,
ispirato alla dottrina sociale della chiesa, sia di cattolici sia di non cattolici con
valori comuni.
Ogni
giorno di più si avverte che lassenza, in Italia, della DC, ci priva di uno
strumento di sintesi delle grandi forze storiche italiane, cattoliche, liberali e, in
parte, anche socialiste, tuttora latenti ma vive: quelle stesse che hanno concorso a fare
lItalia moderna e la UE, e che andrebbe riconsiderata per un possibile
ammodernamento.
2.- La DC è stata ricostruita giuridicamente nel febbraio 2017 con la convocazione della
Assemblea dei soci, sulla base di un DECRETO del Tribunale Civile di Roma.
Questa ricostruzione giuridica è un bene comune di tutti i DC, da valere per tutti
(dentro e fuori) per completarla in modo aperto con un congresso per la nomina
degli organi centrali e locali.
Questi i punti sottoposti:
a)
proporre alla assemblea la modifica delle norme organizzative dello Statuto. A questo
fine, il primo passo e' che la Assemblea avochi a se stessa il potere di modificare
lo Statuto, oggi delegato al Congresso (ma impossibile convocare, per decadenza di tutti
gli organi sociali);
b)
nominare una commissione di 10 membri per le proposte di modifica dello statuto. Essa
sara composta per 2/3 da soci e per 1/3 da non soci, aspiranti soci;
c) fare
la verifica dei soci effettivi, allegando apposito modulo alla prossima convocazione
scritta dei soci. Detto modulo conterra una auto-dichiarazione del socio che
conferma la adesione alla DC o vuole porvi termine.
d)
riaprire la possibilita di accettare nuovi soci, nello elenco ufficiale del
tribunale, per i soci che provino di avervi diritto ai sensi della sentenza della
Cassazione 25999/2010. In ogni caso la delibera finale spetta alla Assemblea dei soci.
e)
proporre delibera di rinuncia al recupero del patrimonio immobiliare (su questo punto, De
Simoni si è detto contrario).
2.- In vista delle prossime elezioni politiche, si è concordato:
- di proporre alla Assemblea dei soci di
decidere di partecipare alle prossime elezioni politiche. A questo fine si è espresso la
opinione che sia necessario recuperare
il simbolo scudo-crociato libertas, mediante la procedura dell'art. 700 c.p.c. (inaudita
altera parte), ferme le norme di legge (art. 14 TU 361/1957 e successive modificazioni). |
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La legge vigente:
DECRETO LEGISLATIVO, 20 dicembre 1993, n. 533 Art. 8. (Legge 23 aprile 1976, n. 136, art. 2, lettera b); legge 4 agosto
1993, n. 276, art. 2, comma 1, lettera a)
1. I partiti o gruppi politici organizzati nonche' singoli candidati
che intendono presentare candidature per la elezione del Senato debbono depositare presso
il Ministero dell'interno il contrassegno o i contrassegni con i quali dichiarano di voler
distinguere le candidature medesime, con l'osservanza delle norme di cui agli articoli 14*, 15, 16 e 17 del testo unico delle leggi recanti
norme per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 30 marzo 1957, n. 361.
*
Art. 14 del Testo Unico n.
361/1957
I partiti o i gruppi politici organizzati, che intendono
presentare candidature nei collegi uninominali o liste di candidati, debbono depositare
presso il Ministero dell'interno il contrassegno col quale dichiarano di voler distinguere
le candidature nei collegi uninominali o le liste medesime nelle singole circoscrizioni.
All'atto del deposito del contrassegno deve essere indicata la
denominazione del partito o del gruppo politico organizzato.
I partiti che notoriamente fanno uso di un determinato
simbolo sono tenuti a presentare le loro liste con un contrassegno che riproduca tale
simbolo.
Non e' ammessa la presentazione di
contrassegni, sia che si riferiscano a candidature nei collegi
uninominali sia che si riferiscano a liste, identici o
confondibili con quelli presentati in precedenza ovvero con quelli riproducenti simboli
usati tradizionalmente da altri partiti.
Ai fini di cui al terzo comma costituiscono elementi di
confondibilita', congiuntamente od isolatamente considerati, oltre alla rappresentazione
grafica e cromatica generale, i simboli riprodotti, i singoli dati grafici, le espressioni
letterali, nonche' le parole o le effigi costituenti elementi di qualificazione degli
orientamenti o finalita' politiche connesse al partito o alla forza politica di
riferimento.
Non e' ammessa, altresi', la presentazione di contrassegni effettuata con il
solo scopo di precluderne surrettiziamente l'uso ad altri soggetti politici interessati a
farvi ricorso. Non e' ammessa inoltre la presentazione da parte di altri partiti o gruppi
politici di contrassegni riproducenti simboli o elementi caratterizzanti simboli che
per essere usati tradizionalmente da partiti presenti in Parlamento possono trarre in
errore l'elettore.
Non e' neppure ammessa la presentazione di contrassegni
riproducenti immagini o soggetti religiosi". |
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Nino Luciani, Lecito per la DC usare il
simbolo scudo crociato 1.-
Premessa. Una persona semplice, che considera la possibilità
di usare un simbolo per il proprio partito, alle elezioni politiche, si fa una domanda: se esso puo' usare quel simbolo:
a) anche se esso è di proprietà di qualcun altro ;
b) anche se quel determinato simbolo è stato già usato da qualcuno .
Nel caso della DC è fuori discussione che il simbolo
scudo "crociato - libertas" sia di sua proprietà e che, tornando sulla scena
politica in base a decreto del tribunale (dopo 54 anni), possa rivendicarlo, in quanto la
DC non si è mai sciolta (come da nota sentenza della Cassazione).
Tuttavia, per la legge elettorale, la proprietà non ha
importanza. Quello che conta è il punto b), visto alla luce dell'art. 14 del testo unico
(vedi qui a fianco).
2.- Uso tradizionale di un simbolo. Quello
che conta, per aver diritto all'uso di un simbolo, è averlo usato
tradizionalmente e che si tratti di partito
tradizionalmente in parlamento.
Attenzione: "tradizionalmente" in parlamento non vuol dire
"attualmente" in parlamento.
Il caso della UDC ha un suo valore: nel senso che, negli ultimi 15 anni, quel
partito ha usato quel simbolo, e dunque la UDC ha un diritto.
Per quanto riguarda "Rivoluzione Cristiana" di Rotondi esso non ha usato
il simbolo, in simultanea con l'UDC. Si dice che il suo diritto al simbolo si fondi su
sentenza della Corte di Appello, di questi giorni, che (però) non ho letto (me la
invierebbe ?).
Ma credo che la posizione della DC non sia diversa da quella di
Rinascita Cristiana: c'è stato un pre-uso per
entrambi. Per la DC (ricomparsa legittima della DC dall 26 febbraio 2017 a Roma) il
pre-uso è stato di 54 anni (dal 1948 al 1992).
4.- Conclusione: chi (tra UDC e DC e
Rivoluzione Cristiana), potrà usare il simbolo? Tutti
rientranno nei requisiti di legge, ma uno solo potrà usarlo. Tuttavia, la partita non si
può decidere adesso, ma solo sotto elezioni.
La DC potrà presentare il simbolo, per averlo pre-usato tradizionalmente ed essere
stata tradizionalmente in parlamento.
La UDC si opporrà. Il Ministero deciderà secondo scienza giuridica.
A quel punto, se il simbolo fosse negato alla DC o alla UDC, la cosa passerà in
Cassazione.
Penso che la precedenza spetti chi l'ha usato di più. |
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DEMOCRAZIA CRISTIANA: ATTESO DAL TRIBUNALE (il 3 ott.) IL
DEFINITIVO SCONGELAMENTO |
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AGGIORNAMENTO
SOCI DELLA DC |
ARGOMENTI :
1) Causa di "Cerenza contro Luciani", Alessi e
Altri", per far annullare dal Tribunale l'Assemblea della DC storica del 25-26 feb.
2017: costituzione in giudizio. Udienza il 3 ott.
2) Partecipazione di Fontana all'incontro di associazioni e comitati se-dicenti filo-DC,
organizzato da De Simoni e Cerenza.
3) RIchiesta a Fontana di convocare l'Assemblea dei soci: a) per riferire e rendere
possibile un dibattito, prima del 3 ottobre;b) e in attuazione della delibera della
assemblea di feb. 2017.
4) Dibattito sulla richiesta di riapertura alla ammissione dei vecchi iscritti del 92-93. |
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Prosecuzione
raccolta fondi (necessari 3000,00) per pagare lavvocato per la causa di De
Simoni e Cerenza.
Il contributo
libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".
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Finora i versamenti sono stati:
- Ammaturo Cosimo 20
- Gubert Renzo 500
- Armato Antonello 50 |
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DOCUMENTO
DI COMUNI INTENTI DEI SOCI DC Richiesta convocazione Assemblea dei soci DC
- AL PRESIDENTE DEL
PARTITO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA ON. AVV. GIOVANNI FONTANA
Oggetto: - Richiesta di
convocazione assemblea dei soci DC
DOCUMENTO DI COMUNI INTENTI DI SOCI, 23 sett.
2017
1.- PREMESSA:
a) Causa di "Cerenza contro Luciani", per far annullare dal Tribunale
l'Assemblea della DC storica del 25-26 feb. 2017. In vista della
udienza del 3 ottobre, il 12 sett. 2017 i 5 Firmatari del Tribunale (Luciani, Alessi,
D'Agro', Grassi, Gubert) e Fontana Presidente, si sono riuniti a Roma ed hanno dato
procura all'Avv. Filippo Chiaramonte per costituirsi in giudizio per avversare De Simoni e
Cerenza.
Ma ricordo che la costituzione di Fontana dovra' essere ratificata dalla Assemblea
dei soci, per essere valida.
Questa costituzione e' stato un passo fondamentale che dimostra la volonta' della DC di
vincere la propria battaglia per il ritorno in politica in Italia, e da' coraggio al
popolo DC.
b) Partecipazione di Fontana all'incontro di associazioni e comitati se-dicenti
filo-DC, organizzato da De Simoni e Cerenza. Risulta da FaceBook, https://www.facebook.com/events/1965633463710025/ che
il 12 sett. 2017 a Roma si e' svolto un incontro di 10 associazioni e comitati, da loro
organizzati.
Il COMUNICATO E' RIPORTATO QUI
SOTTO.
2.- RICHIESTA DI CONVOCAZIONE URGENTE DELLA ASSEMBLEA DEI SOCI DELLA ASSEMBLEA DC
a) Si ritiene che questa partecipazione di Fontana vada
inquadrata nella attivita' preparatoria di lui per il successo finale della DC.
Tuttavia, considerato che la frequentazione (ripetuta) dei "due ricorrenti", da
parte di Fontana, avviene nella imminenza della Udienza del Tribunale (3 ott. 2017), e che
essa suscita gravi interrogativi, appare atto dovuto e urgente che Fontana convochi
l'Assemblea dei soci per riferire, e questo avvenga prima del 3 ottobre.
b) Con l'occasione dovranno essere messi all'odg altri punti
quali:
- recupero dello scudo crociato - libertas
- attuazione delibera gia' presa dalla assemblea di febbraio, circa le modifiche dello
Statuto (parte organizzativa);
- nomina di un vice-presidente;
- verifica numero di tutti i soci, tramite pubblici proclami;
- varie ed eventuali.
SOCI FIRMATARI DEL DOCUMENTO: Nino
Luciani, Marino Riccardi, Francesco Caponetto, Antonio Sabella, Renzo Gubert, Carlo
Leonetti, Mimmo Immaturo, Lorenzo Carrozza, Paolo Miele, Salvatore Napolitano, Enrico Lo
Curzio, Gabriele Cantelli, Nicola Barbuto, Emilio Cugliari, Torriani Luigi. |
Fonte:
FaceBook, 12 sett. 2017.
Per il COMUNICATO: vedi sotto
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COMUNICATO di
Franco De Simoni, su FaceBook, Roma 12 sett. 2012=mentions
"Si sono riuniti oggi a Roma gli Stati Generali delle
Associazioni che si richiamano ai valori della Democrazia Cristiana.
Approvando le proposte del Sen. Gianni Fontana e dell'On. Antonio Paris, si è deciso di
arrivare alla convocazione degli iscritti alla DC negli anni 1992 e 1993. Tramite pubblici
proclami entro il mese di ottobre per arrivare ad una Assemblea Organizzativa degli
iscritti.
Questa Assemblea approverà il Regolamento in base al quale sarà tenuto il Congresso.
Il Congresso sarà tenuto entro il mese di dicembre 2017.
L'Assemblea ha anche deciso che il Sen. Fontana e Franco De Simoni entro dieci giorni da
oggi si riuniscono per coinvolgere tutte le Associazioni che si richiamano ai valori e
alla storia della Democrazia Cristiana che costituiranno il Comitato organizzativo, che
varerà la relazione del percorso organizzativo che dovrà portare alla celebrazione del
Congresso".
Firmato: Franco
De Simoni Vice Presidente Comitato iscritti alla DC 1993; Sgrò Giovanni Presidente
dell'Associazione Partecipazione Popolare, Luigi Prergamo Presidente Nazionale Lega per
l'Italia; Ciccarelli Antonio Capo Gruppo Consigliare Comune di Fondi; Rodolfo Violo
Presidente Associazione Cattolici III Millennio; Moreno Capodarte; Tropeano Gaetano
Presidente Associazione Liberi e Forti iscritti DC 1992/1993; Petrillo Mario Presidente
Associazione Mancini Enzo Segretario Provinciale DC Frosinone; Di Stefano Antonio
Associazione Italiani Terzo Millenio;Luigia Perillo Cooperativa Sociale Onlus PRL; Nicola
Crocetta ex Presidente Comunità Montana Muro Lucano; Gianni Fontana Presidente
Associazione Democrazia Cristiana; Antonio Paris Ex Capo Gruppo Provinciale Roma e Capo
Gruppo Consigliare Comune di Capena". |
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LETTERE PRECEDENTI DI LUGLIO E AGOSTO
2017 |
DEMOCRAZIA CRISTIANA: ATTESO DAL TRIBUNALE IL DEFINITIVO
SCONGELAMENTO |
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NUOVA
LETTERA DI LUCIANI A FONTANA, PRESIDENTE |
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IL 3 OTT. 2017, LA CAUSA GIUDIZIARIA DI DE SIMONI E CERENZA,
che punta all'annullamento della Assemblea ri-fondativa di feb. 2017,
MA POTENZIALE STRUMENTO DI CHIARIFICAZIONE PER IL
FUTURO |
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Intanto rimane immutata la
volonta' dei soci di ri-costituire
in italia un partito di cattolici per il campo temporale, mentre
è proprio della chiesa cattolica limitarsi al campo religioso. |
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ARGOMENTI
DELLA SECONDA LETTERA (Circa la prima lettera,
vedi più sotto):
a) Prosecuzione censimento soci della DC;
b) Costituzione della DC in giudizio, per la causa di Cerenza per annullamento Assemblea
dei soci della DC del 26 feb, Ergife;c) Lettera di De Simoni e Cerenza.
d) Prosecuzione raccolta fondi ( 3000,00) per pagare lavvocato per la causa di
De Simoni e Cerenza.
Il contributo
libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC". |
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CARO FONTANA,
ti scrivo su quattro argomenti vitali,
per completare la riorganizzazione giuridica della DC |
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1) Censimento dei
soci. Come da tuo incarico, sto proseguendo il censimento dei soci effettivi, per
convocare presto la assemblea dei soci per la modifica dello Statuto il base al codice
civile e andare a congresso per la elezione dei dirigenti
nazionali e locali del partito. Infatti, rimane ferma la volonta' dei soci di ri-costituire
in italia un partito di cattolici per il campo temporale, mentre è proprio della
chiesa cattolica limitarsi al campo religioso.
2) Costituzione della DC in giudizio, per la causa
di Cerenza. Come sai, il Tribunale Civ. di Roma ha fissato, per il 3
ott. 2017, ludienza per la causa di De Simoni e Cerenza per lannullamento
della Assemblea dei soci della DC.
A questo fine, lart. 166 del codice di procedura civile stabilisce che i
"convenuti" (Luciani, Alessi, DAgro, Grassi, Gubert, Fontana) si
costituiscano in giudizio almeno 20 giorni prima (si puo farlo anche solo il giorno
prima, ma perdendo gli importanti diritti di cui allart. 167).
E poiché, per la DC, la delibera di costituirsi deve essere presa dalla Assemblea dei
Soci, cè lattesa che tu convochi subito lAssemblea stessa.
E pur vero che la delibera di costituirsi potrebbe essere presa da te con
Decreto durgenza, con riserva di sottoporla a ratifica della prima Assemblea in
programma.
Tuttavia, ci sono motivi nuovi in favore della convocazione immediata, e che si
aggiungono al motivo principale (già segnalato nella prima lettera del 29 luglio, sotto
riportata) vale dire lAssemblea dei soci del 26 feb 2017, aveva già deliberato la
riconvocazione per decidere sulla modifica di Statuto e andare a congresso.
3) Ti sottopongo i motivi nuovi :
a) Lettera di De Simoni e Cerenza. In questi giorni mi e
pervenuto da loro un invito a una riunione, il 12 sett. 2017 a Roma, per gli "Stati
Generali delle Associazioni e delle Organizzazioni che condividono i valori della
DC".
A mio modo di vedere (a parte che, grosso modo, sono poco piu' dieci persone),
questa idea è senza fondamento giuridico ma anche consapevolmente sabotatrice della DC.
Infatti , lo scopo sarebbe di arrivare in ottobre a fare il "XIX congresso della DC
in base al vecchio statuto, nel rispetto della sentenza della Cassazione del 2010"
(parole di loro). La mancanza di fondamento sta nel fatto
che già una sentenza, vinta da Cerenza, aveva annullato il XIX congresso perché aveva
applicato il vecchio Statuto, non applicabile
).
Pertanto, considerato che De Simoni e Cerenza sono membri della Assemblea dei soci
della DC, va messo allodg. della prossima Assemblea dei soci il seguente odg.:
"Espulsione dei due" quale atto dovuto, in coerenza con la loro scelta di non
riconoscere lAssemblea. |
b) Riapertura ricognizione soci del 1992-93.
Cè tuttavia un punto della predetta lettera dei "due" che, in qualche
modo, mi spinge a fare un passo indietro ed è laccenno di loro al rispetto della
Sentenza della Cassazione 25999/2010".
Conoscendo De Simoni, so che questo vuol dire doversi far partecipare al prossimo
congresso tutti i soci validi al 18 gennaio 1994 (data di presunto scioglimento della DC).
In premessa, ricordo che questo è già stato fatto due volte:
- una prima volta nel 2012, Fontana (allora Segretario provvisorio nominato dal Consiglio
Nazionale) aveva fatto la ricognizione di tutti gli aventi titolo, in base alla detta
sentenza della Cassazione;
- una seconda volta nel gennaio 2017, quando (nel convocare lAssemblea dei soci del
feb. 2017), io avevo riaperto lammissione dei soci, che per qualche errore fossero
rimasti fuori allora. E infatti De Simoni e Cerenza (e altri 5) erano stati accettati come
soci (pur non essendo nellelenco del tribunale). Anzi essi avevano partecipato alla
Assemblea.
Pur tenuto conto di questi due precedenti, se i due hanno notizia di altri iscritti
rimasti fuori, io non mi oppongo a che sia apra un terzo round, in ulteriore ottemperanza
alla sentenza della Cassazione.
Tuttavia, deve essere chiaro:
- che, oggi, questa riapertura è divenuta una competenza esclusiva della Assemblea dei
soci e dunque essa potrebbe essere messa allodg della prossima assemblea, prima del
punto relativo alla loro espulsione.
- questa riapertura devessere contrattata tra tutti i soci (compresi i soci De
Simoni e Cerenza), vale dire essa non devessere un regalo unilaterale ai due. Lo
scopo è che si arrivi ad una piena pacificazione.Un ulteriore
punto per lordine del giorno, gia richiesto da altri, dovrà essere la nomina di un vice-presidente.
4) Prosecuzione raccolta fondi. Ti ricordo che ho anticipato
3.000,00 per lavvocato. Ti prego di invitare i soci e i sostenitori della DC
a dare il contributo libero per la colletta (anche solo 10,00).
Chi vuole e' pregato di dare il contributo libero, sul
seguente conto:
LUCIANI NINO,
presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: spese avvocato causa Cerenza contro Luciani |
Vive cordialita. Nino luciani |
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DEMOCRAZIA CRISTIANA : PRIORITA' AL COMPLETAMENTO DELLA
RICOSTRUZIONE GIURIDICA |
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DUE LETTERE: una soci, una a Fontana
La
strada maestra per la ricostruzione della Democrazia Cristiana storica |
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1) Risolvere le
questioni giuridiche (anche recuperare il simbolo Scudo crociato) ;
2) La nuova DC non sia un partito che si aggiunge, ma la prima pietra di una federazione
di tutti i partiti, associazioni, movimenti della diaspora della vecchia DC |
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I due
punti vanno considerati secondo un ordine di ordine di propedeuticità |
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Nota. La
ricostruzione giuridica della Democrazia Cristiana (storica) era avvenuta il 26 feb. 2017,
su autorizzazione della convocazione della Assemblea dei Soci, da parte del Tribunale di
Roma In quella sede è stato eletto il Presidente della Associazione Giovanni Fontana, la
cui durata era previsto dovesse cessare a giugno, con il congresso per la nomina degli
organi centrali e locali.
Ma tra la nomina del Presidente (pro-tempore) e il congresso doveva esserci una
fase intermedia con la modifica delle norme organizzative dello Statuto.
Questa fase comportava alcune difficoltà, che ha indotto Fontana a by-passarle,
anzichè ad affrontarle.
C'è stato, in parallelo, anche il ricorso al Tribunale di Roma, di due soci per fare
annullare l'Assemblea e questo ha reso Fontana "sensibile" alle ulteriori
iniziative di "uno" dei due ricorrenti.
In questo servizio, pubblichiamo due lettere: una ai soci, l'altra a Fontana
perchè si affronti la situazione in modo giuridicamente corretto, senza
improvvisazioni e fantasie, pericolosissime. |
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LETTERA AI SOCI
a) Vi informo che la "causa Cerenza
contro Luciani" (per lannullamento della Assemblea dei soci del 25-26 feb.
2017) e stata rinviata dal Tribunale al 3 ottobre 2017 e che la Democrazia Cristiana
dovra costituirsi in giudizio (per non essere condannata in contumacia). Per fare
questo serve la delibera della Assemblea dei Soci, in tempo utile. Per maggiori
spiegazioni rinvio alla lettera (qui a fianco) a Fontana.
Per fronteggiare la causa, serve attivare un avvocato e anticipare 3.000,00
(tremila) per le spese minime necessarie.
Chi vuole e pregato di dare il contributo libero (anche solo 10), sul
seguente conto:
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LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN
PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810. |
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b) Vi informo anche che
dobbiamo fare il censimento dei soci effettivi. Di fare questo ho avuto delega scritta da
Fontana.
Il problema si pone in quanto lAssociazione deve conoscere
lesatto numero dei soci, tenuto conto che, in occasione della convocazione deila
Assemblea di feb 2017, sono emersi fatti da approfondire. Precisamente alcune raccomandate
sono tornate indietro perche il socio era deceduto (parole del postino, scritte
sulla busta), o perché il socio non ha ritirato la raccomandata entro i termini di
giacenza, o perché il socio ha cambiato indirizzo senza darne comunicazione.
Per fare questo lavoro serve che in ogni provincia ci sia
un amico disposto a collaborarmi, per andare a cercare il socio, caso per caso, negli
indirizzi che gli forniro.
Chi e disponibile mi scriva e gli mandero presto lelenco dei soci di
ogni Provincia. |
LETTERA A FONTANA
Caro Fontana,
a) in Tribunale la causa per l'annullamento della Assemblea dei soci e
giuridicamente denominata "CERENZA CONTRO LUCIANI " ma, politicamente, la
controparte e' la DEMOCRAZIA CRISTIANA.
Questo significa che non solo i 5 firmatari della domanda al tribunale, a suo tempo
(Luciani, Alessi, DAgro, Grassi, Gubert), ma anche la DC, dovranno costituirsi
in giudizio.
Questo richiede contattare lAvvocato che ci ha seguito in tutti questi
anni, Filippo Chiaramonte, Roma, Via della Conciliazione 44 (tel. 0039 347 9707988), per
firmare la procura a provvedere alla nostra difesa. Chi non puo andare, deve inviare
delega notarile.
La costituzione in giudizio e necessaria, anche da parte dei singoli,
per non essere condannati in contumacia.
b) LAvvocato ha fatto un preventivo di spesa di 3.000,00 (tremila)
anticipato,cifra probabilmente definitiva, se la causa non proseguira' in appello.
Circa il preventivo delle spese, devo segnalarti che, precedentemente, questo
Avvocato aveva fatto gratis tutte le pratiche (gia dal 2014) e che la cifra per
questa causa (molto impegnativa) e assolutamente minima.
Inoltre, miei amici "legali di Bologna" avevano gia dato molta
assistenza gratuita, in passato. Noi della DC dovremmo ringraziare gli "amici
giuristi di Bologna" (almeno una volta).
In questo caso del ricorso, io ho predisposto la memoria difensiva (due mesi di
lavoro), e lho gia inviata allAvvocato (questo e' gia' un grosso
contributo, dal lato spese giudiziarie).
c) In origine la causa era fissata per il 26 luglio 2017, e la costituzione in giudizio
(art. 136 del c.p.c.) doveva avvenire entro il 6 luglio (ossia almeno 20 giorni prima). |
In prossimita del 6 luglio ti
ho telefonato perche tu prendessi contatto con lAvvocato (e anche perche
cera da anticipargli la cifra).
Tu hai preso contatto con lui il giorno dopo, ma anche chiarito (prima a me, e poi
a lui) che le casse della DC erano vuote
In queste condizioni, tenuto conto della assoluta necessita di salvare la DC
e considerato che (nellatto di citazione) sono il primo in ordine di citazione, ho
deciso di anticipare la somma, riservandomi di fare una colletta presso tutto il popolo
DC, come avevo gia avevo fatto per la convocazione della assemblea dei soci.
Tuttavia, si sia consapevoli che i miracoli non sono ripetibili facilmente.
Faccio appello alla collaborazione e allimpegno di tutti per il secondo miracolo.
d) Per quanto riguarda il fatto che la cassa DC fosse vuota, la causa
in tribunale non era una novità: lo sapevamo tutti. Forse sarebbe
stato necessario cercare di cominciare ad alimentarla.
Per quanto riguarda il fatto della costituzione in giudizio della DC, si sarebbe dovuto
convocare lAssemblea prima dei 20 giorni prescritti.
Queste due omissioni costituiscono un pericolo grave per la DC.
Per questo ritengo necessario evidenziare un primo bilancio sommario della tua Presidenza
in questi primi 5 mesi.
Caro Fontana,
a) in origine, in un convegno sul codice etico a Bologna, fu concordato che ( considerato
che il tribunale aveva accolto la domanda di convocazione della DC in base al codice
civile per impossibilita di applicare il vecchio statuto), si sarebbe proseguito con
il codice, senza piu voltarsi indietro.
Inoltre si era stabilito che la strada maestra fosse
(anche per consiglio personale del Vescovo Tommaso Ghirelli, Segretario Regionale della
CEI per la E.R., in occasione del convegno sul codice etico):
1) risolvere, prima, le questioni giuridiche (anche recuperare il
simbolo Scudo crociato) ;
2) la nuova DC non sarebbe stata un partito che si aggiunge, ma la prima pietra di
una federazione di tutti i partiti, associazioni, movimenti della diaspora della vecchia
DC.
I due punti erano in un ordine di propedeuticita. Non puoi fare il secondo, se non
hai fatto il primo; cosi come a scuola non puoi fare la matematica e la storia, se
prima non hai fatto litaliano.
b) A me pare, invece, che tale ordine sia stato invertito, e questo rischia di
determinare una tragedia, in quanto nessuno prende in seria
considerazione la DC, se essa non dimostra di essere capace di esistere con tutti i suoi
organi centrali e locali e il suo simbolo scudo crociato.
La prima prova plateale di quella inversione labbiamo avuta a Camaldoli (17-18
giugno 2017). Qui (io cero), dopo aver parlato due ore ininterrotte su un tuo
programma, ma senza nominare mai la DC, tu hai annunciato una grande assemblea costituente
di tutti i partititi, associazioni, movimenti cattolici per la fondazione di un grande
partito dei cattolici, per l8 dic. al Lago di Garda.
Non hai detto il nome del nuovo partito, ma per logica implicita, il nome poteva non
essere "DC".
Caro Fontana,
a) mi permetto mettere in evidenza che a Camaldoli e stato ricordato il dovere della
Presidenza di riconvocare anzitutto lAssemblea dei soci, come da delibera del 26 feb
per modificare le norme organizzative dello Statuto e andare a Congresso per la nomina
degli organi nazionali e locali.
A Camaldoli la Presidenza era anche stata sollecitata ad informare tempestivamente il
Ministero dellInterno (Servizi Elettorali) della assemblea del 26 feb. con nomina
del Presidente della DC, in modo che gia nelle elezioni comunali giugno, appena
trascorso, si potesse far valere lo scudo crociato.
Nulla di tutto ciò è stato fatto, e così si è sprecata loccasione delle elezioni
amministrative per fare validare il simbolo scudo crociato, almeno nei grandi Comuni.
Altra grande occasione prossima potranno essere le elezioni Siciliane, gia
focalizzate da nostri amici (A. Alessi, a Caltanissetta; A. Sabella in una intervista a
Canale Italia, https://www.youtube.com/watch?v=71WpVvCbAsI&t=5s ).
b) Sempre a Camaldoli, avevamo anche concordato con Paris (amico di De Simoni) che con
loro si poteva aprire uno spazio per concordare assieme le modifiche di Statuto da
proporre alla Assemblea dei soci, e arrivare poi al congresso.
Per inciso ti segnalo che Paris aveva capito dover andare a congresso con il
vecchio statuto, in base ad accordi con te. Ma subito si chiari l'impossibilita' di
questo percorso, in quanto (in base al vecchio statuto), il congresso puo' essere indetto
solo dal CN Consiglio Nazionale, ma che e decaduto. E' decaduto anche l'organo che
indice un nuovo tesseramento. Inoltre non esiste in Statuto alcuna norma che attribuisca
alcun potere al Presidente dell'Associazione Partito DC, fermo (al piu') il potere di
rappresentanza di cui all'art. 36 del codice civile.
c) Ma ora vedo che sono stati ripresi i colloqui con De Simoni e altri, allo scopo di
un presunto allargamento della DC a tutti gli iscritti DC della diaspora, rimessi in campo
dalla Sentenza della Cassazione della DC del 2010. Annunci che faresti la convocazione, a
Roma il 9 settembre 2017, di una assemblea generale congiunta della Assemblea dei soci
della DC e di Associazioni varie, con De Simoni, Sandri
Questo mi pare eccessivo (pur se teoricamente ammissibile) in quanto non si tiene
conto che lampliamento a tutti gli eventuali aventi titolo ( ai sensi della sentenza
della Cassazione) e stato gia fatto nel gen-feb scorso, tante che
sono stati accolti 7 ulteriori soci, tra cui De Simoni.
E poiche, tuttora, il proseguimento della fase giuridica e un problema
tecnicamente difficile, direi di limitarci a chiudere questa fase. Precisamente, ribadirei
che, dopo il congresso, si aprira' a tutti
mediante un tesseramento e si fara
la federazione con tutti i desiderosi e validi.
Sia comunque chiaro che ogni competenza in materia
e della Assemblea dei soci della DC, non del Presidente senza un mandato.
Caro Fontana,
direi anche che non e stato mai chiarito a quale titolo De Simoni possa
contemporaneamente:
1) essere socio della Assemblea dei soci della DC storica;
2) essere ricorrente per annullare lAssemblea dei soci della DC;
3) essere tuo conferente abituale.
Direi che De Simoni vada espulso dalla Assemblea dei soci, "per la
contraddizion che nol consente" (Dante Alighieri), salvo che si riscatti.
A riguardo di Sandri, ti ricordo che la Cassazione lha condannato come non
avente titolo a pretese sulla DC storica, e ti ricordo che, come persona, egli e
gia uno dellelenco dei 1742 soci.
Ce, poi, il fatto che questa Assemblea dei soci, che tu vuoi convocare
congiuntamente con le suddette associazioni, richiedera tanti soldi. Ma tu hai
dichiarato che le casse della DC sono vuote
per la costituzione in tribunale.
Caro Fontana,
vengo alla conclusione finale e ti chiedo con fermezza :
- di ottemperare alla delibera della Assemblea dei Soci (di convocare lAssemblea
stessa per la modifica delle norme organizzative dello Statuto, e andare a Congresso);
- e chiedere alla Assemblea di deliberare di costituirsi in giudizio.
Si tratta di impegni imprescindibili, obblighi cui la Presidenza non può sottrarsi
tanto che, se disattesi, sento il dovere morale di chiedere al Presidente di porre le
proprie dimissioni allodg della prossima Assemblea.
Saluti cordiali . NINO LUCIANI |
.
LA
DC STORICA DI NUOVO BLOCCATA,
pur se, dopo la nomina del Presidente dell'Assemblea deI soci della DC storica,
la DC può funzionare (dopo 23 anni) senza avere più bisogno della Magistratura. |
REFERENDUM
DELLA RETE DC ? |
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Sotto un profilo giuridico formale,
si è di fronte a una inadempienza grave del Presidente: nel senso che, dopo 4 mesi
dalla assemblea, egli non ha ancora attuato una delibera della assemblea del 26 feb. 2017. |
|
Sotto un profilo sostanziale, c'è
una divisione dentro il gruppetto dei notabili, attorno a Fontana:
alcuni vogliono andare a Congresso con il vecchio Statuto; altri vogliono andare a
congresso,
con un nuovo Statuto (per le norme organizzative) applicando il codice civile (art.
21). |
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In queste condizioni, l'unico modo di
sbloccare è sottoporre
la decisione al Referendum della Rete DC, come fanno i Grillini |
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MECCANISMO
DI REFERENDUM :
Chi vuole, dica la sua idea con una breve e-mail
al seguente indirizzo: nino.luciani@libero.it
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Le risposte saranno presto pubblicate su questo sito |
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BREVE EDITORIALE
Premessa. Già in origine, nel
cercare di risolvere come organizzare la DC, ci eramo domandati:
a) andare a congresso con il vecchio statuto ?
b) oppure, andare congresso con un nuovo statuto, dopo avere aggiornato le norme
organizzative applicando il codice civile ?<
Facciamo, qui sotto, la storia di questo dilemma.
STORIA. 1) Preso
atto che il XIX congresso del 2012 era stato annullato per la impossibilità di applicare
correttamente il vecchio Statuto, si decise di chiedere al Tribunale civile di convocare
lassemblea dei soci in base al codice civile.
Poi, nel settembre 2016, mentre si attendeva la risposta del Tribunale, ci fu una
discussione (nello Studio di Fontana, a Roma) tra me e Grassi (presente Alessi).
Precisamente:
- Luciani sosteneva che, se il giudice avesse accolto il ricorso in base al codice, si
doveva poi proseguire la strada verso il congresso, continuando ad applicare il codice;
- Grassi sosteneva, invece, che (dopo il decreto del giudice) si dovevano ricostituire le
sezioni, e andare a congresso con il vecchio statuto.
La discussione si concluse con un accordo: se il Tribunale avesse accettato lelenco
dei soci del 2012 e convocato lassemblea in base al codice, si sarebbe proseguito
con il codice.
2) Ma poi, nel corso dell'Assemblea dei soci,
il 26 feb 2017, e' riemersa la questione.
- Avevo proposto alla assemblea la seguente norma transitoria: "In
via transitoria, tutte le modifiche di statuto, che rendono attuabili la ricostituzione
degli organi medesimi, sono di competenza della assemblea".
Questo presupponeva che fosse rispettata l'intesa di proseguire applicando il codice
civile.
- Ma Grassi, che al momento presiedeva lassemblea, si
oppose e la votazione fu rinviata alla successiva assemblea, su proposta di Bonalberti.
3) Sono passati oltre tre mesi e l'Assemblea
non è stata ancora convocata.
Anzi, al contrario, Fontana convocava un "Gruppo di persone", da lui
scelte, a Roma il 26 aprile, per fare approvare un ordine del giorno in cui si diceva
"di organizzare le sezioni della DC comunali, territoriali e comitati civici in
tutto il territorio nazionale con in criteri gia comunicati dal presidente
dellassociazione come da sua precedente lettera. Le sezioni sono lo strumento base a
tutela dei successivi adempimenti per lo svolgimento regolare dei congressi provinciali,
regionali ed infine nazionale e delle elezioni dei delegati nel loro ambito eletti".
4) Di fronte al capovolgimento delle cose, io
avevo comunicato ultimamente che facevo un passo indietro, e lasciavo via libera a Grassi.
Ma è' passato inutilmente un altro mese, e non risulta essere stata costituita una
sola sezione locale.
A questo punto mi sento di ribadire quanto gia' detto il 26 aprile e precisamente:
a) In base all'art. 34 dello Statuto, per costituire una Sezione servono 15
iscritti del 1992, con prova di possedere la tessera del 1992;
b) Poi, serve l'approvazione della Direzione provinciale.
E' impossibile realizzare:
- l'una condizione (perchè pochissimi hanno conservato la tessera);
- e l'altra condizione (le Direzioni provinciali sono decadute.
Come pure, il Presidente Fontana non puo' sostituire la Direzione provinciale,
perche' nello Statuto non esiste una norma in tal senso.
5) Questa conclusione è di una evidenza
intuitiva, anche considerato il precedente: che già è stato annullato il XIX congresso,
celebrato in base al vecchio Statuto. |
Un precedente: Incontro di Mestre
Il 4 aprile 2017 si è svolto a Mestre un incontro di Ettore Bonalberti,
Luciano Finesso, Nino Luciani, Amedeo Portacci, Giorgio Zabeo allo scopo di
concordare una proposta da inviare a Fontana, in vista della attesa Assemblea dei soci.
Ecco, qui seguito, il documento.
I -
ARGOMENTI PER PROSSIMA ASSEMBLEA DEI SOCI
a) nomina vice presidente (o due)
b) approvazione aggiornamento elenco dei soci effettivi
Nota. Questa approvazione presuppone la verifica della situazione reale,
date le informazioni emerse nel corso della convocazione assemblea dei soci e dopo avere
sentiti i membri in elenco, sulla volonta' di restare soci.
c) In ogni caso, circa l'invito alla prossima assemblea, si fara'
domanda al presidente del tribunale di potere invitare i soci, oltre che con lettera al
domicilio, con invito per pubblici proclami.
d) Approvazione delle seguenti Norme transitorie:
- In via transitoria, tutte le modifiche di
statuto, che rendono attuabili la ricostituzione degli organi medesimi, sono di competenza
della assemblea.
- Sino alla completa riorganizzazione del Partito, il Presidente del
Partito è autorizzato, anche ora e per allora e con espressa ratifica di quanto sino ad
ora sia stato fatto, a convocare gli associati mediante pubblici proclami, con avviso da
pubblicare almeno 20 giorni prima sulla GU e all'Albo Pretorio del Comune di Roma
Nota. Questa proposta va coordinata con il punto c)
e) approvare portabilità di una delega
Nota. L'argomento "modifiche di statuto" va messo dopo quella
di approvazione della norma transitoria
g) mettere a punto una strategia comune per l'uso del simbolo, nelle
prossime elezioni.
(A questo proposito, si riportano le parole della sentenza della Corte di Appello, p. 27):
" quest'ultima (ossia la DC) conserva altresì la titolarità del nome e del
simbolo".
In ogni caso occorre Informare il Ministero dell'Interno (Ufficio
Elettorale), "per opportuna conoscenza" della avvenuta ricostituzione
della Assemblea dei Soci della DC, con elezione del Presidente, il 26 feb. 2017, allegando
il verbale della assemblea.
_____________
II - Progetto nuovo statuto: NOMINA DEL CONSIGLIO NAZIONALE
a) le sezioni locale, comunale e provinciale sono soppresse e si
istituisce la sezione unica regionale.
b) il consiglio nazionale ha un numero di 100-150 membri, ripartiti tra
le regioni proporzionalmente alla popolazione anagrafica, rispettiva, con il minimo di un
membro.
Esso è eletto dal congresso composto da tutti gli iscritti al partito.
I candidati regionali al consiglio nazionale sono votati per lettera cartacea o per e-mail
posta certificata, da inviare alle sedi regionali;
c) Il CN dura in carica quanto una legislatura (5 anni).
Il CN è organizzato in due gruppi, di cui uno è il gruppo di maggioranza, l'altro è il
gruppo di minoranza, la cui identificazione avviene in relazione alla elezione del
segretario nazionale.
Esso, di norma, ha i poteri previsti dallo Statuto vigente.
d) Ogni Regione elegge i membri del CN sulla base di liste concorrenti e
ripartito proporzionalmente ai voti da esse ottenute. In ogni caso i candidati dovranno
provenire dalle varie province, nessuna esclusa;
e) Il CN elegge il proprio presidente ed è eletto il candidato più votato.
f) Il CN elegge il Segretario nazionale sulla base di un programma
politico.
Viene eletto il candidato con la maggioranza assoluta al primo turno, o chi ha più voti
al ballottaggio al secondo turno.
I gruppi che hanno eletto il segretario costituiscono il gruppo di maggioranza; tutti gli
altri costituiscono il gruppo di minoranza. |
|
|
.
In
vista delle elezioni politiche 2018, in Italia |
|
.
Per una
Legge elettorale proporzionalista "pura",
ma associata a Regolamenti parlamentari che
obbligano i partiti al "bipolarismo" nel dopo elezioni
.. |
|
LUCIANI: |
1) Bipartitismo
come idea e bipolarismo in pratica. In questa problematica il
criterio principe è incanalare gli italiani verso il bipartitismo perche' e' il sistema
che più permette agli elettori scelte dirette dei governanti. Ma, in ltalia l'estremo
campanilismo tuttora non permette questa scelta (ed è ben noto che l'unità d'Italia fu
fatta da una élite, non dagli italiani).
2) Gradualità... In una gradualità
verso il bipartitismo, proporrei alle èlite (tali sono i partiti) il proporzionale puro
(caro agli italiani), ma con la fiducia che i partiti faranno il bipolarismo (subito),
stabilendo che i gruppi paramentari non possano avere membri di numero inferiore ad una
soglia alta.
3) No a sbarramenti. Gli sbarramenti
all'entrata sono antidemocratici e, soprattutto, inutili, se sono vanificati (nel dopo
elezioni) dalla proliferazione dei gruppi parlamentari. |
|
IL TESTO DI RIFERIMENTO ALLA CAMERA
predisposta dal Relatore Mazziotti.
RIASSUNTO IN ESSENZIALE :
1.- Camera e Senato : sbarramento al 3%, premio di maggioranza alla lista che ottenga
almeno il 40% al primo turno.
Al Senato ci saranno 50 collegi plurinominali, 100 alla Camera, capilista bloccati e
preferenze.2.- Raccolta delle firme:
a) possibilità di sottoscrizione digitale;
b) riduzione del numero di firme;
c) modifica del regime di autenticazione delle firme. |
PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO
DEL RELATORE
Art. 1. (Disposizioni in materia di elezione della Camera dei
deputati).
1. Al testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati,
di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a) al comma 2 dell'articolo 1, le parole da: con l'eventuale
attribuzione di un premio di maggioranza fino alla fine del comma sono sostituite dalle
seguenti: con l'eventuale attribuzione di un premio di maggioranza qualora la lista che ha
conseguito il maggior numero di voti validi abbia altres onseguito una percentuale di voti
pari almeno al 40 per cento del totale nazionale;
b) all'articolo 7, comma 1, lettera c), dopo
le parole: i sindaci sono inserite le seguenti: metropolitani e i sindaci;
c) all'articolo 11, il quinto comma brogato;
d) all'articolo 18-bis, sono apportate le seguenti
modificazioni:
1) al comma 1, le parole: da almeno 1.500 e da non pi di 2.000 elettori sono sostituite
dalle seguenti: da almeno 300 e da non pi di 500 elettori;
2) dopo il comma 1 nserito il seguente:
1-bis. Anche in deroga alle disposizioni del comma 1, le sottoscrizioni possono
essere raccolte in modalit igitale, anche attraverso l'utilizzo della firma digitale o
della firma elettronica qualificata, ai sensi del codice dell'amministrazione digitale, di
cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.;
e) all'articolo 20, sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al secondo comma, dopo le parole: anche in atti separati, sono aggiunte le seguenti:
o in modalit igitale ai sensi comma 1-bis dell'articolo 18-bis;
2) al quarto comma, sono aggiunte, in fine le seguenti parole: , anche in modalit
igitale;
3) dopo il quinto comma nserito il seguente: Le firme degli elettori possono altres
ssere apposte in modalit igitale, anche attraverso l'utilizzo della firma digitale o della
firma elettronica qualificata, ai sensi del codice dell'amministrazione digitale, di cui
al decreto legislativo Pag. 197 marzo 2005, n. 82; in tali casi non ecessaria
l'autenticazione delle sottoscrizioni;
f) all'articolo 31, il comma 2-bis brogato;
g) all'articolo 77, comma 1, dopo il numero 3) ggiunto il
seguente:
3-bis) determina la cifra elettorale percentuale di collegio
di ciascuna lista. Tale cifra si ottiene dividendo la cifra elettorale di collegio di
ciascuna lista per il totale dei voti validi del collegio e moltiplicando il risultato
ottenuto per cento;
h) all'articolo 83:
1) al comma 1, numero 7), sono premesse le seguenti parole: qualora la verifica di cui
al comma 1, numero 5), abbia dato esito negativo o;
2) al comma 1, numero 8), dopo il quinto periodo nserito il seguente: Esclude
dall'attribuzione di cui al periodo precedente la lista ovvero le liste alle quali tato
attribuito il numero di seggi a esse assegnato a seguito delle operazioni di cui al numero
4);
3) al comma 6, le parole: ovvero delle liste
ammesse all'eventuale ballottaggio sono soppresse;
i) all'articolo 84, comma 1, ggiunto, in fine, il seguente
periodo: Il deputato che risulti eletto in pi collegi plurinominali roclamato nel collegio
in cui la lista di appartenenza abbia ottenuto la minore cifra elettorale percentuale di
collegio, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, numero 3-bis);
l) l'articolo 85 brogato;
m) all'articolo 93, secondo comma, lettera c), le
parole: La scheda per il ballottaggio a medesima con la quale la votazione si svolge
sull'intero territorio nazionale sono soppresse;
n) all'articolo 93-ter, il comma 3
brogato;
o) all'articolo 93-quater:
1) al comma 4, le parole: , o ancora a seguito dello svolgimento del ballottaggio sono
soppresse;
2) al comma 7, le parole: ovvero a seguito dell'esito del ballottaggio, e le parole: ,
ovvero ha ottenuto il maggior numero di voti nel turno di ballottaggio, sono soppresse.
Art. 2.
(Disposizioni in materia di elezione del Senato della Repubblica).
1. Il comma 2 dell'articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione
del Senato della Repubblica, di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, di
seguito denominato decreto legislativo n. 533 del 1993, ostituito dai seguenti:
2. Per la presentazione delle candidature e per l'assegnazione
dei seggi ai candidati ciascuna circoscrizione regionale ipartita in collegi
plurinominali. Salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero e fermo restando quanto
disposto dai commi 3 e 4, l'assegnazione dei seggi alle liste sul territorio nazionale
ffettuata dall'ufficio elettorale centrale nazionale, ai sensi dell'articolo 16, con
l'eventuale attribuzione di un premio di maggioranza qualora la lista che ha conseguito il
maggior numero di voti validi abbia altres onseguito una percentuale di voti pari almeno
al 40 per cento del totale nazionale.
2-bis. Con il medesimo decreto del Presidente della Repubblica
di cui al comma 1 eterminato, per ciascuna circoscrizione regionale, il numero di seggi da
attribuire nei collegi plurinominali sulla base dei risultati dell'ultimo censimento
generale della popolazione, riportati dalla pi recente pubblicazione ufficiale
dell'istituto nazionale di statistica.
2-ter. Fatto salvo quanto disposto dai commi 3 e 4, i seggi
ripartiti tra le regioni ai sensi del comma 1 sono attribuiti in 50 collegi plurinominali.
2. Al comma 1 dell'articolo 2 del decreto legislativo n. 533 del 1993, le parole: nelle
circoscrizioni regionali sono sostituite dalle seguenti: nei collegi plurinominali di
ciascuna regione.
3. Nel titolo II del decreto legislativo n. 533 del 1993, dopo l'articolo 7 ggiunto il
seguente:
Art. 7-bis. 1. Presso la Corte di cassazione
stituito, entro tre giorni dalla pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi,
l'Ufficio elettorale centrale nazionale, composto da un presidente di sezione e da quattro
consiglieri scelti dal primo presidente.
4. All'articolo 9 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) il comma 2 ostituito dal seguente: 2. La dichiarazione di
presentazione delle liste di candidati per l'attribuzione dei seggi nei collegi
plurinominali deve essere sottoscritta da non meno di 600 e da non pi di 1.000 elettori
iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nei medesimi collegi o, in caso di
collegi compresi in un unico comune, iscritti nelle sezioni elettorali di tali collegi. In
caso di scioglimento del Senato della Repubblica che ne anticipi la scadenza di oltre
centoventi giorni, il numero delle sottoscrizioni idotto alla met ;
b) dopo il comma 2, nserito il seguente:
2-bis. Anche in deroga alle disposizioni del comma 2, le
sottoscrizioni possono essere raccolte in modalit igitale, anche attraverso l'utilizzo
della firma digitale o della firma elettronica qualificata, ai sensi del codice
dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.;
c) al comma 3, il secondo periodo oppresso;
d) il comma 4 oppresso.
5. All'articolo 11 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) al comma 1, la lettera a) i> sostituita dalla seguente: a) stabilisce mediante
sorteggio, da effettuare alla presenza dei delegati di lista, il numero d'ordine da
assegnare alle liste. I contrassegni di ciascuna lista e i cognomi e i nomi dei relativi
candidati sono riportati nelle schede di votazione e sui manifesti secondo l'ordine
progressivo risultato dal suddetto sorteggio;
b) al comma 3: |
Nino Luciani, Sì ad una Legge elettorale con sistema proporzionale
puro, ma con Regolamenti parlamentari che ammettono gruppi con numero di membri molto
alto. 1.- Premessa. E'
un atteggiamento piuttosto comune considerare gli sbarramenti all'entrata in parlamento,
ipotizzando che la proliferazione dei partiti ostacoli il buon funzionamento delle camere.
In verità esistono alcune smagliature nel "dopo" entrata, che in pratica
mandano all'aria tutti i buoni propositi iniziali e si ricomincia da capo.
In questo servizio, mi occupo del dopo e faccio alcune proposte.
Ma andiamo per gradi, cominciando con una breve introduzione.
2. Sulle necessità fondamentali. Quelle,
di solito evidenziate, sono di rendere compatibile:
a) la rappresentatività dei parlamenti (rispetto alla
struttura ideale, territoriale, etnica, di genere del Paese);
b) con la governabilità.
a) Sul punto a) è, di solito,
perfino facile trovare una soluzione, a parte la questione delle preferenze,
che nasconde ambiguità.
Altre ambiguità, se non falsità, sono nascoste nella obbligo
di raccolta delle firme.
Preferenze. La manifestazione
delle preferenze è una specie di convalidità della rappresentatività del candidato nei
confronti del suo elettore.
Tuttavia, nella totalità (quasi) dei casi, l'elettore non conosce il candidato.
Per risolvere bene (quasi) il problema, occorre riportarlo alla sede naturale. Essa
è che solo le associazioni di categoria (quelle numerose) se ne possono valere
efficacemente indicando ai soci le ersone da votare.
Vogliamo che questo avvenga ? Se sì, si può al massimo, permettere un voto di
preferenza, per evitare che i parlamentari rispondano ai partiti, anzichè alle lobby, e
che facciano cadere i governi ogni volta che privilegiano il bene comune, anzichè quello
delle lobby coalizzate.
Firme. L'obbligo raccolta
delle firme non c'è oggi solo per i partiti già in parlamento.
C'è, poi, la circostanza "notoria" che nella gran parte esse sono
"comprate" presso chi le "sa" raccogliere (diciamo: ricostruire).
Sarebbe opportuno riformare realisticamente e correttamente questa problematica,
portando il numero a cifre simboliche, e questo per tutti.
b) Sul punto b), vanno distinti i sistemi
proporziovale dai sistemi maggioritari.
I primi sono per così dire "bonificati" mediante esclusioni all'entrata,
ma non sempre si tiene conto abbastanza che le esclusioni (numeriche
e politiche) più o meno drastiche sono pericolose per la pace sociale e dunque
rendono difficile la governabilità.
Infatti le esclusioni possono avere
risvolti nel "dopo", che evolvono in manifestazioni al limite delle regole
democratiche, e finanche rivoluzionarie.
Nella Italia democratica anti-fascista di oggi, le esclusioni "politiche"
si direbbero impossibili, e invece ci sono, come risulta dai tentativi delle parti di
modellare la legge a propria immagine e somiglianza. Il caso piu' sovversivo è il
cosiddetto premio di maggioranza ai partiti o alle coalizioni di minoranza (40%).
Nei sistemi maggioritari, in ogni collegio vince uno solo, il candidato con piu'
voti. Ma in un territorio variegato di campanili, come l'Italia, solo il collegio unico
nazionale, potrebbe garantire una maggioranza, già al momento delle elezioni.
3) Sul dopo elezioni. Nel caso dell'Italia, le varie
soluzioni (sia pur miste di proporzionale e di maggioritario) che seguirono alla caduta
della DC, hanno prodotto una qualche maggior stabilità dei governi mediante il cosiddetto
"bipolarismo", ma che non erano il buon governo.
Il motivo fondamentale è i cosiddetti "poli" erano "unioni
elettorali", non "unioni programmatiche".
Lo abbiamo visto nel fatto che, nel dopo elezioni, i vari Presidenti del Consiglio
dei Ministri erano continuamente sotto assedio dei vari parlamentari (di maggioranza) per
ottenere favori e favorini personali, pena la minaccia delle sfiducia in parlamento.
4) Come impedire la proliferazione dei gruppi parlamentati, nel dopo elezioni. L'accenno
al "dopo", fatto all'inizio di questo servizio voleva portare la riflessione su
questo punto.
Dunque, a cosa servono i vari sbarramenti o i premi alle coalizioni, se poi (nel
dopo) è possibile frantumare tutto ?
In questa conclusione, voglio sostenere che è meglio il proporzionale puro, se i
partiti fanno un patto secondo cui, nel dopo, si aggregheranno, rinunciando ad ogni forma
di frantumazione.
a) Art. 67 della Costituzione. Secondo questo articolo,
il parlamentare "esercita le proprie funzioni senza vincolo di mandato". Dunque,
qui troviamo il germe della proliferazione. Ma su questo la legge elettorale non ha
poteri.
b) Regolamenti parlamentari. In base a questi, oggi
alla Camera i parlamentari si possono costituire in gruppi se v'è la richiesta di almeno
20 deputati. In Senato, il numero è 10. Poi ci sono i gruppi misti, che sono un ibrido
che riduce i requisiti ulteriormente.
Il problema è incentivare l'Italia democratica al bipartitismo, senza andare
contro la natura campanilista degli italiani.
Ipotizzerei due soluzioni:
a ) che il numero minino per costituire un gruppo parlamentare sia ad es. il 30-40% dei
memri della camera di afferenza. Su questa base, si dovrebbe aprire una fase di
interlocuzione;
b) oppure, di ammettere in esplicito, già per definizione, due soli gruppi parlamentari:
uno coincidente con i parlamentari del partito numericamente maggiore; un secondo
coincidente con i parlamentari del secondo partito numerico.
Tutti gli altri dovrebbero poter afferire ad uno dei due gruppi.
5) Conclusione. Proporrei,
una legge elettorale (per entrambe le camere) secondo un principio di proporzionalità
pura, ma associata a regolamenti parlamentari che vincolino i parlamentari al bipolarismo
in entrambe le camere.
Preferenze. Escluderei le preferenze per gli
elettori, ma alzerei la soglia dei requisiti di preferibilità, per le segreterie dei
partiti (es. il candidato con laurea, ha una precedenza). |
1) al primo
periodo sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: e i nominativi dei relativi candidati
capilista; 2) il secondo periodo oppresso;
3) il terzo periodo ostituito dal seguente: L'ordine delle liste tabilito con sorteggio
secondo le disposizioni di cui al comma 1, lettera a);
4) ggiunto, in fine, il seguente periodo: A destra del contrassegno sono riportate due
linee orizzontali per l'espressione, rispettivamente, della prima e della seconda
preferenza.
6. All'articolo 13 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) al comma 3, le parole: della circoscrizione regionale sono sostituite dalle
seguenti: del collegio plurinominale;
b) al comma 4, le parole: della circoscrizione regionale sono sostituite dalle
seguenti: del collegio plurinominale del Senato.
7. All'articolo 14, comma 1, ggiunto, in fine, il seguente periodo: L'elettore pu tres
sprimere uno o due voti di preferenza, scrivendo il nominativo del candidato o dei
candidati nelle apposite linee orizzontali. In caso di espressione della seconda
preferenza, a pena di nullit ella medesima preferenza, l'elettore deve scegliere un
candidato di sesso diverso rispetto al primo.
8. Dopo il titolo IV del decreto legislativo n. 533 del 1993, nserito il seguente:
TITOLO IV-bis DELLE OPERAZIONI DELL'UFFICIO ELETTORALE REGIONALE
Art. 14-bis. 1. L'ufficio centrale regionale, compiute le operazioni di cui
all'articolo 76 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo
1957, n. 361, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o pi esperti scelti
dal presidente:
a) determina la cifra elettorale di collegio di ogni lista. Tale cifra ata dalla somma
dei voti validi conseguiti dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali del
collegio plurinominale;
b) determina il totale dei voti validi espressi in ciascun collegio della regione;
c) determina la cifra elettorale regionale di ogni lista. Tale cifra ata dalla somma
delle cifre elettorali conseguite dalla lista nei collegi della regione;
d) determina il totale dei voti validi della circoscrizione regionale;
e) individua le liste che abbiano conseguito sul piano regionale almeno il 3 per cento
del totale dei voti validi espressi;
f) determina la cifra elettorale individuale di ognuno dei candidati nel collegio
plurinominale compresi nelle liste individuate ai sensi della lettera e). Tale cifra ata
dalla somma dei voti validi di preferenza a lui attribuiti nelle sezioni elettorali del
collegio;
g) per ciascun collegio plurinominale, determina la graduatoria decrescente delle cifre
elettorali individuali dei candidati di ciascuna lista. A parit i cifre individuali,
prevale nella graduatoria l'ordine di presentazione nella lista;
h) comunica all'Ufficio elettorale centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale,
la cifra elettorale regionale di ciascuna lista, il totale dei voti validi espressi nella
circoscrizione regionale, nonch 'elenco delle liste di cui alla lettera e).
9. La rubrica del titolo VI del decreto legislativo n. 533 del 1993 ostituita dalla
seguente: Delle operazioni dell'Ufficio elettorale centrale nazionale.
10. L'articolo 16 del decreto legislativo n. 533 del 1993 ostituito dal seguente:
Art. 16. 1. L'Ufficio elettorale centrale nazionale, ricevuti gli estratti dei verbali
da tutti gli uffici elettorali regionali, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno,
da uno o pi esperti scelti dal presidente:
a) determina la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista. Tale cifra ata dalla
somma delle cifre elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circoscrizioni
dalle liste aventi il medesimo contrassegno;
b) determina il totale nazionale dei voti validi; tale totale ato dalla somma delle
cifre elettorali nazionali determinate ai sensi della lettera a);
c) individua quindi la lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale.
Nelle determinazioni di cui alle lettere a) e b), nella cifra elettorale nazionale di
ciascuna lista sono considerati e compresi i voti validi espressi in favore di candidati
nel collegio uninominale della Valle d'Aosta/Vall d'Aoste e nei collegi uninominali del
Trentino-Alto Adige/Sdtirol quando tali candidati sono contraddistinti dal medesimo
contrassegno della lista; tali voti non concorrono all'attribuzione dei seggi nelle altre
circoscrizioni del territorio nazionale e non sono considerati in alcuna delle relative
operazioni di calcolo;
d) procede per ciascuna regione a una prima attribuzione provvisoria dei seggi alle
liste comprese nell'elenco comunicato dall'ufficio elettorale regionale ai sensi
dell'articolo 14-bis, comma 1, lettera h), in base alla cifra elettorale regionale di
ciascuna di esse. A tale fine divide il totale regionale di tali liste per il numero di
seggi da attribuire nella regione, ottenendo cos l quoziente elettorale regionale.
Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del
quoziente. Divide poi la cifra elettorale regionale di ciascuna lista per tale quoziente.
La parte intera del quoziente cos ttenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a
ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati
alle liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di
parit i resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale regionale; a
parit i quest'ultima si procede a sorteggio. Determina infine il totale nazionale dei
seggi assegnati in base a tale attribuzione provvisoria a ciascuna lista. Tale totale ato
per ciascuna lista dalla somma dei seggi a essa assegnati in ciascuna regione;
e) verifica se la cifra elettorale nazionale della lista con la maggiore cifra
elettorale nazionale, individuata ai sensi della lettera c), corrisponda ad almeno il 40
per cento del totale nazionale dei voti validi;
f) qualora la di cui alla lettera e) abbia dato esito positivo, verifica se la lista di
cui alla predetta lettera abbia conseguito dalle assegnazioni un numero totale nazionale
di seggi pari o superiore a 170 seggi;
g) qualora la verifica di cui alla lettera f) abbia dato esito positivo conferma come
definitive le assegnazioni dei seggi effettuate in ciascuna regione ai sensi della lettera
d) e comunica tali assegnazioni ai rispettivi uffici elettorali regionali. L'ufficio
elettorale regionale assegna i seggi alle liste comprese nell'elenco di cui all'articolo
14-bis, comma 1, lettera h), in conformit lla comunicazione ricevuta dall'Ufficio
elettorale centrale nazionale e procede ai sensi dell'articolo 16-bis alla loro
attribuzione nei collegi plurinominali della regione. Nella determinazione del numero
nazionale dei seggi ottenuti dalla lista con la maggiore cifra elettorale nazionale
l'Ufficio centrale elettorale nazionale comprende il numero di seggi in cui sono stati
proclamati candidati ai seggi attribuiti con metodo proporzionale nella regione
Trentino-Alto Adige/Sdtirol, ovvero candidati nei collegi uninominali della Valle
d'Aosta/Vall d'Aoste e nei collegi uninominali del Trentino-Alto Adige/Sdtirol quando tali
candidati sono contraddistinti dal medesimo contrassegno della lista che ha conseguito la
maggiore cifra elettorale nazionale;
h) qualora la verifica di cui alla lettera f) del presente comma abbia dato esito
negativo, assegna a tale lista il numero aggiuntivo di seggi necessario e sufficiente a
che, sommati questi al numero di seggi assegnati ai sensi della lettera d), ad essa siano
assegnati complessivamente 170 seggi. Nella determinazione di tale numero si applica
quanto disposto dal terzo periodo della lettera g);
i) procede poi a ripartire fra le regioni il numero di seggi aggiuntivi determinato ai
sensi della lettera h). A tale fine divide la cifra elettorale regionale della lista di
cui alla lettera e) per il totale nazionale delle cifre elettorali regionali della
medesima lista, escludendo dal totale le regioni Valle d'Aosta/Vall d'Aoste, Trentino-Alto
Adige/Sdtirol e Molise, nelle quali non sono attribuiti seggi aggiuntivi. L'Ufficio
esclude altres a regione o le regioni in cui non resente la lista di cui alla citata
lettera e) o nella quale essa non ompresa nell'elenco di cui all'articolo 14-bis, comma 1,
lettera h). Nel compiere l'operazione di cui al periodo precedente, arrotonda alla sesta
cifra decimale il valore risultante, determinando cos 'indice di ripartizione dei seggi
aggiuntivi in ciascuna regione. Moltiplica poi ciascuno di tali indici per il numero di
seggi aggiuntivi determinato ai sensi della lettera h) e arrotonda questo secondo
risultato all'unit ntera pi prossima. In corrispondenza del rispettivo indice attribuisce
in ciascuna regione alla lista di cui alla lettera e) un numero di seggi aggiuntivi pari
al risultato di tale moltiplicazione. Prima di procedere all'attribuzione dei seggi
aggiuntivi da attribuire in ciascuna regione, l'Ufficio verifica se la somma dei seggi
aggiuntivi cos eterminati corrisponde al numero dei seggi aggiuntivi determinato ai sensi
della lettera h). Se il risultato della somma i un'unit uperiore a tale valore, l'Ufficio
arrotonda all'unit ntera inferiore il risultato che ha la pi piccola parte decimale tra i
risultati delle moltiplicazioni arrotondati all'unit ntera superiore. Se il risultato
della moltiplicazione guale in corrispondenza di due o pi regioni, l'Ufficio arrotonda
all'unit ntera inferiore il valore corrispondente alla regione nella quale la lista di cui
alla lettera e) ha la minore cifra elettorale regionale. Se il risultato della somma
uperiore di pi unit l'Ufficio ripete pi volte le operazioni descritte iniziando dal pi
piccolo dei valori tra quelli arrotondati all'unit ntera superiore e fino alla
determinazione del numero complessivo di seggi aggiuntivi corrispondente a quello
determinato ai sensi della lettera h). Se il risultato della somma dei seggi aggiuntivi da
attribuire nelle singole regioni i una o pi unit nferiore al numero determinato ai sensi
della lettera h), l'Ufficio procede nel modo di cui ai periodi ottavo, nono e decimo,
arrotondando all'unit ntera superiore i valori arrotondati nel primo calcolo all'unit
ntera inferiore. L'Ufficio provvede quindi alle comunicazioni di cui al comma 3, indicando
per ciascuna regione il numero dei seggi assegnati complessivamente alla lista di cui alla
lettera e).
2. Qualora la verifica di cui al comma 1, lettera e), abbia dato esito negativo resta
ferma come definitiva l'assegnazione dei seggi in ciascuna regione come definita dalla
attribuzione provvisoria di cui al comma 1, lettera d). L'Ufficio elettorale centrale
nazionale procede quindi alle comunicazioni di cui al comma 3.
3. Al termine delle operazioni l'Ufficio elettorale centrale nazionale, tramite
estratto del processo verbale, comunica agli uffici elettorali regionali l'assegnazione
dei seggi alle liste nella rispettiva regione come determinata ai sensi del comma 1,
lettera g), ovvero del comma 1, lettera i), ovvero del comma 2.
4. Di tutte le operazioni dell'Ufficio elettorale centrale nazionale viene redatto, in
duplice esemplare, un apposito verbale; un esemplare imesso alla Segreteria generale del
Senato della Repubblica, la quale ne rilascia ricevuta; un altro esemplare epositato
presso la cancelleria della Corte di cassazione.
11. Dopo l'articolo 16 del decreto legislativo n. 533 del 1993, come da ultimo
sostituito dal presente articolo, nserito il seguente:
Art. 16-bis. 1. L'ufficio elettorale regionale, ricevute le comunicazioni di cui al
comma 3 dell'articolo 16, procede, in applicazione delle determinazioni assunte
dall'Ufficio elettorale centrale nazionale, alle ulteriori attribuzioni e assegnazioni dei
seggi in sede regionale e, successivamente, nei collegi plurinominali. A tale fine compie
le seguenti operazioni:
a) se l'Ufficio elettorale centrale nazionale ha assegnato i seggi alle liste regionali
ai sensi dell'articolo 16, comma 1, lettera g), o del medesimo articolo 16, comma 2,
procede alla proclamazione degli eletti qualora la regione non sia ripartita in pi collegi
plurinominali o, altrimenti, procede ad attribuire nei collegi plurinominali i seggi
assegnati a ciascuna lista in sede regionale;
b) se l'Ufficio elettorale centrale nazionale ha assegnato, ai sensi dell'articolo 16,
comma 1, lettera i), i seggi alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale
nazionale, l'ufficio elettorale regionale procede a ripartire il numero residuo di seggi
tra le altre liste di cui all'articolo 14-bis, comma 1, lettera e). Tale numero di seggi
eterminato sottraendo al numero di seggi assegnati alla regione dal decreto di cui
all'articolo 1, comma 1, il numero di seggi assegnati dall'Ufficio centrale elettorale
nazionale alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale. Divide quindi
il totale delle cifre elettorali regionali delle liste cui attribuisce i seggi per il
numero dei seggi prima determinato ottenendo cos l quoziente elettorale regionale.
Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del
quoziente. Divide poi la cifra elettorale regionale di ciascuna lista per tale quoziente.
La parte intera del quoziente cos ttenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a
ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati
alle liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di
parit i resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale regionale; a
parit i quest'ultima si procede a sorteggio.
2. L'ufficio elettorale regionale procede all'attribuzione nei singoli collegi
plurinominali dei seggi assegnati alle liste come segue:
a) qualora i seggi siano stati assegnati con premio di maggioranza ai sensi
dell'articolo 16, comma 1, lettera i), e del comma 1, lettera b), del presente articolo,
determina ai fini della ripartizione il quoziente regionale della lista alla quale tato
attribuito il premio di maggioranza e il quoziente regionale delle altre liste alle quali
sono attribuiti i seggi. Per determinare ciascuno dei quozienti, divide la cifra
elettorale della lista di maggioranza e il totale delle cifre elettorali delle altre liste
per il numero dei seggi loro rispettivamente assegnati nella regione e trascura la parte
frazionaria del risultato;
b) qualora i seggi siano stati attribuiti ai sensi dell'articolo 16, comma 1, lettera
g), o del medesimo articolo 16, comma 2, il quoziente regionale umulativamente determinato
dividendo il totale delle cifre elettorali alle quali sono assegnati seggi nella regione
per il totale dei seggi loro assegnati e trascurando la parte frazionaria del risultato;
c) nel caso in cui i seggi siano stati assegnati ai sensi della lettera a), per
l'attribuzione dei seggi nei collegi plurinominali divide, per ciascun collegio
plurinominale, la cifra elettorale della lista maggioritaria per il quoziente elettorale
di maggioranza determinato ai sensi della lettera a) ottenendo cos 'indice relativo ai
seggi da attribuire a tale lista nel collegio plurinominale. Analogamente, per le altre
liste alle quali spettano seggi nella circoscrizione, divide il totale delle cifre
elettorali di collegio per il quoziente elettorale di minoranza determinato ai sensi della
lettera a), ottenendo cos 'indice relativo ai seggi da attribuire nel collegio al gruppo
di liste di minoranza. Quindi, moltiplica ciascuno degli indici suddetti per il numero dei
seggi assegnati al collegio e divide il prodotto per la somma di tutti gli indici. La
parte intera dei quozienti di attribuzione cos ttenuti rappresenta il numero dei seggi da
attribuire nel collegio alla lista di maggioranza e al gruppo di liste di minoranza. I
seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alla lista di
maggioranza o al gruppo di liste di minoranza per i quali le parti decimali dei quozienti
di attribuzione siano maggiori e, in caso di parit alle liste che abbiano conseguito la
maggiore cifra elettorale circoscrizionale; a parit i quest'ultima, si procede a
sorteggio;
d) successivamente accerta se la somma dei seggi assegnati in tutti i collegi alla
lista di maggioranza e al gruppo di liste di minoranza corrisponda al numero dei seggi
complessivamente assegnato dall'Ufficio elettorale centrale nazionale. In caso negativo,
alla lista di maggioranza o al gruppo di liste di minoranza che abbia seggi eccedenti
sottrae i seggi nei collegi nei quali i seggi stessi sono stati ottenuti con le parti
decimali dei quozienti di attribuzione, secondo il loro ordine crescente, e li assegna,
nei medesimi collegi, alla lista di maggioranza o al gruppo di liste di minoranza
deficitario;
e) procede quindi all'attribuzione nei singoli collegi dei seggi spettanti alle liste
del gruppo di liste di minoranza. A tale fine, determina il quoziente di collegio del
gruppo di liste di minoranza dividendo il totale delle cifre elettorali di collegio delle
liste che compongono il gruppo per il numero dei seggi assegnati al gruppo stesso nel
collegio. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria
del quoziente. Divide quindi la cifra elettorale di collegio di ciascuna lista del gruppo
per tale quoziente di collegio. La parte intera del quoziente cos ttenuto rappresenta il
numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire
sono assegnati alle liste seguendo la graduatoria decrescente delle parti decimali dei
quozienti cos ttenuti; in caso di parit sono attribuiti alle liste con la maggiore cifra
elettorale circoscrizionale; a parit i quest'ultima, si procede a sorteggio.
Successivamente accerta se la somma dei seggi assegnati in tutti i collegi a ciascuna
lista corrisponda al numero di seggi a essa attribuito nella circoscrizione ai sensi del
comma 1, lettera b). In caso negativo, determina la lista che ha il maggior numero di
seggi eccedentari e, a parit i questi, la lista che tra queste ha ottenuto il seggio
eccedentario con la minore parte decimale del quoziente; sottrae quindi il seggio a tale
lista nel collegio in cui tato ottenuto con la minore parte decimale dei quozienti di
attribuzione e lo assegna alla lista deficitaria che ha il maggior numero di seggi
deficitari e, a parit i questi, alla lista che tra queste ha la maggiore parte decimale
del quoziente che non ha dato luogo all'assegnazione di seggio; il seggio ssegnato alla
lista deficitaria nel collegio plurinominale in cui essa ha la maggiore parte decimale del
quoziente di attribuzione non utilizzata; ripete quindi, in successione, tali operazioni
fino all'assegnazione di tutti i seggi eccedentari alle liste deficitarie;
f) qualora l'Ufficio elettorale centrale nazionale abbia assegnato i seggi alle liste
senza attribuire il premio di maggioranza, l'ufficio elettorale circoscrizionale procede
all'attribuzione dei seggi nei collegi plurinominali, considerando singolarmente ciascuna
lista, con le medesime modalit tabilite dalla lettera e) per l'attribuzione dei seggi alle
liste del gruppo di liste di minoranza.
12. L'articolo 17 del decreto legislativo n. 533 del 1993 ostituito dal seguente:
Art. 17. 1. Al termine delle operazioni di cui all'articolo 16-bis, l'ufficio
elettorale regionale proclama eletti in ciascun collegio, nei limiti dei seggi ai quali
ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista medesima, a partire dal
candidato capolista e successivamente in ragione del numero di preferenze ottenute da
ciascun candidato, in ordine decrescente.
2. Qualora una lista abbia esaurito il numero dei candidati presentati in un collegio
plurinominale e non sia quindi possibile attribuire tutti i seggi ad essa spettanti in
quel collegio, l'ufficio elettorale regionale assegna i seggi alla lista negli altri
collegi plurinominali della regione in cui la stessa lista abbia la maggiore parte
decimale del quoziente non utilizzata, a partire dal candidato capolista e successivamente
in ragione del numero di preferenze ottenute da ciascun candidato, in ordine decrescente.
Qualora al termine di detta operazione residuino ancora seggi da assegnare alla lista,
questi le sono attribuiti negli altri collegi plurinominali della regione in cui la stessa
lista abbia la maggiore parte decimale del quoziente gi tilizzata, a partire dal candidato
capolista e successivamente in ragione del numero di preferenze ottenute da ciascun
candidato, in ordine decrescente. Alla proclamazione del candidato capolista si applica la
disposizione del comma 1, secondo periodo.
13. L'articolo 17-bis del decreto legislativo n. 533 del 1993 brogato.
14. All'articolo 19 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) il comma 1 ostituito dal seguente:
1. Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche sopravvenuta, ttribuito,
nell'ambito del medesimo collegio plurinominale, al candidato non eletto che abbia
ottenuto il maggior numero di preferenze;
b) al comma 2, le parole: ai sensi dell'articolo 17, comma 8 sono sostituite dalle
seguenti: ai sensi dell'articolo 17, comma 2.
15. Le tabelle A e B, allegate al decreto legislativo n. 533 del 1933, sono sostituite
dalle tabelle A e B di cui all'Allegato 1 alla presente legge.
Art. 3.
(Delega al Governo per la determinazione dei collegi plurinominali per l'elezione del
Senato della Repubblica).
1. Il Governo elegato ad adottare, entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in
vigore della presente legge, ai sensi dell'articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400,
un decreto legislativo per la determinazione dei collegi plurinominali nell'ambito di
ciascuna circoscrizione regionale, sulla base dei seguenti princ e criteri direttivi:
a) fatto salvo quanto stabilito per le circoscrizioni Valle d'Aosta/Vall d'Aoste e
Trentino-Alto Adige/Sdtirol ai sensi dell'articolo 1, commi 3 e 4, del decreto legislativo
20 dicembre 1993, n. 533, nelle restanti circoscrizioni del territorio nazionale per
l'elezione del Senato della Repubblica sono costituiti 50 collegi plurinominali. La
circoscrizione Molise ostituita in un unico collegio plurinominale;
b) i collegi plurinominali sono costituiti in ciascuna circoscrizione regionale in un
numero determinato con il metodo dei quozienti interi e dei pi alti resti in proporzione
al numero di seggi a essa assegnati secondo la ripartizione effettuata ai sensi
dell'articolo 57 della Costituzione. La popolazione di ciascun collegio pu ostarsi dalla
media della popolazione dei collegi della circoscrizione di non oltre il 20 per cento in
eccesso o in difetto;
c) sono garantite la coerenza del bacino territoriale di ciascun collegio e, di norma,
la sua omogeneit conomico-sociale e delle caratteristiche storico-culturali, nonch a
continuit el territorio di ciascun collegio, fatto salvo il caso in cui il territorio
stesso comprenda porzioni insulari. I collegi, di norma, non possono dividere il
territorio comunale, salvo il caso dei comuni che, per le loro dimensioni demografiche,
comprendano al loro interno pi collegi. In quest'ultimo caso, ove possibile, il comune
deve essere suddiviso in collegi formati mediante l'accorpamento dei tenitori dei collegi
plurinominali per l'elezione della Camera dei deputati stabiliti dal decreto legislativo 7
agosto 2015, n. 122;
d) sulla base di quanto stabilito dall'articolo 1, comma 2-ter, del decreto legislativo
20 dicembre 1993, n. 533, introdotto dalla presente legge, ciascun collegio plurinominale
eterminato di norma per accorpamento dei collegi plurinominali per l'elezione della Camera
dei deputati stabiliti dal decreto legislativo 7 agosto 2015, n. 122.
2. Ai fini della predisposizione dello schema del decreto legislativo di cui al comma
1, il Governo si avvale di una Commissione composta dal presidente dell'istituto nazionale
di statistica, che la presiede, e da dieci esperti in materia attinente ai compiti che la
Commissione hiamata a svolgere, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato.
3. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1 rasmesso alle Camere entro venti
giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai fini dell'espressione del
parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia entro quindici
giorni dalla ricezione dello schema. Qualora il decreto legislativo non fosse conforme al
parere parlamentare, il Governo, contemporaneamente alla pubblicazione del decreto, deve
inviare alle Camere una relazione recante un'adeguata motivazione.
4. Si prescinde dal parere di cui al comma 3 qualora non sia espresso entro i termini
ivi stabiliti.
5. In caso di scioglimento del Senato della Repubblica prima della data di entrata in
vigore del decreto legislativo di cui al comma 1, i collegi plurinominali per l'elezione
del Senato della Repubblica sono determinati dalla tabella A di cui all'allegato 2 alla
presente legge.
Art. 4.
(Disposizioni finali e transitorie).
1. All'articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53, sono aggiunte, in fine, le
seguenti parole: Da parte del sindaco del comune di residenza, o del presidente del
tribunale avente competenza su tale comune, possono essere inoltre delegati alle
autenticazioni di cui al presente comma i cittadini italiani, indicati da uno dei
rappresentanti di cui all'articolo 17, comma 1, del decreto del Presidente della
Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, che abbiano i requisiti per l'elezione a consigliere
comunale.
2. All'articolo 2, comma 36, della legge 6
maggio 2015, n. 52, dopo le parole: e successive modificazioni, sono aggiunte le seguenti:
e di cui al comma 3, primo periodo, dell'articolo 9 del decreto legislativo n. 533 del
1993 e le parole: 1o gennaio 2014 sono sostituite dalle seguenti: 1 maggio 2017. |
|
.
1000 |
Sull'uso del simbolo scudo crociato-libertas, dopo che il Tribunale Civile
di Roma
ha autorizzato la riorganizzazione del partito della Democrazia Cristiana |
1.- |
Primi chiarimenti
sul simbolo, in vista delle elezioni comunali: |
|
"Sarà lecito usare il
simbolo "Scudo crociato, Libertas" ?
Risposta: "Lecito, con autorizzazione del Presidente del Partito" |
|
. |
2.- |
Opportunità che
nelle varie regioni |
|
sia subito avviata la
discussione sul processo di riorganizzazione locale |
|
. |
3.- |
Frattanto, sulla
annosa quesione di A. Sandri, si
ricorda il dispositivo della Cassazione: |
|
"La Corte dichiara inammissibili i
ricorsi del partito.... della Democrazia Cristiana rappresentata
da Angelo Sandri" (Sentenza, pag.12 ). Ma non vanno dimenticati i suoi
contributi passati alla DC. |
|
|
|
La legge vigente:
DECRETO LEGISLATIVO, 20 dicembre 1993, n. 533 Art. 8. (Legge 23 aprile 1976, n. 136, art. 2, lettera b); legge 4 agosto
1993, n. 276, art. 2, comma 1, lettera a)
1. I partiti o gruppi politici organizzati nonche' singoli candidati
che intendono presentare candidature per la elezione del Senato debbono depositare presso
il Ministero dell'interno il contrassegno o i contrassegni con i quali dichiarano di voler
distinguere le candidature medesime, con l'osservanza delle norme di cui agli articoli 14*, 15, 16 e 17 del testo unico delle leggi recanti
norme per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 30 marzo 1957, n. 361.
*
Art. 14 del Testo Unico n.
361/1957
I partiti o i gruppi politici organizzati, che intendono
presentare candidature nei collegi uninominali o liste di candidati, debbono depositare
presso il Ministero dell'interno il contrassegno col quale dichiarano di voler distinguere
le candidature nei collegi uninominali o le liste medesime nelle singole circoscrizioni.
All'atto del deposito del contrassegno deve essere indicata la
denominazione del partito o del gruppo politico organizzato.
I partiti che notoriamente fanno uso di un determinato
simbolo sono tenuti a presentare le loro liste con un contrassegno che riproduca tale
simbolo.
Non e' ammessa la presentazione di
contrassegni, sia che si riferiscano a candidature nei collegi
uninominali sia che si riferiscano a liste, identici o
confondibili con quelli presentati in precedenza ovvero con quelli riproducenti simboli
usati tradizionalmente da altri partiti.
Ai fini di cui al terzo comma costituiscono elementi di
confondibilita', congiuntamente od isolatamente considerati, oltre alla rappresentazione
grafica e cromatica generale, i simboli riprodotti, i singoli dati grafici, le espressioni
letterali, nonche' le parole o le effigi costituenti elementi di qualificazione degli
orientamenti o finalita' politiche connesse al partito o alla forza politica di
riferimento.
Non e' ammessa, altresi', la presentazione di contrassegni effettuata con il
solo scopo di precluderne surrettiziamente l'uso ad altri soggetti politici interessati a
farvi ricorso. Non e' ammessa inoltre la presentazione da parte di altri partiti o gruppi
politici di contrassegni riproducenti simboli o elementi caratterizzanti simboli che
per essere usati tradizionalmente da partiti presenti in Parlamento possono trarre in
errore l'elettore.
Non e' neppure ammessa la presentazione di contrassegni
riproducenti immagini o soggetti religiosi". |
|
Nino Luciani, Lecito per la DC usare il
simbolo scudo crociato 1.- Premessa. Una
persona semplice, che considera la possibilità di usare un simbolo per il proprio
partito, alle elezioni politiche e amministrative, si fa due domande:
a) se un determinato simbolo è già di proprietà di qualcuno ;
b) se quel determinato simbolo è stato già usato da qualcuno .
Nel caso della DC è fuori discussione che il simbolo scudo
"crociato - libertas" sia di sua proprietà e che, tornando sulla scena politica
in base a decreto del tribunale (dopo 54 anni), possa rivendicarlo, in quanto la DC non si
è mai sciolta (come da nota sentenza della Cassazione).
Tuttavia, per la legge elettorale, la proprietà non ha alcuna importanza. Quello che
conta è il punto b), visto alla luce dell'art. 14 del testo unico (vedi qui a fianco).
2.- Uso tradizionale di un simbolo. Quello
che conta, per aver diritto all'uso di un simbolo, è averlo usato
tradizionalmente.
Il caso della UDC ha un suo valore: nel senso che, negli ultimi 15 anni, quel
partito ha usato quel simbolo, e dunque la UDC ha un diritto .
Ma questo vale finchè non riappare la DC, e che infatti è riapparsa il 26
febbraio 2017 a Roma, legittimamente, ponendo fine ad ogni dubbio.
Dato il ritorno legittimo della DC, essa può dire di avere
avuto il pre-uso del simbolo dal 1948 al 1992, come risulta dal sito del Ministero
dell'Interno, che riporta tutti partiti e il rispettivo simbolo, di tutte le elezoni
politiche e amministrative dal 1948 ad oggi.
3.- Uso di partiti tradizionalmente in parlamento. Il
comma 6, art.16 restringe il campo: l'uso va riferito a "partiti tradizionalmente in
parlamento". Segnalo che "tradizionamente" è concetto diverso da
"attualmente". La DC storica ha il detto requisito: "tradizionalmente in
parlamento".
4.- Conclusione: chi, tra UDC e DC, potrà usare
il simbolo ? Nel confronto, in entrambi i casi esiste un uso
tradizionale in parlamento.
Ma tra i due, chi l'ha usato tradizionalmente di più ?
Mi pare evidente che la precedenza spetti alla DC (54 anni, in confronto a 15
anni).
Ma non potrà farlo chiunque si improvvisi della DC: occorrerà la autorizzazione
del Presidente del partito della DC, eletto il 26 feb. 2017. |
Ultimo ma non ultimo: la
procedura per valere il simbolo. Al momento delle elezioni politiche, la DC
presenterà la lista con il simbolo, al Ministero dell'Interno. In caso di contestazione
della UDC, la partita andrà spostata in Corte di Cassazione, che deciderà, circa il
significato di "uso tradizionale in parlamento". |
In
seguito a pronunciamento della Cassazione e alla autorizzazione del Tribunale di Roma
applicando l'art. 21 del codice civile, causa la inapplicabilità del vecchio Statuto |
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Assemblea dei soci del partito della DC elegge, per
Presidente:
L'ON. AVV. GIANNI FONTANA |
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"UOMO DEL DUBBIO", ma anche
"MITO DC" |
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Significato fondamentale della nomina:
Premesso che i dirigenti sono tutti scomparsi o fuoriusciti, il fatto nuovo è che
sarà possibile riorganizzare da zero la DC, senza più bisogno della magistratura |
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Vi hanno preso parte, quasi in incognito, personalità
come i proff. Fabrizio Fabbrini
(grande amico del papa polacco) e Filippo Peschiera (noto giuslavorista di Genova) |
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LA STORIA RECENTE
e LA BUSSOLA PER IL FUTURO PROSSIMO.
ANCHE UNO SCIPPO SULLE PELLE DELLA SICILIA, PER AUTO-GOAL DI GRASSI E ALESSI. |
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Necessarie
due serie riflessioni, con due convegni nazionali |
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a) uno, sulla storia della
DC, perchè i giovani sappiano... (tutto, anche gli errori);
b) un secondo, sulla necessità di una scuola di formazione, avente per didattica il
codice di Camaldoli |
La
relazione del prof. Nino Luciani alla Assemblea dei soci. Clicca su: presidente |
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Filippo PESCHIERA,
Spunti per una Scuola
di Formazione |
Formazione politica dei Quadri con docenti e
materiale:
1. La Dottrina Sociale della Chiesa dalle Origini a Leone XIII ;
2. Rapporti speciali Italia - Germania
3. La collaborazione nell'impresa tra capitale e lavoro dal dopoguerra ad oggi;
4. Per una rilettura della Prima Repubblica
Verso il decollo
- Lo scenario mondiale
- La cortina di ferro
- Lo stato dei partiti del prefascismo:
a) nel Comunismo tutto è compatto; i pochi vertici sono legati a Mosca. È
presente un vasto apparato costruito nella Resistenza, che sì organizza nel Colpo di
Stato;
b) nei Cattolici tutto è ancora incerto. I vertici attendono indicazioni dai
Vescovi. Alla base, consapevoli di una svolta, si attende una parola dai Parroci e dagli
Insegnanti di religione.
c) II referendum del '46: Nord repubblicano e Centro - Sud monarchico;
d) Forte scontro tra capitale e lavoro
e) Industria e trasporti di terra
f)- La comunità familiare è solida;
g) II futuro della comunità nazionale è incerto.
I punti di forza della prima Repubblica
a) L'industrializzazione cambia le città ed il Paese;
b) L'Autostrada del Sole unifica l'Italia ;
c) L'Industria di Stato modernizza il Paese
d) Nessuna parte politica e sindacale è tagliata fuori dal circuito di
rappresentanza
e) II consociativismo evita i rischi della guerra civile ;
f) L'ascensore sociale consente a operai e contadini di istruirsi e di diventare
anche imprenditori, senza che lo Stato rallenti l'attività g) La ricetta della
Prima Repubblica è il sistema proporzionale con il voto
Il tramonto della Prima Repubblica
a) La Legge Mattarella e le spinte maggioritarie
5. L'esercizio del potere nei vertici DC: Andreotti, De Gasperi, Moro,
Fanfani,I dorotei.
6. L'impianto dei vertici DC:
a) La consistenza
b) Gli obiettivi
c) I rapporti fra gli impianti
d) I rapporti degli impianti con le altre forze politiche;
e) I rapporti con i pensatori;
f) I rapporti con i sindacati;
g) I rapporti con gli imprenditori ;
h)I rapporti con la Chiesa Cattolica;
i) I rapporti con i giovani
l) La selezione e la formazione dei Quadri
7.- La formazione dei Quadri nella Prima e
nella Seconda Repubblica:
a) Nella Prima: i Quadri sono cercati nel partito e nelle organizzazioni vicine.
È insegnata la dottrina, individuando gli interessi da tutelare e le regoleconseguenti b)
Nella Seconda, si ricorre alla scouting: i Quadri sono cercati al di fuori. In definitiva:
l'interesse politico è ballerino e nessuno può reclamare. |
Nino
Luciani, La storia recente
1.- La storia recente. Perchè ognuno abbia il suo, è
giusto cominciare dalla storia recente, quella che ha portato alla convocazione della
assemblea dei soci, da parte del Tribunale di Roma.
E' vero sì che Nino Luciani ha guidato l'operazione, ma vero è anche che con lui
c'erano altri, prima di tutti Alberto Alessi e tanti altri che si chiamano, in ordine
decrescente: Francesco Caponetto e Renato Grassi (Messina), Ettore Bonalberti, Luigi
D'Agrò e Gianni Fontana (Veneti), Francesco Mazzucco, Isabella Bocchio e Mauro Carmagnola
(Piemontesi), Francesco Ranieri e Paolo Cirino Pomicino (Campania), e tante persone
singole, non meno importanti, poichè al fatidico 10% si è arrivati uno alla volta, mano
mano.
Per spiegare come si è arrivati all'attuale provvedimento del Tribunale di Roma
(2016), va ricordato che, in origine,
a) una sentenza della Cassazione, del dicembre 2010, aveva confermato la sentenza
della Corte di Appello di Roma secondo cui (pag. 27).
- "non si è verificata nessuna ipotesi estintiva" della DC, in quanto l'organo
che la decise non aveva il potere di farlo e di conseguenza non era mai sorto un problema
di successione.
In particolare, nei confronti dei ricorrenti, la sentenza della Cassazione aveca
così concluso (pag. 12):
"La Corte dichiara inammissibili i ricorsi del partito:
- della DC rappresentata da Pino Pizza e Armando Lizzi,
- della Associazione Partito CDC-Cristiani Democratici Uniti;
- della Democrazia Cristiana rappresentata da Angelo Sandri;
- e della UDC - Unione Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro.
"Rigetta il ricorso del Partito Popolare Italiano ex-Democrazia
Cristiana".
La Corte di Appello (pag. 33) aveva anche ricordato che "il Tribunale di Roma
(2 aprile 2002) aveva "inibito all'on. Alessandro Duce l'utilizzazione del simbolo
scudo crociato e della qualifica di segretario amministrativo della DC".
Una successiva ordinanza del Tribunale Civile di Roma (marzo 2013, confermata da
sentenza del settembre 2015) aveva disposto la sospensione degli effetti del Congresso del
2012, che aveva eletto Gianni Fontana, come Segretario Nazionale.
2. Il seguito. Vista l'ordinanza, Gianni Fontana
convocava una riunione il 6 aprile 2013, a Roma, piazza S. Lorenzo in Lucina. Vi
parteciparono 100 persone circa. Fontana dichiarò la necessità di creare una
Associazione per non disperdere i volenterosi che volevano restare, e questo in attesa di
decisioni più mature, quando sarebbe arrivata la sentenza.
Ma Luciani e Alessi non ci stavamo: " L'Associazione è uno strumento debole,
serve un partito della DC nuova", con un nuovo Statuto, nel quale travasare tutti i
soci della DC storica, e con Fontana Segretario Nazionale. Però,
anche Fontana, a sua volta, non ci stava: "Si potrà fare un partito più avanti, ma
al momento, esso è una velleità" (Continua) |
Nino
Luciani, La bussola per il futuro: subito movere le Regioni, in attesa di ...
1) Giuridicamente, la prossima tappa sarà la modifica dello
Statuto, per la parte riguardante la struttura organizzative e il sistema
elettivo, e ancora applicando il codice civile, art. 21, c. 2, non potendosi applicare il
vecchio Statuto.
Tuttavia, il relativo procedimento è difficilissimo, come spiego al termine della
mia relazione, pubblicata più sotto. Per questo motivo, non va perso tempo. Clicca su: presidente.
Grazie ad uno statuto lungimirante, la nuova DC dovrà essere non un partito che si
aggiunge, ma la casa di accoglienza della diaspora, più forte di prima, grazie alle
sofferenze patite.
I punti veramente essenziali e fondamentali sono che:
a ) tutti possano rientrare in pieno e reciproco rispetto, senza pagare dazi;
b) ci possa essere il pluralismo e il confronto tra le idee, ma dentro limiti che
salvaguardino pilastri fondamentali, quali:
- il carattere nazionale dell'azione (e quindi tutte le regioni siano rappresentate nel
consiglio nazionale);
- nel consiglio nazionale, siamo ammessi due soli gruppi: uno per governare e l'altro per
controllare chi governa. Per ottenere questo, non occorrono sbarramenti all'entrata, ma
incentivare l'aggregazione delle liste, alzando la soglia minima per costituire i gruppi.
2) La tappa finale sarà il congresso, in base al nuovo
statuto, per la ricostituzione dei quadri a livello nazionale e locale.
3) Nel frattempo, è importante creare subito i comitati
regionali provvisori (a cominciare dalla attivazione delle DC
regionali già costituite e mai sciolte), per permettere, su mandato del Presidente del
Partito, la partecipazione alle elezioni locali con l'uso dello scudo crociato.
A riguardo della possibilità di usare il simbolo, tornerò
prossimamente.
In parallelo, la nuova DC non potrà eludere una spiegazione,
agli italiani:
- di quanto accaduto nel suo lungo governo di 50 anni;
- e del modo di impostare la sua futura presenza nel Paese.
Questo si potrebbe fare con due convegni nazionali:
a) un convegno storico, nel quale la DC racconterà il
suo orgoglioso contributo alla
ricostruzione e alla benessere dell'Italia, riferibile agli anni 1948-76, ma anche il sup pentimento
per la cattura del consenso mediante l'uso strumentale della
Pubblica Amministrazione e per il finanziamento illecito del
partito, riferibile agli anni 1977-94.
b) un convegno sulla formazione dei
propri dirigenti, con istituzione di una scuola, nella
quale i nuovi governanti apprendano il valore della moralità, le tematiche professionali
da approfondire, l'importanza della esperienza che comincia del basso e gradualmente si
rende disponibile per i gradi alti della politica. NL |
(Continua) Dopo
una appassionata discussione, si passa ai voti: 60 per Fontana, 40 per Luciani e Alessi.
Nei mesi successivi, Luciani e Alessi pensano che i 60 voti su 100, ottenuti da
Fontana, siano pochi per una decisione che richiede la unanimità, e convocano a Bologna
(giugno 2013) un convegno di approfondimento.
Fontana, Luciani e Alessi trovano un accordo firmato:
- si fa l'associazione a luglio, e il partito della dc nuova a settembre".
Arriva luglio e, a Roma, viene costituita l'associazione.
Arriva settembre, ma Fontana non mantiene i patti. Di seguito fa anche
dichiarazioni secondo cui la DC è una esperienza conclusa.
A novembre Luciani e Alessi fanno il partito della "DC nuova", con
statuto regolarmente registrato nel Pubblico Registro, con l'unico obiettivo di
ricostruire la DC storica, e di sciogliersi al raggiungimento dell'obiettivo.3.- Il seguito ulteriore. Qui i due avviano
i colloqui con il tribunale di Roma.
- A marzo ottengono un colloquio con il Presidente del Tribunale, e gli chiedono di
nominare un commissario per la convocazione della assemblea dei soci in base all'art. 78
del codice du procedura civile, considerato che tutti gli organi sono decaduti.
Il Presidente li invita a fare domanda (2014). Fanno domanda ma la risposta sarà
NO. Non può concedere la convocazione per pubblici proclami.
Luciani e Alessi , dopo un periodo di scoramento, tornano all'attacco e
maturano di fare domanda al tribunale in base all'art. 20 cc., in quanto (frattanto) hanno
notizia di un elenco dei soci, depositato da Fontana in tribunale.
Ma, a questo punto, Luciani e Alessi si dividono: Alessi, che sente don Stenico,
vuole rivolgersi al Tribunale di Bari, forse un "tribunale meno politicizzato"
di quello di Roma, e dove c'è un Presidente ex-democristiano, forse più sensibile alla
causa...
Perchè a Bari e non a Roma ? Il fondamento di questa scelta è che lo Statuto
attuale (1984) della DC non indica la sede della DC, e dunque qualunque sede può andare
bene.
Ma Luciani si oppone: la sede è sempre stata a Roma. "Non facciamo errori
gravi !"
Si arriva a dicembre 2014 e - in una riunione a Roma - Luciani, Grassi,
Lucchese, Bocchio, Tropeano decidono che la sede dev'essere Roma. Ma Alessi e don Stenico
fanno la fronda (non vi partecipano). Data la divisione, la raccolta delle firme è più
difficile. E' meglio aspettare l'esito dei frondisti.
Si perdono mesi, e i frondisti non concludono la raccolta delle firme per Bari.
Si fa una riunione a Bologna nel luglio 2015, e le parti rimangono nelle proprie
convinzioni - ma intanto Luciani e Grassi decidono di iniziare la raccolta delle firme per
Roma, comunque.
Ad agosto, Luciani scopre la fonte giuridica che indica la sede della DC:
a) lo statuto del 1943-45 indica piazza del Gesù;
b) nel 1946 lo statuto viene cambiato, ma solo dall'art. 6 in poi. Gli
articoli 1-5 restano immodificati;
c) nel 1947 lo statuto viene cambiato ancora, e la numerazione riprende dal
numero 1, dimenticando la prima parte (atto costitutivo) che dunque entra definitivamente
nel dimenticatoio, ma resta giuridicamente.
- Luciani fa partire la raccolta delle firme, che alla fine sono presentate
al tribunale, che poi convoca l'assemblea dei soci per il 25/26 febbraio per la elezione
del Presidente e incarica Luciani come Presidente designato di provvedere alla
convocazione, presso l'Ergife.
4.- Conclusione. Risulta dai fatti che il travaglio
dell'operazione è ricaduto tutto sulle spalle di Luciani e Alessi, e poco importa che con
il senno di poi si constati che ci siano stati degli errori (di Alessi e di don Stenico).
Direi dunque che, considerato il ruolo di Alessi, in alternativa a Fontana, e
considerato il valore simbolico della famiglia di Alessi nella storia della DC, il
riconoscimento della Presidenza andasse dato a lui, indiscutibilmente.
Ma la cosa non è andata così.
a) La spiegazione sta in un grave autogoal di Alessi.
Trattasi del fatto che, dal giorno successivo all'invio delle raccomandate di
convocazione della assemblea, da parte del Presidente designato, Alessi organizza una
fronda nei confronti di lui, meglio dire una operazione di denigrazione (sia pur
all'interno di una ristretta cerchia di persone: quelli della sua corte, e una decina di
altre persone), quelle che, in assemblea, voteranno contro alcuni punti dell'odg della
lettera di convocazione del Presidente designato.
Alessi criticava soprattutto un punto: il fatto che Presidente designato avesse
esteso l'invito ad "eventuali aventi titolo a partecipare alla assemblea come
socio", in aggiunta ai soci di cui all'elenco del tribunale. Non solo questo
Addirittura Alessi incaricherà una avvocatessa (andata dal giudice per
chiarimenti) di scrivere una lettera a Presidente designato, circa i suoi errori.
Ma errori non erano, e la prova viene dai seguenti fatti: :
- il Presidente designato girava la lettera dell'avvocato al Giudice;
- il Giudice, messo a conoscenza di tutte le osservazioni della avvocatessa, lo
confermava con un provvedimento aggiuntivo, su tutto.
Non solo questo: tutto il procedimento era stato ben studiato dai più valenti
giuriconsulti dell'Ateneo di Bologna, anche avvocati. Alessi sapeva di questi
giuriconsulti...
b) Anche un secondo autogoal della Sicilia, quello di
Grassi. Preso atto dell'auto-declassamento politico di Alessi, il Presidente
designato tenterà di recuperarlo indirettamente al momento della elezione del Presidente
del partito.
A questo fine, si partiva dal fatto che anche Grassi Renato aveva speciali meriti
per l'operazione, avendo sempre sostenuto il Presidente designato durante la raccolta
delle firme, tra cui l'idea di rivolgersi al tribunale di Roma, e in più era autorevole
per essere stato (da giovane) dirigente dell'Ufficio organizzativo della DC.
Di ciò tenuto conto, al momento della elezione del Presidente, Luciani proporrà
(alla assemblea) Grassi (preavvisato la sera prima) come Presidente.
Ma Grassi, apertamente, risponderà: "non sono disponibile". Questo è il secondo
autogoal della Sicilia. |
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LA RELAZIONE del prof. Nino Luciani, Presidente designato
dal tribunale
LINEE PER ASSEMBLEA DEI SOCI
In anteprima, comunico che il compito a cui sono stato delegato
è stato molto gravoso, ha richiesto la costante assistenza di un legale (collega
professore ordinario della università di Bologna, anche illustre avvocato), e mi ha
portato ad affrontare spese vive di notevole entità per le convocazioni, spostamenti ecc.
Strettamente per le sole raccomandate e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (gratis
l'Albo Pretorio del Comune di Roma, e due Giornali On Line) e annessi, ho anticipato sul
mio bilancio personale 8.508,16 (recuperati con contributi volontari dei soci e non
soci: 7.460,00. Di questi movimenti ho già pubblicato la rendicontazione
precedentemente, e che comunque resta disponibile per chiunque, per la tracciabilità dei
movimenti, secondo la legge.
Sono stati spesi anche 7.120 per l'uso della sala Leptis, Ergife, su un contratto
di Alberto Alessi, di cui non mi è stata data rendicontazione.
_______________
Apertura della assemblea dei soci
COMUNICAZIONI
a) Questa assemblea è stata convocata dal tribubale civile di Roma
con decreto n. 9374/2016 del 14.12.2016. Lo scopo è nominare il presidente della
associazione. Con questa nomina, scocca la scintilla che genera la vita giuridica della
DC, e non cè più bisogno del tribunale.
b) Nella prossima assemblea, dovra essere fatta la modifica dello Statuto e
successivamente il congresso per la nomina delle cariche, in base al nuovo statuto.
1) Il procedimento di oggi consiste di due parti:
a) nella prima parte, Presidente designato presiede la riunione come designato dal
tribunale per validare la costituzione della assemblea dei soci della DC, in base allart.
2367 cc.;
b) nella seconda parte, subentra il presidente nominato dalla
assemblea, e Presidente designato cessa come espressione del tribunale.
Penserà il
nuovo Presidente a far compiere allAssemblea tutti gli adempimenti per rendere
lAssociazione pienamente funzionante.
PRIMA PARTE.
Si passa alla prima parte dell'odg:
1.- Costituzione della assemblea
In apertura il Presidente chiama a fungere da segretario il dott. Emilio Cugliari. Egli
chiede approvaziole dei presenti, che è data alla unanimità.
Egli comunica che lodg scritto dal giudice è stato interpretato in modo estensivo
da lui, per scongiurare alcuni pericoli gravi al successo della assemblea dei soci, su due
punti:
a) allargamento degli invitati;
b) aggiunta del vice presidente della associazione, nellodg.
Devo fare, poi, precisazioni anche per la ammissibilità delle deleghe, ai sensi dell'art.
2372 cc. .
Comunica che il decreto del tribunale è stato integrato da un
provvedimento aggiuntivo. Precisamente:
a) In base al primo provvedimento, Presidente designato era stato designato per la
convocazione con lindicazione di un o.d.g. che prevedeva la convocazione dei soci,
scritti nellelenco approvato dal tribunale.
Ma il designato indirizzava linvito anche ad eventuali altri aventi
titolo
Lestensione aveva provocato una discussione presso alcuni soci, sfociata
nellincarico ad un avvocatessa che andava dal giudice a chiedere lumi sulla
validità dellestensione, e scriveva a Presidente designato la sua personale
interpretazione su quel punto e su altri punti.
Il Presidente designato girava al giudice questa lettera,
accompagnandola con la seguente lettera:
AL GIUDICE DOTT. GUIDO ROMANO
Sig. Giudice,
ieri mi e' pervenuta la lettera sottostante di un avvocato che scrive, non a nome suo, ma
come suo interprete.
Sono a sua disposizione per ogni miglior raccordo con lei.
Non e' vero che io abbia allargato l'elenco degli aventi diritto. Invece ho informato il
grande pubblico, circa il decreto del tribunale, per evitare eventuali ricorsi di
potenziali aventi diritto a partecipare alla assemblea.
Gia' il giudice Scerrato aveva accolto il ricorso di tre ricorrenti (non nell'elenco),
nella causa sul XIX congresso 2012, annullato, e di cui si dice a lei nel ricorso che ho
presentato a suo tempo.
Se ci saranno domande, il diritto sara' sottoposto alla assemblea, che accettera' o
respingera'.
Cordiali saluti.
Bologna 7 feb. 2017
Il giudice emetteva il seguente provvedimento, in calce alla lettera
di Presidente designato: visto, agli atti non sussistendo provvedimenti da adottare
ed essendo devoluto al sig. Nino Presidente designato nino lesecuzione degli
adempimenti connessi alla convocazione dellassemblea della Democrazia". Roma,
14.2.2017 . Firmato Guido Romano
Nota del Presidente designato. Il
giudice, per effetto della girata (a lui della lettera della avvocatessa) era venuto a
conoscenza di tutti gli elementi di doglianza dei soci . E , di cio' tenuto conto, gli
aveva confermato l'incarico. Dunque aveva agito bene su tutto.
___________________
Su questa base, informa lassemblea:
a) che sono pervenute 7 domande di parteciparvi, come socio, da parte di persone che
dichiarano di avere titolo.
Per Bonalumi Gianni, Ciccarelli Antonio, Rosini Franco, Russo Gaetano, Lucchese Paolo il
titolo è costituito da tessera di iscrizione alla DC. Per Valentina Valenti il titolo è
costituito da autodichiarazione resa (come tutti coloro che sono nell'elenco del
tribunale) ai fini della partecipazione al congresso DC del 2012 accompagnata da prova di
versamento di 50; per Franco De Simoni il titolo è costituito da prova di
versamento di 50, anch'essa ai fini di partecipazione al congresso DC del 2012.
2) In merito alla aggiunta della voce " vice presidente"
all'o.d.g., essa si giustifica come figura ammessa implicitamente dai principi generali
dell'ordinamento, una volta che il giudice aveva accettato la domanda di Presidente
designato di nominare il presidente in base ai principi generali dell'ordinamento e
specificamente in base all'art. 36 del cc.
La motivazione fondamentale della aggiunta addotta dal Presidente designato è la
seguente: se il presidente della associazione venisse a mancare prima del congresso,
avverrebbe una catastrofe: vale dire la DC si ritroverebbe senza dirigenti, come adesso, e
si dovrebbero raccogliere di nuovo le firme, e tornare dal tribunale. La DC avrebbe chiuso
la sua storia per sempre.
Il presidente designato ricorda che, nel ricorso fatto a suo tempo, aveva chiesto che
(all'odg) ci fosse anche il VICE . Egli aveva pensato ad una eventuale omissione o
dimenticanza del giudice, ma non ad un divieto. Egli aveva anche pensato che, se
lavesse omesso, lassemblea non avrebbe potuto valutare in merito al Vice,
perche non allodg.
Conclusione: linserimento allodg da alla
assemblea la possibilita di valutare se decidere se nominare il Vice.
3) In merito alla possibilità delle deleghe, il Presidente
designato, ricorda di avere ammesso la possibilità di una delega.
Ricorda l'art. t. 2372 cc. ., secondo cui "coloro ai quali spetta il diritto di voto
possono farsi rappresentare nell'assemblea salvo che, nelle società che non fanno ricorso
al mercato del capitale di rischio e nelle società cooperative, lo statuto disponga
diversamente".
Secondo il Presidente occorre salvaguardare il rispetto dello Statuto e il diritto alla
delega. Lo Statuto nulla dispone in merito. Resta da salvaguardare il diritto alla delega.
Il Presidente motiva il limite in una sola delega, in base ad un principio generale di
correttezza. Non è accettabile che un socio si presenti, ad es. con 300 deleghe mettendo
i minoranza tutti gli altri soci presenti, di numero minore.
2) Comunicazioni finali
Il Presidente designato segnala l'importanza
cruciale di approvare, tra le Varie ed Eventuali la seguente
norma transitoria:
1) In via transitoria, tutte le modifiche di statuto, che rendono attuabili la
ricostituzione degli organi medesimi, sono di competenza della assemblea.
2) Sino alla completa riorganizzazione del Partito, il
Presidente del Partito è autorizzato, anche ora e per allora e con espressa ratifica di
quanto sino ad ora sia stato fatto, a convocare gli associati mediante pubblici
proclami, con avviso da pubblicare almeno 20 giorni prima sulla GU e allAlbo
Pretorio del Comune di Roma.
_________
NOTA POST RELAZIONEM. Ricordo
che l'assemblea ha, poi, bocciato le proposte di Luciani circa la nomina di un
VicePresidente e la possibilità della delega e le norme transitorie.
La mancata approvazione ha distrutto il 50%
dell'impianto creato da Luciani e dai giuristi Bologna. Esso era rivolto ai futuri
passaggi che, di conseguenza, diventano quasi impossibili.
a) Non sappiamo cosa farà il neo-Presidente, ma miracoli non ne sa fare. Avere negato la
nomina di un Vice Presidente (poteva essere in giovane) è una vera iattura, in caso di
impedimenti al Presidente;
b) La modifica di Statuto richiede un quorum di 3/4 dei soci, anche in seconda
convocazione. La possibilità della delega avrebbe dimezzata la difficoltà;
c) Attualmente, la modifica dello Statuto può essere fatto attraverso un congresso in
base all'attuale statuto. In alternativa, occorre che l'assemblea avochi a se stessa il
potere di modifica di statuto, come se si fosse nel 1945, quando la medesima assemblea si
privò del potere di modifica dello Statuto e lo delegò al congresso. Ma la relativa
norma transitoria non è stata votata, grazie a Grassi.
Si conclude constatando il danno infinito, creato dall'onda frondista, alimentata
da Alessi, cosa che ha aperto spazi a Bonalberti, trascinatore di popolo, ma poco
preparato come tutti i SAVONAROLA, i CICERUACCHIO .... |
|
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1943
|
AGGIORNAMENTO COMUNICATO - 10
feb. 2017
TRIBUNALE CIVILE DI ROMA DISPONE
CONVOCAZIONE
Assemblea dei soci del partito della DEMOCRAZIA CRISTIANA
.
La riunione avrà luogo a ROMA, Hotel Ergife,
Via Aurelia 619, tel.06 66441, il 25/26 feb 2017
|
1943
|
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IL PERCORSO DELLA RIORGANIZZAZIONE
. |
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1) Il traguardo finale e' la
celebrazione del congresso per la nomina degli organi, in base ad un nuovo statuto;
2) Ad esso si dovra' arrivare passando, prima, per due tappe :
a) una prima assemblea dei soci per la nomina del Presidente della
Associazione, il 25/26 feb. 2017, ex-art. 20 c 2;
b) una seconda assemblea dei soci per la modifica dello Statuto
(ex-art. 21 c. 2.
. |
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FINANZIAMENTO DELLE SPESE DI
CONVOCAZIONE :
totale 8.000 per 1750 lettere raccomandate, e 7.120 per sala da 1750 posti. |
.
Per dare un contributo
(libero), serve fare un bonifico bancario a favore di: |
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.Presidente designato NINO,
presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810
CAUSALE: contributo spese convocazione assemblea partito DEMOCRAZIA
CRISTIANA storica..
Avvertenza:
Su questo IBAN, la cifra totale accettata non può superare 10.000 e servirà solo
per le raccomandate. Invece il finanziamento della sala dell'Hotel Ergife è fatto per
altra via. |
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IL DECRETO DI
CONVOCAZIONE
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Nino
Presidente designato, Prime riflessioni:
- sulla storia della DC
distinguendo tra il 1948-70, e il 1970-94, - e su un codice etico.
Anche risposta a CASTAGNETTI, da parte di un "ridicolo" (uno che non
pensa come lui)1.- Storia.
L'attuale provvedimento del Tribunale arriva dopo numerosi eventi politici e giuridici
catastrofici, per la DC, in un periodo di 20 anni. Precisamente, dopo lo
"scioglimento" della Democrazia Cristiana, avvenuto il 29 gennaio 1994, si
levarono varie iniziative per raccoglierne la eredità (patrimonio e simbolo), da parte di
nuovi partiti istituiti ad hoc, ma tra i quali sorsero molte controversie, finite in
tribunale, e tutte concluse solo nel 2009 con una sentenza della Corte di Appello di Roma,
approvata dalla Corte di Cassazione nel dicembre 2010. Secondo la Corte
di Appello, confermata dalla Cassazione, non è mai esistito un problema di successione
alla DC, perché lo "scioglimento" fu disposto da un organo che non avevo il
potere di legge per farlo e dunque, giuridicamente, la Democrazia Cristiana esiste
tuttora. Sulla base della Sentenza della Cassazione, nel 2012 fu attivato un
procedimento di auto convocazione (da parte di alcuni associati) del Consiglio nazionale,
e poi fu convocato il XIX congresso per la nomina degli organi (perchè erano tutti
decaduti). Il congresso del 2012 fu concluso con la nomina del nuovo Consiglio Nazionale e
del Segretario Nazionale nella persona di Gianni Fontana. Ma
successivamente il Tribunale di Roma annullò sia il Consiglio nazionale sia il Congresso,
perchè convocati in modo illegittimo.
2) Adesso l'Assemblea. In
questi giorni, lo stesso Tribunale Civile di Roma (anzi lo stesso giudice che annullò il
Consiglio nazionale) ha convocato l' Assemblea dei soci della Democrazia Cristiana, con
piena garanzia della osservanza delle norme di legge. Non va confusa
l'Assemblea dei soci con il Congresso dei delegati. L'una è una assemblea di primo grado
(vale dire è sovrana); invece il Congresso è una assemblea di terzo grado, ossia di
eletti dalle sezioni locali, poi dai congressi provinciali, poi dai congressi regionali,
oggi non più fattibili perchè le sezioni locali non esistono più.
3) Per un Convegno su un codice etico e un discorso ai giovani sulla storia della
DC.
E' importante una prima discussione tra i soci su un codice etico del
cristiano impegnato in politico, così come un discorso al Paese per rivendicare il ruolo
storico della DC, soprattutto nella prima fase (1948-1970);
E' anche importante (si direbbe fondamentale) non far finta di niente, di fronte al
Paese, su quanto accaduto nella seconda fase (1970-1994) con il "compromesso
storico" con il PCI e con il processo di Milano (di "mani pulite").
Un aspetto dirimente è il giudizio sul cosiddetto "compromesso
storico" tra la DC e il PCI, in pratica un accordo di potere che
salvaguardava la DC nel governo nazionale, e inseriva il PCI nelle Regioni, per i problemi
di interesse regionale e in più dava , alle Regioni,la delega dello Stato di gestione del
Servizio Sanitario Nazionale. Quel compromesso fu "vera gloria"
della DC ? O, invece, sarebbe stato più corretto (per rispetto alla
democrazia) una alternanza con il PCI, nel governo nazionale, se questa era la scelta
degli elettori ? Quel compromesso fu motivato con la tesi che il PCI era un
pericolo per la democrazia. I fatti successivi hanno dimostrato che era solo
una calunnia, e infatti il PCI fu importante per la salvezza della democrazia in Italia.
(Ma questo non significa che io avrei votato PCI).
4) Risposta di un "ridicolo" a Castagnetti.
Sul TEMPO di Roma (16 dic.) ha dichiarato: "Sono ridicoli, capitolo chiuso",
quelli della nuova DC. Mi pare un giudizio affrettato, troppo sbrigativo.
Penso che una cosa sia una DC della casta partitica (propria del suo cognome) come la DC
degli anni suoi (1970-94); una cosa sia una DC del popolo come quella del
1948-70. Credo che Castagnetti dovrebbe invece apprezzare questo tentativo di
far valere le idee buone dei cattolici attraverso l'unione, a parte che le idee buone non
sono un monopolio dei cattolici. |
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In
preparazione della Assemblea dei soci del partito della DC storica il 25/26 feb 2017, a
Roma |
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INCONTRO DI BOLOGNA, 21 GENNAIO 2017
Via D'Azeglio 45, Collegio S. Luigi |
Presidente
designato: "UN PARTITO DI SOLI CATTOLICI
?"
Ma il Papa non vuole un partito "SOLO" di cattoliciRESOCONTO:
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In margine al Decreto del Tribunale di Roma sul ritorno della DC
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LINEE PER LA DC
1.- Un partito di soli cattolici ? NO Il papa
ha detto no.
Sì, invece, ad un partito laico che unisca il più possibile i cattolici nello scenario
politico italiano, e anche di non cattolici con gli stessi valori e programmi, e garanti
della laicità del partito.
Un partito liberale ? No.
Un partito socialista ? NO.
Lart. 1 dellAtto costitutivo della DC (1945, tuttora vigente) dice: "DC,
un partito con un programma di libertà e di giustizia sociale, ispirato ai principi
cristiani".
Direi, con linguaggio più pragmatico: DC, un partito
interclassista e di mediazione sociale, ispirato alla dottrina sociale della chiesa, ma
non di soli cattolici, anzi benvenuti come garanti della laicità.
2. - Per la dottrina sociale della chiesa, nel
campo temporale la posizione del cristiano impegnato in politica, nei confronti della
gerarchia, non è diversa da quella del non cristiano nei confronti della gerarchia.
Cè invece il diritto-dovere della gerarchia nel dare lispirazione cristiana,
al cristiano. Vedi Diez Alegria, Università. Gregoriana. Clicca su: Diez
3.- Quale elettorato naturale per
un partito di cattolici (sia pur non di soli cattolici) ?
Penso che debba essere un elettorato qualificato, da cercare in quella direzione.
Dovremmo cercare un rapporto ufficiale con la gerarchia cattolica ?
Direi proprio di no, perché la Chiesa ragiona rivolta al mondo ultraterreno, e dunque su
valori trascendenti. Gesù aveva detto che chi è primo in questo mondo potrebbe risultare
ultimo nel suo regno (regno di Dio).Dunque la Chiesa non è interlocutrice di un partito
(sia esso di cattolici e non cattolici).
Lo storico Giorgio Galli (Storia della DC, 1943-93, ed. Kaos, Milano 2007, p. 32)
racconta che:" fino a quando la Chiesa e le organizzazioni
cattoliche (parrocchie
, NdR) non scelgono
la DC (si era vicino al 1948, NdR), il partito non appare affatto
radicato nella società, e la sua azione si limita a contatti vertice
" .
..Successivamente, con la partecipazione del mondo della cultura e della formazione
la DC diverrà anche "interclassista, capace di rivolgersi in modo credibile tanto
alle masse, quanto alle élites culturali e al mondo imprenditoriale " (ib.
p. 28).
A questo riguardo si deve considerare che la distinzione tra valori temporali e valori
spirituali non è netta, ma vè tutto un campo misto. Basti pensare al soccorso alle
povertà, alla presenza delle istituzioni cattoliche nel sociale (scuole, sanità, varie
forme di volontariato ) e più in generale al fatto che, nella tradizione italiana, le
nostre parrocchie hanno sempre svolto anche compiti civili.
Dunque la riscoperta del dialogo con le parrocchie, oggi molto dimenticate, è la strada
giusta per un partito di cattolici e di non cattolici. Anche perchè nel mondo dei non
cattolici ci sono strutture che fanno le stesse cose che fanno le parrocchie.
Con le parrocchie ci sono le associazioni e movimenti che le collaborano.
4.- In questo scenario il codice etico, ispirato alla
dottrina sociale della chiesa cattolica, diviene il linguaggio che
permette al partito di cattolici di parlare con le istituzioni civili cattoliche.
E un linguaggio che parla di comportamenti morali e di etica. Questo passaggio ci
porta a considerare che il cristiano impegnato in politica deve orientarsi al bene
comune, sia pur in modo generico.
Questo non vuole dire che si propone d demolire lo Stato sociale (
la scuola pubblica, la sanità pubblica e quantaltro), ma
il riconoscimento al volontariato sociale di una posizione costituzionale paritaria.
Questo ... anche per motivi pratici. Infatti, la burocrazia pubblica è lo strumento
fondamentale dello Stato, di norma, altamente benemerito, ma anche catastrofica in dati
casi (causa lentezza) , di cui vediamo i limiti ogni giorno.
5.- Sulle motivazioni individuali dei politici. I
politici tutti (cattolici e non cattolici) non cercano spesso, come istinto naturale, il
bene comune, ma quello personale. Non è un fatto solo italiano, ma universale verificato
dalla Scuola di public choice, fondata da un premio Nobel (James Buchanan) e oggi
accettata nel mondo.
Seconda questa Scuola, circa le motivazioni individuali, non vè differenza tra
"economia privata di mercato" ed "economia pubblica", nel senso che:
un privato fa produzione per il mercato, ma allo scopo di fare un profitto.
E, identicamente, un politico fa produzione di beni pubblici, ma allo scopo di fare un
interesse personale. Questo "interesse" non è necessariamente illecito. Può
essere una remunerazione, il piacere di servire il bene comune, il piacere
dellambizione ( e questo cè anche nel privato).
Rinvio al mio libro: Economia delle Scelte Pubbliche. Clicca su: http://amsacta.unibo.it/3417/1/scritti_scelti_Presidente
designato.pdf , pag. 346 e ss.
Per riportare le cose sulla retta via, che mette daccordo il bene privato e il bene
pubblico, servono dei meccanismi bilancianti:
- nel mercato il principale meccanismo è la concorrenza, altro è la regolamentazione dei
monopoli
;
- nel campo pubblico il principale meccanismo è quello dellalternanza tra i
grandi partiti al governo, aspetto trattato nellAppendice al
codice etico (a cui rinvio), e del quale gli Stati Uniti dAmerica sono un esempio
sotto gli occhi di tutti, sia pur con i suoi difetti.
6.- Bene Comune. Cosa sia il
cosiddetto bene comune, esso non consiste "nel fare bene a tutti" e questo
parrebbe contraddittorio.
Nel campo pubblico ogni intervento, per sua natura, fa il bene di qualcuno, e il danno di
un altro.
Si pensi ad un autobus a servizio di un quartiere. Se esso passa per la strada più vicina
a te, probabilmente quella strada è la più lontana ad altri di un'altra strada. La
soluzione meno peggio è che lautobus passi per la via in mezzo alle due.
Si pensi al finanziamento di una scuola. Ognuno paga in modo progressivo, rispetto al
reddito. Probabilmente i ricchi (che pagano di più), mandano i figli in una scuola
privata, mentre i poveri mandano i figli alla scuola pubblica, pagando meno del costo.
Alla fine si trova che il bene comune è realizzato se, nel complesso della società
civile, i vantaggi superano i danni.
La valutazione la fa il governo. Ma se il governo pensa a prolungare la propria
sopravvivenza (ossia ai propri vantaggi), e alla fine si trova che egli potrebbe
privilegiare i propri elettori.
Questo è davvero il bene comune ? Per una soluzione, rinvio ad un mio studio:"
E.d'Albergo, la Sienza delle Finanze e il problema di una regola di sicura decisione
collettiva, a supporto del secondo teorema del benessere". Clicca su: http://amsacta.unibo.it/3417/1/scritti_scelti_Presidente
designato.pdf , pag.668 e ss.
7.- Torniamo al codice
etico. Questa conclusione ci riporta a considerare limportanza
dei meccanismi bilancianti anche nel campo pubblico, vale dire alla alternanza tra i
grandi partiti al governo e soprattutto alla educazione
individuale.
Questa ci riporta al discorso iniziale, proprio della dottrina della chiesa cattolica:
dunque al codice etico, che parla alla persona. |
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FINANZIAMENTO DELLE
RACCOMANDATE E DELLA GAZZETTA UFFICIALE
per la organizzazione della Assemblea dei soci il 25/26 feb 3017 |
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SPESA NECESSARIA: 8.508,16 |
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TOTALE CONTRIBUTI :
8.630,00 |
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CONTRIBUENTI per le raccomandate, GU e altro:
LUCIANI NINO, 20
TOMIETTO MAURO, 100
RENZO GUBERT, 500
GIUSEPPE CANANZI, 20
DUO VIELMO, 50
CANTELLI RAG GABRIELE, 20
TERRANOVA ALBINO, 50
MONTESANO CLAUDIO, 20
BOCCHIO ISABELLA, 100
PORTACCI AMEDEO - FONTANA , 1.0000
PESCHIERA FILIPPO - CASALI LAURA, 50
MORELLI GIUSEPPE-GIUSEPPE MORELLI, 30
ZARDI CARLO, 20
MAIOLO ILARIO, 100
GIOVINAZZO GIROLAMO, 300
VELLO GIORGIO, 30
LUIGI D'AGRO', 100
ANGELO MUSCO, 50
GIANNONE ANTONINO, 200
BONALBERTI ETTORE - LIBONI FRANCESCA, 200
GIANFRANCO RUCCO, 50
DE MONTIS PIETRO, 20
ANDREASI ROBERTO, 200
FERRONI MARCO, 100
VIALETTO LUIGI ANTONIO, 20
GRECO GIACOMO, 20
MANNO LIBORIO - LUCCHESE FRANCESCO, 200
MORETTI ANTONIO, 20
COMIS ALFREDO, 150
BANCO DI NAPOLI S P A-, 200
PETRILLO FRANCESCO NAPOLI, 100
FINESSO LUCIANO, 50
CICCARELLI ANTONIO, 100
GUCCIONE IGNAZIO MARIA MAURILIO, 200
LO CURZIO ENRICO, 250
BONGIORNO GIORGIO- GIGLIO FRANCES, 80
BARBUTO NICOLA CONCETTO, 100
BERTE VITO, 20
ZILLI LUIGI, 100
ARCIERI FRANCESCO, 50
ZOTTI GABRIELE, 20
CECCARELLI STEFANO, 100
SACCOMAN ANTONIO-RIGOTTI EZIA, 20
CIMATTI STEFANO, 200
FOIS LUCA-, 10
ORIOLI MATTIA, 20
PIRILLO GIANTULLIO, 200
RICCADONNA ANGELO-, 20
AMMATURO COSIMO, 50
BELLIN FLAVIO E CAGNIN LUCIA, 100
GORI GIOVANNI, 30
CUOCI ROBERTO, SCOGNAMIGLIO MARIA, 30
ORGA UMBERTO, 1.000, 00
CARROZZA LORENZO, 50
MINELLI GIAMPIETRO ALBINI ROMANA, 50
FRASCAROLO GIUSEPPE, 100
MANDANICI GIUSEPPE- NINO MANDANICI, 20
DE GAUDENZ ALDO, 200
LEPORINI PAOLO 100
PINTO ALESSANDRO 30
PERAZZOLO GIANCARLO 50
BATTAGLIERIN ROBERTO 50
TRAMONTE COSIMO DAMIANO 20
PRANDINI GIOVANNI, TRECCANI ADELE 1.050,00
RICCARDI MARINO 50
LIA CESARE AUGUSTO 50
BEIFIORI CONSULTANTS 20
TOTALI 8630,00 |
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********
In preparazione
della Assemblea dei soci del partito della DC storica |
|
VERSO INCONTRO A BOLOGNA IL 21
GENNAIO 2017
Via D'Azeglio 45, Collegio S. Luigi |
|
1)
Presentazione del codice etico del
cristiano
impegnato in politica |
|
2)
Apertura delle candidature alla Presidenza della
associazionne del partito della DC storica |
PER
TROVARE IL CODICE, CLICCA SU: Co1 ; Co2 |
|
INCONTRO PRIVATO
il 21 gen, 2017 ore 10,00-16,00, a Bologna, in via d'Azeglio 45,
presso Collegio S. Luigi (parcheggio automobile nel retro: via della Liberta')
|
La Assemblea de
soci, a febbraio, si può fare solo se i soci la vogliono, versando il contributo libero
per le raccomandate, per totali 7500. Clicca su: IBAN . |
|
|
INVITATI:
- I Soci DC iscritti nell'ultimo
elenco disponibile, approvato dal Tribunale a Roma il 25/26 feb
2016, per assemblea ex-art. 20 c.c.;
- Altri invitati, che hanno comunicato di avere interesse ad essere informati sulla
evoluzione del procedimento organizzativo della DC
Oggetto n. 1 - INCONTRO PRIVATO
a Bologna il 21 gen, 2017 ore 10,00-16,00, a Bologna, in via d'Azeglio 45, presso Collegio
S. Luigi (parcheggio automobile nel retro: via della Liberta') in preparazione della
Assemblea dei soci, il 25/26 feb. 2017.
Oggetto n. 2. Invio
raccomandate di convocazione assemblea 25/26 feb. 2017.
Per linvio (possibilmente entro il giorno 20 gennaio, tramite Ufficio
Postale), serve il via libera di voi tutti, vale dire il versamento del contributo
individuale libero, sul bonifico bancario intestato a:
Presidente designato NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO):
- IBAN IT 10B0638567684510301829810
;
- CAUSALE: contributo spese convocazione assemblea partito DEMOCRAZIA CRISTIANA storica.
TUTTO DEV'ESSERE ASSOLUTAMENTE TRASPARENTE: il 21 gen. sara' mostrato e letto
l'estratto conto bancario, compresi i nomi dei contribuenti.
Per quanto riguarda la sala all'Ergife, il Direttore mi ha comunicato essere stata
pagata per intero (c'era un contratto di Alessi).
BREVE INTRODUZIONE AI
DUE ARGOMENTI
1.- Per quanto riguarda il punto 1,
sara presentato il codice di Guido Gonella del 1982, aggiornato da un gruppo di
studio di Bologna nel 2015. La motivazione della presentazione e' :
- preparare l' assemblea dei soci della DC del 25/26 feb. 2017 attraverso una riflessione
di carattere etico, per il bene comune;
- dare un segnale di buon inizio, alla Chiesa Cattolica, sia pure in modo unilaterale.
Per trovare il codice, clicca su: Codice etico ; e su: APPENDICE .
2.- Per quanto riguarda il punto 2, segnalo
che:
a) esso sostituisce lo "APPELLO DI BONABERTI alla
coesione" in quanto Egli, nellincontro organizzato a Roma il 12 gen. da A.
Alessi, lo ha gia esaurito (per sua dichiarazione). Esso e' consistito
nellinvito a tutti di votare unitariamente, a Presidente della Associazione dei soci
della DC, "Gargani, elevata personalita' ", (candidatura, notoriamente di Paolo
Cirino Pomicino. In alternativa: votare Gianni Fontana).
b) Ricordo che questa carica sara'
operativa una sola volta, vale dire solo fino alla seconda Assemblea, per approvare il
nuovo Statuto, che e' lo strumento per garantire a tutti la uguale dignita' e la pari
opportunita', compreso che tutte le Regioni siano rappresentate in Consiglio Nazionale in
proporzione alla popolazione, e comunque con un minimo di uno.
b) Penso, in netta opposizione a
Bonalberti e Company, che la nomina del Presidente dell'Associazione sia una prerogativa
dell'Assemblea dei soci, il 25/26 feb; e che tutti abbiano pari diritto alla candidatura.
Questo giustifica il punto 2 all'o.d.g. per il 21 gen., per non trovarci di fronte
al fatto compiuto, a cui (prima) io non avevo pensato (ma non Bonalberti) .
Faccio, dunque, appello a chiunque disponibile, di venire a Bologna a dare la
propria candidatura o a proporre candidature, e anche un programma (avanti i giovani, ma
senza rottamare nessuno).
3.- Torno al valore
della "coesione". Questo valore e stata calpestato
nel Congresso del 2012 (vedi: Manuale Cencelli, ecc.). Un comune amico, nel lasciare il
congresso aveva detto: "Abbiamo ritrovato la vecchia DC, nel bene e nel male, tale e
quale come era prima ".
Quale contributo alla memoria storica ("Historia est magistra vitae), rinvio al
servizio sul XIX congresso (bello, ma ingannevole: basti pensare ai vari ricorsi ai
giudici), che avevo fatto nel dic. 2012.
4.- Da ultimo: la spesa pranzo e' di 20,00. Attendo la
conferma dei ritardatari, circa la presenza al ristorante. |
___________________________________________________________________________________________________________________________________
QUOTA SOCIALE
ANNUALE 2020 della DEMOCRAZIA CRISTIANA
(conto bancario provvisorio, autorizzato dall'Assemblea dei soci)
Quota da versare sul seguente conto:
LUCIANI NINO,
presso banca INTESA SAN PAOLO :
IBAN IT79T0306967684510346123464
Causale: "Quota sociale 2020 per la DC".
|
|
AMMATURO COSIMO |
|
50,00 |
|
BEIFIORI
VITTORINO |
|
50,00 |
|
BELLIN
FLAVIO |
|
50,00 |
|
BENDINELLI FEDERICO |
|
50,00 |
|
BERTINI
GIULIANO |
|
50,00 |
|
BOTTIN
ALDO |
|
50,00 |
|
CAPPI
GIOVANNI (n.s.) |
|
50,00 |
|
CASTORINA
CARMELO |
|
50,00 |
|
CATARSI
MASSIMO |
|
50,00 |
|
CECCARELLI
STEFANO |
|
50,00 |
|
CERAGIOLI
LUIGI |
|
50,00 |
|
CINNIRELLA
CARMELO |
|
50,00 |
|
CIRINO
POMICINO |
|
50,00 |
|
CONCORDIA
RODOLFO |
|
50,00 |
|
CORTESE
GIUSEPPE |
|
50,00 |
|
DE
AMBROGI CONTARDO (n.s) |
|
50,00 |
|
DE
CAROLIS DOMENICO (n.s.) |
|
50,00 |
|
FALASCHI
GIOVANNI |
|
50,00 |
|
GRIGNOLIO
MASSIMO |
|
50,00 |
|
LEO
CARMELO (n.s.) |
|
50,00 |
|
LEONETTI
CARLO |
|
50,00 |
|
LUCCHESE
PAOLO |
|
50,00 |
|
LUCIANI
NINO |
|
50,00 |
|
M0RGONI
VINICIO |
|
50,00 |
|
MANIACI
SALVATORE |
|
50,00 |
|
MAZZUCCO
FRANCESCO |
|
50,00 |
+300,00 |
MORETTI
ANTONIO |
|
50,00 |
|
MORTELLARO
FRNCESCO |
|
50,00 |
|
NAPOLITANO
SALVATORE |
|
50,00 |
|
ORGA
UMBERTO |
|
50,00 |
|
PAZIENZA GABRIELE |
|
50,00 |
|
ROSINI
FRANCO |
|
50,00 |
|
SALSANO
CARMINE |
|
50,00 |
|
STEFANI
MARIO |
|
50,00 |
|
STELLA
LUCIANO |
|
50,00 |
+50,00 |
TRAMONTE
COSIMO |
|
50,00 |
|
VALENTI
VALENTINa |
|
50,00 |
|
ZARDI
CARLO |
|
50,00 |
|
ZOLLA
MICHELE |
|
50,00 |
|
Totale
2.300 |
|
1950,00 |
+350,00 |
Nota: n.s. : non socio |
|
|
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|
°°°°
Verso il XIX Congresso
LINEE DI INDIRIZZO DI UN MANIFESTO PER L'
IMPEGNO POLITICO |
I - LE ISTITUZIONI PUBBLICHE, A TUTELA
DELLA PERSONA UMANA E DELLA FAMIGLIA, DELLE CONDIZIONI DI PRODUZIONE E DI LAVORO, DI
AMBIENTE, E DI PACE NEL MONDO. a) Il Buongoverno va cercato mediante lalternanza
tra i grandi partiti al governo in base al merito;
b) La scelta spetta al popolo, maturo fino a riuscire ad aggregarsi, quanto serve per
decidere. La democrazia possibile è quella "rappresentativa", e la più vicina
alla democrazia diretta è quella in cui, per gli elettori, la scelta è tra due soli
partiti, in modo da dare luogo ad una maggioranza e ad una minoranza.
c) L aggregazione rispetto ai due partiti va orientata con modalità costituzionali,
rispecchianti la coscienza comune. Laggregazione deve avvenire rispetto al capo del
governo da eleggere e al suo programma. Questo non è un nuovo assolutismo, in quanto gli
accordi tra i gruppi dovranno e potranno aver luogo allinterno dei due grandi
partiti, compreso un criterio di proporzionalità pura, ma con limiti al particolarismo
per effetto della concorrenza stringente del partito di alternativa.
d) lammissibilità delle candidature al parlamento e al governo è subordinata:
- al possesso dei requisiti di moralità e di non conflitto di
interessi con lo Stato, come definiti dalla legge;
- e al possesso di requisiti professionali, comprovata da titoli di studio o di esperienza
pluriennale adeguata.
e) Il governo deve durare quanto una legislatura, sia in caso di elezione diretta del capo
del governo, sia in caso di elezione indiretta, dal parlamento. Può essere ammesso il
voto di sfiducia in parlamento, ma non prima di 4 anni dallinizio legislatura.
f) La partecipazione dei cittadini alle candidature nei partiti per le elezioni va
sostenuta dallo Stato sotto forma di spazi presso la TV pubblica per la presentazione dei
programmi e dei curriculum personali.
g) La costituzione dei partiti va ispirata a farne strumenti di servizio alla società
civile. Mai più partiti imprese daffari con tangenti sui lavori pubblici, e cattura
dei voti dando posti della Pubblica Amministrazione senza guardare alla professionalità
delle persone e allamore alla patria.
h) Il finanziamento dei partiti (associazioni di diritto privato, secondo la Costituzione
Italiana) va ammesso in forma volontaria con la sottoscrizione del 5 per mille del
versamento IRPEF, con donazioni di persone private e di imprese giuridiche private purchè
iscritte in bilancio, e approvate dai soci della persona giuridica sia italiana sia non
italiana.
Le donazioni della persona privata e giuridica possono essere ammesse in detrazione
nellimponibile nella dichiarazione dei redditi. Il buon fine del finanziamento va
dimostrato mediante rendicontazione e comunque va reso pubblico.
i) Riforma della UE - Unione Europea, per cui:
- determinate spese, di interesse generale europeo, vadano tolte dai bilanci degli Stati e
caricate sul bilancio unico europeo;
- la BCE (Banca Centrale Europea) sia banchiere di ultima istanza, e possa fare da
ombrello al bilancio europeo, in occasione della collocazione di titoli obbligazionari,
sul mercato finanziario.
l) il sistema di difesa dellItalia va costruito su basi europee ed atlantiche, su un
buon rapporto con la Russie filo - europee. |
II.- PROPOSTE PER UN PROGRAMMA POLITICO PER
LITALIA. a) Riforma costituzionale della Governance dello Stato (elezione diretta
del Presidente della Repubblica, sul modello dei Comuni italiani, per il Sindaco);
b) Interclassismo: promozione di modi di incontro permanenti tra le parti sociali.
c) Lo Stato garantisce a tutti i cittadini i beni primari: pane, acqua, salute, scuola.
d) Riforma dello Stato (rimettere apposto il titolo V della Costituzione): un solo ente
intermedio tra Stato e Comuni; Regioni con compiti di programmazione locale e con i
compiti delle Province; No Regioni con poteri legislativi; abolizione delle Province);
e) Libertà di impresa e di lavoro. La spesa pubblica non può superare il 45% del PIL.
f) Un' imposta personale sul reddito speso complessivo (tipo N. Kaldor, ma no esenzione
beni strumentali, perchè concorrenziali ai lavoratori), associata ad unimposta
reale proporzionale sulle spese.
In sede di dichiarazione annuale dei redditi spesi, questa imposta reale va ammessa in
detrazione (norma anti-evasione fiscale).
La nuova imposta personale deve essere progressiva per detrazione (una sola aliquota sul
reddito complessivo, dopo avere detratto una parte, esente per tutti, corrispondente al
fabbisogno essenziale per la vita);
g) piano poliennale di ammortamento del debito pubblico. La rata va pagata con una
percentuale del gettito fiscale globale;
h) riforma della UE, per cui determinate compiti di interesse generale europeo siano
caricate sul bilancio UE, e tolte dai bilanci degli Stati. Tipologie di detti compiti :
- Affari Esteri e Cooperazione Internazionale;
- Beni, Attività Culturali,Turismo;
- Politiche Sociali, atte a garantire il primum vivere e la salute;
- Difesa;
- Ambiente;
- Grandi infrastrutture terrestri e portuali ;
- Grandi Trasporti Ferroviari e Marittimi;
- Politiche Agricole Alimentari e Forestali;
- Tutela nazionale della produzione dei beni primari e dell'artigianato locale;
- Squilibri territoriali (Mezzogiorno);
- Sport. |
|
|
***
Per il verbale intero, dell'Assemblea
clicca su: VERBALE 14 MARZO 2020
|
Storia amara: esclusi, tra l'elenco dei soci,
art. 24 cc :
R. Cerenza, F. De Simoni, A. Ciccarelli,
per atti emulativi ai danni della Dc, ex-art. 7 c.c. |
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1.- La riunione ha avuto una storia breve, dettata dalla urgenza di
una delibera, collegata a una udienza (del prossimo 24 marzo 2020) del Tribunale di Roma,
per una causa mossa da Cerenza e De Simoni, per fare annullare il XIX congresso della DC
del 14 ottobre 2018. Quel congresso aveva eletto R. Grassi, Segretario Politico, ed eletto
il Consiglio Nazionale.
Nella prima udienza (del 21 gen. 2020) il Giudice aveva già detto che, avendo
l'Assemblea dei soci (del 12 ott. 2019) dichiarata nullo quel congresso, era venuto meno
il motivo del contendere, e quindi Egli non doveva più annullare nulla. Ma Cerenza aveva
chiesto una proroga della udienza per un certo motivo procedurale (non aveva trovato
Troisi, per notificargli la data dell'udienza).
Nella seconda udienza (del 18 feb. 2020), Cerenza ha fatto una sorpresa: ha
costituito in giudizio il partito della Democrazia Cristiana, rappresentata dall'Avv.
Fornaro e anche se stesso come Segretario Amministrativo- Rappresentante Legale del
Partito DC. In questo modo egli era presente a doppio titolo: come socio della
Associazione DC, per cui aveva fatto causa per annullare il congresso, e come
Rappresentante Legale del Partito, la quale cosa non è stata digerita dal Giudice per
motivi procedurali, e quindi c'è stato un terzo rinvio al 24 marzo.
La mossa di Cerenza è stata assolutamente illegale e furbesca. Da qui
è sorta l'urgenza (per me) di convocare l'assemblea dei soci per fare annullare il
"giochino" .
A questo proposito voglio ricordare che, nel condominio degli edifici esistono le riunioni
per auto-convocazione (bastano le firme di 2 condomini, art. 66 Disp. di att. cc.), ma poi
l'assemblea convocata dall'ammistratore può annullare tutto, se è stato un colpo di
mano. Anzi, alcuni amici DC avevano inteso che fosse andata così.
Ma, in questo caso, si è trattato di molto peggio: di un atto emulativo della
Assemblea Iscritti alla DC 1993 (alcuni dei quali anche iscritti alla Associazione DC).
2.- Precisamente: il 12 ottobre 2019, (esattamente nelle stesse ore, ma luogo
diverso in Roma, in cui era riunito la nostra Assemblea dei soci) :
a) con annunzio a pagamento in Gazzetta Ufficiale n. 104 del 5.9.2019 (si vegga il
verbale, pag. 7), Cerenza, De Simoni e Ciccarelli, anche soci della nostra Associazione,
hanno convocato una "ASSEMBLEA COSTITUENTE" di una nuova associazione da loro
costituita e denominata "Democrazia Cristiana Associazione iscritti alla DC
1993", avente per simbolo il ben noto scudo crociato, e tutto ciò a richiesta di
Raffaele Cerenza che di essa si definisce anche "Presidente", e il tutto per la
nomina di alcuni organi (Segretario Politico, Segretario Amm.vo e Rappresentante Legale).
A quanto risulta, in questa riunione la predetta Associazione "Democrazia
Cristiana Associazione iscritti alla DC 1993", ha nominato F. De Simoni Segretario
Politico, R. Cerenza, Segretario Amm. e Rappresentante Legale; A. Ciccarelli, Coordinatore
Attività Regionali (di fatto, a insaputa della gran parte di altri soci).
Si è trattato dunque della costituzione di una nuova associazione che per nome e
identità, nonché per "segno distintivo" (e cioè il simbolo dello scudo
crociato) e per fini istituzionali (costituisce un partito politico) costituisce una
condotta illecita, di spendita illegittima del nome della nostra Associazione. |
Il tutto è particolarmente grave in quanto a questo illecito
hanno partecipato e si sono resi attori ben tre nostri Soci (De Simoni, Cerenza,
Ciccarelli), i quali hanno assunto cariche nella predetta nuova associazione, mutuando
anche il nome dell'ufficio da quanto previsto dallo Statuto vigente della DC della nostra
Associazione: il comportamento emulativo è dunque di estrema gravità.
A noi tutti sono note le difficoltà per riportare ad operatività la nostra mai disciolta
Associazione politica Democrazia Cristiana - Scudo Crociato Libertas (come riconosciuto
dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la nota sentenza n. 25999 del 2010) -
difficoltà aggravate dalla malattia del nostro Presidente G. Fontana (al quale
vanno i nostri più affettuosi auguri di pronto ristabilimento), il che rende ancor più
necessaria la coesione e l'unità di intenti fra tutti noi.
La costituzione e la convocazione di assemblea di questa nuova associazione
"Democrazia Cristiana Associazione iscritti alla DC 1993", ha per simbolo il ben
noto nostro "scudo crociato", e tutto ciò a richiesta di Raffaele Cerenza che
di essa si definisce "Presidente".
L'ordine del giorno e ogni altra modalità :
- ripetono pedissequamente quanto da tempo - e dunque con largo anticipo - la
nostra Associazione ha fatto e sta facendo, peraltro tra difficoltà create in particolare
proprio da Raffaele Cerenza, che è anche nostro associato, e dagli altri due nostri soci
De Simoni e Ciccarelli;
- e costituiscono comportamenti di estrema gravità in voluto ed illecito
danno per la nostra Associazione, poiché è del tutto pacifico in giurisprudenza che la
nostra Associazione ha diritto alla tutela della personalità, del nome e della identità
nella duplice funzione identificativa e di esplicazione della propria personalità (ex
art. 7 codice civile), e che quanto compiuto da Cerenza, De Simoni e Ciccarelli è sotto
questo profilo condotta illecita.
Tutto ciò premesso e considerato, in qualità di Presidente ad interim ho proposto
che, considerata la gravità di questi atti e comportamenti di Raffaele Cerenza, F. De
Simoni e .. Ciccarelli, a norma dell'art. 24, comma 3°, codice civile l'Assemblea
deliberi :
a) l'immediata esclusione dei tre Cerenza, De Simoni e Ciccarelli dalla
nostra Associazione a far tempo da oggi;
b) la autorizzazione al Presidente ad agire in ogni competente sede affinché
alla nuova associazione "Democrazia Cristiana Associazione iscritti alla DC
1993" venga altresì inibito l'utilizzo del nome DC, nonché del simbolo.
Questo l'Assemblea ha approvato. E per i particolari rinvio al verbale, in
originale.
ULTIMO, MA NON ULTIMO. A titolo personale, mi sia consentito di dire apertamente che
questa "esclusione" è, in parte, solo la presa d'atto di una situazione di
fatto, già creata da Cerenza e De Simoni.
E'stata, insomma, come la chiusura della stalla, quando i buoni sono gia
usciti.
2.- Per il resto:
a) l'assemblea si è aggiornata al 23 maggio 2020 ;
b) ha approvato alcune norme transitorie, in deroga allo statuto, per permettere le
convocazioni con G.U. e per e-mail, attualmente non permesse dall'art. 23 dello Statuto,
per cui le convocazioni per posta cartacea sono troppo costose.
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Verso il XIX
Congresso, che tuttora non si riesce a fare.
ASSEMBLEA DEI SOCI DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA - 6 GIUGNO 2020.
IN VIDEO CONFERENZA : NINO LUCIANI e FRANCO MORTELLARO |
LUCIANI : Per fare un buon
congresso |
Prof. Franco Mortellaro
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F. Mortellaro, Per un congresso unitario
della DEMOCRAZIA CRISTIANA,
attraverso la cultura e la mentalità
del popolo nostro
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1. Per un congresso efficace, serve ritrovare le ragioni dell'unità sui grandi principi
della DC, ma anche scambiarci i valori personali.
Serve anche farsi carico di diritti lesi nel corso della assemblea congressuale, ma
senza rinvangare le cose più di quanto serva. Su questo torno alla fine, ma rilevo subito
che la Assemblea dei soci del 12 ott. 2019, alla unanimità, ha "espresso
solidarietà alle persone lese".
2.- Nella riunione precedente, l' Assemblea aveva disposto la costituzione di
GRUPPI REGIONALI, per la preparazione politica e organizzativa al congresso, che non
viene celebrato dal 1994, anno del presunto scioglimento della DC, ma non valido (quello
scioglimento), grazie ad una sentenza della Cassazione (2010).
Ma senza adeguata materia prima, si fa poco. Frattanto, rinnoviamo un
appello alle grandi forze intellettuali storiche dell' Italia (mondo cattolico, mondo
socialista, mondo liberale) a tornare in campo per occuparsi di governare l'Italia,
secondo un criterio di alternanza tra loro, che il popolo deciderà. Il motivo
dell'appello si trova nel fatto che, dopo la distruzione della vecchia classe politica
(causa i grandi processi giudiziari di Mani Pulite), l'Italia non ha ancora una classe
politica, al livello della sua storia.
3.- Per quanto riguarda la DC, vanno ricordati gli ostacoli fin qui trovati,
che ne hanno fermato il ritomo :
- Una causa nel 2014, che aveva annullato la convocazione del Consiglio Nazionale;
- Una causa ne 2016 che aveva annullato il comgresso del 2012;
- Una causa nel 2019 per annullare il congresso del 2018, e che le cui conclusioni
l'Assemblea dei soci aveva dovuto anticipare in autotutela, per evitare un vuoto troppo
prolungato, in attesa di sentenza.
L'aspetto critico è che, sempre, al momento giusto compaiono grandi dissidi,
motivati giuridicamente, ma solo pretestuosi nella sostanza. Se si ritrova l'unità e
l'amicizia, le divergenze possono essere sanate .
4.- A riguardo dell' ultimo congresso, non ci sono dubbi che esso sia stato condotto
malissimo. Vero sì che la gran parte dei congressi regionali erano stati illegittimi, ma
per questo i conduttori del congresso (Presidente e Segretario verbalizzante) non dovevano
farlo svolgere se non avevano identificato i delegati nazionali al congresso; o almeno,
entro la serata, dovevano dire pubblicamente che il congresso non era stato costituito.
Invece solo a dopo tre mesi hanno reso pubblico il verbale, e nel frattempo GRASSI aveva
svolto le funzioni di Segretario, come se tutto fosse apposto. Non è giusto.
Questo ritardo ha creato fratture gravi, che occorre sanare, prima del congresso. A Grassi
sono dovute le scuse. |
Cari amici e
amiche, 1- La Democrazia Cristiana riprende il
suo cammino ideologico espresso da Don Luigi Sturzo, da don Romolo Murri attraverso Leone
XIII con la sua "Rerum Novarum" e oggi dagli esecutori che fino a ieri ne hanno
tratto luce, le figure straordinarie di Alcide De Gasperi, Piersanti Mattarella, Giuseppe
Dossetti, Guido Gonella, Giuseppe Alessi, Giorgio La Pira, Salvatore Aldisio, Mariano
Rumor, Franco Restivo, Francesco Pignatone (mio Educatore), Pizzi Annibale e Raffaele
Lombardi, e tantissimi Altri che hanno seguito un grande impegno di morale, di dignità e
onore per dare vero significato ad un percorso di ispirazione cristiana, per segnare il
nostro tempo, dando vita al partito della DC, attraverso il dono della coerenza, della
cultura e della ricerca, nel segno dell' amore e della fratellanza.
2.- Oggi, confidando nella contemporaneità della storia di
tutti i tempi, e nell'integrità di tante figure del nostro tempo, il nostro intento è
aprire le porte alla bellezza ed al pensiero supremo della vita, non solo per la memoria
ma per attivare un percorso nuovo alla generazioni nuove del domani, chiamare così tutti
i veri educatori ad un confronto aperto con tutte le figure straordinarie chiamandoli a
questo grande sacrificio, indipendentemente dalle appartenenze.
3.- II mio è un appello e un grido di speranza verso Lucia
Annunziata, Massimo Giletti, Luciano Fontana ( Corsera ) , Pietro Leonardi, Lilli Gruber,
Lirio Abate, Vito Mancuso, Nunzia Di Girolamo, Nicola Gratteri, Massimo Giannini, Carlo
Calenda, Diego Della Valle, Pier Camillo Davigo, Lapo Elkann, Claudio Cerasa, Enrico
Mentana, Antonio Borsellino, Massimo Franco, Antonella Viola, Milena Gabanelli, Carlo
Lucarelli, Marco Persico, Marco Damilano, Enzo Guardì, Belpietro Maurizio, Barbara
Palombelli, Pierangelo Buttafuoco, Alessandro Sallusti, Bruno Vespa, Gianni Minoli,
Annalisa Morano, Sorgi Marcello, Vittorio Sgarbi, Ferruccio De Bortoli, Ernesto Galli
della Loggia, Beppe Severnini, Massimo Cacciari, Antonio Polito, Giovanni Flores, Corrado
Fornigli, Tommaso Labate, Sergio Rizzo, Mario Calabresi, Paolo Mieli, Luigi Einaudi, Marco
Travaglio, Myrta Merlino, Ghisleri Alessandra, Alessandro Cecchi Paone e tanti Altri da
aggiungere per realizzare, attraverso la bellezza della politica con un insieme di
progetti reali l'attuazione di un congresso unitario attraverso la cultura e la mentalità
del popolo nostro.
4.- Dobbiamo evitare di vivere di frammenti e di ricordi ma
con passione e fede, dobbiamo cogliere il meglio del nostro passato, per esprimere
attraverso la ripresa di coscienza di antichi valori, il rispetto per il prossimo, nella
realizzazione di una comunità più matura, più serena e più umana. |
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Per il verbale intero, dell'Assemblea
clicca su: VERBALE 14 MARZO 2020
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Storia amara: esclusi, tra l'elenco dei soci,
art. 24 cc :
R. Cerenza, F. De Simoni, A. Ciccarelli,
per atti emulativi ai danni della Dc, ex-art. 7 c.c. |
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1.- La riunione ha avuto una storia breve, dettata dalla urgenza di
una delibera, collegata a una udienza (del prossimo 24 marzo 2020) del Tribunale di Roma,
per una causa mossa da Cerenza e De Simoni, per fare annullare il XIX congresso della DC
del 14 ottobre 2018. Quel congresso aveva eletto R. Grassi, Segretario Politico, ed eletto
il Consiglio Nazionale.
Nella prima udienza (del 21 gen. 2020) il Giudice aveva già detto che, avendo
l'Assemblea dei soci (del 12 ott. 2019) dichiarata nullo quel congresso, era venuto meno
il motivo del contendere, e quindi Egli non doveva più annullare nulla. Ma Cerenza aveva
chiesto una proroga della udienza per un certo motivo procedurale (non aveva trovato
Troisi, per notificargli la data dell'udienza).
Nella seconda udienza (del 18 feb. 2020), Cerenza ha fatto una sorpresa: ha
costituito in giudizio il partito della Democrazia Cristiana, rappresentata dall'Avv.
Fornaro e anche se stesso come Segretario Amministrativo- Rappresentante Legale del
Partito DC. In questo modo egli era presente a doppio titolo: come socio della
Associazione DC, per cui aveva fatto causa per annullare il congresso, e come
Rappresentante Legale del Partito, la quale cosa non è stata digerita dal Giudice per
motivi procedurali, e quindi c'è stato un terzo rinvio al 24 marzo.
La mossa di Cerenza è stata assolutamente illegale e furbesca. Da qui
è sorta l'urgenza (per me) di convocare l'assemblea dei soci per fare annullare il
"giochino" .
A questo proposito voglio ricordare che, nel condominio degli edifici esistono le riunioni
per auto-convocazione (bastano le firme di 2 condomini, art. 66 Disp. di att. cc.), ma poi
l'assemblea convocata dall'ammistratore può annullare tutto, se è stato un colpo di
mano. Anzi, alcuni amici DC avevano inteso che fosse andata così.
Ma, in questo caso, si è trattato di molto peggio: di un atto emulativo della
Assemblea Iscritti alla DC 1993 (alcuni dei quali anche iscritti alla Associazione DC).
2.- Precisamente: il 12 ottobre 2019, (esattamente nelle stesse ore, ma luogo
diverso in Roma, in cui era riunito la nostra Assemblea dei soci) :
a) con annunzio a pagamento in Gazzetta Ufficiale n. 104 del 5.9.2019 (si vegga il
verbale, pag. 7), Cerenza, De Simoni e Ciccarelli, anche soci della nostra Associazione,
hanno convocato una "ASSEMBLEA COSTITUENTE" di una nuova associazione da loro
costituita e denominata "Democrazia Cristiana Associazione iscritti alla DC
1993", avente per simbolo il ben noto scudo crociato, e tutto ciò a richiesta di
Raffaele Cerenza che di essa si definisce anche "Presidente", e il tutto per la
nomina di alcuni organi (Segretario Politico, Segretario Amm.vo e Rappresentante Legale).
A quanto risulta, in questa riunione la predetta Associazione "Democrazia
Cristiana Associazione iscritti alla DC 1993", ha nominato F. De Simoni Segretario
Politico, R. Cerenza, Segretario Amm. e Rappresentante Legale; A. Ciccarelli, Coordinatore
Attività Regionali (di fatto, a insaputa della gran parte di altri soci).
Si è trattato dunque della costituzione di una nuova associazione che per nome e
identità, nonché per "segno distintivo" (e cioè il simbolo dello scudo
crociato) e per fini istituzionali (costituisce un partito politico) costituisce una
condotta illecita, di spendita illegittima del nome della nostra Associazione. |
Il tutto è particolarmente grave in quanto a questo illecito
hanno partecipato e si sono resi attori ben tre nostri Soci (De Simoni, Cerenza,
Ciccarelli), i quali hanno assunto cariche nella predetta nuova associazione, mutuando
anche il nome dell'ufficio da quanto previsto dallo Statuto vigente della DC della nostra
Associazione: il comportamento emulativo è dunque di estrema gravità.
A noi tutti sono note le difficoltà per riportare ad operatività la nostra mai disciolta
Associazione politica Democrazia Cristiana - Scudo Crociato Libertas (come riconosciuto
dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la nota sentenza n. 25999 del 2010) -
difficoltà aggravate dalla malattia del nostro Presidente G. Fontana (al quale
vanno i nostri più affettuosi auguri di pronto ristabilimento), il che rende ancor più
necessaria la coesione e l'unità di intenti fra tutti noi.
La costituzione e la convocazione di assemblea di questa nuova associazione
"Democrazia Cristiana Associazione iscritti alla DC 1993", ha per simbolo il ben
noto nostro "scudo crociato", e tutto ciò a richiesta di Raffaele Cerenza che
di essa si definisce "Presidente".
L'ordine del giorno e ogni altra modalità :
- ripetono pedissequamente quanto da tempo - e dunque con largo anticipo - la
nostra Associazione ha fatto e sta facendo, peraltro tra difficoltà create in particolare
proprio da Raffaele Cerenza, che è anche nostro associato, e dagli altri due nostri soci
De Simoni e Ciccarelli;
- e costituiscono comportamenti di estrema gravità in voluto ed illecito
danno per la nostra Associazione, poiché è del tutto pacifico in giurisprudenza che la
nostra Associazione ha diritto alla tutela della personalità, del nome e della identità
nella duplice funzione identificativa e di esplicazione della propria personalità (ex
art. 7 codice civile), e che quanto compiuto da Cerenza, De Simoni e Ciccarelli è sotto
questo profilo condotta illecita.
Tutto ciò premesso e considerato, in qualità di Presidente ad interim ho proposto
che, considerata la gravità di questi atti e comportamenti di Raffaele Cerenza, F. De
Simoni e .. Ciccarelli, a norma dell'art. 24, comma 3°, codice civile l'Assemblea
deliberi :
a) l'immediata esclusione dei tre Cerenza, De Simoni e Ciccarelli dalla
nostra Associazione a far tempo da oggi;
b) la autorizzazione al Presidente ad agire in ogni competente sede affinché
alla nuova associazione "Democrazia Cristiana Associazione iscritti alla DC
1993" venga altresì inibito l'utilizzo del nome DC, nonché del simbolo.
Questo l'Assemblea ha approvato. E per i particolari rinvio al verbale, in
originale.
ULTIMO, MA NON ULTIMO. A titolo personale, mi sia consentito di dire apertamente che
questa "esclusione" è, in parte, solo la presa d'atto di una situazione di
fatto, già creata da Cerenza e De Simoni.
E'stata, insomma, come la chiusura della stalla, quando i buoni sono gia
usciti.
2.- Per il resto:
a) l'assemblea si è aggiornata al 23 maggio 2020 ;
b) ha approvato alcune norme transitorie, in deroga allo statuto, per permettere le
convocazioni con G.U. e per e-mail, attualmente non permesse dall'art. 23 dello Statuto,
per cui le convocazioni per posta cartacea sono troppo costose.
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ASSEMBLEA
DEI SOCI DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
Roma, 12 ottobre 2019 |
NOMINATO IL PROF. NINO
LUCIANI
PRESIDENTE NAZIONALE (AD INTERIM) DELLA DC
(Sotto: IL VERBALE) |
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DICHIARATO
NULLO IL CONGRESSO NAZIONALE DEL 14 OTTOBRE 2018.
DELIBERATO DI RI-FARE IL XIX CONGRESSO CON NUOVO REGOLAMENTO. |
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Renato Grasssì
|
.
Nulle le nomine di Renato Grassi a
Segretario Politico, e dei Consiglieri Nazionali.
Emersa, in Assemblea, una netta insoddisfazione per
Renato Grassi, perchè rimasto fermo
al ricompattamento della UDC e del CDU, di cui è stato dirigente organizzativo storico .
Anche mai capite le resistenze di R. Grassi a Forza Italia, nella quale (a suo tempo)
era finita gran parte dei DC, dopo il presunto scioglimento della Democrazia Cristiana
. |
|
|
.
LUCIANI: La strategia dei nuovi dirigenti
dovrà essere
di fondare la rinascita della DC sulla riapertura delle iscrizioni
a tutti gli italiani, cattolici e non cattolici con uguali valori. |
|
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|
LUCIANI.
In breve, l'Assemblea ha deliberato:
1) essere stato nullo il XIX congresso del 14 ottobre 2018, per
irregolarità procedurali gravi, quali: la mancata consegna dei verbali dei congressi
locali, entro il termine della riunione, alla Commissione verifica poteri.
Ma sia chiaro che, dietro la mancata produzione dei verbali, c'era il fumus di gravi
brogli nei congressi regionali (Siclia inclusa), tranne nel nord-est.
Pertanto il Presidente della riunone Lisi "non ha costituito" il congresso per
impossibilità di identificare i delegati regionali aventi diritto al voto (a parte le
contestazioni formali di irregolarità circa congressi locali, comunicate da alcuni soci
nei termini statutari);
Di conseguenza sono stat nulle ex-tunc le nomine del Dott. Renato Grassi come Segretario
Politico e dei Membri del CN come Consiglieri Nazionali, e di tutti gli organi
conseguemente da loro nominati.
2) La Assemblea ha, inoltre, deliberato:
a) di convocare un nuovo XIX congresso, con un nuovo regolamento congressuale;
b) la nomina del prof. Nino Luciani, quale Presidente ad Interim, della
Associazione Partito DC, preso atto dell'impedimento del Sen. Avv. G. Fontana, per motivi
di salute;
c) la delega al Presidente ad Interim di convocare il congresso;
d) ) la delega al Presidente ad Interim di modificare il Regolamento congressuale,
in base ai seguenti principi e criteri direttivi:
1.- si eleggono i delegati regionali (no delegati provinciali). In totale i
delegati sono 80 (come il numero dei membri del consiglio nazionale) e sono ripartiti ad
ogni regione proporzionalmente al numero dei votanti;
2.- nomina di commissari elettorali regionali , rispettivamente, per ogni regione;
e il Presidente nazionale ha il potere sostitutivo in caso di inadempienza o ritardo
nell'attuare gli impegni;
3) in analogia con la legge elettorale dello Stato, per la nomina dei delegati si vota in
unico giorno di persona presso i seggi elettorali locali; oppure con lettera cartacea
(accompagnata da documento di riconoscimento) presso i seggi regionali, il giorno
precedente.
4) tutti i soci sono avvisati con lettera a domicilio, secondo l'art. 8 delle Disposizioni
di attuazione del codice civile.
5) Presso ogni seggio e presso un sito in internet sarà reso disponibile l'elenco dei
soci di ciascuna Regione, separatamente.
6) Tutti i partecipanti al voto sono candidabili come delegati. Il voto è palese.
7) Al termine delle votazioni in ogni Regione, si fa una graduatoria dei votati in ordine
decrescente; e, sulla base dei verbali di tutte le Regioni, sono ammessi , come delegati,
i più votati, ricompresi nel numero totale spettante alla Regione. A parità di voti, è
eletto il socio più anziano. |
VERBALE
Registrato alla Agenzia delle Entrate - Direzione
Provinciale 1 di Roma,
Ufficio Provinciale di Roma 1 - Trastevere, al N° 83473 del 06/11/19 |
1.- Apertura della assemblea dei soci alle ore 10,00 .
Il giorno 11 ottobre 2019 , presso l'Istituto Caterina
Volpicelli in via XX Settembre 68 ore 20 è stata indetta , in prima convocazione
l'assemblea dei soci della Democrazia Cristiana. Non è risultato presente nessun socio o
delega valida. L'assemblea si è svolta in seconda convocazione il giorno 12 ottobre 2019
nel medesimo luogo alle ore 10, con il medesimo ordine del giorno.
Presenti i seguenti soci, di presenza o per delega a soci presenti: Barbuto Nicola,
Bellin Flavio, Belloni Marzio, Capodieci Aida, Castorina Carmelo, Catarsi Massimo,
Colantoni Tonino, Cortese Giuseppe, Croci Beniamino, Cugliari Emilio, Cuoci Roberto,
Cuofano Pasquale, Daniele Luigia, Della Croce Luciano, Di Turi Giovanni, Donatelli
Francesco, Ferraiuolo Luigi, Leo Pellegino, Leonetti Carlo, Ligabò Aldo, Lisi Raffaele,
Loperfido Domenico, Loperfido Lucia, Loperfido Luigi, Lucchese Paolo, Luciani Nino, Maggis
Aldo, Mazzitelli Giovanna, Minelli Giampietro1, Moretti
Antonio, Musco Angelo, Napolitano Salvatore, Nicosia A. Franco, Orga Umberto, Pagano
Salvatore, Palazzo Rosa, Piraino Antonella, Presutto Giuseppe, Sabella Antonio, Santaguida
Anna, Saracino Carmela, Spaggiari Maria Ede, Spaggiari PierGiorgio, Stella Luciano,
Torriani Luigi, Tribbia Caterina, Trisciani Filippo, Troisi Nicola, Tucci Gerardo, Tufaro
Giulio, Valenti Valentina, Vello Giorgio, Zane Giampaolo.
Totali soci 53, validi per deliberare in base al codice civile.
NOTA 1. Il socio Giampietro Minelli, il giorno 7 nov. 2019 mi ha
inviato messaggio telefonico con cui rileva che, pur figurando come firmatario tra i
presenti, non partecipò alle operazioni di voto.
Lassemblea è in seconda convocazione, essendo
andata deserta quella in prima convocazione.
Alle ore 11,00 del 12 ott. 2019, viene constatata lassenza del Presidente G.
Fontana, di cui è notorio limpedimento, per motivi di salute.
I presenti unanimi esprimono un sentimento di partecipazione al dolore di G. Fontana, e
gli rivolgono un caro saluto.
Eleggono il prof. Nino Luciani come Presidente della riunione e la Dott.ssa
Valentina Valenti come Segretaria Verbalizzante.
Luciani ringrazia, accetta, e assume la Presidenza. Accetta anche la Dr.ssa
Valenti.
Tutti i soci sono stati avvisati con lettera a domicilio in base allart. 8 delle
Disposizioni di attuazione del codice civile, come da documentazione a disposizione dei
soci, presso il tavolo della Presidenza.
Luciani ricorda, come da avviso di convocazione, che il Presidente Fontana ha disposto la
convocazione della assemblea, con incarico a Luciani per le modalità attuative, in modo
analogo alla procedura del Tribunale di Roma nel disporre la convocazione della Assemblea
per il 25-26 feb. 2017.
Chiede la parola il Dott. Pellegrino Leo
che fa una introduzione al tema generale del ritorno della DC in Italia, alla
ricomposizione della galassia delle DC e alle sue iniziative personali. Chi volesse un
testo scritto del suo intervento orale, voglia rivolgersi a lui.
Luciani lo ringrazia e passa allodg :
1.- Comunicazioni del Presidente;
2.- Determinazioni in ordine alle elezioni degli organi statutari, in particolare in
ordine al congresso nazionale;
3.- Deleghe operative.
______________________
PUNTO 1. COMUNICAZIONI del Presidente
1.- Luciani informa che la convocazione dell Assemblea della Associazione si
è resa necessaria in quanto la precedente delibera del 16 giugno 2018 (di convocare il
congresso per la nomina degli organi del partito) risultava non essere stata portata a
compimento; e vi erano state due prese di posizione, una a favore o e una contro, da cui
era derivato un blocco superabile solo:
- con la sentenza di un Magistrato, quando sarà (3 o 4 anni);
- oppure con una delibera della Assemblea dei soci, in auto-tutela, per provvedere, prima
possibile, al normale funzionamento del partito, considerato che un lungo contenzioso lo
espone ad una relativa bassa considerazione del mondo politico.
NOTA. La auto-tutela, in sede civile, comporta di regolare gli eventuali diritti acquisiti
o lesi, in seguito ad un congresso presunto valido, ma in realtà mai esistito
giuridicamente.
Precisamente, cerano le seguenti tesi:
a) contro la validità del congresso :
- a1) la tesi del Presidente del Congresso, Lisi, secondo il quale lAssemblea non fu
costituita legittimamente per la mancanza del verbale della Commissione Verifica Poteri,
che non procedette alla identificazione dei delegati regionali, e che li legittimasse a
"costituire" lAssemblea congressuale. Per tale grave "vizio
procedurale" le elezioni dei Consiglieri Nazionali e del Segretario Politico sono
nulle ex-tunc.
Tale situazione comporta che il Sen. G. Fontana , eletto Presidente dellAssemblea
dei soci il 27 feb. 2017, possa riconvocare lAssemblea per
ri-celebrare il XIX congresso. Dunque lassemblea dei soci rimane in piedi a tutti
gli effetti, e anche Fontana ne resta il Presidente, finchè una sentenza non lo revochi.
- a2) la tesi dei soci F. De Simoni e R. Cerenza, con un ricorso al Tribunale di Roma per
ottenere una sentenza di nullità del congresso, per mancato avviso di convocazione dei
congressi del Lazio.
b) a favore della validità del congresso :
- la tesi di Grassi (con dichiarazioni in internet), articolata su due livelli :
- la costituzione del Consiglio Nazionale ha sciolto lassemblea della Associazione;
- in sede di Congresso Nazionale non vi sono state contestazioni e dunque il Congresso
Nazionale fu validamente costituito, le nomine sono regolari, etc).
Grassi adduce anche la prova di resistenza (ossia in assemblea cera comunque una
maggioranza assoluta, anche senza la presenza dei delegati laziali).
Si passa al secondo punto dellodg :
2.- Determinazioni in ordine alle elezioni degli organi statutari, in particolare in
ordine al congresso nazionale.
Date le due posizioni divergenti, Luciani invita le rispettive parti opposte ad
intervenire nel dibattito.
a) Per la posizione contro la validità del congresso, il Dott. R. Lisi riferisce
che il congresso nazionale iniziò con un odg specifico (Nomina del Presidente Assemblea
Congresso, di due VicePresidenti e del Segretario Verbalizzante; Relazione del Presidente
della Dc; Dibattito; Elezione del Segretario Politico e del Consiglio Nazionale, Elezione
dei 2/3 dei componenti la Commissione elettorale; Modifica dello Statuto o, su delega,
allo stesso C.N.).
Su questa base egli fu nominato Presidente della assemblea; Cugliari fu nominato
Segretario Verbalizzante; e fu nominata la Commissione Verifica poteri (con Presidente
Carmagnola) con il compito verificare il diritto di elettorato attivo dei delegati
regionali, risultanti dai verbali dei congressi locali deputati a eleggerli, e attribuire
infine un tesserino identificativo del votante valido.
Si sono susseguiti i vari interventi, prosegue Lisi, in base allodg, terminati con
la elezione dei consiglieri nazionali, in numero corrispondente a quanto previsto dallo
Statuto, ed eletto il segretario politico.
Verso il termine della assemblea, alle ore 16,30 Cugliari (verbalizzante) sollecita per la
terza volta la Commissione verifica poteri a consegnare il verbale, da cui doveva
risultare lidentificazione degli aventi diritto al voto .
Ma il verbale non fu consegnato, nè arrivò mai. Dunque, conclude Lisi, non fu possibile
sottoporre alla Assemblea congressuale la ratifica del verbale del congresso medesimo.
Solo il 16 gennaio 2019 (tre mesi dalla data del congresso) gli pervenne per e-mail da
Carmagnola una comunicazione di dodici righe, con la quale spiegava le ragioni della
mancata attività della Commissione, dallo stesso presieduta incompleto. Prosegue Lisi:
non è stato consegnato nessun verbale.
Conseguentemente, conclude Lisi, il congresso fu giuridicamente inesistente, e dunque
nullo.
Chiede alla Assemblea di dichiararne la nullità, perchè non esistito.
b) Per la posizione a favore della validità
del congresso, interviene il Dott. Nicola Troisi.
Egli sostiene che la convocazione odierna della assemblea dei soci non esiste
giuridicamente:
b1) perchè illegittima;
b2) perchè manca, in questa sala, il numero dei posti per ospitare i 1750 soci di cui
allelenco dei soci, riconosciuti dal tribunale;
b3) perchè, se vi erano contestazioni della validità del congresso, esse dovevano essere
fatte entro i termini previsti dallo Statuto.
b4) che, considerato che ci sono due posizioni, tra loro dissenzienti, sulla validità del
congresso, si dovrà attendere il ricorso al tribunale per ottenerne una sentenza, il solo
legittimato a pronunciarsi sul congresso del 14 ott. 2018.
c) La parola torma alla Presidenza.
Luciani rileva lopportunità di cercare una pacificazione in famiglia, e
dunque di non rimettere ad un tribunale la soluzione del contrasto.
a) Egli rammenta che, dopo il presunto congresso, è pervenuta una pronuncia della
Cassazione (N. 2 e N. 3 depositata il 12/04/2019), confermata dal Consiglio di Stato (N.
03408/2019 Reg. Ric. 24/4/ 2019), avente per oggetto la presentazione della DC alle
elezioni europee con il proprio simbolo scudo crociato libertas (e dunque in sede
amministrativa), indirettamente con riflessi circa la validità del congresso de
quo.
La sentenza :
1) affermava che " non può ritenersi l'uso tradizionale del simbolo della Democrazia
Cristiana «storica» da parte del partito dell'odierno ricorrente" (Dott. N. Troisi)
e invece (in base alla legge elettorale) da attribuire alla UDC per avere deputati sia nel
parlamento europeo che in quello italiano, e non alla DC per "aver cessato la propria
attività politica dal 1993" (per non avere avuto deputati in parlamento);
2) ma anche aggiungeva (a pag. 4 e 5) che, da parte del partito rappresentato da Troisi
"manca la dimostrazione della continuità storico-giuridica" con la DC storica;
e inoltre che "il PPE ha inviato al Ministero dell'interno due esplicite
comunicazioni dalle quali si evince che il partito opponente non appartiene, ne è
affiliato al PPE e che, anzi, gli è stato esplicitamente negato".
Risulta che, il 19 aprile 2019, Cerenza e De Simoni avevano fatto
"comunicazione" al Ministero dellInterno di avere fatto ricorso contro la
validità del congresso; e che "era pendente" il giudizio del tribunale di Roma
sulla Assemblea dei soci dellErgife del 2017.
Secondo Luciani , è singolare la coincidenza oggettiva delle conclusioni della
Cassazione (di cui al punto 2), e della tesi di LISI, secondo cui la DC, rappresentata da
TROISI, non è la DC storica.
Ma va osservato che una sentenza della Cassazione, in sede amministrativa, non ha il
valore di una sentenza della medesima in sede giurisdizionale come quella n. 25900 del
2010. Anzi ritiene che quelle aggiunte siano "ultra petita".
Tuttavia è verosimile attendersi che, stando ferme le cose, la DC (finchè non sarà in
regola, legalmente) riceverà il medesimo diniego in ogni futura elezione politica.
- A riguardo, poi, delle mancate contestazioni entro i termini temporali statutari
(rilevate da Troisi e con letteera in internet), Luciani rileva:
a) che già in aula congressuale, Giuseppe Alessi, contestò davanti a tutti di non
essere stato avvisato per il congresso di Palermo;
b) che il Dott. Nicola Barbuto aveva contestato in aula la mancata convocazione dei
congressi della Calabria e aveva il 22 ott. 2018 (ossia qualche giorno dopo) fatta
contestazione con e-mail a R. Grassi, G. Fontana, R. Lisi e altri (vedi tre allegati).
c) che il Dott. Antonio Sabella aveva inviato raccomandate a Renato Grassi il 21
novembre 2018(vedi allegati).
d) che già la mattina del congresso era notorio il mancato avviso ad alcuni soci del
Lazio, per i relativi congressi e che essi aveva fatto citazione presso il tribunale di
Roma per fare dichiarare la nullità del congresso nazionale e questa contestazione potè
avvenire solo dopo avere presa conoscenza dellavvenuto congresso (non a partire
dalla data del congresso);
e) che, a proposito della "prova di resistenza" (opposta da Grassi nella citata
lettera), essa è opponibile se cè la prova che i laziali sono stati invitati, per
cui lassenza fu dovuta a loro volontà.
Proseguono gli interventi. Intervengono :
- dott.ssa Valentina Valenti: vuole rianimare la DC, non vuole cause giudiziarie,
vuole senso di responsabilità. Grassi accetti la proposta di Luciani .
- dott. Emilio Cugliari, già segretario verbalizzante del congresso, conferma
quanto relazionato da Lisi. Inoltre presenta una mozione perchè siano riconosciuti soci,
e aggiunti allelenco ufficiale, lon. avv. C. Lia e il prof. F. Ventrella in
quanto già nellelenco del 2012, paganti gli 50,00 come richiesto, ma che
sparirono dallelenco, non si sa come.
- ing. Salvatore Napolitano conferma di non volere cause, ma vuole anche che ci sia
un voto sullindirizzo politico. Presenterà una mozione, che consegna alla
Presidenza.
- dott. Pasquale Cuofano, fatta una premessa di metodo e di indirizzo politico,
vuole un punto di incontro. No cause giudiziarie..
- prof. Stella vuole una intesa per la ricostituzione del partito e vuole che si
riprenda presto lazione politica. Il partito deve avere chiari gli obiettivi
politici che deve raggiungere e che sono che derivano dalla cultura giudaico-romana e
cristiana.
- dott. Domenico Loperfido afferma che, perchè un partito funzioni, ci devono
essere un leader che oggi non cè, e una politica. E serve un azzeramento
organizzativo.
- dott. Angelo Musco lamenta i vari tradimenti della DC, e se ne duole.
- rag. Carlo Leonetti elenca le varie mancanze e le azioni contorte per bloccare la
DC.
Verso il termine del dibattito, il dott. Nicola
Troisi insistentemente e con interventi inappropriati cercava di impedire la
prosecuzione dei lavori con richieste non facilmente esaudibili e con atteggiamenti che
invitavano più allo scontro che al dialogo. Ciononostante si riusciva, a stento, a porre
ai voti le decisioni da assumersi.
Le collaboratrici, fornitrici della sala, allarmate dal clamore, sono entrate in sala e
hanno invitato Troisi ad allontanarsi, e che dopo ripetuti inviti, è uscito dalla sala.
A conclusione del dibattito:
- Sulla validità del congresso, Luciani sottopone alla assemblea il seguente
testo, proposto da Lisi:
" Considerato:
- che il congresso si è concluso senza la consegna della commissione verifica poteri, che
individua i soci delegati con diritto di voto (in ossequio e rispetto dell'art. 2375 c.c.,
come modificato dal d.lgs che prescrive, al comma 1);
- che "le deliberazioni della Assemblea devono constare ... dal verbale, sottoscritto
dal Presidente e dal Segretario verbalizzante" e inoltre deve constare, in allegato,
la"identità dei partecipanti";
- che la mancanza di tali documentazioni allegate al verbale determina la nullità del
congresso per vizio procedimentale ex-art. 23 cc - 2375 cc / sentenza cassazione civile n.
603 , 12 genn. 2017.
Per quanto esposto , la Assemblea è chiamata la votare la nullità del XIX congresso,
tenuto a Roma il 14 ott. 2018 e la ri-convocazione del congresso.
Votano:
- a favore 49 soci ;
- contro 2 soci (Pagano e Troisi) ;
- astenuti 2 soci (Pellegrino e Napolitano) ;
La proposta è approvata a maggioranza.
- Sulle modalità di riconvocazione del congresso,
Luciani prospetta le seguenti due possibilità :
1) Che si faccia un congresso con un nuovo regolamento, ma modificato sole nelle parti in
cui il precedente regolamento (in deroga allo Statuto) ha fallito soprattutto per non
avere tenuto conto sufficientemente che lambiente locale è oggi molto mutato,
rispetto a quello per il quale fu pensato lo statuto;
2) Che si faccia un nuovo congresso applicando il medesimo regolamento, richiamando gli
stessi delegati del precedente congresso, salvo per i congressi locali nulli o non
avvenuti (tali quelli del Lazio e della Calabria), che dovranno essere rifatti da zero.
Si passa ai voti.
- A favore della prima proposta votano 51 soci.
- Contro votano 2 soci.
La prima proposta è approvata a maggioranza.
Per quanto riguarda le modifiche minime
essenziali, al regolamento, Luciani sottopone i seguenti principi e criteri
direttivi, finalizzati a modificare i punti più vulnerabili della sua
applicazione.
a) si eleggono i delegati regionali (no delegati provinciali). In totale i delegati sono
80 (come il numero dei membri del consiglio nazionale) e sono ripartiti ad ogni regione
proporzionalmente al numero dei votanti;
b) sono nominati dei commissari elettorali per ogni regione, rispettivamente; e il
Presidente nazionale ha il potere sostitutivo in caso di inadempienza o ritardo
nellattuare gli impegni;
c) in analogia con la legge elettorale dello Stato, per la nomina dei delegati si vota in
unico giorno di persona presso i seggi elettorali locali; oppure con lettera cartacea
(accompagnata da documento di riconoscimento) presso i seggi regionali, il giorno
precedente.
d) tutti i soci sono avvisati con lettera a domicilio, secondo lart. 8 delle
Disposizioni di attuazione del codice civile.
e) Presso ogni seggio e presso un sito in internet sarà reso disponibile lelenco
dei soci di ciascuna Regione, separatamente.
f) Tutti i partecipanti al voto sono candidabili come delegati. Il voto è palese.
Al termine delle votazioni, si fa una graduatoria dei votati in ordine decrescente, e sono
ammessi, come delegati, i più votati, ricompresi nel numero totale spettante alla
Regione. A parità di voti. è eletto il socio più anziano.
Ammissione di nuovi soci, secondo la proposta di
Cugliari .
E messa in votazione la seguente proposta:
Sono ri-ammessi come soci lon. avv. Cesare Lia e il prof. Filippo Ventrella,
previa presentazione della copia del versamento di 50,00 (cinquanta) e la
auto-dichiarazione.
Lassemblea approva unanime.
Regolazione dei diritti acquisiti o lesi,
successivamente al congresso riconosciuto nullo.
Sono fatte le seguenti proposte:
3) Per i diritti acquisiti da persone in seguito alla iscrizione alla DC e pagato una
tessera, successivamente al congresso annullato, viene proposto:
- la posizione di queste persone sarà sottoposta al nuovo Consiglio Nazionale, eletto dal
nuovo congresso.
- la posizione di alcune persone"lese" nellonorabilità perchè indicate,
sul sito web del partito, come "sospese dal partito" o "diffidate"
senza alcun preventivo contatto personale, perchè aventi la finalità della competizione
a fini politici; lassemblea esprime solidarietà a queste persone.
- la posizione generale di tutte le persone "lese" nelle aspettative perchè non
venute a conoscenza la sera stessa del congresso, circa la invalidità del medesimo,
lassemblea esprime disappunto.
Le proposte sono approvate alla unanimità.
---------------------
PUNTO 3. DELEGHE OPERATIVE
Considerato limpedimento, per motivi di salute, di G. Fontana a svolgere le funzioni
di Presidente della Associazione e quelle specifiche disposte dal Regolamento
congressuale, lAssemblea conferisce a Luciani :
- lincarico di Presidente ad interim, della Associazione.
In particolare egli provvederà:
- a nominare i Commissari regionali preposti al funzionamento delle elezioni regionali dei
delegati al congresso nazionale;
- a fissare il giorno unico delle elezioni dei delegati dei congressi regionali, e il
giorno del congresso nazionale;
- alla redazione del Regolamento congressuale, applicando i principii e criteri direttivi
previsti più sopra, al punto 2 dellodg .
Votano a favore 51 soci.
Un voto contro.
Assente Troisi.
La proposta è approvata a maggioranza.
_________
COMUNICAZIONE. Il socio Lisi fa la seguente
comunicazione.
"Contemporaneamente, ma in luogo diverso di Roma (Via Quattro Cantoni, 53) i nostri
soci Cerenza Raffaele e De Simoni Franco hanno pubblicizzato, come "promotori sulla
G. U. della Repubblica del 5 sett. 2019 , p. 104, e sui Social in data 30 sett. 2019, la
convocazione dei soci della DC 93 in "Assemblea Costituente della
Associazione" Democrazia Cristiana e la elezione degli organi dirigenziali".
"Tali attività e finalità concretizzano un "recesso volontario" dalla DC
storica di appartenenza, oltre che una palese incompatibilità. Il tanto perchè
lAssemblea ne prenda atto".
La Assemblea prende atto.
______
MOZIONE. Al termine è sottoposta la seguente
mozione, proposta dallIng. Salvatore Napolitano e dal Dott. Pellegrino Leo.
Propone di mettere fine alle liti, ai ricorsi giudiziari che vengono dal lontano 2002, tra
la DC e gli eredi (presunti ) della DC.
Ciò premesso, si ritiene necessario organizzare un Forum della DC con allodg
"la predisposizione di un progetto politico socio-economico-culturale di sviluppo del
Paese e del proprio ruolo in Europa, nella continuità ideale dei cattolici/popolari.
Ciò è prioritario per potere intraprendere qualsiasi iniziativa di alleanze politiche e
programmatiche con soggetti presenti sullo scenario politico italiano.
FIRMATI: Salvatore Napolitano, Valentina Valenti, Leo Pellegrino.
Approvato alla unanimità
Roma 12 ottobre 2019
NINO LUCIANI
VALENTINA VALENTI
__________
ALLEGATI
LETTERA DOTT. NICOLA BARBUTO per la Assemblea dei Soci (da allegare a verbale).
Al Professor Nino Luciani ed a tutti i soci della
Democrazia Cristiana.
Roma
Disagi di salute mi impediscono di essere
presente, con mio rincrescimento e rammarico, alla Assemblea di domani.
Ritengo che ognuno di noi, a cominciare da Fontana e da Grassi, è detentore
rappresentativo del nulla, pura constatazione ulteriormente aggravata dallesserci
dichiarati democristiani non pentiti, per cui stento a comprendere le vere motivazioni di
contrasto interne al nostro partito.
A riprova della palpabile ulteriore confusione che viviamo, dopo la diaspora del partito,
vanno segnalate le contemporanee assemblee della Democrazia Cristiana, convocate da parte
del Dott. Cerenza e dellOnorevole Rotondi con consegna, in questultimo caso,
della tessera della D.C. al Presidente del Consiglio Professor Giuseppe Conte, alla
presenza dellonorevole De Mita e dellOnorevole Mancino.
Tanto premesso, vanno rilevate e ribadite, in maniera essenziale ed elementare, le plurime
illegittimità che hanno segnato il XIX° congresso del nostro partito.
Io stesso le ho rappresentate, con richiamo a tutte sequenziali fasi congressuali, in
maniera discreta sul piano politico ma circostanziata e formale, in data
22.10.2018, a mezzo di allegata nota e-mail indirizzata al Dott. Grassi, al Senatore
Fontana, al Dott, Fago, allavv. Lisi, al Dr. Ecca, al Presidente della Commissione
Verifica Poteri ed ai delegati della Regione Calabria, mai contrastata e/o smentita.
La mia discrezione è stata, però, superata e vanificata dalla citazione in tribunale del
Dott. Cerenza.
Per avere contezza di dette anomalie - delle quali bisogna in via essenziale soltanto
prenderne atto con il semplice riscontro delle incontrovertibili prove documentali in
merito - non occorre disturbare alcun Presidente di Tribunale ed alcun Cultore di diritto,
essendo sufficiente bussare alla porta della verità e della nostra singola coscienza,
valori e principi etici, politici e personali ai quali ritengo ognuno di noi non voglia
rinunciare, a cominciare da Fontana e Grassi per finire al sottoscritto, che, invece,
vorrà affermare e che non troverà difficoltà a farlo.
Tanto premesso, faccio auspicio e sincero invito agli organizzatori dellodierna
assemblea, a tutti partecipanti ed ai destinatari della richiamata mia nota del
23.10.2018, constatata lindiscutibile illegittimità che ha accompagnato le varie
fasi di celebrazione del XIX congresso, ad un ravvicinato incontro con gli AMICI
Fontana, Grassi, Fago, Troise, Alessi, Lisi, Luciani, Cugliari, Musco, Cofano, Valentina,
Damico ( sono gli amici che ho conosciuto personalmente ) ed a tutti gli
altri che hanno dimostrato interesse e responsabilità nellultimo anno ( non
possiamo parlare con lUDC, il CDU ed altri se non sappiamo parlare tra di noi
democristiani non pentiti ), per concertare insieme, previa revoca di tutti gli
illegittimi atti congressuali - secondo i principi e la migliore cultura che ha
contraddistinto limpegno dei cattolici democratici in politica - le regole da
condividere, esaminando anche possibili deroghe alle attuali previsioni statutarie già
avanzate, senza successo, da parte dellavv. Lisi, per poi convocare nuovamente il
XIX° congresso della DC, superando e sanando le riferite illegittimità che hanno portato
alla nullità o meglio dire allinesistenza dellultimo congresso e dei suoi
organi.
Il mio è un invito accorato alla responsabilità ed allonestà intellettuale e
politica di ognuno di noi, convinto che non sarà ignorato poiché ognuno di noi non si
potrà sottrarsi al richiamo della propria coscienza, prima ancora che a quello della
certificata valenza della probatorietà documentale.
Non fare ciò significherebbe continuare ad essere rappresentanti del nulla.
In tale ultima ipotesi, non rimane lauspicio che la storia già scritta del nostro
partito - intrecciata in un inscindibile unicum con la storia d'Italia - possa trovare un
momento di continuità culturale, senza confini di tempo e di spazio, da vivacizzare e
diffondere mediante la costituzione della Fondazione " DEMOCRAZIA CRISTIANA
" per iniziativa della Associazione degli iscritti 1992/1993, che si sciolga nel
nuovo auspicato soggetto e che apra contestualmente a tutte le realtà che in qualche modo
si richiamino al vecchio popolarismo cattolico ed a quelle nuove distinte ma omogenee
sensibilità presenti nell'odierno contesto storico e nella nuova stratificazione sociale
che ne caratterizzano la attualità, con ciò onorando con gratitudine il nobile esempio
di impegno sociale e civile dei nostri padri e , nel contempo, attivando, all'uopo, anche
una scuola permanente di formazione politica che aiuti le nostre singole comunità a far
crescere una nuova e consapevole classe dirigente, di cui il nostro paese ha urgente
bisogno.
Ciò nobiliterebbe l'impegno politico e sociale degli ultimi saggi democristiani (ultimi
non solo in senso fisico e anagrafico ), e tra di noi ce ne sono, che dovrebbero coltivare
l'ardita ma coraggiosa ambizione utile a far superare l'odierno dilagante populismo, al
pari del silenzioso qualunquismo e del disinvolto trasformismo, il tutto con l'effetto di
una compromessa qualità della democrazia.
La Fondazione avrebbe il fine di testimoniare, far conoscere e far vivere i valori
culturali e politici della Democrazia Cristiana storica ed avviare, nel contempo, un
paziente e capillare impegno politico radicato sul territorio, nella prospettiva di
concorrere con una classe dirigente, all'uopo formata, alla costruzione di una Italia
solidale, moderna e democratica in una rinnovata Europa.
Questo è l'augurio che Vi rivolgo e l'auspicio di prospettiva che affido ad ognuno
di Voi.
Vibo Valentia, lì 11.10.2019 Nicola Concetto Barbuto.
Allegata e-mail del 23/10/ 2018
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SABELLA: ALLEGATI
Ricevute postali
ROMA 12 OTTOBRE 2019
NINO LUCIANI
VALENTINA VALENTI |
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CONGRESSO DELLA DC,
RITORNO DAL 1994
Roma, 14 ottobre 2018 |
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Renato
Grassi |
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ELETTO SEGRETARIO POLITICO NAZIONALE
IL DOTT. RENATO GRASSI * |
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ADESSO LA FORMULA MAGICA E' L'AVVIO
DEL PROCESSO UNITARIO DEI POST DEMOCRISTIANI
SU BASI DI ASSOLUTA MORALITA' E RINGIOVANIMENTO
. |
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E'
venuto cessare Giovanni Angelo Fontana, sia pure con la modalità torbida :
"PROMOVEATUR UT AMOVEATUR" |
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* A parte che, nella
Assemblea del 25-26 feb. 2017, Grassi fu tra quelli che fecero la fronda a Luciani, con
l'accusa di avere invitato tutti "gli eventuali aventi diritto, ai sensi della
sentenza della Cassazione, del 2010". Ma è acqua passata o forse non del tutto,
considerato che è fissata al 19 marzo 2019 l'ultima udienza del Tribunale di Roma, circa
il ricorso di Cerenza per ottenere l'annullamento della prima Assemblea dei soci del 25-26
feb. 2017. Segnalo un codice etico depositato al congresso.
Dott. RENATO GRASSI
Nuovo Segretario Nazionale della DC
Successore di Mino MARTINAZZOLICONSIGLIO NAZIONALE (SOTTO) |
CONGRESSO
DELLA DC : Eletto segretario politico nazionale il dott. Renato Grassi.
- Renato, obiettivamente il "migliore".
- Licenziato G.
Fontana, sia pure con la modalità implicita :
"Promoveatur ut amoveatur" . |
Biografia- Nato
nel 1940 .
- Laureato in Scienze
Politiche .
- Dirigente Superiore
del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della P. E . presso il Dipartimento per le
politiche di Sviluppo e di Coesione, assegnato al SECIT fino 2008.
- I° Dirigente, nel
1970-72 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Ministero della Riforma
Burocratica, e il Ministero Ricerca Scientifica).
- Segretario Generale
dell'ISSCAL nel 1973-75.
- Capo Ufficio
Principale, equiparato a Dirigente Superiore, nel 1975-93, presso la "Cassa per il
Mezzogiorno" ;
- Coordinatore, presso
il Ministero del Bilancio, degli Uffici responsabili degli interventi nelle Regioni del
Centro-Nord ob. 2 ( Aree in declino industriale) e 5b (Aree di sviluppo territoriale)
unitamente alle funzioni vicarie del Direttore Generale, dal 1994 al Ministero del
Bilancio e Programmazione Economica .
- Responsabile degli
interventi di competenza del Ministero del Tesoro per i "Contratti d'Area" come
Direttore dell'Ufficio 5 e per gli "Accordi di Programma"; e per il
coordinamento per i Patti Territoriali delle Regioni Campania, Calabria e Sicilia, 1997-
99.
- Commissario
Straordinario, e successivamente liquidatore, fino al trasferimento alle Regioni delle
competenze, del personale e del patrimonio, degli Enti Pubblici nazionali di Formazione
Professionale.
- Consigliere dì
Amministrazione e Presidente degli Enti Regionali Ospedalieri Piemonte, e Regina
Margherita" di Messina, nel 1976-79;
- Consigliere Comunale
di Messina ed Assessore all'Igiene e all'Ecologia, dal 1980.
- Presidente del
Consiglio di Amministrazione della Siciliana Incentivi reali attività produttive SpA, nel
1989-92;
- Assessore allo
Sviluppo Economico e all'Area Metropolitana di Messina, nel 1995 .
- Membro della
Commissione di valutazione delle offerte di assistenza tecnica per il Quadro Comunitario
di Sostegno alle Regioni del Mezzogiorno.
- Vice Presidente del
Comitato di Coordinamento dell'Accordo di Programma per la "Città della Scienza di
Napoli e componente del Comitato Scientifico della FICEI (Federazione Italiana Consorzi ed Enti Industrializzazione) e del
Comitato Interregionale di Coordinamento Patti Territoriali e Contratti d'Area per lo
sviluppo locale.
- Consigliere di
Amministrazione della CONSIP .
- Consigliere
nazionale della Democrazia Cristiana dal 1969 al 1992;
- Presidente della
Commissione Nazionale di garanzia statutaria della Democrazia Cristiana .
____________________________
CONSIGLIO NAZIONALE - Totale Membri N° 77- 5
Alessi, |
Leonetti, |
Ammaturo, |
Ligabò, |
Armato, |
Lisi, |
Banzo, |
Lo Curzio, |
Barbuto, |
Loperfido, |
Baruffi, |
Lotà, |
Bazzani, |
Luciani, |
Bertoli, |
Malvestio, |
Bocchio, |
Marino, |
Bonalberti, |
Marocco, |
Bongiorno, |
Mazzitelli, |
Caponetto, |
Monopoli, |
Carmagnola, |
Musco, |
Ciampi, |
Napolitano, |
Cimatti, |
Pagano, |
Cugliari, |
Panin, |
Cuofano, |
Patria, |
D'Agrò, |
Pedrana, |
D'Amico, |
Petrillo, |
De Fecondo, |
Portacci, |
De Leonardis, |
Pulvirenti, |
Desideri, |
Ranieri, |
Disangiuliano. |
Rosciano, |
Fago A., |
Rosini, |
Fago F., |
Rossi, |
Ferraiuolo, |
Russo, |
Ferrigno, |
Sartoris, |
Finesso, |
Scarcione, |
Fontana, |
Schirò, |
Gaggiotti, |
Scognamiglio, |
Gala, |
Sestito, |
Geraci, |
Sorrenti, |
Giannone, |
Spaggiari, |
Gigante, |
Stella, |
Grassi, |
Torre, |
Gubert, |
Troisi, |
Laperuta, |
Vezzana, |
Leo Pellegrino, |
Zabeo, |
|
Zarpellon, |
Poscritto. La cancellazione dei nomi sopraindicati sarebbe collegata al fatto che la
Commissione verifica poteri avrebbe dichiarato ineleggibili i delegati di Roma, per
irregolarità di convocazione dei congressi locali |
1.- Renato Grassi,
Segretario Nazionale. Per una scelta, Renato era obiettivamente il
"migliore", per più motivi, come risulta dal curriculum, qui a fianco .
Emergono:
- una preparazione specifica essendo laureato un scienze politiche;
- ed un legame personale con la DC, essendone stato dirigente.
a) Unico neo è che, di fatto, Grassi è stato scelto per cooptazione (come si usa
nella chiesa cattolica), in quanto il concorrente Nino Luciani, era stato eliminato dalla
Presidenza per un vizio formale, eccepito all'ultimo momento (dover presentare una lista
di candidati, con la sua candidatura), quando non c'era più tempo per correggerlo, anche
perchè il pubblico era ormai impaziente e si doveva passare a votare. Luciani, tuttavia,
non si sentiva un salvatore della patria, ed ha lasciato perdere, purchè il congresso
andasse avanti. Non mollare sul fatto principale.
b) Esce, invece, di scena Giovanni Angelo Fontana con la modalità implicita
"Promoveatur, ut amoveatur", su cui torno più sotto.
c) Tra le altre cose avvenute, è arrivato il saluto di Alberto Alessi
(immobilizzato in un letto di ospedale) con un messaggio scritto, letto dal figlio
Giuseppe, e un successivo messaggio audio-video in diretta, gradito da tutti.
Giuseppe (persona limpida e indipendente) ha detto che aveva sconsigliato al padre
di inviare messaggio, sentendo egli (Giuseppe) un distacco dal modo di attuazione del
congresso.
d) E' stato depositato presso la Presidenza, e distribuito ai Delegati, un codice etico
del cristiano impegnato in politica, fatto a Bologna da un Gruppo di docenti universitari
nel 2015, e ripreso qui a cura di Nino Luciani e Antonino Giannone.
2.- Storia. La DC si trovava dal 1994 in un lungo peregrinare, e che aveva
trovato un primo fermo nel 2016 con la convocazione della assemblea dei soci, da parte del
Tribunale civile di Roma, per il feb. 2017, su richiesta di 200 firme raccolte da Luciani
e da Altri, e con il mandato a Luciani di convocare l'Assemblea dei soci .
Ma, poi, con l'elezione di Fontana, la DC si era ri-trovata in quel lungo
peregrinare perchè, in luogo di eseguire il mandato e fare il congresso per la
ricostituzione degli Organi, aveva fatto un partito parallelo, presentato alle elezioni
del 4 marzo 2018, con un nuovo simbolo ( diverso dallo scudo crociato ) .
Non voglio rinvangare oltre. Solo segnalare che una caratteristica di Fontana,
dalle cui conseguenzze siamo tuttora afflitti è il cumulo di illegalità nelle
convocazioni (mancato avviso a domicilio).
Anche il congresso del 2012 fu annullato (tra le tre motivazioni) per questo
motivo.
Perché ? Nessuno ha trovato mai un perchè di questo sabotaggio di fatto, per cui
uno è indotto a pensare che il motivo (ma senza prove) sia che egli abbia un interesse
personale a impedire la rinascita della DC ma, anche, strumentalizzarne il nome.
La più memorabile delle illegalità rimane quella del congresso del 2012,
e che aveva indotto Raffaele Cerenza a fare causa per annullarlo, cosa che ottenne.
Questo stesso tipo di illegalità è comparsa in questo congresso 2018: non
invitati tutti soci, in particolare quelli di (Cerenza, De Simoni, numerosi altri di
Roma), per cui la Commissione verifica poteri, in apertura del congresso, ha negato la
illeggibilità a parte dei Delegati del Lazio.
Riguardo ad altre illegabilità sparse per l'Italia (sempre per mancata convocazione), si
è fatto, tuttavia, ogni sforzo per contenerle dentro la Giustizia interna (ossia risolti
dalla Commissione di controllo).
Fatti di famiglia nel Meridione ? Sono pervenute segnalazioni dal
Meridione, circa il fatto che, tra i delegati nazionali, compaiono un Fago padre e
un Fago figlio. Era proprio necessario applicare un principio ereditario nella DC?
Nel complesso, tuttavia, va riconosciuto, che le mutate condizioni storico-
ambientali hanno rese difficilissime lo svolgimento dei congressi locali e quindi è stato
già un grande successo l'essere riusciti a trovare 67 delegati "grandi
elettori", dalle varie parti di Italia, da portare a Roma, compresi (tra loro) tanti
giovani.
3.- Verso il futuro: ricomporre la diaspora dei DC. I primi passi dovranno
essere la ricomposizione della diaspora dei partiti ex-DC e associazioni di provenienza
DC.
La forma dovrà essere federativa ?
A questo proposito, c'è già fatto un primo accordo (tuttavia rimasto in sospeso),
che Fontana aveva fatto, lo scorso anno, con Cerenza, De Simoni e altri per cui la DC e le
rispettive associazioni avrebbero dovuto costituire un primo nucleo federativo.
Ma la Assemblea dei soci DC respingeva questo accordo perché, prima della
ricostituzione degli organi, la DC storica si riteneva non in condizioni di firmare
alcunchè; e poi per le cause in corso di Cerenza contro la DC, da cui erano derivati
dubbi, mai sopiti, circa la natura effettiva dei rapporti di Fontana con Cerenza, sfociata
in atti giudiziari.
Allo stato attuale, la prima condizione si è verificata; e i dubbi circa i
rapporti Fontana - Cerenza hanno perso interesse, considerato che Fontana è cessato per
la DC.
Attendiamo adesso di conoscere le valutazioni di Cerenza, secondo il tracciato da
lui stesso delineato l'8 sett. 2018 al convegno di Bologna, organizzato da Luciani.
Tutto questo..., subordinamente alle direttive del nuovo Consiglio Nazionale e del
Segretario Nazionale.
4.- Torno a Fontana. La sua desistenza (a ripresentare la candidura), in favore
di Renato Grassi ha avuto un prezzo
( ipotizzato in segrete stanze) :
- la presunta promessa di Grassi (?) di proporlo come presidente del Consiglio Nazionale,
il 27 ottobre, quando il Consiglio Nazionale dovrà eleggere il presidente.
Comprendo che l'offerta a Fontana rientri tra le arti magico- diaboliche di
Macchiavelli per eliminare persone pericolose.
Tuttavia non si può eleggere un Presidente del CNU prescindendo dalla linea
politica (Fontana è uno della sinistra) e dalle cose da fargli fare.
Tra queste c'è da modificare lo Statuto per un nuovo sistema elettivo degli organi
e per la riapertura del tesseramento.
Non vorrei che succeda che una "associazione di cinesi" (uso questo
riferimento in modo scherzoso, tra virgolette) decida di fare iscrivere alla DC tutti i
suoi membri e conquisti la maggioranza assoluta. Questo è già già avvenuto per RENZI,
nel PD, nelle elezioni primarie. La sola differenza è che i votanti non erano
"cinesi".
Conclusione: Mi dichiaro contrario alla sua elezione a Presidente del CN, e questo
per motivi di grande sostanza: per il pericolo che (in modi anomali, nei quali è un
sopraffino) venga ribaltato tutto, molto presto, attraverso le modifiche Statuto .
Dell'URSS si ricordano i modi di convocazione: mettere i approvazione determinate
proposte, senza che quelli della Siberia (contrari) potessero arrivare in tempo.
5.- Ultimo, ma non ultimo: al congresso è stato depositato, e acquisito, un codice
etico della DC, quale seconda edizione di un codide etico del cristiano impegnato in
politica, di un gruppo di docenti universitari, a partire dal codice etico di Guido
Gonella, presentazione di F.Piccoli, del 1982.
Nino Luciani |
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INCONTRO DI BOLOGNA,
8 sett. 2018
A SOSTEGNO DEL CONGRESSO DELLA DC STORICA DEL 29 SETT. 2018
DOPO 24 ANNI DAL PRESUNTO SCIOGLIMENTO
RESOCONTO |
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Mauro Carnagnola
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Raffaeke Cerenza
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Ettore Bonalberti
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Anonino Giannone
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Le
conclusioni dell'incontro, secondo il prof. Luciani |
Al termine dei lavori, di cui viene dato
resoconto particolare qui sotto, sono stati ringraziati i relatori Carmagnola, Bonalberti,
Giannone e tutti per la loro preziosa partecipazione all'incontro. Da esso è emersa:
a) la ferma ed unanime volontà dei soci che si faccia il congresso per la data
stabilita (29 settembre 2018);
b) la soddisfazione per i congressi provinciali già celebrati, a cominciare da
Torino e Milano e, massimamente quello di Messina, dove c'è stata una partecipazione
numerosa ed assolutamente entusiasta;
c) ma allarme per i "non congressi" (perchè neppure iniziati) della
circoscrizione del centro Italia (Roma...), di cui Fontana ha nominato un coordinatore
(Gianfranco Gala) totalmente sconosciuto e introvabile.
All'incontro ha partecipato, su invito (comunque dovuto, perchè socio) Raffaele
Cerenza (noto per il ricorso alla magistratura per ottenere l'annullamento della Assemblea
del feb 2017), che ha portato il saluto di una costituita Federazione dei DC, presieduta
da G. Rotondi, ma anche parlato della situazione da lui provocata con il ricorso stesso.
Luciani, quale interprete dei presenti, ha preso atto della volontà positiva della
neo-Federazione di far riabbracciare tutti i DC, ma anche affermato che il fatto che il
Tribunale di Roma abbia convocato (lo scorso anno) l'assemblea dei soci della DC,
sulla base dell'elenco dei soci DC (depositato presso di esso, in occasione della causa
sul congresso del 2012), quale l'ultimo elenco disponibile dei soci, è un fatto
assolutamente rilevante per la autenticità giuridica della ricostruzione della DC,
secondo il dettato della Cassazione e importante per tutti.
In questo senso, la ricostruzione giuridica della DC e la attesa ricostituzione dei
suoi organi nel prossimo congresso sono un bene comune di tutti i DC, e che dovrà operare
per tutti e con tutti i soci, senza discriminazioni.
Secondo Luciani è difficilmente è ipotizzabile un matrimonio tra la DC e i
soggetti provenienti dalla DC, se questi non ne riconoscono la legittimità, nel loro
proprio interesse. In questo senso, una riaggregazione dei DC, senza la DC giuridica,
potrà eventualmente produrre un partito di cattolici in Italia, ma non la DC (con propria
denominazione storica e simbolo scudo crociato storico) come era prima.
Ne traiamo lumi dai numerosi casi (senza la DC), interrotti, prima o poi. Tra
i casi, oggi in odore di esaustione sotto gli occhi di tutti, c'è quello della UDC;
quello, a suo tempo, della DCa ; quello della Federazione di Grippo, e altri ancora
(Politici Cristiani)
. Anzi, dopo avere fatto nuovi soggetti riaggreganti, accadeva
di solito che, al primo bando elettorale, le unioni si scioglievano come neve al sole,
perché i consociati correvano al migliore offerente (tra i grandi partiti), anche per
povertà di mezzi finanziari.
Luciani invita tutti a non sottovalutare questi dati, per il successo del comune
progetto, da gestire tutti assieme, subito dopo il congresso. |
|
Intanto continua la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa
intentata da Cerenza e De Simoni. |
Attesi tuttora i contributi dei nomi nobili, quelli sempre davanti a
invocare il ritorno della dc.
FINORA, 9 SETT. 2018, raccolti euri 1930,00 dei 3.000,00
necessari. Il contributo libero va versato sul seguente
conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani,
per la DC". |
Altomari Vitaliano E Silvia
100
Ammaturo Cosimo 20
Andreasi Roberto 100
Armato Antonello 50
Battaglierin Roberto Euri 30
Bergozza Luigi Euri 100
Bongiorno Giorgo 20
Cantelli Rag Gabriele 50
Caponetto Francesco 50
Cortese Giuseppe 20
D'Agrò Luigi 200
Fago Antonio 50 |
Ferroni Marco Euri 100
Gori Giovanni 50
Gubert Renzo 500
Leonetti Carlo 50
Napolitano Salvatore 50
Orga Umberto 200 + 200
Portacci Amedeo 50
Riccardi Marino 50
Tomietto Mauro 100
Tramonte Cosimo 20
Zilli Luigi 50
TOTALE 1930+200= 2130 |
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RELAZIONI |
Mauro Carmagnola |
Raffaele Cerenza |
Ettore Bonalberti |
Antonino Giannone |
1. CONGRESSI PROVINCIALI. M. CARMAGNOLA, Coordinatore della circoscrizione nord- occidentale ha
comunicato quanto sta facendo nell'organizzazione dei pre-congressi provinciali del Nord
Ovest, ormai tutti convocati. Significativo quello di Torino.
Nel tardo pomeriggio ci sarebbe stato quello di Milano (e che poi abbiamo
saputo avere avuto luogo felicemente con la nomina di 5 delegato. Partendo dall'elenco del
giudice, sono stati convocati, tramite avviso postale, tutti i soci suddivisi per
provincia e si sono o si stanno celebrando le assemblee secondo i termini regolamentari di
un delegato provinciale ogni 5 iscritti con l'accettazione di una delega per ogni
presente.
Di ciò viene redatto verbale. Seguiranno i tre congressi regionali ed a
quel punto il Nord Ovest avrà la sua rappresentanza al congresso nazionale.
Carmagnola ha proseguito: le assemblee al momento si sono svolte in modo
sereno e sufficientemente partecipato, tenendo conto del fatto che parliamo di iscritti
del 1992.
Dopo le comunicazioni di Carmagnola, tutti i presenti
hanno mostrato grande soddisfazione e confermata la inflessibile volontà che il CONGRESSO
NAZIONALE abbia luogo per la data fissata dalla Assemblea dei soci, ossia il 29 sett.
2018.
Si è poi saputo dei congressi provinciali in corso in
Sicilia, convocati da Renato Grassi, coordinatore per le Isole. In particolare quello di
venerdì, di Messina, che ha avuto la partecipazione e votazione di 62 iscritti, con un
entusiasmo assolutamente insolito.
Si è poi saputo della convocazione in corso dei congressi
provinciali del SUD, da ANTONIO FAGO, coordinatore nominato da Fontana, al posto di Cesare
Lia dimissionario per motivi burocratici (che va apprezzato per la sua abnegazione, per il
bene comune).
Circa la circoscrizione NORD-EST (coordinatore Danilo Bertoli) si è del
tutto in altomare, non avendo egli ancora dato notizie, pur sollecitati . Si è auspicato
che ne riferisca urgentemente a Fontana, data l'urgenza di provvedere;
Circa la circoscrizione dell'Italia centrale (coordinatore Gianfranco Gala),
non sappiamo assolutamente niente (no telefono, no e-mail). Sconosciuto totale, tranne a
Fontana. Si prega Fontana di dare notizie urgentissime.
E' stato espresso allarme per il possibile impedimento del congresso. FINE |
In apertura, Cerenza ha chiesto la parola.
Ha salutato gli amici a nome della
costituita FEDERAZIONE DEI DC, il 31 agosto a 2018 a Pescara (anche a nome di GIANFRANCO
ROTONDI) a cui seguiranno gli Stati Generali della Dc da convocare dal 23 al
25 Novembre a Roma, con la auspicata partecipazione di questa vostra DC.
Cerenza ha affrontato subito la
questione della causa in corso", presso il tribunale di Roma per annullare, la
assemblea dei soci del feb 2017.
I rapporti con Luciani, avviati in occasione della assemblea del 16
giugno a Roma, gli hanno consentito di acquisire che la mozione di Giannone, approvata poi
in quella sede, vuole che la DC storica condivida il processo unitario comune, ma che non
potrà fare nulla prima di avere ricostituito in suoi organi con il congresso.
Egli condivide la correttezza di
questa impostazione e anche quella del regolamento congressuale, approvato da quella
assemblea.
Poi, il fatto di essere stato
invitato a questo incontro e avere avuto scambi personali con i convenuti, mentre si
attendeva linizio dei lavori, è un fatto nuovo positivo per il futuro cammino
insieme.
Chiarisce che questo non significa
che ritirerà il ricorso. Restano fatti ostativi che solo il congresso potrà dirimere,
per cui resta in rispettosa attesa. Anzi lavere fissato a novembre gli STATI
GENERALI è solo per rispetto del vostro congresso .
Cerenza, al tempo stesso, non si è
sottratto a dire alcune cose fino in fondo:
- lavere avuto sempre dei grandi problemi con Fontana, già nel passato
congresso 2012, come lalterazione delle regole di convocazione che ha sbilanciato i
rapporti interni;
- l'averlo sempre visto percorrere strade sotterranee, a insaputa dei soci, e di
cui poi si è venuti a sapere. L'ultimo caso gravissimo: aver ritirato il mandato all'avv.
Chiaramonte e nominato un altro avvocato, cosicchè avrete due avvocati. (Nota di Luciani:
La cosa è avvenuta il 7 giugno e non ne ha riferito alla assemblea del 16 giugno per la
ratifica, di legge, art. 1131 cc. );
- lavere egli avuto rapporti , anche ultimamente, con persone ostili alla
ripresa di attività della DC, riconducibili al patrimonio;
- lavere fatto cose dannose alla DC nel corso delle elezioni del 4 marzo
(rinuncia scritta al simbolo scudo crociato, avere candidato persone distanti dalla
DC
).
Conclude riservandosi di una decisione circa il ritiro dalla causa, solo
dopo il congresso, in base alla leadership che sarà eletta. FINE |
Relazione, Appunti di storia
italica recente, interpretazione dei fatti e ricerca della via... 1.-
In una nota sul mio profilo facebook il 2 settembre scorso avevo scritto:
"Dopo l'8 Settembre 2018 si profila uno tsunami nella politica
italiana. Il governo giallo verde alle prese con scelte di politica economica
incompatibili è a rischio di implosione; ciò che accadrà nella Lega, con la sentenza di
Genova e l'annuncio del nuovo partito della destra, e nel PD, da cui non è irragionevole
ipotizzare la nascita di un partito della sinistra e una spaccatura con la componente
moderata renziana, sono elementi propri di una fase che Aldo Moro definirebbe di "
scomposizione e ricomposizione". Con la probabile rottura di Forza Italia, una parte
della quale attratta dalla sirena leghista salviniana e quella possibile del PD, si
aprirà uno spazio grande al centro dove sarà indispensabile la presenza di una vasta
area unitaria di ispirazione cattolica e popolare.
Le prossime elezioni regionali e quelle europee del Maggio 2019 saranno il
banco di prova del nuovo assetto politico dell'Italia dopo quanto è accaduto col voto
spartiacque del 4 Marzo 2018." Staremo a vedere, anche se ogni giorno e addirittura
ad horas cambiano le dichiarazioni degli esponenti del governo, sempre più necessitati a
fare i conti con la dura e irrevocabile prova della realtà effettuale, contro la
propaganda su cui hanno sin qui basato, riuscendoci, le loro fortune elettorali.
Probabilmente le ragioni del potere e della sua sistematica occupazione finiranno col
prevalere su quelle del rispetto delle promesse elettorali, ma attendiamo di conoscere la
realtà dei conti scritta nei documenti di programmazione economica e di bilancio che
dovrebbero essere presentati quanto prima e i contraccolpi che si determineranno a livello
esterno, dove permane e si rafforza il potere dei gruppi finanziari dominanti. Quei poteri
che dopo la riunione sul panfilo Britannia dell'estate 1992, si è reso esplicito come
dominino con la finanza, l'economia e la stessa politica, ridotta ad ancella subalterna e,
in molti casi con suoi esponenti più illustri al loro libro paga. Da lì, come mi
ricordò il compianto amico Marcello Di Tondo in una lettera di molti anni fa , dobbiamo
ripartire: "In quell' occasione, scriveva Di Tondo, (sapientemente ed
intelligentemente tratteggiata da una intervista che Giulio Tremonti rilasciò a Maria
Latella del Corriere della Sera il 23 luglio 2005) fu stabilito un accordo tra i poteri
massonici nazionali ed internazionali ed i post comunisti, eredi diretti del Pci, sulla
base del quale alla sinistra sarebbe andato il controllo economico e politico del Paese ed
alla massoneria il controllo economico e finanziario.
Si mise così in moto un processo, conosciuto come "Mani
Pulite" che spazzò via in pochi mesi la DC ed i suoi alleati (Psi, Psdi, Pri e Pli)
che avevano governato il Paese sino ad allora, pur con evidenti limiti a partire dalla
seconda metà degli anni '80, riuscendo nell'incredibile impresa di portare l'Italia,
dalla desolazione di una nazione sconfitta e distrutta dell'immediato dopo guerra, al 5°
posto tra le maggiori economie mondiali.
Ma quei Partiti rappresentavano, in quel momento, l'ostacolo politico
ed istituzionale per la realizzazione di quel progetto. Contemporaneamente, fu accelerato
il percorso di privatizzazione di ( Continua Bonalberti) |
Relazione, Idee per la
ricostruzione della buona DC: comprensiva di tutte le anime DC e non DC con uguali valori,
etica, orientata al bene comune.
Anche la difesa del simboco scudo crociato - libertas
A Roma, il 16/06/18
nellAssemblea DC, ho illustrato la mozione, di seguito riportata che è stata
sottoscritta da Soci della DC storica di quasi tutte le Regioni ed approvata
allunanimità.
MOZIONE DEL 16/062018
LAssemblea dei soci chiede la Convocazione il 29 settembre del XIX^ Congresso DC, in
conformità alle indicazioni del Tribunale di Roma per la ricostituzione degli organi
statutari della DC storica che ha come Presidente Gianni Fontana.
Successivamente inizierà il
tesseramento di nuovi soci al Partito, aperto a tutti coloro che condividono lo Statuto,
sentono di essere Democristiani, a tutti coloro che si ispirano alla Dottrina Sociale
della Chiesa, ai Movimenti e Associazioni di Cattolici morali e Cattolici sociali (secondo
la citazione del Card. Bassetti, Presidente della CEI), ai laici popolari che si ispirano
allumanesimo cristiano.
Chi si iscriverà alla DC dovrà
autocertificare la sua adesione al Codice Etico della DC storica, che a suo tempo fu
redatto da Gonella e che è stato aggiornato dopo 70 anni dal gruppo di studio di Bologna,
coordinato dal Prof. Luciani con il Prof. Giannone e altri Docenti ed Esperti, ospiti di
Mons. Oreste Leonardi.
Si arriverà, dopo qualche mese, in
gennaio 2019, in coincidenza con lAppello ai Liberi e Forti di Don Luigi Sturzo, al
nuovo Congresso della DC.
Si darà avvio, in questo modo,
alla continuità storica della DC con i valori e principi fondanti da fare rivivere e
rigenerare nella società della globalizzazione e dellera digitale.
Ripartirà nel Paese la Speranza di
una Politica con la P maiuscola come chiedono da tempo Papa Francesco e il Papa emerito
Benedetto XVI e ciò avverrà con una piattaforma culturale, economica, sociale, politica
e di valori etici per ledificazione del bene comune che sarà redatta ascoltando nei
territori i bisogni delle persone e delle comunità con tre Conferenze organizzative al
Nord, al Centro e al Sud.
A Voi Amici, a Voi più giovani il testimone e questa Speranza per un
vostro futuro migliore, per il bene dellItalia e dellEuropa da rigenerare sui
valori fondanti di Adenauer, De Gasperi e Schuman, tre grandi statisti Cristiani.
I Diavoli sono interni ed esterni allarea democratico cristiana
popolare.
Le forze che si oppongono sono interne ed esterne alla stessa area.
Anche allinterno della gerarchia cattolica cè molta divisione.
De Gasperi seppe aggirare gli ostacoli, anche allora presenti,
riunendo le forze laiche e cattoliche che avevano a comune i valori della vita, della
società e delleconomia. Ma di fronte aveva il PCI e il comunismo internazionale a
guida sovietica e stalinista
(Continua Giannone) |
( Continua BONALBERTI) banche e di
società a controllo pubblico per oltre 100.000 miliardi di vecchie lire,
processo preparato ed avviato, nei primi anni '90,dai Governi Ciampi e Amato. La
variabile, non prevista, fu l'entrata in campo politico, alle elezioni del 1994, di Silvio
Berlusconi che, rompendo gli schemi e gli accordi che erano stati siglati, sconvolse il
quadro generale ed introdusse una forte ed imprevedibile variabile allo schema prospettato
sul Britannia. Da quel momento, prosegue Di Tondo, iniziò la
sconvolgente persecuzione giudiziaria di Silvio Berlusconi. Ricorderò in proposito come
proprio il duo Barucci - Amato nel 1992, con un decreto legislativo, posero fine alla
legge bancaria del 1936 che, come la Glass Steagall americana del 1932, aveva sancito il
controllo pubblico di Banca d'Italia e la separazione tra banche di prestito e banche
d'affari (legge sempre difesa gelosamente dalla DC e dal governatore Guido Carli), dando
così libertà assoluta al potere degli hedge fund anglo-caucasici (kazari) che, de facto,
controllano le banche nazionali dell'Unione e la stessa Banca centrale europea. Consiglio
al riguardo la lettura di alcuni saggi quali:
a) Daniel Estulin: " Il club Bilderberg - La storia segreta dei padroni del
mondo-Arianna editrice
b) Pietro Ratto: " Rothschild e gli altri - Dal governo del mondo
all'indebitamento delle nazioni: i segreti delle famiglie più potenti"- Arianna
editrice.
c) Ettore Bonalberti: " Elezioni europee: la visione dei Liberi e Forti".
https://ilmiolibro. kataweb.it/ libro/ saggistica/422618/ elezioni-europee/ Il voto del 4
Marzo 2018 ha segnato, in ogni caso, la fine della Seconda Repubblica e l'avvio di una
confusa fase politica che, salvo eventi speciali prossimi, ci accompagnerà sino alle
prossime elezioni europee (23-26 Maggio 2019). Una fase caratterizzata in Italia e in
Europa dallo scontro tra "sovranisti" e "europeisti" di diversa
sensibilità politico culturale.
2.- Come è potuto accadere tutto ciò? La lunga stagione del berlusconismo e
dell'anti berlusconismo che ha caratterizzato quella fase che è schematicamente connotata
come "seconda repubblica" ( 1994-2018) conclusasi con i governi tecnici di
Monti, Letta e Renzi; questi ultimi sostenuti dalla centinaia di mercenari transumanti
parlamentari, celebra il uso epilogo il 4 Marzo scorso, col voto di appena il 50% degli
elettori aventi diritto e con una innovativa formula all'interno del tradizionale
trasformismo politico italico. E' successo, infatti, che la Lega presentatasi in alleanza
del centro destra con Forza Italia e Fratelli d'Italia, raggiunge come coalizione la
maggioranza relativa dei voti, ma, alla fine, autorizzata obtorto collo dal Cavaliere e
con l'ondivaga benedizione della Meloni, compie la "fuitina" con il M5S, dando
vita al governo giallo-verde a guida dell'ennesimo presidente non eletto, il prof Conte.
Un governo espressione di un'aggiornata versione del trasformismo politico che, in questo
caso, si realizza prima ancora che le Camere siano insediate. Di qui la formazione di un
nuovo e anomalo sistema bipolare che si caratterizza nello scontro suddetto tra
"sovranisti" nazionalisti e europeisti di diversa provenienza politico
culturale.
La saldatura tra il malessere sociale del meridione rappresentato dal
voto largamente maggioritario al M5S e quello del ceto medio in crisi profonda al Nord
come nel resto del Paese, avviene alimentata anche dalla diffusione di un "sentimento
comune" di frustrazione e di rabbia collegato da un lato, alla condizione di anomia
complessiva vissuta dagli italiani, e dall'altro, dall'amplificazione del disagio e
insofferenza prodotti da un'immigrazione senza controlli e soluzioni di integrazioni
efficienti ed efficaci. Di qui il prevalere di una condizione che ricorda quella citata da
Alessandro Manzoni nel capitolo XXXIL de " I Promessi Sposi" nel quale,
riferendosi al caso delle ragioni della peste, don Lisander scriveva: " il buon senso
c'era, ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune".
Una cosa, però, è certa: difficile per Salvini conservare il ruolo di
partner di un governo dove dai grillini ogni giorno di più sembrano emergere soggetti
"pieni di presunzione e di vuota arroganza senza intelletto", con proposte
altalenanti e ondivaghe sempre più contrastanti con gli interessi e i valori di una base
elettorale leghista lontana mille miglia da quelli espressi dai parlamentari
pentastellati. E' altrettanto difficile che possa durare una situazione nella quale il
ministro degli interni, che dovrebbe essere il garante della legge per tutti i cittadini,
trasforma la sua sede e funzione istituzionale nel pulpito di propaganda permanente per il
suo partito di cui è il leader, sino ad utilizzare per un incontro definito solo
"politico" e non istituzionale con Orban, capo di governo ungherese, in
Prefettura a Milano . |
( Continua GIANNONE) Il principio
del N.O.MA. (Non Overlapping Magisteria) è stato ribaltato e la Finanza ha reso succube
la politica e lEtica è sempre meno presente come amalgama della società.
Nessun partito, attualmente presente in parlamento, è
interessato a riconoscere questa verità.Il Papa emerito Benedetto XVI nella sua enciclica
Caritas in Veritate lo dice apertamente. Il Partito dispirazione cristiana non può
che essere la prosecuzione dellesperienza di Sturzo, De Gasperi e fino ad Aldo Moro;
poi è iniziata la diaspora democristiana. Coloro che hanno a cuore il riscatto degli
umili, abbiano il dovere di condividere ogni iniziativa che conduca gli elettori a
riconoscere che i valori della DC sono stati e sono ancora i capisaldi:
- il lavoro nella sua piena dignità,
- la famiglia come struttura della vita di condivisione e comunione nella
società,
- limpresa, come motore inesauribile di progettualità e di ricerca
dei beni comuni.
- i giovani, che rappresentano il futuro della società e per i quali
bisogna investire in formazione con i sistemi più avanzati e con la massima qualità
delleducazione nellistruzione di base.
Il denaro deve servire alluomo e non viceversa.
Relativamente al nome e al simbolo,
la mia convinzione personale, condivisa da molti di Voi, è questa. Come Sturzo eliminò
le varie unioni cattoliche conservatrici legate ancora al feudalesimo agrario e, operando
in un sol colpo la loro cancellazione, con la formazione del PPI ( fra laltro
ostacolata da Vaticano..); come De Gasperi seppe trasformare il partito popolare in
Democrazia Cristiana, legando a se le forze laiche e cattoliche, per non cadere
nella deriva confessionale e mantenere la laicità del partito, pur nella difesa della
libertà religiosa come fondamento dello Stato democratico moderno.
Nome e simbolo DC sono stati gettati nel fango da una generazione di
politici che da oltre trentanni, hanno preferito mantenere privilegi e favori,
inserendosi nel centrodestra o nel centrosinistra, perdendo i valori su cui si era sempre
distinta lattività politica dei grandi popolari e democristiani. Trovo del tutto
ininfluente, a questo punto, sia nome che simbolo, che (qualora non si faccia il
congresso) sarebbe bene invece consegnare alle fondazioni Sturzo e De Gasperi, vietandone
a chiunque luso, con azioni penali immediate verso i contravventori. La Democrazia
Cristiana, inizialmente Partito Popolare, pur restando se stessa se sostenuta dai valori e
dagli uomini, non ha bisogno di chiamarsi necessariamente come nel 1993. La storia
politica non solo dellItalia, dimostra che contano sempre le persone e i valori, non
le maschere, fra laltro oggi infangate da individui senza scrupoli e senza
responsabilità politica e forse anche morale.
Concludo con una citazione di Aldo Moro del 3 ottobre del
1959, a Milano. Moro pronuncia un discorso che preannuncia la sua piattaforma elettorale
per la segreteria del Congresso Nazionale. Questo discorso è la definizione
dellessenza politica della DC e dello Stato democratico.
Aldo Moro: La DC è al servizio della idea avanzante della nostra
società, che è leffettiva eguaglianza dei diritti e delle possibilità degli
uomini nella vita sociale...lo Stato democratico è Stato del valore umano, il suo
servizio di rivolge alluomo nella sua anima universale.. la DC si fonda sul
riconoscimento del valore dello Stato, non nel senso di una riduzione ad esso della
dimensione umana, ma riferimento ad esso del valore delluomo e ritrovamento agevole
dello Stato nelluomo e delluomo nello Stato....
le leggi e la struttura sociale possono operare la giustizia, che richiede
una tensione ideale che superi la forza dellabitudine e la resistenza del
privilegio, garantisca e aiuti il lavoro, aumenti la produzione, espanda la vita economica
su un base di sicurezza sociale, distribuisca i beni economici in modo equo, arricchisca
la persona anche nellordine spirituale e culturale, restituisca alluomo il
senso della sua dignità personale..
ALDO MORO SARÀ SEMPRE UN UOMO DI
SPERANZA E QUI EFFONDE IL TONO FIDUCIOSO, GIOVANILE E CRISTIANO COL QUALE GUARDA AL PRESENTE E AL FUTURO.
Evviva la Democrazia, evviva la
Democrazia Cristiana, evviva lItalia.
Antonino Giannone |
(Continua BONALBERTI). Situazione, infine,
aggravata dal conflitto apertosi con la magistratura, sia sul versante del blocco e
ristorno dei 49 miliardi di finanziamento pubblico alla Lega di Bossi e Belsito, che
sull'avviso di garanzia per "sequestro di persona" ricevuto dalla procura di
Agrigento per il caso della nave Diciotti della Guardia costiera italiana bloccata al
porto di Catania per cinque giorni. Una situazione di conflitto istituzionale tra
Magistratura e Governo, unica nella sua gravità nella storia della Repubblica italiana.
Il presidente Ciriaco De Mita alcuni giorni or sono, il 29 agosto, in un'intervista al
Corsera così titolata : "M5S e Lega sono solo azione e il Pd è fermo".
L'identità democristiana: di Tommaso Labate", ha
dichiarato:" Quando iniziò il declino della Dc, e a un convegno si discuteva su
quello che bisognava o non bisognava fare, chiusi il mio intervento citando un poeta
spagnolo: "Quando morirò, seppellitemi con la mia chitarra". Da allora sono
passati quasi trent'anni. E visto che sono ancora in tempo per cambiare idea, cambio il
messaggio. Quando morirò, seppellitemi con un biglietto in cui c'è scritto "sono
stato democristiano"".
Poi Ciriaco De Mita ha un riflesso talmente rapido che di anni, invece che
90 e mezzo,, sembra ne abbia tanti di meno. Come se una nota della frase gli fosse apparsa
stonata, da riscrivere.:"Aspetti. non "sono stato". Nel biglietto ci
dev'essere scritto "sono democristiano", al tempo presente". 3.-
C'è nelle parole del vecchio e sempre lucidissimo leader DC l'idea di un ritorno della
cultura politica di ispirazione DC e popolare. Sì, ne siamo convinti anche noi: se solo
il 50 % degli italiani va a votare e la stragrande maggioranza sceglie M5S e Lega unendo
il dramma dei diseredati del Sud con la condizione di crisi del ceto medio al Nord come
nel resto dell'Italia, è evidente che al centro, con la crisi irreversibile di Fora
Italia, si apre uno spazio enorme nel quale serve far tornare in campo la cultura
cattolica e popolare, unica autentica proposta alternativa al turbo capitalismo
finanziario dominante, basandosi sulla dottrina sociale della Chiesa declinata tra la fine
del secolo scorso e gli inizi del XXI dalle encicliche di Papa Giovanni Paolo II ( Laborem
exercens (1981) e Centesimus Annus (1991); Papa Benedetto XVI " Caritas in
veritate" (2009) e Papa Francesco " Evangelii gaudium (2013) e " Laudato
Si" (2015) Non è quindi per un sentimento regressivo di nostalgia che dal 2012
andiamo proponendo la ricostruzione della DC, ma nella convinzione che quella cultura,
quella politica aggiornata dal contributo della dottrina sociale cristiana degli ultimi
Papi, e rinnovata nella classe dirigente serva al Paese. Siamo anche convinti che questo
nostro passaggio del 29 settembre prossimo è un tassello, seppur importante, di un più
ampio mosaico che si dovrà costruire così come abbiamo indicato con Tarolli, Merlo,
Fontana, Mauro e Menorello e tanti altri a Verona il 23 Giugno scorso (vedi documento
finale).
4.- Gianfranco Rotondi, "più furbo che santo", ha voluto anticipare
con Pescara l'avvio di una riunificazione tra lui, Sandri, Cerenza e De Simone l'incontro
di quelli che la sentenza della Cassazione aveva dichiarato non essere gli eredi della DC
storica " partito mai sciolto giuridicamente".
Credo, tuttavia, che tutto ciò che va nella direzione della ricomposizione
sia un fatto positivo e a Rotondi ho risposto nei giorni scorsi a una sua cordiale mail
così:
"Caro Gianfranco, grazie per la tua cortese risposta alla mia
sollecitazione. Ieri ero a Roma e ho avuto casualmente l'opportunità di incontrare
Lorenzo Cesa che, credo, non avesse ancora letto la mia mail cui tu fai riscontro. Un
breve saluto e un veloce scambio con reciproca conferma delle intenzioni di unità".
Gli ho ribadito quanto avevo già scritto e trovo condiviso nelle tue
conclusioni. Noi, se riusciremo a rispettare i termini, il 29 settembre p.v. svolgeremo il
nostro congresso interno per dare definito assetto agli organi del partito che,
contrariamente a quanto da te sostenuto, dal 2012 continuiamo a ritenere si possa e si
debba far rivivere, secondo un'interpretazione della sentenza della Cassazione che,
ovviamente, diverge da quella da te data.
Resta il fatto che questi nostri piccoli e ormai incomprensibili duelli
dialettici e giurisdizionali stanno diventando, oltre che inutili, persino patetici, se
consideriamo la grave situazione politica generale del Paese e dell'Europa. Una situazione
che reclamerebbe una vigorosa ripresa di iniziativa politica della cultura cattolico
popolare, come da più di vent'anni vado predicando come un ormai stanco ed errante don
Chisciotte di periferia
..(vedi il mio sito: www.don-chisciotte.net nella sezione le
note di Ettore Bonalberti dal 2007 ad oggi
) .
Credo che dopo il 29 settembre la proposta da te indicata e già da me a suo
tempo sostenuta vada portata a compimento, non per l'obiettivo di qualche egoistica
personale garanzia di candidatura, ma per concorrere alla costruzione della più ampia
unità della vasta realtà cattolico popolare e democratico cristiana, che possa
realizzare una più larga convergenza con le forze democratiche laiche e liberali,
ispirate dai valori dell'umanesimo cristiano e accomunate dalla volontà dell'attuazione
integrale della Costituzione repubblicana, in alternativa allo squallore del populismo
oggi al potere, nel quale ogni giorno di più sembrano emergere soggetti "pieni di
presunzione e di vuota arroganza senza intelletto" .
Sono le conclusioni che con gli amici Tarolli e Merlo e con lo stesso Gianni
Fontana abbiamo condiviso al seminario di Verona organizzato dagli amici di
"Costruire Insieme" il 23 giugno scorso (conclusioni che avevi anche tu
condiviso). Nutro una forte speranza che anche gli amici Cesa e Fontana siano pronti a
convergere su tale prospettiva per celebrare INSIEME in tempi brevi una grande assemblea
nazionale di riunificazione di tutti i democratici cristiani italiani. Analogo invito lo
estendo, ovviamente, anche all'amico Mario Tassone, "DC non pentito" come tutti
noi. Un loro intervento esplicito in tal senso sarebbe oltremodo auspicabile." Anche
l'avv. Cerenza nel suo intervento ha confermato la volontà di giungere all'unità di
tutti i DC e a lui ho sottolineato che non si tratta di "aprire le porte della
neonata federazione dei DC a chi ne ha la volontà", quanto, semmai, di trovarci
tutti insieme negli annunciati stati generali dei DC italiani a Novembre e ripartire da
lì per concorrere a costruire con l'unità di tutti i DC italiani quella più ampia
alleanza cattolica, popolare e liberale di cui al documento di Verona.
5.- Quanto all'Europa, ho approfondito il tema nel mio ultimo saggio citato:
Elezioni europee: la visione dei Liberi e Forti. Partendo dalla considerazione che il
potere reale è oggi nelle mani di un gruppo di famiglie ( comitato Bilderberg, hedg fund
anglo caucasici (kazari) con sede legale nella city londinese di loro proprietà e sede
fiscale nel Delaware a tasso zero, proprietari della Federal reserve, della Banca centrale
europea e delle banche nazionali di quasi tutti i Paesi UE) esaminati i rapporti tra
sovranità nazionale e sovranità europea ( illegittimità del fiscal compact, tesi
Guarino e folle introduzione voluta da Monti del pareggio di bilancio con modifica
dell'art 81) e tra sovranità monetaria e sovranità nazionale, sostengo che si tratta di
riportare alla luce gli ideali dei padri cattolici e democratico cristiani dell'Europa:
Adenauer, De Gasperi, Monet e Schuman, contro gli orientamenti del " Manifesto di
Ventoténe" laico, socialista, anticristiano che alla fine è prevalso. Consiglio a
tutti la lettura del 9° Rapporto sulla dottrina sociale della Chiesa nel mondo,
quest'anno dedicato proprio al tema. " Europa - la fine delle illusioni" da cui
ho tratto spunto per il mio saggio sulle prossime elezioni europee.
Quel mio saggio si conclude con questa speranza: " Le indicazioni
di Papa Francesco, Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II, sono quanto mai decisive per
orientare le scelte di coloro che si sentono continuatori e testimoni della cultura
politica di ispirazione cristiano sociale e popolare in Italia e in Europa. Da quanto
abbiamo descritto nei capitoli precedenti appare evidente l'esigenza di una seria riforma
della costruzione europea sia dal punto di vista istituzionale, della governance e,
soprattutto, sulle politiche economiche e finanziarie da sottrarre ai condizionamenti
giugulatori dei poteri finanziari dominanti.
Trattasi di un compito politico e culturale straordinario al quale noi
popolari italiani ed europei, soci fondatori, prima della CEE e dell'Unione europea,
abbiamo il dovere di offrire il nostro prezioso contributo senza il quale l'attuale
costruzione è destinata a sicuro fallimento. E dovremo farlo insieme alle altre culture
laiche e liberali, riformiste di ispirazione democratica che condividono i valori
dell'umanesimo cristiano. Sappiamo di essere minoranza all'interno dell'Europa e
consapevoli, quindi, della necessità di concorrere con altre culture politiche laiche,
democratiche e liberali a sostenere proposte di riforma istituzionali, economico sociali e
finanziarie, senza le quali l'Europa rischia l'autodistruzione.
Nella crisi dei due storici raggruppamenti, che hanno sin qui esercitato una
funzione prevalente nella UE (PPE e PSE), il ruolo dei movimenti Italiani che si
riconoscono nel PPE può risultare rilevante.
Molte iniziative si sono avviate in Italia e, in taluni casi, consolidate
grazie agli amici della DC storica impegnati, sin dal 2012, nella ripresa politica del
partito dello scudo crociato, dopo che la Cassazione ha definitivamente sentenziato che
quel partito "non è mai stato giuridicamente sciolto" (sentenza n. 25999 del
23.12.2010); a quelli dell'associazione "Costruire Insieme" presieduta dal sen.
Ivo Tarolli, della "Rete Bianca" con l'on. Giorgio Merlo e altri amici ex PD e
di molte altre associazioni, movimenti e gruppi dell'area cattolica e popolare,
interessati a ricostruire "l'unità possibile dei popolari entro un soggetto politico
nuovo, ampio e plurale, democratico, popolare, europeista e transnazionale, ispirato ai
valori dell'umanesimo cristiano, inserito a pieno titolo nel PPE da far tornare ai
principi dei padri fondatori" .
In un seminario tenutosi a Verona il 23 Giugno scorso, organizzato
dall'associazione "Costruire Insieme", è stato approvato un documento nel quale
si è riscontrata "l'unanime condivisione dei partecipanti per la promozione di una
piattaforma plurale, in direzione di un'Unione per un Movimento Popolare (UMP) nel quale
possano coordinarsi, liberamente e senza predefinite gerarchie organizzative, le diverse
esperienze presenti in Italia che si rifanno ai valori della sussidiarietà. Un soggetto
politico ampio, plurale, laico, democratico, popolare, europeista, trans nazionale,
impegnato a tradurre nella 'città dell'uomo' gli insegnamenti della dottrina sociale
della Chiesa, in dialogo privilegiato con il PPE". Il documento porta la firma di
Ettore Bonalberti (ALEF-Associazione Liberi e Forti), Gianni Fontana (DC), Mario Mauro
(Popolari per l'Italia), Domenico Menorello (Energie per l'Italia), Gianfranco Rotondi
(Rivoluzione cristiana) e Ivo Tarolli (Costruire Insieme) e di molti altri amici presenti
all'incontro.
Una delegazione guidata dal sen. Ivo Tarolli si era incontrata il 23
Maggio a Bruxelles con Joseph Daul, Presidente del PPE, nella sede del Partito Popolare
Europeo, con "l'obiettivo di mettere in collegamento Costruire Insieme, che da alcuni
anni opera al servizio della riaggregazione della grande area dei cristiano popolari, con
i vertici del Partito Popolare Europeo" , "poiché l'Europa è ritenuta il
crocevia indispensabile per un realistico progetto di ripresa del nostro Paese".
Un incontro è anche in cantiere con altri amici italiani ed europei
dell'area popolare presenti nel Parlamento europeo, al fine di verificare le condizioni
per la ricomposizione di tutta l'area di ispirazione e cultura politica popolare italiana.
Forse c'è ancora una speranza che proprio dall'Italia possa ripartire un "nuovo
inizio "insieme ai tanti Popolari interessati a tradurre nella "città
dell'uomo" gli orientamenti pastorali della dottrina sociale della Chiesa, unico vero
antidoto alle storture e alle ingiustizie del turbo capitalismo finanziario dominante.
6.- Quali indicazioni dei Popolari allora, si possono formulare per la nuova
Europa? Nostro obiettivo sarà quello di riproporre la visione dei padri fondatori di
ispirazione cattolica e popolare, innanzi tutto all'interno del PPE in preda a una
pericolosa deriva con l'ingresso di Orban e soci, considerando l'Unione Europea una
conquista fondamentale da difendere in maniera assoluta, ma da rilanciare con:
a) una nuova governance che trasferisca il potere legislativo primario del
consiglio dei capi di Stato e di governo al parlamento europeo;
b) un' unione fiscale ed una difesa militare comune;
c) una comune piattaforma per l'istruzione e la formazione del capitale
umano delle giovani generazioni sulla quale gli Stati membri aggiungano le specificità
nazionali per costruire il futuro cittadino europeo;
d) una nuova disciplina dei mercati finanziari e politiche fiscali e
normative capaci di favorire l'uso produttivo del capitale a fronte del suo smodato uso
finanziario con la Banca centrale europea, sottoposta al pieno controllo pubblico, dotata
del potere di intervento di ultima istanza e capacità di emissione della moneta unica
europea;
e) una forte spinta alla innovazione tecnologica approntando modifiche anche
all'istruzione primaria, secondaria e professionale per garantire nuova offerta
occupazionale qualificata;
f) una politica estera incentrata:
1) sul Mediterraneo e sull'Africa, continente nel quale
l'occidente democratico ed in particolare l'Europa deve ridare a quelle popolazioni quanto
esse hanno dato all'Occidente negli ultimi secoli per la sua crescita economica;
2) una nuova e più penetrante interlocuzione politica ed
economica con il continente asiatico senza mai dimenticare i legami storici con il popolo
americano;
3) una politica consapevole dell'incosciente sfruttamento
delle risorse del pianeta per garantire aria, acqua, cibo e salute marina alle future
generazioni ed una manutenzione dell'assetto idrogeologico di un Paese come l'Italia
afflitto da una diffusi sismicità, con un piano ventennale di interventi strutturali.
Da parte sua l'Italia e il suo intero sistema politico devono riscoprire:
a) quel minimo denominatore sul quale costruire la coesione nazionale che
resta il patrimonio comune di un paese democratico in un clima di assoluta sicurezza delle
persone e delle cose;
b) l'impegno tra tutte le forze politiche per l'attuazione integrale
della Costituzione a partire dall'art 49 sulla vita democratica interna dei partiti, oggi
caratterizzati dal dominio di tipo bonapartistico di alcuni, fino, come nel caso del M5S,
dal controllo esterno di società commerciali finalizzate al profitto, detentrici delle
piattaforme informatiche cui gli eletti devono una sostanziale sottomissione e pagare il
richiesto tributo ;
c) la forza di una democrazia parlamentare moderna che sappia formare
maggioranze di governo che siano anche maggioranze del paese evitando l'illusione di
affidare a tecnicalità elettorali il superamento delle difficoltà politiche.
Una democrazia parlamentare è tale perché le maggioranze si formano
e si smontano in Parlamento e non nell'urna o, diversamente, fare una scelta coraggiosa di
una democrazia presidenziale all'americana con pesi e contrappesi. Tertium non datur.
Infine è tempo che il Paese riscopra con un sussulto di
orgoglio una nuova stagione di diritti e dei doveri di ciascuno di noi, consapevoli
dell'ammonimento di Aldo Moro: "Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti
e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del
dovere". Ettore Bonalberti |
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Il BENE COMUNE nel
MONDO CATTOLICO |
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Gabriele Cantelli
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Dal
Vescovo Matteo Zuppi di Bologna: |
"Che
il 2 giugno 2018, in ogni parrocchia si levi
un "TE DEUM PER LA PATRIA" |
. G.
Cantelli, In margine a nuove teorie
sul bene comune, nella Chiesa Cattolica
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Matteo Zuppi
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Nota.
1) Il "bene comune" è divenuto una specie di "summa" (della Chiesa
Cattolica di base) per i cristiani impegnati in politica. Precisamente, tra le cose da
fare, la priorità è garantire ad ogni cittadino un elenco di beni e servizi: tra
questi anzitutto la "disponibilità della vita", lo "Stato" e via ...
atti a procurare la "beatitudine" di ogni persona e sia pur con qualche
differenziazione se ci sono anche esigenze personali siano diverse.
Il bene privato è, invece, un bene
individuale posseduto dalle persone in modo esclusivo e differenziato.
Il bene pubblico è un bene per tutti, indifferenziato secondo la valutazione etica
dello Stato, mentre il bene comune dei cristiani è identificato in relazione alla
valutazione di Dio, padre comune di tutti gli uomini.
2) C'è in parallelo una definizione di bene comune, secondo l'economia e, più specifica
secondo la scienza delle finanze.
Secondo queste visioni la importanza dei beni e servizi discende dalla entità dei
bisogni umani. Essi, dunque, non sono valutati criticamente, ma presi in considerazione
come dei "dati", per la soluzione dei problemi economici individuali e pubblici.
Dunque non esiste conflitto, per definizione, tra l'economie la chiesa cristiana, e anche
con qualunque chiesa.
C'è, invece, una ottica diversa di vedere il problema. La scienza economica ha
scoperto che gli imprenditori e i politici mettono avanti, come obiettivi economici,
l'interesse personale. E mettono, invece, come conseguenziale l'interesse dei consumatori
o l'interesse pubblico. Una volta scoperto questo, la scienza economica studia i vincoli
(per gli operatori privati e pubblici) per armonizzare l'interesse privato con quello
collettivo.
3) Nel caso del Vescovo Zuppi il bene comune preso in considerazione è lo Stato
Italiano, per il quale muove una preghiera a Dio. Ma su questa idea Cantelli ha da fare
alcune considerazioni.
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Fonte: Agezia ANSA, 30 maggio 2018 |
DISCUSSIONI E COMMENTI |
Vescovo Matteo Zuppi:
"Desidero che in ogni comunità
della Diocesi, al vespro di venerdì 1 giugno o nella giornata di sabato 2 giugno, si
canti l'inno di ringraziamento 'Te Deum' e si innalzino preghiere e suppliche per la
nostra Patria, chiedendo la grazia di un rinnovato impegno di tutti per il bene comune".
L'inedita iniziativa liturgica è
lanciata dall'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, in conclusione di un messaggio per la
Festa della Repubblica.
"La festa del 2 giugno - scrive
Zuppi - ha quest'anno un carattere particolare: cade nel 70/o dell'entrata in vigore della
Costituzione Repubblicana e della prima elezione del Capo dello Stato.
Spinto dal recente Congresso
Eucaristico Diocesano, che ha rinnovato il legame tra Chiesa e Città degli uomini,
considerando anche le difficoltà degli ultimi avvenimenti, desidero invitare tutti i
credenti a innalzare a Dio un ringraziamento per il tanto che ci unisce e a pregare per il
nostro Paese". |
Gabriele Cantelli, NON CONTRAPPORRE
PAUPERISMO A POPULISMO Leggere sui quotidiani locali :
-di <Un Te Deum per il 2giugno>(Carlino) o, peggio <Zuppi: "Prego per
Mattarella e l'Europa";
- Anpi in piazza contro i fascismi (Repubblica) e il contenuto degli articoli che seguono
titoli altisonanti, non può non indurci ad alcune considerazioni sulla situazione attuale
dello Stato che ha indotto la Chiesa ad ampliare il significato della festa nazionale e,
nel contempo, su quella che parrebbe rappresentare una svolta della Chiesa nella realtà
attuale.
Per il 2 giugno , abbiamo letto su la Repubblica, l'arcivescovo di Bologna Matteo
Zuppi chiede vengano inserite due preghiere ai fedeli nel Te Deum, che verrà recitato in
tutte le parrocchie :una preghiera per la nostra cara Patria , perché concorra alla
all'edificazione di una vera casa comune in Europa, e una per il Presidente della
Repubblica , e i nostri governanti, perché siano sempre attenti ai bisogni dei più
deboli e indifesi. Attraverso la agenzia di informazione R.It apprendiamo ulteriori
passaggi del comunicato :<la festa del 2 giugno ha quest'anno un carattere particolare:
cade nel settantesimo dell'entrata in vigore della Costituzione repubblicana e della prima
elezione del Capo dello Stato.
Spinto dal recente Congresso Eucaristico Diocesano, che ha rinnovato il legame tra
Chiesa e città degli uomini, considerando anche le difficoltà degli ultimi avvenimenti,
desidero innalzare a Dio un ringraziamento per il tanto che ci unisce e pregare per il
nostro Paese". Anche se condivido pienamente la preoccupazione di mons. Zuppi che è
in sintonia con la posizione della presidenza della Cei riportate da Avvenire , è quanto
si sta delineando proprio a livello locale, nella nostra Diocesi ad accrescere la mia
preoccupazione di cattolico impegnato in politica quando da Repubblica leggo: <La
supplica per la nostra Patria di Zuppi arriva nello stesso giorno in cui della difficile
situazione nazionale parla anche don Luigi Ciotti, che parteciperà alla manifestazione
"contro tutti i fascismi"che l'Anpi terrà sabato alle 16 a Palazzo Re Enzo alla
quale aderiscono tutta la sinistra del PD e Leu,le associazioni,i sindacati.
<<Ben venga un governo, ma che rispetti la nostra Costituzione , dice Ciotti
preoccupato per la nostra democrazia pallida e malata e per gli insulti e le minacce a
Sergio Mattarella:<<Le parole sono azioni e debbono sempre essere parole di
vita>>; Il Sindaco Virginio Merola invita tutti in piazza per riportare
<<speranza democratica contro fascismi e razzismi>>. Senza voler scomodare la
"buon'anima" di Giulio Andreotti che argutamente ebbe a dichiarare che
<<pensare male è peccato ma spesso ci si prende>>, da vecchio democratico
cristiano sempre in servizio attivo non posso non collegare quanto si sta prospettando in
città, dentro e fuori dalle sacre mura nell'operazione proposta da Carlo Calenda "PD
crei un Fronte repubblicano con lista unica e Gentiloni alla guida". Il ministro
uscente al Corriere: "Ora la gravità della situazione è evidente. I cittadini che
lavorano e producono.
Dobbiamo costruire un fonte repubblicano molto ampio, che abbia un unico
obbiettivo: tenere l'Italia in Occidente e in Europa. Ci vuole una mobilitazione civica ne
territorio che, abbandonando ogni interesse di parte e agenda personale, vada in soccorso
della Repubblica. Noi faremo già una manifestazione venerdì in difesa delle istituzioni
repubblicane. Ma dobbiamo aiutare la Costituzione di comitati civici e lanciare una
campagna di mobilitazione popolare tra tutti i cittadini che , pur da posizioni diverse ,
sono uniti nell'obbiettivo di difendere la permanenza dell'Italia in Europa e le
istituzioni da chi vuole sostituirle con i populismi alla amatriciana e la Casaleggio
associati. Bisogna presentarsi con un Fronte Repubblicano, , un simbolo diverso e una
lista unica, coinvolgendo tutte le forze della società civile e tutti quei movimenti
politici che vogliono unirsi per salvare il Paese dal sovranismo anarcoide di Di Maio e
Salvini.
La guida c'è già si chiama "Paolo Gentiloni". "Contro tutti i
fascismi".
Chiaramente la indicazione di un obbiettivo plurale , conoscendo lo spirito della parte
più qualificata dei promotori dell'iniziativa bolognese, rientra nella tradizione di
comprendere nell'obbiettivo di lotta chiunque non sia comunista; questa la linea di
demarcazione che bastò per inviare, al Creatore coloro che, qui da noi, vennero eliminati
senza processo durante una guerra civile durata anche dopo il 25 aprile 1945.
Ciò nonostante per una certa sinistra pauperista di matrice cattolica(Dossetti) le
ingiustizie del capitalismo sono considerate più colpevoli del giustizialismo
rivoluzionario. A chi con me partecipò alla manifestazione che si tenne nell'aula
absidale di Santa Lucia a Bologna promossa dal card. Biffi per celebrare il cinquantenario
del 18 aprile 1948, presenti i vescovi ausiliari, relatrice Maria Romana De Gasperi,
sentire Calenda, che di fronte alla costituzione di un governo Lega - 5 Stelle perora la
costituzione di Comitati civici,non può non evocare ben altre ragioni di una
mobilitazione cattolica di quella che semplicisticamente sembra si voglia far partire da
Bologna in occasione della Festa dellaRepubblica.
Semplicisticamente perché i germi del preoccupante populismo hanno
proliferato anche in ambienti formativi dove si è sostituita la sociologia al senso del
sacro.
Gabriele Cantelli |
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DEMOCRAZIA CRISTIANA |
Resoconto
dellincontro del 14 aprile 2018 a Roma
DOVEVA ESSERE IL GRANDE GIORNO PER
DECIDERE L'ODG
DELLA ASSEMBLEA CONGRESSUALE PER ELEGGERE IL CONSIGLIO NAZIONALE
Invece, all'ultimo momento è comparso una contrapposizione frontale, sia pur pacata
. |
LUCIANI,
Un gioco delle parti: appare Grassi , ma è lidentico progetto di Fontana
del 13 gennaio 2018, che era rimasto sconosciuto (vedi allegato) |
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INTANTO RISPUNTA LA VECCHIA DOMANDA:
SI VUOLE DAVVERO LA DC STORICA ? |
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Non ancora terminata la raccolta
dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.
Attesi tuttora i contributi dei nomi nobili, quelli sempre
davanti a invocare il ritorno della dc.
FINORA, 18 aprile 2018, raccolti euri 1930,00 dei 3.000,00
necessari. Il contributo libero va versato sul seguente
conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani,
per la DC". |
Altomari Vitaliano E Silvia 100
Ammaturo Cosimo 20
Andreasi Roberto 100
Armato Antonello 50
Battaglierin Roberto Euri 30
Bergozza Luigi Euri 100
Bongiorno Giorgo 20
Cantelli Rag Gabriele 50
Caponetto Francesco 50
Cortese Giuseppe 20
D'Agrò Luigi 200
Fago Antonio 50 |
Ferroni Marco Euri 100
Gori Giovanni 50
Gubert Renzo 500
Leonetti Carlo 50
Napolitano Salvatore 50
Orga Umberto 200
Portacci Amedeo 50
Riccardi Marino 50
Tomietto Mauro 100
Tramonte Cosimo 20
Zilli Luigi 50
TOTALE 1930 |
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1.-
RESOCONTO. Il 14 aprile 2018 si è svolto a Roma, Piazza del Gesù 46, un incontro
informale di soci della DC, convocato dal Presidente G. Fontana, in preparazione
dellassemblea dei soci secondo lelenco riconosciuto dal Tribunale di
Roma + gli ammessi nellAssemblea del 26 febbraio 2017 celebrata allHotel
Ergife di Roma per decidere largomento che dovrebbe essere posto
allordine del giorno: modalità di convocazione e di celebrazione del XIX Congresso
della DC.
Allincontro
hanno partecipato 20 persone che hanno parlato di vari aspetti generali, di cui tenere
conto per la ricostituzione degli organi: quali limportanza di un progetto politico,
la rilevanza alla regionalizzazione del partito, la preminenza dello statuto sul codice
civile, alcuni dubbi di Alessi A. sui poteri della Assemblea dei soci..
Per
quanto riguarda largomento da mettere allordine giorno, è intervenuto per
ultimo il prof. Luciani, con la proposta di mettere allodg la nomina del
CN-Consiglio Nazionale, in attuazione della delibera già presa dalla Assemblea del 16
dicembre 2017.
Ma
a questa soluzione si opponeva Renato Grassi. Egli preferiva mettere allordine del
giorno la convocazione del Congresso, da parte della Assemblea dei soci, in applicazione
diretta dello Statuto della vecchia DC. Si ripeteva la scena del 26 feb. 2017.
Questo
odg era il medesimo di Fontana per la Assemblea del 13 gennaio 2018, sospesa
allultimo momento. Dunque, Fontana la riproponeva, ma per mano di Grassi. Ecco
ancora il gioco delle parti, dopo quello precedente di Alessi.
Data
la contrapposizione incomponibile (sia pur in forma pacata), interveniva DAgrò, con
la proposta di affidare la scelta, tra le due idee a Fontana Presidente (rimasto silente
sul punto) quale parte terza (ma, DAgrò, era ignaro dei precedenti).
Nota.
Sulla differenza tecnico-giuridica tra Grassi e Luciani, torno al punto 3, qui sotto.
DOCUMENTO LUCIANI, BONALBERTI, GUBERT, LUCCHESE, LO CURZIO ROMA, Piazza del Gesù 46, 14 APRILE 2018
1.- Il 14 aprile 2018 si è svolto a Roma, Piazza del Gesù 46, un incontro
informale di soci della DC, convocato dal Presidente G. Fontana, preparatorio
dellassemblea dei soci legittimi della DC ( i 1742 della lista depositata in
tribunale a Roma, ossia di coloro che rinnovarono il tesseramento al partito nel 2012,
lista mai contestata, più i sette soci del 1992-93 accettati dallassemblea del 26
febbraio 2017).
Scopo dellincontro è stato il desiderio di superare le diverse modalità
con le quali si intende preparare la nomina degli organi statutari della DC e, anche,
lopportunità di mantenere la data del 14 aprile, già indicata come quella per
lo svolgimento della assemblea dei soci legittimi della DC. Assemblea che alla fine
si è deciso di convocarla per il giorno
E stata apprezzata la solerzia con cui alcuni amici, non ancora soci, hanno
tentato di far partire una DC, sia pur diversa e forse migliore da quella costituita dai
soci che rinnovarono ladesione al partito nel 2012, con
laugurio che quelle stesse motivazioni permangano in tutti loro e in altri, dopo che
i soci avranno risolto i problemi di riorganizzazione giuridica del partito, per i quali i
soli soci legittimi hanno il diritto-dovere di valutare e possibilmente in maniera
unitaria risolvere.
Dopo e solo dopo si aprirà quella fase di opportuno e positivo confronto con
tutti gli amici interessati alla ricomposizione della DC e, con lapertura del
tesseramento, si potrà celebrare insieme un congresso nazionale che potrà finalmente
sancire la ritrovata unità dei DC italiani.
Per limmediato i partecipanti all'incontro hanno ritenuto dover essere
convocata lassemblea dei soci per la elezione del Consiglio Nazionale, in
applicazione della delibera unanime della Assemblea dei soci del 16 dic. 2017, secondo cui
la assemblea avoca a se stessa i poteri del congresso in materia di modifica dello
Statuto e di la nomina del Consiglio Nazionale, e divenuta definitiva essendo
decorsi i 30 giorni dal giorno della delibera.
In questo approccio è riferimento primario lo Statuto, e associatamente il
codice civile nei casi in cui lo Statuto non disponga o non sia applicabile per decadenza
degli Organi".
Seguono ui sotto al punto 3 gli articoli dello Statuto, in quanto
applicabili.
|
3.- Il confronto stretto tra i due progetti di LUCIANI e GRASSI-FONTANA
.
Progetto Luciani, sostenuta
da Bonalberti, Gubert, Lucchese, Lo Curzio (il testo
giuridico tra virgolette era stato predisposto lo scorso anno da professori ordinari della
università di Bologna). |
Progetto
Grassi (punti essenziali).
Questi punti sono ripresi dalla lettera di Fontana per la assemblea del 13 gen. 2018. Per
l'originale, clicca su: allegata. |
Fatto
riferimento all'art. 36 del codice civile, secondo cui "'l'ordinamento interno e
l'amministrazione delle associazioni non riconosciute .. sono regolate dagli accordi tra
gli associati:
-
In via transitoria, per la nomina degli Organi, la assemblea dei soci avoca a se
stessa i poteri del congresso in materia di modifica dello Statuto e di nomina del
Consiglio Nazionale.
Questa
delibera era divenuta definitiva, essendo decorsi i 30 giorni dal giorno della delibera,
ai fini di eventuali ricorsi alla Assemblea o al Magistrato.
In
questa proposta, fermo il principio del riferimento primario allo Statuto, si applica il
codice civile nei casi in cui lo Statuto non disponga o esso non sia applicabile per
decadenza degli Organi.
Per
memoria gli articoli dello statuto, di verosimile prossima applicazione, sono:
a) Art.
77, il CN è composto da non più di 80 membri ed è eletto
per liste concorrenti, e che risultano eletti, allinterni delle
liste, i candidati che hanno riportato il maggior numero di preferenze;
b) Art.
79, il CN è lorgano deliberativo del partito ed elegge tra i suoi
componenti il proprio Presidente, il Segretario Amministrativo, la Direzione
Nazionale";
c) Art.
76, il CN , in caso di impedimento, dimissioni o di decadenza del Segretario
Politico elegge il nuovo Segretario
.
d) Art.
4, la Direzione Nazionale "emana le norme per lattuazione del
tesseramento";
e) Art. 135, "Il congresso può delegare al CN la modifica dello
Statuto ... con l'indicazione dei principi ... nonché della maggioranza di voto
necessaria per l'approvazione". |
La Assemblea dei soci, in
applicazione dello Statuto della vecchia DC :
- Nomina Commissione verifica
poteri
- Approvazione elenco
iscritti;
- Nomina Commissione centrale
per il controllo del tesseramento;
- Approvazione Regolamento
del XIX congresso;
- Nomina Commissione
Nazionale Garanzie Congressuali;
- Riconoscimento della
costituzione delle sezioni provinciali del partito;
- Ratifica del calendario
delle assemblee delle sezioni provinciali, dei pre-congressi regionali e del XIX
congresso, nonché delle relative convocazioni e delle nomine dei
Commissari ex-art. 29 dello Statuto.
______
Osservazioni. Secondo
il prof. Luciani, allo stato attuale, lAssemblea dei soci non può applicare
direttamente lo Statuto, in quanto lo Statuto non dà ad essa alcun potere (né è
applicabile il Regolamento della camera dei deputati, richiamato dallo Statuto).
Di conseguenza tutte le
delibere, di cui sopra, sarebbero tutte illegittime, in quanto non di competenza della
Assemblea.
Cè
laggravante che non esistono le sezioni provinciali, ed è decaduto lorgano di
Statuto che dovrebbe riconoscerle.
Non è quntificabile
il numero dei delegati, perché va calcolato tenendo conto dei deputati DC eletti nella
Regione, che non esistono più.
Nota. In ogni caso, se
Fontana metterà allodg della Assemblea il proprio progetto, egli dovrà mettere
allodg anche la revoca della delibera del 16 dic. 2017. |
|
***
|
DEMOCRAZIA CRISTIANA |
Il Ministero dell'INTERNO nega lo
scudo crociato alla DC
e lo lascia alla UDC.. |
MA NELLE 48 ORE
SUCCESSIVE G. FONTANA LO SOSTITUISCE
CON QUELLO A DESTRA, E FA OPPOSIZIONE
IN CASSAZIONE CONTRO LA ASSEGNAZIONE ALLA UDC.
Poi ha luogo partecipazione a ricorso Cerenza art. 700.
Clicca su: Cassazione 2018 e Cerenza art. 700 |
LA CASSAZIONE RISPONDE:
"OPPOSIZIONE INAMMISSIBILE
PER CARENZA DI INTERESSE" |
|
|
INTANTO RISPUNTA LA VECCHIA DOMANDA
SE I PARTITI FANNO I LORO AFFARI O SE DOVREBBERO FARE SOLO IL BENE COMUNE
(Si vegga sotto la recensione, qui sotto, di Sergio Quinzio a un mio LIBRO) |
|
Intanto continua la raccolta dei
fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.
FINORA, 17 gen 2018, raccolti euri 1930,00 dei 3.000,00
necessari. Il contributo libero va versato sul seguente
conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani,
per la DC". |
Altomari Vitaliano E Silvia 100
Ammaturo Cosimo 20
Andreasi Roberto 100
Armato Antonello 50
Battaglierin Roberto Euri 30
Bergozza Luigi Euri 100
Bongiorno Giorgo 20
Cantelli Rag Gabriele 50
Caponetto Francesco 50
Cortese Giuseppe 20
D'Agrò Luigi 200
Fago Antonio 50 |
Ferroni Marco Euri 100
Gori Giovanni 50
Gubert Renzo 500
Leonetti Carlo 50
Napolitano Salvatore 50
Orga Umberto 200
Portacci Amedeo 50
Riccardi Marino 50
Tomietto Mauro 100
Tramonte Cosimo 20
Zilli Luigi 50
TOTALE 1930 |
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.
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DEMOCRAZIA CRISTIANA |
Dopo il rifiuto di Fontana di
collocare la DC nella quarta gamba, in coalizione con la UDC:
DUBBI CHE LA DC STORICA VADA ALLE ELEZIONI
POLITICHE 2018. |
.
ATTESA DI CONOSCERE SE FONTANA MANTERRA' DI PRESENTARE
LA DC DA SOLA, CON IL PROPRIO SIMBOLO SCUDO CROCIATO |
.
Il 15 gen. 2018 c'è stata la Causa di Cerenza contro Luciani e altri per annullamento
assemblea
dei soci del 26 feb. Il giudice LIBRI si è riservato di decidere (probabilmente entro 15
giorni). |
|
Intanto la Assemblea
dei soci del 13 gen, convocata regolarmente da Fontana, ma sconvocata
irregolarmente, ha avuto luogo comunque. Sotto è riportato il relativo verbale con
pronuncia
di sfiducia a Fontana, e indizione di RERENDUM, perchè tutti i soci abbiano
possibilità di pronunciarsi.
DUBBI SULLA TRASPARENZA DEI VERSAMENTI DEI NUOVI ASPIRANTI SOCI |
|
Intanto continua la raccolta dei
fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.
FINORA, 17 gen 2018, raccolti euri 2.010,00 dei 3.000,00
necessari. Il contributo libero va versato sul seguente
conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani,
per la DC". |
Cortese Giuseppe 20
Bergozza Luigi Euri 100
Battaglierin Roberto Euri 30
Altomari Vitaliano E Silvia 100
Tomietto Mauro 100
Andreasi Roberto 100
Ferroni Marco Euri 100
Gori Giovanni 50
Cantelli Rag Gabriele 50
Riccardi Marino 50
Luigi Zilli 50
|
Caponetto Francesco 50
Tramonte Cosimo 20
Ammaturo Cosimo 20
Gubert Renzo 500
Antonello Armato 50
Portacci Amedeo 50
Fago Antonio 50
Bongiorno Giorgo 20
Napolitano Salvatore 50
Luigi D'Agrò 200
Carlo Leonetti 50
Umberto Orga 200 |
|
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|
ATTESA DI CONOSCERE SE
FONTANA PRESENTA LA DC DA SOLA. La delegazione DC (ALESSI e CARMAGNOLA) aveva
concordato con CESA la partecipazione della DC alla "quarta gamba" in coalizione
con il centro-destra. Ma Fontata aveva denunciato l'accordo, e propiziato che la DC si
presentasse da sola con il proprio nom e simbolo.
A questa seconda possibilità (meglio dire, a questa speranza, ultima dea) non sono
seguite notizie, nè fatti. La scadenza per la presentazione del simbolo è il 19 gennaio.
Di norma, il presidente non può farlo senza autorizzazione della assemblea e se lo fa
(motivato dalla urgenza) deve chiedere presto la ratifica della assemblea, in base
all'art. 1131 del codice civile.VERBALE DI ASSEMBLEA DELLA DEMOCRAZIA
CRISTIANA
13 gennaio in Roma, Via Gioberti 35°
Il giorno 13 gennaio 2018, in Roma, Via Leone Dehon 71 (Hotel Card. St. Peter), ore 10
dovevano riunirsi i soci della associazione partito Democrazia Cristiana, in seguito a
convocazione del Presidente Giovanni Fontana. Tuttavia, fatta la constatazione che la sala
per la riunione era stata disdetta, come da dichiarazione della direzione dellHotel
(disdetta, poi contraddetta, poi confermata), i soci presenti hanno, comunque, aperto la
seduta, e letto la lettera di "sospensione" dellassemblea e del
Congresso, pubblicata in internet, sito DC (non per iscritto, come per la convocazione, e
quindi illegittima) e infine re-direzionato la riunione in Roma, Via Gioberti 35°, che
inizia alle ore 13.00, dopo aver pregato lHotel di darne comunicazione agli
eventuali soci ivi pervenuti.
Trascorsi 30 minuti dalle ore 11.00, in mancanza del Presidente Fontana, i soci si
costituiscono in assemblea e nominano presidente della riunione NINO LUCIANI, e segretario
verbalizzante PIERGIORGIO SPAGGIARI, entrambi soci della DC.
Si precisa anche che la riunione era stata convocata dal Presidente Fontana solo in prima
convocazione per le ore 10 (come da invito allegato) e pertanto, per la sua validità ai
sensi dellart. 21 cc, serve almeno la metà degli associati, vale dire 875 circa.
Sono presenti i soci Luciani, Spaggiari, Napolitano, Lucchese, De Ambrogi, Ciampi,
Leporini, Sabella, Cugliari, altri.
E impossibile, per la assenza del Presidente, la verifica della validità della assemblea
in quanto il presidente non ha comunicato il numero delle deleghe né dei delegati.
Su questa base, il presidente moderatore dichiara non validabile la riunione come
assemblea della associazione partito della DC.
A questo punto, i soci presenti, alla unanimità, decidono di costituirsi in assemblea
privata di loro, con il medesime presidente NINO LUCIANI, e segretario PIERGIORGIO
SPAGGIARI.
Il presidente rileva che, qualora il Presidente Fontana avesse convocata la assemblea in
seconda convocazione, essa sarebbe stata valida qualunque fosse il numero dei presenti, e
quindi avrebbe la medesima composizione numerica di questa, privata.
Su proposta del Presidente moderatore, si decide alla unanimità di assumere, tra gli
argomenti allodg della assemblea della DC, solo:
- il punto 9 ( Votazione sulle tre mozioni);
- e il punto 10 (varie ed eventuali), ed, allinterno di questa,
- a) la ratifica, a titolo personale, della costituzione in giudizio della DC,
relativamente alla causa Cerenza contro Luciani;
- b) Mozioni.
_____
Punto 9. Votazione delle tre mozioni proposte nella precedente riunione del 16 dic.
2017. Le tre mozioni furono:
1) Mozione di Alessi: "Verificare con tutti coloro che hanno fatto la storia
della Democrazia Cristiana, condividendone valori e aspirazioni, obiettivi e finalità,
lopportunità e la fattività concreta per affrontare insieme le elezioni politiche.
Tale unità di intenti e di forze rappresenterebbe un valore aggiunto nelle trattative con
i possibili alleati di enorme valore politico e un inequivocabile messaggio di
compattezza.
Nota. Essa mira ad inserire la DC nella cosiddetta quarta gamba, in coalizione con
il centro destra.
2) Mozione di Luciani (Gubert, Lucchese, Bonalberti) La Democrazia Cristiana, con
delibera della Assemblea dei soci:
- constatata la propria identità e riaffermato l'obiettivo contenuto nel suo Atto
costitutivo del 1943 di "attuare un programma di libertà e di giustizia sociale
ispirato ai principi cristiani";
- è impegnata a costruire una lista di tutti i democratico cristiani sotto lo stesso
simbolo dello scudo crociato, per un'autonoma presenza di centro.
- Dopo avere fatta la verifica dell'esito di tale impegno, è disponibile al dialogo
elettorale per concorrere con altre realtà politiche, sulla base di convergenze di
programma, a garantire la governabilità del Paese.
3) Mozione Azzaro. Essa vuole cha la DC si presenti alle elezioni da sola, con il
proprio simbolo.
Nota. Questa mozione, pur rispettabile, non può essere tenuta in
considerazione in quanto presentata da un soggetto "non socio"dellelenco
dei soci della DC depositato in Tribunale di Roma.
Luciani informa che aveva proposto ad Alessi di inserire, nella propria
mozione, dopo le seguenti parole "Tale unità di intenti e di forze", le
seguenti parole "CATTOLICHE E LAICHE, CON UGUALI VALORI", e che egli le aveva
accettate. Pertanto il secondo suo paragrafo diviene:
"Tale unità di intenti e di forze cattoliche e laiche con uguali valori
rappresenterebbe un valore aggiunto nelle trattative con i possibili alleati di enorme
valore politico e un inequivocabile messaggio di compattezza".
A quel punto Luciani dichiara di ritirare la propria mozione.
SI PASSA AI VOTI. La mozione di Alessi è approvata alla unanimità.
Nota. Si rileva che in caso di presentazione della DC alle elezioni
(simbolo e lista) il Presidente Fontana (ai sensi dellart. 1131 cc) deve avere la
autorizzazione della assemblea, preso atto che lo Statuto vigente non attribuisce alcun
potere al Presidente.
Ogni iniziativa, presa al di fuori della normativa vigente, è di natura personale senza
alcun valore giuridico e conseguentemente solleva tutti i soci da ogni e qualsiasi
responsabilità civile e penale in conseguenza ed in dipendenza delle azioni che il
Presidente Gianni Fontana dovesse intraprendere senza la prevista autorizzazione.
Di conseguenza, qualora egli agisca senza autorizzazione, "deve darne senza indugio
notizia alla assemblea" , al fine della eventuale ratifica. ___________
Punto 10. Varie ed eventuali.
a) Ratifica costituzione in giudizio. Fontana si era costituito in giudizio senza
autorizzazione nella causa Cerenza contro Luciani e altri, ma non ha mai chiesto ratifica
della Assemblea.
Essa è approvata dai presenti a titolo personale, e i soci si dichiarano sollevati da
ogni responsabilità circa il fatto che Fontana, dopo avere costituito la DC in giudizio
in via di urgenza, non abbia richiesta la ratifica alla Assemblea dei soci, in base
allart. 1131 del codice civile. |
(Continuazione Verbale)
b) Mozione: Verifica della fiducia del Partito al Presidente G. Fontana.
Premessa. La convocazione della Assemblea era necessaria da tempo (come da delibera
della assemblea di feb 2017) per fare il congresso e nominare gli organi, in particolare
il Segretario Nazionale, e per la presentazione della DC alle elezioni politiche.
1) Congresso. Per fare il congresso, il 18 gen. 2018, il presidente Fontana aveva
convocato la assemblea dei soci solo in prima convocazione, e quindi con una modalità per
cui essa, a causa del numero abnorme (850) delle presenze, non era realizzabile anche per
lui (in caso di non rinvio), come risulta dal basso numero delle precedenti assemblee.
Laverla convocata solo in prima convocazione (ossia impossibile da costituire) è
stata una azione di sabotaggio della DC.
Il congresso, in due riunioni, aveva come finalità la nomina del Segretario Nazionale (si
presume, con lui candidato) del partito.
Egli, poi, con avviso in internet aveva sospeso la convocazione. Invece per la
convocazione aveva inviato lavviso scritto. Per questo, il secondo atto non era
valido, per la legge.
2) Precedentemente, in due tornate, aveva fatto più bandi (il
26.10.2017; e il 30.12.201, sulla G.U. , parte II) per la riapertura delle adesioni alla
DC, al fine di invitarli al Congresso (del 18 gennaio 2018) per la elezione del Segretario
Nazionale.
Questa riapertura, sotto congresso, era apparsa come volontà di alterare il risultato
delle votazioni, ma il fatto era rimasto ignoto al grande pubblico. Presso di me, per far
tollerare (da parte di soci influenti) dette nuove adesioni, c'era stato l' intervento di
un vescovo (peraltro noto).
Nota1. Detta "adesione" non è giuridicamente una "nuova
iscrizione", ma la ricognizione di soci della DC del 1992, andati dispersi. Tuttavia
Fontana non poteva fare il bando senza autorizzazione della assemblea, e comunque la
validità dellatto era subordinato alla ratifica della Assemblea, previo inserimento
di essa allo ordine del giorno, in base allart. 1131 del codice civile, ma questo
non era mai avvenuto.
Si chiarisce anche che il Presidente di una associazione non riconosciuta, ex-art. 36 cc,
ha solo i poteri conferiti dallo Statuto. Ma lo Statuto della DC non attribuisce nessun
potere al Presidente (ma ad altre figure).
Si chiarisce, poi, per aver titolo a divenire socio, uno deve presentare la tessera DC del
1992 o titolo sostitutivo (es. la dichiarazione del Comune, che egli fu consigliere
comunale della DC).
Nota2. Il rinvio del convocazione del congresso era avvenuto sulla pressante richiesta
di Alberto Alessi e di Renato Grassi, in previsione di gravi tensioni e scontri (durante
il congresso), per la nomina del segretario. E questo, Luciani veniva a scoprirlo solo
venerdì 12 gen. a Roma.
Invece, fino a quel momento, si era universalmente ritenuto che lorigine dei
contrasti fosse la scelta della mozione ai fini della partecipazione alle elezioni
politiche. In realtà diveniva verosimile ritenere che Fontana alimentasse detta
discussione per contare indirettamente il numero dei soci a lui favorevoli o contrari, per
la elezione del segretario. 3.- Versamenti degli aspiranti nuovi soci. La
ammissione delle domande di adesione, di cui ai bandi sulla GU, era subordinata (da
Fontana) al versamento di un contributo alla Associazione DC, Piazza del Gesù sullo IBAN
: IT17Y0311103253000000000632 .
In seguito ad un controllo presso UBI Banca, Via dei Crociferi 44, Roma, si veniva a
scoprire che detto IBAN era di una associazione privata di Fontana, con lo stesso nome del
partito, ma con sede in Roma Via di Santa Chiara, n. 61 (clicca su: http://www.lademocraziacristiana.it/statuto/).
Probabilmente lidea di far fare i versamenti su un suo IBAN
personale era una via prescelta in buona fede e per ragioni tecniche, ma di questo non
aveva informato i soci del Partito.
4.- Elezioni politiche. La convocazione della Assemblea era una necessità, da tempo,
anche per elezioni politiche e lattardarsi fino a nov. 2017, per fare la prima
convocazione (dopo feb. 2017). Laverla fatta a novembre ha messo il partito in
gravissime difficoltà organizzative.
Egli, in particolare, in detta assemblea aveva chiesto il ritiro delle tre mozioni
suddette, motivate dalla sua volontà di promuovere una scelta unitaria, ma senza
realizzarla.
La successiva disdetta, di lui, dellaccordo dei due VicePresidenti (regolarmente
incaricati) con Cesa, per ladesione della DC alla cosiddetta "quarta
gamba", in coalizione con il centro-destra, è stata una azione di mera demolizione
alla riunificazione dei partiti di derivazione DC. Infatti, essa avrebbe potuto trovare
una giustificazione solo se Fontana fosse stato ben sicuro di sostenere una alternativa
valida, sia pure solo di bandiera, ma eticamente importante, come il fatto di presentare
la DC da sola con il proprio nome e simbolo.
Il tutto, purchè non come fatto personale, bensì sulla base di un progetto, sottoposto
alla Assemblea dei soci, cosa mai fatta e, in ogni caso (se la farà) da ratificare, per
non incorrere in gravi responsabilità amministrative per la validità delle elezioni
politiche.
__________
Tutto ciò rilevato, Luciani propone che sia fatta la verifica della fiducia
dei soci presenti, al presidente Fontana.
SI METTE AI VOTI: alla unanimità i presenti, tutti "votanti la mozione di
Alessi", dichiarano venuta meno la fiducia nella persona di Gianni Fontana.
Essi inoltre chiedono che la delibera sia pubblicata e sia promosso referendum tra
tutti i soci. |
.
|
DEMOCRAZIA CRISTIANA
|
.
LA DC STORICA VERSO LE ELEZIONI POLITICHE 2018. |
.PROVE DI RICOMPATTAMENTO DELL'AREA CENTRISTA
Somma della DC giuridica, UDC, CDU, UDEUR, DC per le
AUTONOMIE, altri PARTITI CENTRISTI
con uguali valori, e aperta alle ASSOCIAZIONI e MOVIMENTI cattolici. |
. |
|
Intanto continua la raccolta dei
fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.
FINORA raccolti euri 1.710,00 dei 3000,00 necessari. Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani,
per la DC". |
Cortese Giuseppe 20
Bergozza Luigi Euri 100
Battaglierin Roberto Euri 30
Altomari Vitaliano E Silvia 100
Tomietto Mauro 100
Andreasi Roberto 100
Ferroni Marco Euri 100
Gori Giovanni 50
Cantelli Rag Gabriele 50
Riccardi Marino 50 |
Caponetto Francesco 50
Tramonte Cosimo 20
Ammaturo Cosimo 20
Gubert Renzo 500
Antonello Armato 50
Portacci Amedeo 50
Fago Antonio 50
Bongiorno Giorgo 20
Napolitano Salvatore 50
Luigi D'Agrò 200 |
|
|
|
Oggetto: 1) LA DC VERSO LE
ELEZIONI: urgente l'atteso incontro di Fontana con Cesa, per risolvere i problemi sospesi. -
Il popolo DC vuole la DC al centro con il proprio simbolo SCUDO CROCIATO LIBERTAS
fondo azzurro, ma senza chiudersi a riccio, anche in base ai programmi di altri necessari
per l'Italia.
1.- La DC verso le elezioni.
Premessa. E un fatto che i due Vice (su mandato di Fontana, assente in
Cina) avevano fatto un pre-accordo con CESA e altri partiti ex-DC per una unione collocata
dentro la coalizione di centro-destra" di Berlusconi.
Ed è un fatto che il 23 dic. (di ritorno dalla Cina) Fontana aveva sconfessato il
pre-accordo perché "dentro il sistema dei partiti della cosiddetta seconda
Repubblica", "e non rispondente al sentire e agli obiettivi degli iscritti al
partito".
Per valutare le importanti riserve di Fontana, un modo efficace è ragionare in base al
criterio del Vescovo Mons. Tommaso Ghirelli, Segretario regionale della CEI, per la Emilia
Romagna, venuto a Bologna, nel gennaio 2017, per la presentazione di un Codice etico del
cristiano impegnato in politica). Ghirelli aveva detto:
a) "Completate giuridicamente la DC";
b) "Ma che essa non sia un partito che si aggiunge. Subito dopo, fate la federazione
di tutti i partiti di derivazione DC" .
Conclusione: quale DC per elezioni ?
a) Quella giuridica, riconosciuta dal tribunale del 2017, con la propria denominazione e
il simbolo scudo crociato - libertas, su fondo blu ?;
b) o quella ottenuta per somma di quella giuridica e di tutti i partiti ex-DC della
diaspora (dunque, quella risultante nel 1992) ?
Credo che, per le elezioni:
- la DC con i requisiti del Vescovo non sia quella del punto a) , perché sarebbe
un "partito che si aggiunge" e dunque essa sarebbe per sua natura uno dei tanti
partiti del sistema, incapace di una forza politica propositiva per il mondo cattolico.
Poi, partiti ce ne sono già troppi e, se essa si aggiunge, sarebbe forzatamente del
sistema, come tutti;
- e invece la DC del Vescovo (secondo me) è quella di cui al punto b), vale dire
la somma della DC giuridica e di UDC, CDU, UDEUR, DC per le AUTONOMIE, altri PARTITI
CENTRISTI con uguali valori, e aperta alle ASSOCIAZIONI e MOVIMENTI cattolici; |
Conclusione. Direi
che:
a) i due Vice abbiano agito bene, in quanto hanno operato per la grande DC, sia pur con
qualche limite segnalato da Fontana. Per questo serve un approfondimento circa i rapporti
con il centro-destra (anche con riguardo al programma).
b) i motivi di Fontana siano importanti. Ma, a parte che solo lAssemblea dei soci ha
i poteri di scelta, direi che va verificato il fondamento dei relativi motivi,
discutendone assieme subito.
Per questo va fatto urgentemente (ad horas) latteso colloquio di Fontana con Cesa.
Secondo me, direi che elementi dirimenti siano:
- la verifica di convergenze sul programma economico-social. In soldoni, nell'Italia di
oggi serve un programma di destra (ossia centrato più sul settore privato che sul settore
pubblico) o un programma di sinistra (l'inverso che per il primo) ?
- la verifica sulla denominazione e il simbolo:
a) la Democrazia Cristiana, come unica denominazione ? (e taglio secco di tutte le altre).
b) simbolo storico scudo crociato-libertas fondo blu, non quello della UDC.
Per quanto ne so la DC ne ha pieno titolo in quanto "partito tradizionalmente in
parlamento" per 54 anni (1948-92), pur se assente nel dopo, ritenendosi sciolta per
un errore che la Cassazione ha corretto.
Dunque un accordo pieno per la grande DC vale se ricomprende luso comune del simbolo
storico.
Riferisco che, nella nostra gente, cè lattesa della DC per le prossime
elezioni. E quando chiedi: "quale DC ?", la risposta naturale è: "la
vecchia DC e tanti giovani". E quando chiedi: "a destra, a sinistra ? ", la
risposta è: "Al centro".Quale programma ? "Un programma di
libertà e di giustizia sociale" (art. 1 atto costitutivo della DC, 1943).
- Programma di libertà vuole dire oggi più che mai anche libertà di produzione.
Oggi questa libertà non è carente, per eccesso di tasse e di debito pubblico;
- Programma di giustizia sociale vuole dire oggi più che mai il lavoro per i deboli.
Rispetto a loro, lo Stato si costituisca come datore di lavoro di ultima istanza; e si
potenzi il mondo del volontariato e delle onlus con la totale esenzione fiscale sul
reddito.
Ultimo ma non ultimo. Un programma che voglia la DC "fuori dallattuale
sistema partitico" ha senso se vuole ri-definire i partiti nella Costituzione, come
strumenti di utilità pubblica, non più come associazioni private (spesso con fini lucro,
e di cattura dei voti, mediante la strumentalizzazione della Pubblica Amministrazione. |
.
Gianni Prandini
|
ASSEMBLEA DEI SOCI
DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
del 16 dicembre 2017 a Roma |
.
CONFERMATO IL CONGRESSO PER IL 18 GENNAIO 2018. |
.
DUBBI SULLA PARTECIPAZIONE ALLE ELEZIONI
CAUSA IL RITIRO DELLE TRE MOZIONI |
RESOCONTO |
|
MESSAGGIO
DI GIANNI PRANDINI
" Impossibilitato a partecipare alla riunione a Roma ... desidero comunque
caldeggiare l'iniziativa, che Lei ha messo in essere. Riaggregare i democristiani con
l'avvertenza di selezionare un gruppo dirigente credibile e relativamente giovane. Sarebbe
l'avvio di una ripresa quanto mai auspicata ". |
|
|
Intanto continua la
raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.
FINORA raccolti euri 1.710,00 dei 3000,00 necessari. Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la
DC".
Al 9 dicembre 2017 hanno versato Contributi :
TOTALi 1.710
Cortese Giuseppe 20
Bergozza Luigi Euri 100
Battaglierin Roberto Euri 30
Altomari Vitaliano E Silvia 100
Tomietto Mauro 100
Andreasi Roberto 100
Ferroni Marco Euri 100
Gori Giovanni 50
Cantelli Rag Gabriele 50
Riccardi Marino 50 |
Caponetto Francesco 50
Tramonte Cosimo 20
Ammaturo Cosimo 20
Gubert Renzo 500
Antonello Armato 50
Portacci Amedeo 50
Fago Antonio 50
Bongiorno Giorgo 20
Napolitano Salvatore
Luigi D'Agrò 200 |
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1.-
CONGRESSO. Presenti 100 persone circa, di cui 15-20 non soci, la partita
si è svolta in due tempi:
1.- Primo tempo della riunione:
a) Aggiornamento della relazione di Fontana, in quanto quella del 18 nov. aveva generato
dubbi interpretativi;
b) Esame delle mozioni (2 + 1 allultimo momento) per la linea politica, infine tutte
ritirate;
2.- Secondo tempo:
a) Delibere allodg (modifiche di statuto, ...);
b) Conferma della data del congresso il 18 gennaio, come da delibera del 18 novembre.
Cominciamo dal secondo tempo, considerato che le tre mozioni sono state ritirate su invito
di Fontana a trovare una soluzione unitaria, per cui è subentrata una improvvisa
accelerazione verso i preparativi del congresso.1.-
Congresso. Fare il congresso vuol dire la sostituzione della vecchia guardia e
quindi un passo verso il futuro anche con i giovani.
Questa, però, è al momento solo una idea, in quanto (tra i soci attuali, rimasti)
i giovani sono pochi (e sono di 60 anni), e quindi si dovrà guardare (senza rottamazioni
a priori) anche agli anziani ancora con una volontà di tener duro, in attesa dei veri
giovani, prima possibile. Guardiamo ai tempi.
a) Al momento si potrebbe fare affidamento sui 100 soci che, dal centro e
dalla lontana periferia, hanno speso tempo e soldi per venire alla prima assemblea,
ricostituiva, del 26 feb 2017 a Roma, allHotel Ergife; e aggiungere i nuovi che sono
aggiunti ultimamente, a domanda;
b) Ma subito dopo, vale dire a partire dal Congresso del 18 gennaio, si
potrà riaprire il tesseramento (lultimo fu del 1992-93 ).
Dunque, con il nuovo tesseramento si potrà finalmente ripartire con i giovani,
sperando che diano credito ai valori della DC.
Dentro il dibattito sul congresso, è stata
approvata una delibera che apre alla modifica dello Statuto e nomina una
Commissione, quella prevista dall'art. 103 dello Statuto, ma non so con quali
poteri. Attendo il verbale.
Appena arriva il verbale essa dovrà operare in tempi veloci.
E comunque va chiarito che si non potrà confermare il 18 gennaio se, prima, non è stato
modificato lo statuto (sia pur poche cose, solo alcune norme organizzative).
2.- Sul ruolo di Fontana. A parte
questioni di salute, Fontana ha molta responsabilità sulla mancata riorganizzazione (in
questa fase) della DC, di derivazione del passato, anzi è il responsabile primario del
fallimento delle tre mozioni di cui sopra, e anche per un certo inquinamento degli inviti
alla assemblea: sono ricomparsi i non soci, non rimasti ad ascoltare.
Un comportamento (quello di Fontata), ancora poco corretto, e che alla fine
gli è caduto addosso (vedi le vicende della terza mozione, qui sotto).
Direi in breve, che Fontana si è mosso nel mezzo di due comportamenti: uno da
santo e uno da brigante. Questo mio giudizio può parere
contraddittorio, ma non è così.
a) Ha agito da santo quando ha preso
contatto con i movimenti giovanili cattolici e altre realtà (tipo i focolari). Mettiamoci
dentro anche i contatti con alcuni vescovi (tipo Gastone Simoni, un santuomo, ma
molto sprovveduto in campo temporale; e tipo Mario Toso, vescovo di Faenza e segretario
del pontificio consiglio di giustizia e pace, autore di un libro "Per una nuova
democrazia", semplicemente da cestinare dal punto di vista socio-economico; un
bravuomo sul modello di Salvini della Lega Nord, ma appunto con la preparazione
socio-economica di Salvini.
b) Ha agito invece da brigante per aver
inquinato la maggioranza in assemblea, invitando segretamente persone "non soci"
per farli votare a proprio favore; e in passato, quando ha colluso con i ricorrenti
(quelli che hanno fatto ricorso in tribunale per fare annullare l'assemblea di febbraio )
giungendo a fare un accordo che declassava la DC storica (quella riconosciuta dal
tribunale) ad una delle tante associazioni DC esistenti.
Ma il 16 dicembre la cosa è stata meno grave di quelle del 18 nov. Allora i "non
soci" erano il doppio dei soci".
Dunque Fontana è un santo o un brigante
? Facciamo la somma e dividiamo per 2: otteniamo un santone, copia della
vecchia DC, nel bene e nel male.
Ma voglio anche dire che, nella storia della umanità, tra i briganti, cè
stato il romagnolo "Passator Cortese" e anche Luigi XIV, re di Francia, quello
che ha costruito la Francia moderna, sopravissuta alla rivoluzione francese, vale dire a
una Francia patriota, ma senza Re (se l'è meritato, sia pure non lui, ma un suo
successore, sia pure on diretto). Un re non può fare qualunque cosa perchè è RE. Il
canonico BOTERO (1600) aveva chiarito bene nei confronti di MACCHIAVELLI, e financhè
aveva giustificato moralmente il regicidio in caso estremi.
Ma voglio anche precisare che dire di Fontana brigante (in una visione storica) non
vuole dire solo quello che significa in base alla legge attuale.
Comunque, mi dispiace che questo modo (di Fontana) sia
sta letto (dai "non soci" presenti) come una ostilità dei soci nei confronti
dei non soci, pur se protesi verso una DC .
Non è così. La DC (dei soci) deve solo
completare il percorso giuridico verso la propria esistenza, dopo di che dovrà essere
aperta ai quattro venti, per i cattolici e anche non cattolici con gli stessi valori, che
vogliono trovarsi in politica con un minimo di unità.
|
2.-
MOZIONI 1- Premessa.
Fontana aveva dichiarato di non avere una propria mozione e di optare per quella che
sarebbe risultata maggioritaria.
Inoltre, in apertura, aveva proposto Alessi e Carmagnola come Vice-presidenti.
Questa mossa è stata letta (da me) come un marchingegno:
- per evitare una mozione di sfiducia (di cui in una riunione preparatoria, la sera
prima , era stato detto ripetutamente);
- e per calmare Alessi (in quanto avrebbe sostenuto la mozione di Luciani).
Ma Alessi non abboccava, e a metà seduta comparirà al tavolo della Presidenza per
rifiutare la proposta.
(Ma, poi, ci sarà un seguito: Cugliari (Segretario verbalizzante) il giorno dopo
(ossia ieri 18 dic. ha scritto: "Cari amici, con sommo dispiacere devo, mio malgrado,
apprendere che lamico Luciani ha scritto cose non rispondenti al vero a riguardo
della nomina dei due vice Presidenti Alessi e Carmagnola. L'amico Alessi in prima battuta
non aveva dato la disponibilità a ricoprire il ruolo di vice presidente in quanto voleva
prima discutere e porre a votazione la sua mozione. Successivamente il Presidente Gianni
Fontana ha presentato la sua mozione ed ha pregato lamico Alessi di ritornare sui
suoi passi ed accettare la nomina. Tutti i presenti convenivano sulla richiesta di Fontana
e a quel punto l'amico Alessi ha accettato l'incarico di Vice Presidente assieme all'amico
Carmagnola. L'amico Luciani essendosi allontanato non poteva essere a conoscenza ed ha,
quindi, dato una falsa notizia.
Nota. Penso che Cugliari abbia fatto bene a dare l'informazione.
Non ha fatto bene a partire da una papera. Luciani non aveva dato notizia, ma scritto ad
Alessi una mail riservata chiedendo chiarimenti, e comunque lieto della nomina, se fondata
giuridicamente.
a) Mozione di Alessi (non ho il testo scritto), e ricordo che
presupponeva in esplicito che la DC non avesse il simbolo scudo crociato (invece, secondo
lui, della UDC di Cesa), per cui proponeva di cercare subito una accordo con Cesa, dentro
il centro destra.
b) Mozione Luciani (sostenuta da Renzo Gubert, Paolo Lucchese, Ettore
Bonalberti): "la DC è impegnata a costruire una lista di tutti i
democratico cristiani sotto lo stesso simbolo dello scudo crociato, per un'autonoma
presenza di centro.
Dopo aver fatta la verifica dell'esito di tale impegno, è disponibile al dialogo
elettorale per concorrere con altre realtà politiche, sulla base di convergenze di
programma, a garantire la governabilità del Paese".
Nota. Questa mozione era daccordo con Alessi circa il
centro-destra, ma solo perché oggi in Italia serve un programma economico-sociale di
ricostituzione del settore produttivo, per una vera apertura, poi, alla socialità. Ma
Luciani riteneva che, senza la preventiva ricognizione dei numeri al centro, la DC sarebbe
stata solo usata dal centro-destra. Era anche inaccettabile la rinuncia al simbolo (che
è, invece, un diritto comunque da affermare)
c) Mozione di Fabbrini e non soci
(anche di questa non ho il testo scritto) . Essa voleva che la DC presentasse da sola; e
(ma non ne sono sicuro) con un programma di sinistra, per parte dei non soci.
2.- Bagarre. Essa è stata meno pesante
di quella del 18 nov 2017, e comunque con gesti para-rivoluzionari, tipo accaparramento
del microcofono quasi con la forza e discorsi senza fine, impossibili a fermare). Alla
fine, su richiesta du Fontana le tre mozioni venivano ritirate.
Fontana invocava la pace, ma in realtà era la vera origine della bagarre avendo
invitato estranei rivoluzionari e (penso) volendo egli favorire la mozone di loro.
A quel punto è apparso confermata la mia intuizione iniziale. Aveva appoggiato la mozione
Luciani e dato lo zuccherino ad Alessi solo per indurli al disarmo.
Ma il diavolo fa le pentole, non i coperchi. E infatti, alla fine della fine (verso
le ore 17) Fontana aveva perso il controllo dei rivoltosi (Fabbrini...), e nessun accordo
veniva trovato. Per dirla con qualcuno, era finiTa, "a tarallucci e vino".
3. Precisazione. Ero ben sicuro che la
mia mozione avesse la maggioranza, ma ho acconsentito a ritirarla solo per motivi di
ordine pubblico, non per saggezza politica.
Penso infatti che, invece, è proprio della democrazia discutere su più proposte
alternative, senza scandalismi infantili, e alla fine si voti.
Già...: perché una democrazia che non è capace di governare, vada al macero.
Inoltre, ho ritirato la mozione anche perché, ancorchè approvata ma in mano (del dopo) a
Fontana, era come darla in mano a nessuno.
4.- Torno alle elezioni politiche. Senza
la approvazione di una precisa linea politica (e che sia dignitosa) io mi chiamo fuori.
Ma non mi oppongo ai coraggiosi e agli eroi, se vogliono presentarsi alle elezioni.
5.- Sullaccordo del 15 nov. 2017 di
Fontana con i ricorrenti. Ho riferito alla Assemblea che, il giorno prima, mi ero
trovato per caso con i ricorrenti, presente Fontana. Essi avevano chiesto un
"Coordimento delle tre anime della DC" di cui la nostra Assemblea sarebbe una
delle tre; e inoltre la creazione di una commissione organizzativa.
Secondo Luciani, la DC riconosciuta dal Tribunale era un patrimonio di tutti. Ed
era importante che questo strumento (atteso dal popolo DC, dal 1994) fosse usato in modo
inclusivo. Dunque Luciani proponeva a loro di riconoscere la DC riconosciuta dal
Tribunale, ma anche di utilizzare insieme il secondo strumento di quel Documento, ossia
attivare la commissione organizzativa per fare insieme il nuovo statuto e fare insieme il
congresso. Tutto questo, a condizione che, preventivamente, ritirassero il ricorso. |
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EDIZIONI
PRECEDENTI- 2017 |
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ASSEMBLEA DEI SOCI
DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
Roma, del 18 nov. 2017 |
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Giovanni Fontana
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Angelo Sandri
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Renato Grassi
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Franco de Simoni
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Renzo Gubert
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Il Presidente Fontana ha
proposto: "la adesione di diversi soggetti
politici di radice popolare e democristiana alla costruzione di una lista,
allinterno del centro-destra, che si fregerà del simbolo dello scudo
crociato, denominata
DCU - Democrazia Cristiana Unita" |
.
Ma la conclusione è stata rinviata al 2 dic, a cui l'assemblea (che per legge è
"riservata ai soci") è stata aggiornata (senza bisogno di altro avviso
scritto), ancora al Teatro Golden, via Taranto 36, RM.
LUCIANI: C'è comunque la
circostanza che, nel dibattito, i soci (es. D'Agrò)
hanno chiesto il nome Democrazia Cristiana e lo scudo crociato. |
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Fabrizio Fabbrini
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Intanto continua
la raccolta dei fondi per difendere la DC nella causa intentata da Cerenza e De Simoni.
FINORA raccolti euri 1.410, dei 3000,00 necessari. Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la
DC".Al 18 novembre 2017 hanno versato
Contributi : |
Cortese Giuseppe 20
Bergozza Luigi Euri 100
Battaglierin Roberto Euri 30
Altomari Vitaliano E Silvia 100
Tomietto Mauro 100
Andreasi Roberto 100
Ferroni Marco Euri 100
Gori Giovanni 50
Cantelli Rag Gabriele 50
Riccardi Marino 50 |
Caponetto Francesco 50
Tramonte Cosimo 20
Ammaturo Cosimo 20
Gubert Renzo 500
Antonello Armato 50
Portacci Amedeo 50
Fago Antonio 50
Bongiorno Giorgo 20
Napolitano Salvatore
Luigi D'Agrò 200
TOTALE 1.710 |
RESOCONTO ASSEMBLEA DC DEL 18 nov. 2017
1.- Lassemblea è stata aperta alle ore 10. Erano presenti 100 persone circa,
di cui 40 soci; il resto "non soci" tra i quali:
a) invitati (verosimilmente associazioni e movimenti sensibilizzati da Fontana negli
ultimi 8 mesi);
b) persone che avevano fatto domanda di essere riconosciuti soci in quanto già iscritti
della DC nel 1992).
In apertura, su proposta di Fontana è nominato Presidente-moderatore della
riunione Renato Grassi (socio DC, e dirigente dell'Ufficio Organizzativo del CDU di
Tassone).
Alla Relazione di Fontana (terminata verso le ore 11) è seguita la
presentazione di una mozione di Luciani che chiedeva di passare subito ai punti
allodg (in modo da sbloccare al più presto i problemi di ricostruzione giuridica
del partito, fermi da febbraio) e di spostare la discussione sulla Relazione, a subito
dopo.
Ma il presidente della riunione (Renato Grassi ) rifiutava di mettere in votazione la
mozione, e accettava un compromesso proposto da Gubert secondo cui la discussione durasse
non più di unora, dopo di che si sarebbe passati allodg, per riprendere poi
con maggior distensione il dibattito.
Ma non sarà così ! Anzi i soci sono stati assoggettati a una pressione psicologica
massiccia dei "non soci" i quali (taluni giunti a squadre organizzate) parevano
avere la precisa intenzione di far scorrere il tempo al fine di impedire che
lassemblea giungesse a una delibera sui problemi del partito. E stato messo in
opera un vero ostruzionismo, avallato dal Presidente della riunione che, daccordo
con gli invitati "non soci", rifiutava ostinatamente di dare a ciascuno di
costoro un tempo delimitato: e ciò, nonostante le richieste dei soci .
Lostruzionismo è durato senza interruzione fino alle ore 15.00, ma già verso le
ore 13 (quando esso durava già da due ore), taluni soci con vibrata protesta per questa
continua violenza perpetrata a danno dellAssemblea, giunsero a reagire redarguendo
con parole durissime il presidente della riunione, rilevando la sua assoluta incapacità
di condurre il dibattito. Grassi appariva, invece, soddisfatto dellandamento
orchestrato. E ugualmente appariva Fontana con il suo inspiegabile silenzio: quasi un
freddo calcolo di limitare i Soci che esprimevano una esigenza di ordine e correttezza,
per realizzare la DC.
Era chiaro che quel disordine costituito mirava a rendere vana quella Assemblea
favorendo, invece, un preciso intento politico (come si vedrà bene in seguito) ben
diverso dalla promozione della DC, di cui Fontana è il Presidente eletto, anzi per lo
smantellamento definitivo della stessa; e a costruire un nuovo soggetto partitico assieme
ad altri corpuscoli.
Alla fine di quel lungo supplizio inferto ai soci si giunse (finalmente alle ore 15), a
passare agli argomenti allodg. Ma lostruzionismo prolungato aveva
profondamente alterato la valenza di una riunione di soci, che volevano decidere il
proprio futuro in piena libertà e approfonditamente.
Relazione di Fontana. Per il suo contenuto in breve, traggo dal resoconto di Ettore
Bonalberti che (che si valeva di un PC, per la memorizzazione).
a) Il Presidente della DC, Gianni Fontana, ha sostenuto il progetto di
"favorire ladesione di diversi soggetti politici di radice popolare e
democristiana alla costruzione di una Lista elettorale allinterno del Centro destra
e che si vuol fregiare del simbolo dello scudo crociato, volendo trasferire dunque il
simbolo storico a quel futuro assembramento.
Sempre secondo Bonalberti, il Presidente ha asserito che questo mutamento di rotta
"rappresenta un passaggio importante verso la formazione di un unico partito dei
Democratici Cristiani Uniti (DCU)" .
(Nota 1. Questo mi è apparso un vero cedimento, dunque, alla volontà di quanti
hanno finora fatto la guerra proprio alla DC).
( Tuttavia, questa seconda frase riferita da Bonalberti rappresenta invece una vera e
propria forzatura: infatti la Relazione Fontana è stata fatta oggetto di approvazione nel
dibattito, ma in linea del tutto generica e non si era giunti a un testo scritto su questo
punto).
b) un altro punto significativo della relazione di Fontana è stato
lannuncio di un accordo con Cerenza, De Simoni e Sandri: proprio cioè con
quelle persone che avevano fatto ricorso per annullare la nostra Assemblea di febbraio
costituita regolarmente su autorizzazione del Tribunale civile di Roma. Laccordo
comprenderebbe il ritiro del ricorso giudiziario da loro presentato, un
ritiro che assicurava Fontana, era addirittura già avvenuto e presentato al
Tribunale per mezzo dei loro avvocati.
(Nota 2. L'avvenuto ritiro non corrisponderebbe al vero: infatti, subito dopo, nel
dibattito era intervenuto drasticamente De Simoni, uno dei ricorrenti, che smentiva
categoricamente Fontana circa il ritiro, dichiarando anzi che questo non è mai avvenuto.
E interveniva subito anche Sandri che altrettanto smentiva Fontana, precisando che invece
nellaccordo da loro effettuato con lu (allinsaputa dei soci) si precisava che
il ritiro sarebbe dipeso solo dalla avvenuta osservanza dellaccordo che Fontana
aveva raggiunto con loro.
Se ne deduce che in Assemblea cè stata una dichiarazione di falso: o di Fontana o
dei due (De Simoni e Sandri).
(Nota 4. Per memoria, secondo un precedente comunicato degli stessi, lessenza
dellaccordo segreto e notturno sarebbe: "Dare vita a un Comitato direttivo
composto da nove persone che coordinerà il proseguo delle attività della Democrazia
Cristiana finalizzate alla celebrazione di un Congresso unitario che si ipotizza possa
essere celebrato il 18 gennaio 2018. E Il Comitato direttivo favorirà il coordinamento
delle varie attività di partito che dovranno ispirarsi a criteri di unitarietà e
collaborazione ed essere finalizzate alla crescita di una Democrazia Cristiana di
nuovo tipo - su tutto il territorio nazionale.
Sul dibattito fiume. Nel seguito intervenivano molte persone, tra le quali
illustri personalità come il prof. Fabrizio Fabbrini, Presidente dell'Associazione Codice
di Camaldoli e il prof. sociologo Renzo Gubery, dell'Università di Trento.
Tra gli interventi dei pochi soci, il connotato ripetuto era la proposta "per
una DC con nome Democrazia Cristiana e con il proprio simbolo (DAgrò, già
Deputato), aperta allaccoglienza di tutti i partiti di derivazione dalla DC, sotto
lunico ombrello".
Tra i notabili, intervenuti a sostegno di un soggetto politico unitario, ci sono stati
(sia pur "toccata con fuga", vale dire parlando 5 minuti e andandosene via):
- Paolo Cirino Pomicino, anche a nome di Lorenzo Cesa, segretario nazionale
dellUDC;
- Maurizio Eufemi, anche a nome di Mario Tassone, segretario nazionale del NCDU.
2.- Al termine del dibattito si è passati ai punti allodg.
- Veniva fissata la data del Congresso al 18 gennaio 2018 .
- Veniva invitato Luciani a proporre la norma per dare il via alle modifiche di
statuto, essenziali per andare a congresso.
Luciani ha spiegato che:
- considerato che la convocazione del congresso è impossibile con lattuale statuto
( in quanto è decaduto lorgano - CN-Consiglio Nazionale - che deve appunto
procedere ufficialmente alla convocazione stessa assembleare unica abilitata a
modificare lo statuto del partito ) è necessario fare uso delle norme del Codice civile.
Luciani ha dunque proposto la seguente delibera:
a) In via transitoria e sino alla ricostituzione di tutti gli Organi statutari, dar vita a
quelle modifiche di statuto che rendono attuabili la ricostituzione degli organi medesimi,
ciò cui può provvedere lAssemblea in base all'art. 21 del codice civile.
b) Sino alla completa riorganizzazione, il Presidente è autorizzato - anche ora e per
allora e con espressa ratifica di quanto sino ad ora sia stato fatto - a convocare gli
associati mediante pubblici proclami, con avviso di almeno 20 giorni prima per posta
normale e per posta elettronica.
c) Gli associati soci sono tenuti a dotarsi di posta elettronica entro un mese, da questa
assemblea, dandone immediata comunicazione al Presidente. I soci impossibilitati a dotarsi
di posta elettronica dovranno informare il Presidente che, per loro, continuerà a fare
uso della posta cartacea.
d) fino alla ricostituzione di tutti gli Organi è istituito un Vicepresidente ed un
Consiglio direttivo presieduto dal Presidente e composto da una ventina di persone, una
per regione. Il Consiglio eserciterà tutti i poteri deliberativi, necessari al buon
funzionamento dellAssemblea e alla riorganizzazione del Partito.
Luciani , inoltre, tra le varie ed eventuali, ha proposto la ratifica della
costituzione in giudizio della Associazione nella causa di Cerenza contro Luciani e altri.
Sandri è intervenuto e si è opposto in quanto, in base al predetto accordo con
Fontana, si dovrà andare a congresso con lattuale statuto. Altrimenti la causa in
tribunale andrà avanti.
Luciani è stato invitato a replicare. Secondo Luciani, lopposizione di
Sandri alla modifica di Statuto (con il codice civile) conferma la sua ostilità a
riconoscere questa DC, ammessa dal tribunale. Egli ha spiegato, poi, di comprendere
umanamente la posizione di Sandri che aveva fatto una causa di dieci anni ad altri partiti
ex-dc per essere riconosciuto successore della DC, al posto loro. Ma la Cassazione aveva
detto (Sentenza n. 25999/2010, pag. 12) a Sandri che non aveva diritto, perché la DC non
era stata sciolta. Pertanto Sandri doveva trovare pace e farsene una ragione, anche
perché Sandri, De Simoni e Cerenza sono già soci dellelenco 2012, e sono
considerati amici a pieno titolo. Perché allora fare causa per annullare la DC ?
Luciani concludeva chiedendo di espellere i tre dal partito, salvo
che non si ravvedessero entro una settimana, ritirando il ricorso.
A quel punto, Sandri chiedeva un rinvio della assemblea per riconsiderare
la situazione a casa propria.
Su conforme parere di Bonalberti, Fontana ha aggiornato lassemblea al 2 dicembre.
Conclusioni ex-post di Luciani
(Presidente che era stato designato dal TRIBUNALE per convocare a feb. 2017, l'Assemblea
dei soci)
Considerato:
- il modo irregolare di organizzazione della assemblea, che ha visto prevaricazioni
nei confronti dei soci;
- che, a far tempo dalla nomina a febbraio, Fontana ha esercitato la sua azione con
ritardo di 8 dalla delibera della assemblea di febbraio, mettendo il partito in gravissime
difficoltà temporali, rispetto alle elezioni;
- che ha trascurato il recupero del simbolo scudo crociato;
- che risulta avere dedicato la sua azione alla formazione di un partito diverso dalla
DC; anche dopo che a Camaldoli si era impegnato per il definitivo ritorno sulla via della
DC, ma che così non è stato, come risulta dal convegno di Sasso Marconi (settembre
2017);
- che questa azione di ampliamento è stata da lui sviluppata in ambienti cattolici ostili
alla DC;
- che ha tenuto rapporti spuri con i ricorrenti in tribunale (contro la assemblea di feb)
e finanche non reagito (in assemblea) alla smentita (di De Simoni e Sandri circa la sua
dichiarazione sul ritiro del ricorso (si vegga sopra);
- che evidentemente, i ricorrenti stessi esercitano un ricatto su di lui, ma di cui non si
riesce a capire il fondamento, perché troppo prolungato e a data aperta sine die, per cui
si lascia il campo libero a qualsiasi tipo di sospetto.
Conclusione :
- Fermo che il popolo DC, dopo la lunga assenza dal 1994, vuole il
ritorno del partito con il proprio nome "Democrazia Cristiana" e il Simbolo
storico "scudo crociato" e non altro, sarebbe opportuno che il nostro presidente
prendesse finalmente in considerazione la maggioranza dei soci; in caso contrario i soci,
delusi, potrebbero fare altra scelta.
Post Scriptum. Ma va ricordato che questa stessa cosa che gli avevamo già
detto a Camaldoli, il 16 giugno 2017, quando aveva annunciato una "grande assemblea
costituente" per l'8 dicembre, festa della Immacolata, al Lago di Garda, e che di
fatto abbiamo visto in questa assemblea nella forma dll'invito dei tantissimi "non
soci", di cui sopra). |
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In preparazione della Assemblea dei
soci del 18 nov. a Roma
RESOCONTO - COMUNICATO
La riunione del Consiglio di Presidenza il 9 nov a Roma
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Continua la raccolta dei fondi per difendere la DC
nella causa intentata da Cerenza e De Simoni |
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COMUNICATO CONSIGLIO DI PRESIDENZA DEL 9 NOV. 2017
(Questo testo stato ricostruito in modo libero dal prof. Luciani, il giorno
dopo.
Se qualcuno vuole correzioni e integrazioni, è gradito).
1.- Si è riunito a Roma, su convocazione del Presidente Giovanni
Fontana, il Consiglio di Presidenza del partito della Democrazia Cristiana. Presenti
una trentina di persone, di cui 1/3 soci, 2/3 non soci.
Il Presidente ha riferito che, nel periodo che va dalla assemblea di feb ad oggi,
la sua azione è stata diretta alla costruzione di un grande movimento cattolico, basato
su contatti significativi con filoni culturali e religiosi di alto livello del mondo
cattolico. In tale solco si colloca il dialogo con :
- il prof. Stefano Zamagni (per i riferimenti alla economia sociale);
- i "Focolarini";
- i movimenti giovanili cattolici (Rinnovamento nello Spirito Santo, presieduto da S.
Martinez);
- CL - Comunione e Liberazione;
- alcuni vescovi (Simoni, Toso, Santoro).
- Momenti di spiritualità mariana.
2.- Eintervenuto il prof. Renzo Gubert che ha chiesto
spiegazioni sul peso della riorganizzazione della DC in questo azione.
Fontana ha ribadito genericamente che "non si oppone" a fare il congresso ed ha
aggiunto linformazione che il giorno precedente aveva ri-avuto contatti con il
gruppo De Simoni e altri con i quali si rivedrà prossimamente.
3.- E intervenuto il Dott. Raffaele Lisi che ha opposto a
Fontana la priorità assoluta, anzi necessità vitale, di riorganizzare la DC, prima di
per prendere in considerazione dei mega progetti culturali e religiosi, con soggetti
esterni, perdite di tempo in quesfa fase.
Questo vuol dire, in particolare:
- mettere in primo piano lAssemblea dei soci, convocata a febbraio, sulla base
della sentenze della magistratura e di un decreto del tribunale di Roma;
- dare esecuzione alla delibera di feb. per la modifica di statuto e fare il congresso.
Sono passati 8 mesi dalla Assemblea dei soci di feb, in totale abbandono della fase
organizzativa, e questo rischia di metterci fuori campo rispetto agli eventi che incombono
(elezioni politiche).
C'è un netto ritardo anche nellazione di recupero del simbolo scudo crociato, con
gli opportuni strumenti giuridici.
Assolutamente negativi i rapporti con i "banditi" che, pur membri della
Assemblea dei soci, hanno fatto causa per annullare la medesima.
E' contrario ad ampliare la base sociale (vedi riapertura delle adesioni, da parte di
Fontana), in questa fase.
4.- E intervenuto il prof. Nino Luciani che ha informato
sullo stato della causa di De Simoni e Cerenza per annullare lAssemblea dei soci di
febbraio. Prossima udienza il 15 gen. . Luciani è fiducioso su una rapida chiusura,
avendo provato la inesistenza del motivo del contendere. (Egli aveva invitato alla
assemblea tutti i soci del 92/93, non solo quelli dellelenco del 2012).
Egli ha, poi, dichiarato di voler tentare una sintesi che ricomprenda Fontana nel processo
di ricostruzione della DC, e questo è possibile distinguendo tra gli obiettivi
fondamentali (a lui cari) e gli strumenti per realizzarli, vale dire una cosa è la
"terra promessa", una cosa è lo "attraversamento del mar Rosso"
ancora da fare, causa il vuoto di 8 mesi. In questo senso, Luciani è nettamente con Lisi
e dunque ritiene fondamentale che la Assemblea del 18 nov. avvii le delibere per le
modifiche di statuto (norme organizzative), già allordine del giorno. Inoltre vede
bene la istituzione di un vicepresidente e di organo collegiale di governo nominato dalla
Assemblea, e inoltre la nomina di una commissione istruttoria per il nuovo statuto,
composta dai soci delle varie provenienze regionali, ed aperta eventualmente a "non
soci" di elevato profilo e affidabilità della DC.
Luciani vuole anche un filtro circa la validazione dei soggetti evocati da Fontana, più
sopra.
Elezioni politiche. Luciani ha proposto che si faccia un riflessione
insieme sul progetto, a partire dalle DC regionali tuttora esistenti, e su un possibile
appello al ritorno dei partiti di provenienza DC, sotto lunico ombrello, che è lo
scudo crociato
Si dovranno anche concordare le regole della partecipazione alle elezioni
e che, pur rispondendo alle legittime aspirazioni dei singoli candidati, garantiranno la
rappresentanza del nostro popolo, in tutto il territorio; e fare un codice etico
per il vaglio delle candidature e un programma economico-sociale e di riforma
dello Stato.
Poi, in un secondo tempo, si vedrà se dover fare una scelta di campo (sul centro-destra o
sul centro-sinistra), tenuto conto della nuova legge elettorale.
5.- Bonalberti ha espresso il suo sostegno a Fontana e si è
detto (in questa fase) per laccantonamento del Congresso e per la concentrazione
delle forze sul tema delle elezioni politiche.
6.- Hanno preso la parola Fago, Zola, Barbuto, Cugliari, Portacci,
Rosini, Valentina, altri, grosso modo con espressioni interlocutorie brevi sui punti
sopra toccati. |
POST SCRIPTUM. Tutto ciò considerato,
chiedo a Fontana di fare una proposta che, al tempo stesso lo ricomprenda (perché uomo di
grande valore), purchè si vada verso una soluzione senza più la possibilità di dubitare
circa il percorso della DC. |
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DEMOCRAZIA CRISTIANA: RIAPERTE ADESIONI ALLA DC |
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ARGOMENTI :
1) Riaperte le adesioni alla DC storica ;
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2) Urgente dare il contributo libero per pagare avvocato nella causa Cerenza
contro Luciani e altri, per resistere allo annullamento assemblea di feb.
2017 (vedi sotto);
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3) LINEE GUIDA per la Assemblea dei soci del 18 nov. 2017 |
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RIAPERTE ADESIONI ALLA DC MEDIANTE RICOGNIZIONE
DEI SOCI 1992-93
Si avverte che è stata riaperta la possibilità della adesione alla
DC storica, merdiante ricognizione dei soci del 1992-93.
Si ritiene che possano farlo anche soci con tessera precedente, purche' non abbiano avuto
disdetta dalla DC.
Gli interessati debbono cercare la GU - Gazzetta Ufficiale, Parte II
del 26 ottobre 2017.
In ogni caso, per
trovare questa Gazetta, cliccare su: GU -
26 ott. 2017 .
Le domande scadono il 10 novembre 2017
. |
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Il contributo libero
va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".
_________
Al 9 novembre i contributi versati sono stati: Euri
1.040,00 dai seguenti soci:
- Ammaturo Cosimo Euri 20
- Gubert Renzo Euri Euri 500
- Armato Antonello Euri 50
- Gori Giovanni Euri 50
- Cantelli Gabriele Euri 50
- Caponetto Francesco Euri 50
- Tramonte Cosimo Euri 20
- Cortese Giuseppe Euri
20
- Portacci Amedeo Euri 50. |
LINEE
GUIDA per la Assemblea dei soci del 18 nov. 2017
.
Premessa. L'amico F. De
Simoni mi aveva scritto, tra l'altro: "C'e' un grande fermento per appropriarsi dei
simboli e della storia del Partito della Democrazia Cristiana. Apprendiamo da un giornale
che Il sen Rotondi e l' on Cesa stanno aspettando di sapere se Berlusconi ritiene
opportuno utilizzare il simbolo e il nome della DC nella coalizione di destra che
parteciperà alle prossime elezioni politiche. Ci pare incredibile che sia Berlusconi a
decidere se il simbolo e il nome della DC debbano essere nelle schede elettorali della
prossime elezioni."
La mia risposta era stata che, in base alle leggi della fisica, il vuoto non
può stare in natura. E, se esso si forma, qualcuno lo riempie. Dunque, prima di
criminalizzare chi prova a riempirlo, domandiamoci perché c'è questo vuoto".
E adesso, in vista della Assemblea dei soci, convocata da Fontana per
il 18 nov., dobbiamo fare il riassunto della situazione.
______________________
STORIA. 1.- Per tanti anni quel vuoto è venuto dal
fatto che la DC era stata ritenuta sciolta (da se stessa) e il vuoto era stato riempito da
"pseudo" successori (sia pure in buona fede);
2.- Ma, finalmente, il Tribunale di Roma ha identificato la vera DC nella "Assemblea
dei soci", del 26 feb 2017 a Roma, e dunque il vuoto è stato eliminato.
A questo punto, la ASSEMBLEA DEI SOCI (ricostituita a feb 2017) e' un bene comune di tutti
i DC. Il riconoscerlo è una pregiudiziale assoluta per stare nella DC.
3.- Ma dopo la Assemblea è successo un nuovo vuoto di 8 mesi: da febbraio a
ottobre il Presidente eletto (Fontana) non ha esercitato il mandato (che era di
ri-convocare l'Assemblea dei soci per modificare lo Statuto).
4.- Adesso è subentrata una nuova priorità: le elezioni politiche, che
fanno passare il congresso DC, in seconda (ma assolutamente da non perdere di vista, come
motivo più sotto).
LINEE GUIDA PER IL FUTURO
1.- ELEZIONI. Il tempo delle elezioni politiche si è aperto di fatto il 5 nov. con le
elezioni siciliane. Il decreto di indizione delle elezioni è atteso per fine dicembre.
Per le elezioni politiche, l'Assemblea ha già tutti i poteri (non è materia di Statuto),
basterà agire con buon senso e sano empirismo nel colloquiare con il territorio (ci
sono delle DC regionali ancora vive...) e con i partiti di provenienza DC,
nessuno dei quali ha il quorum per superare gli sbarramenti della legge elettorali (3%).
Inoltre, la DC penso dovrebbe rivendicare il diritto di usare il simbolo e appellare alle
DC regionali ed ai partiti ex-DC a consociarsi per affrontare uniti
l'elettorato. Dopo aver fatto questo, si vedrà assieme se fare una scelta di campo, a
destra o a sinistra.
2.- CONGRESSO. L'Assemblea di feb. aveva deciso che essa fosse riconvocata per decidere
le modalità del Congresso, previsto entro giugno 2017. E bisognava riconvocarla presto
perchè la procedura giuridica richiede tempo. Adesso la cosa è impossibile entro
dicembre, per questioni procedurali giuridiche.
Circa i passaggi, servono poche righe:
a) Attualmente è in vigore il vecchio Statuto, in quanto le prime Assemblee dei soci (del
1943-45) avevano delegato al Consiglio Nazionale e ad organi collegati il potere di
fare il Congresso.
b) Ma adesso tutti gli organi sociali dello Statuto sono decaduti, come dice il
Decreto del giudice Romano a pag. 2, prime righe in alto, e si dovrà applicare il codice
civile.
3.- ASSEMBLEA DEL 18 nov. . a) Il primo passaggio è che la Assemblea revochi la delega
(ancora del Congresso), per applicare direttamente il potere di modificare lo Statuto
(nome organizzative).
b) Il secondo passaggio è che l'Assemblea deliberi di fare la verifica-censimento
del numero dei soci, con modalità che già abbiamo in mente, e di cui la prima fase è
già stata avviata sensibilizzando gli amici delle Province.
Ma, pur se il congresso è impossibile entro dicembre, è fondamentale che
l'Assemblea decia i passaggi.
c) Adesso è inevitabile porsi la domanda se chiudere gli occhi su FONTANA,
visto che ci troviamo in questa strettoia, anzi aveva lanciato l'idea di un altro
partito; e firmato documenti con De Simoni, Cerenza e Sandri .
Già a Camaldoli (16 giugno 2017) alcuni gli avevamo detto, in privato: "Se
vuoi fare un altro partito, tu sei libero, ma ti devi dimettere. Se vuoi fare la DC, sei
il benvenuto".
Ma a Sasso Marconi (22-24 sett.) ha rilanciato il nuovo partito. Clicca su SASSO
M. a pag. 4 .
La decisione sulla verifica della fiducia spetta alla
Assemblea dei soci.
__________________
LETTERA di Franco De Simoni, 1 nov. 2017
C'e' un grande fermento per appropriarsi dei simboli e della storia del Partito della
Democrazia Cristiana. Apprendiamo da un giornale che Il sen Rotondi e l' on Cesa stanno
aspettando di sapere se Berlusconi ritiene opportuno utilizzare il simbolo e il nome della
DC nella coalizione di destra che parteciperà alle prossime elezioni politiche. Ci pare
incredibile che sia Berlusconi a decidere se il simbolo e il nome della DC debbano essere
nelle schede elettorali della prossime elezioni.
Altri amici, in modo frettoloso, stanno organizzando un Congresso della loro associazione
spacciandolo per il XIX congresso del Partito della Democrazia Cristiana, senza far
conoscere le future alleanze e la linea politica.
Altri amici ancora sostengono di avere già celebrato il XIX congresso del Partito e anche
di questi amici non è conosciuta la linea politica.
Il "Comitato iscritti alla Democrazia Cristiana del 1993" e' stato il promotore
delle cause che hanno portato alla storica sentenza della Corte d'Appello di Roma che ha
statuito che la DC fu sciolta in modo non corretto e che quindi non risulta essere
sciolta. Questo Comitato fin dallo scorso febbraio sta lavorando per arrivare a un
Congresso unitario di tutte le Associazioni e le personalità che si richiamano ai valori
e alla storia della DC e che possono attestate l'iscrizione al Partito nell'ultimo
tesseramento valido. Nei prossimi giorni saranno resi noti i documenti politico,
organizzativo e giuridico elaborati dalle commissioni di lavoro.
Per impedire, inoltre, che persone senza titolo utilizzino impropriamente il nome e il
simbolo della DC le Associazioni che fanno capo a Raffaele Cerenza, Angelo Sandri e
Antonio Fierro hanno dato incarico ai legali di presentare un ricorso d'urgenza ex art 700
cc per inibire l'uso del simbolo e del nome della DC. Scopo di questo ricorso e' quello di
avere riconosciuta la legittimità' a presentare il simbolo e il nome DC alle prossime
elezioni dopo la celebrazione del XIX congresso della DC.
Rinnoviamo l'appello a tutti gli amici e alle Associazioni a partecipare al ricorso ex art
700 cc e ai lavori di preparazione del Congresso Nazionale. |
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DEMOCRAZIA CRISTIANA: CONVOCATA
ASSEMBLEA DEI SOCI per il 18 nov. 2017 |
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AGGIORNAMENTO SOCI SULLA DC |
ARGOMENTI :
1) Convocata dal Presidente Fontana la Assemblea Soci della DC per il 18 nov.
2017 a Roma, via Taranto 36, ore 9,30 (in seconda convocazione);
2) Urgente dare il contributo libero per pagare avvocato nella causa Cerenza
contro Luciani e altri, per resistere allo annullamento assemblea di feb.
2017 (vedi sotto);
3) Comunicato incontro di Roma del 28 ott. di soci e aspiranti soci, in
preparazione della Assemblea dei soci, |
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URGENTE DARE IL
CONTRIBUTO PER LA DIFESA DELLA DC NELLA CAUSA DI CERENZA E DE SIMONI
Il contributo libero va versato sul seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT
10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".
_________
Al 30 ottobre i contributi versati sono stati: Euri
970,00 dai seguenti soci:
- Ammaturo Cosimo Euri 20
- Gubert Renzo Euri Euri 500
- Armato Antonello Euri 50
- Gori Giovanni Euri 50
- Cantelli Gabriele Euri 50
- Caponetto Francesco Euri 50
- Tramonte Cosimo Euri 20 |
Circa
i punti 1 e 3, essi sono dentro il COMUNICATO dellincontro di Roma 28 ott.
2017, qui sotto :
DEMOCRAZIA CRISTIANA
COMUNICATO
Incontro di Roma 28 ottobre 2017
" Come andare avanti uniti per
riorganizzare giuridicamente la DC in Italia.
All incontro sono stati presenti 31 persone, 1/3 soci, 1/3 gruppo Sandri, 1/3 gruppo
De Simoni (si vegga allegato).
Lo scopo dellincontro e stato concordare, tra i soci e aspiranti soci,
delle proposte comuni, in vista della convocazione della Assemblea dei soci della DC.
In apertura il prof. Luciani si è dichiarato soddisfatto della notizia in GU, Parte II, del 26.10.2107, che:
1.- In seguito alla richiesta dei 15 soci Nino
Luciani, Marino Riccardi, Francesco Caponetto, Antonio Sabella, Renzo Gubert, Carlo
Legnetti, Mimmo Immaturo, Lorenzo Carrozza, Paolo Miele, Salvatore Napolitano, Enrico Lo
Curzio, Gabriele Cantelli, Nicola Barbuto, Emilio Cugliari, Torriani Luigi :
- il Presidente Fontana
ha convocato la ASSEMBLEA DEI SOCI per il 18 nov.
2017 (in seconda convocazione) a Roma, via Taranto 36 (Teatro Golden).
DOCUMENTO CONCLUSIVO
redatto liberamente da Luciani e Cugliari, convocanti l'incontro
1.- Preambolo. La DC è un
partito con un programma di liberta di giustizia sociale, ispirato ai principi cristiani" (art.
1 dell Atto costitutivo della DC, 1945, tuttora vigente).
Storicamente la DC è, in particolare, un partito interclassista e di mediazione sociale,
ispirato alla dottrina sociale della chiesa, sia di cattolici sia di non cattolici con
valori comuni.
Ogni
giorno di più si avverte che lassenza, in Italia, della DC, ci priva di uno
strumento di sintesi delle grandi forze storiche italiane, cattoliche, liberali e, in
parte, anche socialiste, tuttora latenti ma vive: quelle stesse che hanno concorso a fare
lItalia moderna e la UE, e che andrebbe riconsiderata per un possibile
ammodernamento.
2.- La DC è stata ricostruita giuridicamente nel febbraio 2017 con la convocazione della
Assemblea dei soci, sulla base di un DECRETO del Tribunale Civile di Roma.
Questa ricostruzione giuridica è un bene comune di tutti i DC, da valere per tutti
(dentro e fuori) per completarla in modo aperto con un congresso per la nomina
degli organi centrali e locali.
Questi i punti sottoposti:
a)
proporre alla assemblea la modifica delle norme organizzative dello Statuto. A questo
fine, il primo passo e' che la Assemblea avochi a se stessa il potere di modificare
lo Statuto, oggi delegato al Congresso (ma impossibile convocare, per decadenza di tutti
gli organi sociali);
b)
nominare una commissione di 10 membri per le proposte di modifica dello statuto. Essa
sara composta per 2/3 da soci e per 1/3 da non soci, aspiranti soci;
c) fare
la verifica dei soci effettivi, allegando apposito modulo alla prossima convocazione
scritta dei soci. Detto modulo conterra una auto-dichiarazione del socio che
conferma la adesione alla DC o vuole porvi termine.
d)
riaprire la possibilita di accettare nuovi soci, nello elenco ufficiale del
tribunale, per i soci che provino di avervi diritto ai sensi della sentenza della
Cassazione 25999/2010. In ogni caso la delibera finale spetta alla Assemblea dei soci.
e)
proporre delibera di rinuncia al recupero del patrimonio immobiliare (su questo punto, De
Simoni si è detto contrario).
2.- In vista delle prossime elezioni politiche, si è concordato:
- di
proporre alla Assemblea dei soci di decidere di partecipare alle prossime elezioni
politiche. A questo fine si è espresso la opinione che sia necessario recuperare il simbolo scudo-crociato
libertas, mediante la procedura dell'art. 700 c.p.c. (inaudita altera parte), ferme le
norme di legge (art. 14
TU 361/1957 e successive modificazioni). |
|
.
La legge vigente:
DECRETO LEGISLATIVO, 20 dicembre 1993, n. 533 Art. 8. (Legge 23 aprile 1976, n. 136, art. 2, lettera b); legge 4 agosto
1993, n. 276, art. 2, comma 1, lettera a)
1. I partiti o gruppi politici organizzati nonche' singoli candidati
che intendono presentare candidature per la elezione del Senato debbono depositare presso
il Ministero dell'interno il contrassegno o i contrassegni con i quali dichiarano di voler
distinguere le candidature medesime, con l'osservanza delle norme di cui agli articoli 14*, 15, 16 e 17 del testo unico delle leggi recanti
norme per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 30 marzo 1957, n. 361.
*
Art. 14 del Testo Unico n. 361/1957
I partiti o i gruppi politici organizzati, che intendono
presentare candidature nei collegi uninominali o liste di candidati, debbono depositare
presso il Ministero dell'interno il contrassegno col quale dichiarano di voler distinguere
le candidature nei collegi uninominali o le liste medesime nelle singole circoscrizioni.
All'atto del deposito del contrassegno deve essere indicata la
denominazione del partito o del gruppo politico organizzato.
I partiti che notoriamente fanno uso di un determinato
simbolo sono tenuti a presentare le loro liste con un contrassegno che riproduca tale
simbolo.
Non e' ammessa la presentazione di contrassegni,
sia che si riferiscano a candidature nei collegi uninominali sia che si riferiscano a
liste, identici o confondibili con quelli presentati in precedenza ovvero con
quelli riproducenti simboli usati tradizionalmente da altri partiti.
Ai fini di cui al terzo comma costituiscono elementi di
confondibilita', congiuntamente od isolatamente considerati, oltre alla rappresentazione
grafica e cromatica generale, i simboli riprodotti, i singoli dati grafici, le espressioni
letterali, nonche' le parole o le effigi costituenti elementi di qualificazione degli
orientamenti o finalita' politiche connesse al partito o alla forza politica di
riferimento.
Non e' ammessa, altresi', la presentazione di contrassegni
effettuata con il solo scopo di precluderne surrettiziamente l'uso ad altri soggetti
politici interessati a farvi ricorso. Non e' ammessa inoltre la presentazione da parte di
altri partiti o gruppi politici di contrassegni riproducenti simboli o elementi
caratterizzanti simboli che per essere usati tradizionalmente da partiti presenti
in Parlamento possono trarre in errore l'elettore.
Non e' neppure ammessa la presentazione di contrassegni
riproducenti immagini o soggetti religiosi". |
|
Nino Luciani, Lecito per la DC usare il simbolo scudo crociato 1.-
Premessa. Una persona semplice, che considera la possibilità di usare un simbolo
per il proprio partito, alle elezioni politiche, si fa una domanda: se esso puo' usare quel simbolo:
a) anche se esso è di proprietà di qualcun altro ;
b) anche se quel determinato simbolo è stato già usato da qualcuno .
Nel caso della DC è fuori discussione che il simbolo scudo "crociato -
libertas" sia di sua proprietà e che, tornando sulla scena politica in base a
decreto del tribunale (dopo 54 anni), possa rivendicarlo, in quanto la DC non si è mai
sciolta (come da nota sentenza della Cassazione).
Tuttavia, per la legge elettorale, la proprietà non ha
importanza. Quello che conta è il punto b), visto alla luce dell'art. 14 del testo unico
(vedi qui a fianco).
2.- Uso tradizionale di un simbolo. Quello che conta, per aver diritto
all'uso di un simbolo, è averlo usato tradizionalmente e che si tratti di partito tradizionalmente in parlamento.
Attenzione: "tradizionalmente" in parlamento non vuol dire
"attualmente" in parlamento.
Il caso della UDC ha un suo valore: nel senso che, negli ultimi 15 anni, quel
partito ha usato quel simbolo, e dunque la UDC ha un diritto.
Per quanto riguarda "Rivoluzione Cristiana" di Rotondi esso non ha usato
il simbolo, in simultanea con l'UDC. Si dice che il suo diritto al simbolo si fondi su
sentenza della Corte di Appello, di questi giorni, che (però) non ho letto (me la
invierebbe ?).
Ma credo che la posizione della DC non sia diversa da quella
di Rinascita Cristiana: c'è stato un pre-uso per entrambi. Per la DC (ricomparsa legittima della DC dall 26
febbraio 2017 a Roma) il pre-uso è stato di 54 anni (dal 1948 al 1992).
4.- Conclusione: chi (tra UDC e DC e
Rivoluzione Cristiana), potrà usare il simbolo? Tutti
rientranno nei requisiti di legge, ma uno solo potrà usarlo. Tuttavia, la partita non si
può decidere adesso, ma solo sotto elezioni.
La DC potrà presentare il simbolo, per averlo pre-usato tradizionalmente ed essere
stata tradizionalmente in parlamento.
La UDC si opporrà. Il Ministero deciderà secondo scienza giuridica.
A quel punto, se il simbolo fosse negato alla DC o alla UDC, la cosa passerà in
Cassazione.
Penso che la precedenza spetti chi l'ha usato di più. |
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DEMOCRAZIA CRISTIANA: ATTESO DAL
TRIBUNALE (il 3 ott.) IL DEFINITIVO SCONGELAMENTO |
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AGGIORNAMENTO SOCI DELLA DC |
ARGOMENTI :
1) Causa di "Cerenza contro Luciani", Alessi e
Altri", per far annullare dal Tribunale l'Assemblea della DC storica del 25-26 feb.
2017: costituzione in giudizio. Udienza il 3 ott.
2) Partecipazione di Fontana all'incontro di associazioni e comitati se-dicenti filo-DC,
organizzato da De Simoni e Cerenza.
3) RIchiesta a Fontana di convocare l'Assemblea dei soci: a) per riferire e rendere
possibile un dibattito, prima del 3 ottobre;b) e in attuazione della delibera della
assemblea di feb. 2017.
4) Dibattito sulla richiesta di riapertura alla ammissione dei vecchi iscritti del 92-93. |
|
Prosecuzione raccolta fondi (necessari
3000,00) per pagare lavvocato per la causa di De Simoni e Cerenza.
Il contributo libero va versato sul
seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN
PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC".
________________
Finora i versamenti sono stati:
- Ammaturo Cosimo 20
- Gubert Renzo 500
- Armato Antonello 50 |
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DOCUMENTO DI COMUNI INTENTI DEI SOCI
DC Richiesta convocazione Assemblea dei soci DC
- AL PRESIDENTE
DEL PARTITO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA ON. AVV. GIOVANNI FONTANA
Oggetto: - Richiesta di convocazione assemblea dei soci DC
DOCUMENTO DI COMUNI INTENTI DI SOCI, 23 sett. 2017
1.- PREMESSA:
a) Causa di "Cerenza contro Luciani", per far annullare dal Tribunale
l'Assemblea della DC storica del 25-26 feb. 2017. In vista della udienza del 3
ottobre, il 12 sett. 2017 i 5 Firmatari del Tribunale (Luciani, Alessi, D'Agro', Grassi,
Gubert) e Fontana Presidente, si sono riuniti a Roma ed hanno dato procura all'Avv.
Filippo Chiaramonte per costituirsi in giudizio per avversare De Simoni e Cerenza.
Ma ricordo che la costituzione di Fontana dovra' essere ratificata dalla Assemblea
dei soci, per essere valida.
Questa costituzione e' stato un passo fondamentale che dimostra la volonta' della DC di
vincere la propria battaglia per il ritorno in politica in Italia, e da' coraggio al
popolo DC.
b) Partecipazione di Fontana all'incontro di associazioni e comitati se-dicenti
filo-DC, organizzato da De Simoni e Cerenza. Risulta da FaceBook, https://www.facebook.com/events/1965633463710025/
che il 12 sett. 2017 a Roma si e' svolto un incontro di 10 associazioni e
comitati, da loro organizzati.
Il COMUNICATO
E' RIPORTATO QUI SOTTO.
2.- RICHIESTA DI CONVOCAZIONE URGENTE DELLA ASSEMBLEA DEI SOCI DELLA ASSEMBLEA DC
a) Si ritiene che questa partecipazione di Fontana vada inquadrata nella
attivita' preparatoria di lui per il successo finale della DC.
Tuttavia, considerato che la frequentazione (ripetuta) dei "due ricorrenti", da
parte di Fontana, avviene nella imminenza della Udienza del Tribunale (3 ott. 2017), e che
essa suscita gravi interrogativi, appare atto dovuto e urgente che Fontana convochi
l'Assemblea dei soci per riferire, e questo avvenga prima del 3 ottobre.
b) Con l'occasione dovranno essere messi all'odg altri punti quali:
- recupero dello scudo crociato - libertas
- attuazione delibera gia' presa dalla assemblea di febbraio, circa le modifiche dello
Statuto (parte organizzativa);
- nomina di un vice-presidente;
- verifica numero di tutti i soci, tramite pubblici proclami;
- varie ed eventuali.
SOCI FIRMATARI DEL DOCUMENTO: Nino Luciani, Marino Riccardi, Francesco Caponetto,
Antonio Sabella, Renzo Gubert, Carlo Leonetti, Mimmo Immaturo, Lorenzo Carrozza, Paolo
Miele, Salvatore Napolitano, Enrico Lo Curzio, Gabriele Cantelli, Nicola Barbuto, Emilio
Cugliari, Torriani Luigi. |
Fonte: FaceBook, 12 sett. 2017.
Per il COMUNICATO: vedi
sotto
|
COMUNICATO di Franco De Simoni, su FaceBook,
Roma 12 sett. 2012=mentions
"Si sono riuniti oggi a Roma gli Stati Generali delle
Associazioni che si richiamano ai valori della Democrazia Cristiana.
Approvando le proposte del Sen. Gianni Fontana e dell'On. Antonio Paris, si è deciso di
arrivare alla convocazione degli iscritti alla DC negli anni 1992 e 1993. Tramite pubblici
proclami entro il mese di ottobre per arrivare ad una Assemblea Organizzativa degli
iscritti.
Questa Assemblea approverà il Regolamento in base al quale sarà tenuto il Congresso.
Il Congresso sarà tenuto entro il mese di dicembre 2017.
L'Assemblea ha anche deciso che il Sen. Fontana e Franco De Simoni entro dieci giorni da
oggi si riuniscono per coinvolgere tutte le Associazioni che si richiamano ai valori e
alla storia della Democrazia Cristiana che costituiranno il Comitato organizzativo, che
varerà la relazione del percorso organizzativo che dovrà portare alla celebrazione del
Congresso".
Firmato: Franco De Simoni Vice Presidente Comitato iscritti alla DC
1993; Sgrò Giovanni Presidente dell'Associazione Partecipazione Popolare, Luigi Prergamo
Presidente Nazionale Lega per l'Italia; Ciccarelli Antonio Capo Gruppo Consigliare Comune
di Fondi; Rodolfo Violo Presidente Associazione Cattolici III Millennio; Moreno Capodarte;
Tropeano Gaetano Presidente Associazione Liberi e Forti iscritti DC 1992/1993; Petrillo
Mario Presidente Associazione Mancini Enzo Segretario Provinciale DC Frosinone; Di Stefano
Antonio Associazione Italiani Terzo Millenio;Luigia Perillo Cooperativa Sociale Onlus PRL;
Nicola Crocetta ex Presidente Comunità Montana Muro Lucano; Gianni Fontana Presidente
Associazione Democrazia Cristiana; Antonio Paris Ex Capo Gruppo Provinciale Roma e Capo
Gruppo Consigliare Comune di Capena". |
.
LETTERE PRECEDENTI DI LUGLIO E AGOSTO 2017 |
DEMOCRAZIA CRISTIANA: ATTESO DAL
TRIBUNALE IL DEFINITIVO SCONGELAMENTO |
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NUOVA LETTERA DI LUCIANI A
FONTANA, PRESIDENTE |
.
IL 3 OTT. 2017, LA CAUSA GIUDIZIARIA DI DE SIMONI E CERENZA,
che punta all'annullamento della Assemblea ri-fondativa di feb. 2017,
MA POTENZIALE STRUMENTO DI CHIARIFICAZIONE PER IL FUTURO |
.
Intanto rimane immutata la volonta' dei soci
di ri-costituire
in italia un partito di cattolici per il campo temporale, mentre
è proprio della chiesa cattolica limitarsi al campo religioso. |
|
ARGOMENTI DELLA SECONDA LETTERA
(Circa la prima lettera, vedi
più sotto):
a) Prosecuzione censimento soci della DC;
b) Costituzione della DC in giudizio, per la causa di Cerenza per annullamento Assemblea
dei soci della DC del 26 feb, Ergife;c) Lettera di De Simoni e Cerenza.
d) Prosecuzione raccolta fondi ( 3000,00) per pagare lavvocato per la causa di
De Simoni e Cerenza.
Il contributo libero va versato sul
seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN
PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: "Contributo avvocato causa Cerenza contro Luciani, per la DC". |
|
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CARO FONTANA,
ti scrivo su quattro argomenti vitali,
per completare la riorganizzazione giuridica della DC |
|
1) Censimento dei soci. Come da tuo incarico, sto proseguendo il
censimento dei soci effettivi, per convocare presto la assemblea dei soci per la modifica
dello Statuto il base al codice civile e andare a congresso per la elezione dei
dirigenti nazionali e locali del partito. Infatti,
rimane ferma la volonta' dei soci di ri-costituire
in italia un partito di cattolici per il campo temporale, mentre è proprio della
chiesa cattolica limitarsi al campo religioso.
2) Costituzione della DC in giudizio, per la causa di Cerenza. Come sai, il
Tribunale Civ. di Roma ha fissato, per il 3 ott. 2017, ludienza per la causa di De
Simoni e Cerenza per lannullamento della Assemblea dei soci della DC.
A questo fine, lart. 166 del codice di procedura civile stabilisce che i
"convenuti" (Luciani, Alessi, DAgro, Grassi, Gubert, Fontana) si
costituiscano in giudizio almeno 20 giorni prima (si puo farlo anche solo il giorno
prima, ma perdendo gli importanti diritti di cui allart. 167).
E poiché, per la DC, la delibera di costituirsi deve essere presa dalla Assemblea dei
Soci, cè lattesa che tu convochi subito lAssemblea stessa.
E pur vero che la delibera di costituirsi potrebbe essere presa da te con
Decreto durgenza, con riserva di sottoporla a ratifica della prima Assemblea in
programma.
Tuttavia, ci sono motivi nuovi in favore della convocazione immediata, e che si
aggiungono al motivo principale (già segnalato nella prima lettera del 29 luglio, sotto
riportata) vale dire lAssemblea dei soci del 26 feb 2017, aveva già deliberato la
riconvocazione per decidere sulla modifica di Statuto e andare a congresso.
3) Ti sottopongo i motivi nuovi :
a) Lettera di De Simoni e Cerenza. In questi giorni mi e pervenuto da loro un
invito a una riunione, il 12 sett. 2017 a Roma, per gli "Stati Generali delle
Associazioni e delle Organizzazioni che condividono i valori della DC".
A mio modo di vedere (a parte che, grosso modo, sono poco piu' dieci persone),
questa idea è senza fondamento giuridico ma anche consapevolmente sabotatrice della DC.
Infatti , lo scopo sarebbe di arrivare in ottobre a fare il "XIX congresso della DC
in base al vecchio statuto, nel rispetto della sentenza della Cassazione del 2010"
(parole di loro). La mancanza di fondamento sta nel fatto che già una
sentenza, vinta da Cerenza, aveva annullato il XIX congresso perché aveva applicato il
vecchio Statuto, non applicabile
).
Pertanto, considerato che De Simoni e Cerenza sono membri della Assemblea dei soci
della DC, va messo allodg. della prossima Assemblea dei soci il seguente odg.:
"Espulsione dei due" quale atto dovuto, in coerenza con la loro scelta di non
riconoscere lAssemblea. |
b) Riapertura
ricognizione soci del 1992-93.
Cè tuttavia un punto della predetta lettera dei "due" che, in qualche
modo, mi spinge a fare un passo indietro ed è laccenno di loro al rispetto della
Sentenza della Cassazione 25999/2010".
Conoscendo De Simoni, so che questo vuol dire doversi far partecipare al prossimo
congresso tutti i soci validi al 18 gennaio 1994 (data di presunto scioglimento della DC).
In premessa, ricordo che questo è già stato fatto due volte:
- una prima volta nel 2012, Fontana (allora Segretario provvisorio nominato dal Consiglio
Nazionale) aveva fatto la ricognizione di tutti gli aventi titolo, in base alla detta
sentenza della Cassazione;
- una seconda volta nel gennaio 2017, quando (nel convocare lAssemblea dei soci del
feb. 2017), io avevo riaperto lammissione dei soci, che per qualche errore fossero
rimasti fuori allora. E infatti De Simoni e Cerenza (e altri 5) erano stati accettati come
soci (pur non essendo nellelenco del tribunale). Anzi essi avevano partecipato alla
Assemblea.
Pur tenuto conto di questi due precedenti, se i due hanno notizia di altri iscritti
rimasti fuori, io non mi oppongo a che sia apra un terzo round, in ulteriore ottemperanza
alla sentenza della Cassazione.
Tuttavia, deve essere chiaro:
- che, oggi, questa riapertura è divenuta una competenza esclusiva della Assemblea dei
soci e dunque essa potrebbe essere messa allodg della prossima assemblea, prima del
punto relativo alla loro espulsione.
- questa riapertura devessere contrattata tra tutti i soci (compresi i soci De
Simoni e Cerenza), vale dire essa non devessere un regalo unilaterale ai due. Lo
scopo è che si arrivi ad una piena pacificazione.Un ulteriore
punto per lordine del giorno, gia richiesto da altri, dovrà essere la nomina di un vice-presidente.
4) Prosecuzione raccolta fondi. Ti ricordo che ho anticipato
3.000,00 per lavvocato. Ti prego di invitare i soci e i sostenitori della DC
a dare il contributo libero per la colletta (anche solo 10,00).
Chi vuole e' pregato di dare il contributo libero, sul
seguente conto:
LUCIANI NINO, presso banca
Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810.
Causale: spese avvocato causa Cerenza contro Luciani |
Vive cordialita. Nino luciani |
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DEMOCRAZIA CRISTIANA : PRIORITA'
AL COMPLETAMENTO DELLA RICOSTRUZIONE GIURIDICA |
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DUE
LETTERE: una soci, una a Fontana
La strada maestra per la
ricostruzione della Democrazia Cristiana storica |
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1) Risolvere le questioni giuridiche (anche
recuperare il simbolo Scudo crociato) ;
2) La nuova DC non sia un partito che si aggiunge, ma la prima pietra di una federazione
di tutti i partiti, associazioni, movimenti della diaspora della vecchia DC |
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I due punti vanno
considerati secondo un ordine di ordine di propedeuticità |
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Nota. La ricostruzione
giuridica della Democrazia Cristiana (storica) era avvenuta il 26 feb. 2017, su
autorizzazione della convocazione della Assemblea dei Soci, da parte del Tribunale di Roma
In quella sede è stato eletto il Presidente della Associazione Giovanni Fontana, la cui
durata era previsto dovesse cessare a giugno, con il congresso per la nomina degli organi
centrali e locali.
Ma tra la nomina del Presidente (pro-tempore) e il congresso doveva esserci una
fase intermedia con la modifica delle norme organizzative dello Statuto.
Questa fase comportava alcune difficoltà, che ha indotto Fontana a by-passarle,
anzichè ad affrontarle.
C'è stato, in parallelo, anche il ricorso al Tribunale di Roma, di due soci per fare
annullare l'Assemblea e questo ha reso Fontana "sensibile" alle ulteriori
iniziative di "uno" dei due ricorrenti.
In questo servizio, pubblichiamo due lettere: una ai soci, l'altra a Fontana
perchè si affronti la situazione in modo giuridicamente corretto, senza
improvvisazioni e fantasie, pericolosissime. |
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LETTERA AI SOCI
a) Vi informo che la "causa Cerenza contro Luciani"
(per lannullamento della Assemblea dei soci del 25-26 feb. 2017) e stata
rinviata dal Tribunale al 3 ottobre 2017 e che la Democrazia Cristiana dovra
costituirsi in giudizio (per non essere condannata in contumacia). Per fare questo
serve la delibera della Assemblea dei Soci, in tempo utile. Per maggiori spiegazioni
rinvio alla lettera (qui a fianco) a Fontana.
Per fronteggiare la causa, serve attivare un avvocato e anticipare 3.000,00
(tremila) per le spese minime necessarie.
Chi vuole e pregato di dare il contributo libero (anche solo 10), sul
seguente conto:
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LUCIANI NINO, presso banca Carisbo
(Gruppo INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810. |
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b) Vi informo anche che dobbiamo fare il censimento dei soci
effettivi. Di fare questo ho avuto delega scritta da Fontana.
Il problema si pone in quanto lAssociazione deve conoscere
lesatto numero dei soci, tenuto conto che, in occasione della convocazione deila
Assemblea di feb 2017, sono emersi fatti da approfondire. Precisamente alcune raccomandate
sono tornate indietro perche il socio era deceduto (parole del postino, scritte
sulla busta), o perché il socio non ha ritirato la raccomandata entro i termini di
giacenza, o perché il socio ha cambiato indirizzo senza darne comunicazione.
Per fare questo lavoro serve che in ogni provincia ci sia un amico
disposto a collaborarmi, per andare a cercare il socio, caso per caso, negli indirizzi che
gli forniro.
Chi e disponibile mi scriva e gli mandero presto lelenco dei soci di
ogni Provincia. |
LETTERA A FONTANA
Caro Fontana,
a) in Tribunale la causa per l'annullamento della Assemblea dei soci e
giuridicamente denominata "CERENZA CONTRO LUCIANI " ma, politicamente, la
controparte e' la DEMOCRAZIA CRISTIANA.
Questo significa che non solo i 5 firmatari della domanda al tribunale, a suo tempo
(Luciani, Alessi, DAgro, Grassi, Gubert), ma anche la DC, dovranno costituirsi
in giudizio.
Questo richiede contattare lAvvocato che ci ha seguito in tutti questi
anni, Filippo Chiaramonte, Roma, Via della Conciliazione 44 (tel. 0039 347 9707988), per
firmare la procura a provvedere alla nostra difesa. Chi non puo andare, deve inviare
delega notarile.
La costituzione in giudizio e necessaria, anche da parte dei singoli,
per non essere condannati in contumacia.
b) LAvvocato ha fatto un preventivo di spesa di 3.000,00 (tremila)
anticipato,cifra probabilmente definitiva, se la causa non proseguira' in appello.
Circa il preventivo delle spese, devo segnalarti che, precedentemente, questo
Avvocato aveva fatto gratis tutte le pratiche (gia dal 2014) e che la cifra per
questa causa (molto impegnativa) e assolutamente minima.
Inoltre, miei amici "legali di Bologna" avevano gia dato molta
assistenza gratuita, in passato. Noi della DC dovremmo ringraziare gli "amici
giuristi di Bologna" (almeno una volta).
In questo caso del ricorso, io ho predisposto la memoria difensiva (due mesi di
lavoro), e lho gia inviata allAvvocato (questo e' gia' un grosso
contributo, dal lato spese giudiziarie).
c) In origine la causa era fissata per il 26 luglio 2017, e la costituzione in giudizio
(art. 136 del c.p.c.) doveva avvenire entro il 6 luglio (ossia almeno 20 giorni prima). |
In prossimita del 6 luglio ti ho telefonato
perche tu prendessi contatto con lAvvocato (e anche perche cera da
anticipargli la cifra).
Tu hai preso contatto con lui il giorno dopo, ma anche chiarito (prima a me, e poi
a lui) che le casse della DC erano vuote
In queste condizioni, tenuto conto della assoluta necessita di salvare la DC
e considerato che (nellatto di citazione) sono il primo in ordine di citazione, ho
deciso di anticipare la somma, riservandomi di fare una colletta presso tutto il popolo
DC, come avevo gia avevo fatto per la convocazione della assemblea dei soci.
Tuttavia, si sia consapevoli che i miracoli non sono ripetibili facilmente.
Faccio appello alla collaborazione e allimpegno di tutti per il secondo miracolo.
d) Per quanto riguarda il fatto che la cassa DC fosse vuota, la causa in tribunale
non era una novità: lo sapevamo tutti. Forse sarebbe stato necessario cercare di
cominciare ad alimentarla.
Per quanto riguarda il fatto della costituzione in giudizio della DC, si sarebbe dovuto
convocare lAssemblea prima dei 20 giorni prescritti.
Queste due omissioni costituiscono un pericolo grave per la DC.
Per questo ritengo necessario evidenziare un primo bilancio sommario della tua Presidenza
in questi primi 5 mesi.
Caro Fontana,
a) in origine, in un convegno sul codice etico a Bologna, fu concordato che ( considerato
che il tribunale aveva accolto la domanda di convocazione della DC in base al codice
civile per impossibilita di applicare il vecchio statuto), si sarebbe proseguito con
il codice, senza piu voltarsi indietro.
Inoltre si era stabilito che la strada maestra fosse (anche per consiglio personale
del Vescovo Tommaso Ghirelli, Segretario Regionale della CEI per la E.R., in occasione del
convegno sul codice etico):
1) risolvere, prima, le questioni giuridiche (anche recuperare il simbolo Scudo
crociato) ;
2) la nuova DC non sarebbe stata un partito che si aggiunge, ma la prima pietra di
una federazione di tutti i partiti, associazioni, movimenti della diaspora della vecchia
DC.
I due punti erano in un ordine di propedeuticita. Non puoi fare il secondo, se non
hai fatto il primo; cosi come a scuola non puoi fare la matematica e la storia, se
prima non hai fatto litaliano.
b) A me pare, invece, che tale ordine sia stato invertito, e questo rischia di
determinare una tragedia, in quanto nessuno prende in seria considerazione la DC, se
essa non dimostra di essere capace di esistere con tutti i suoi organi centrali e locali e
il suo simbolo scudo crociato.
La prima prova plateale di quella inversione labbiamo avuta a Camaldoli (17-18
giugno 2017). Qui (io cero), dopo aver parlato due ore ininterrotte su un tuo
programma, ma senza nominare mai la DC, tu hai annunciato una grande assemblea costituente
di tutti i partititi, associazioni, movimenti cattolici per la fondazione di un grande
partito dei cattolici, per l8 dic. al Lago di Garda.
Non hai detto il nome del nuovo partito, ma per logica implicita, il nome poteva non
essere "DC".
Caro Fontana,
a) mi permetto mettere in evidenza che a Camaldoli e stato ricordato il dovere della
Presidenza di riconvocare anzitutto lAssemblea dei soci, come da delibera del 26 feb
per modificare le norme organizzative dello Statuto e andare a Congresso per la nomina
degli organi nazionali e locali.
A Camaldoli la Presidenza era anche stata sollecitata ad informare tempestivamente il
Ministero dellInterno (Servizi Elettorali) della assemblea del 26 feb. con nomina
del Presidente della DC, in modo che gia nelle elezioni comunali giugno, appena
trascorso, si potesse far valere lo scudo crociato.
Nulla di tutto ciò è stato fatto, e così si è sprecata loccasione delle elezioni
amministrative per fare validare il simbolo scudo crociato, almeno nei grandi Comuni.
Altra grande occasione prossima potranno essere le elezioni Siciliane, gia
focalizzate da nostri amici (A. Alessi, a Caltanissetta; A. Sabella in una intervista a
Canale Italia, https://www.youtube.com/watch?v=71WpVvCbAsI&t=5s
).
b) Sempre a Camaldoli, avevamo anche concordato con Paris (amico di De Simoni) che con
loro si poteva aprire uno spazio per concordare assieme le modifiche di Statuto da
proporre alla Assemblea dei soci, e arrivare poi al congresso.
Per inciso ti segnalo che Paris aveva capito dover andare a congresso con il
vecchio statuto, in base ad accordi con te. Ma subito si chiari l'impossibilita' di
questo percorso, in quanto (in base al vecchio statuto), il congresso puo' essere indetto
solo dal CN Consiglio Nazionale, ma che e decaduto. E' decaduto anche l'organo che
indice un nuovo tesseramento. Inoltre non esiste in Statuto alcuna norma che attribuisca
alcun potere al Presidente dell'Associazione Partito DC, fermo (al piu') il potere di
rappresentanza di cui all'art. 36 del codice civile.
c) Ma ora vedo che sono stati ripresi i colloqui con De Simoni e altri, allo scopo di
un presunto allargamento della DC a tutti gli iscritti DC della diaspora, rimessi in campo
dalla Sentenza della Cassazione della DC del 2010. Annunci che faresti la convocazione, a
Roma il 9 settembre 2017, di una assemblea generale congiunta della Assemblea dei soci
della DC e di Associazioni varie, con De Simoni, Sandri
Questo mi pare eccessivo (pur se teoricamente ammissibile) in quanto non si tiene
conto che lampliamento a tutti gli eventuali aventi titolo ( ai sensi della sentenza
della Cassazione) e stato gia fatto nel gen-feb scorso, tante che
sono stati accolti 7 ulteriori soci, tra cui De Simoni.
E poiche, tuttora, il proseguimento della fase giuridica e un problema
tecnicamente difficile, direi di limitarci a chiudere questa fase. Precisamente, ribadirei
che, dopo il congresso, si aprira' a tutti
mediante un tesseramento e si fara
la federazione con tutti i desiderosi e validi.
Sia comunque chiaro che ogni competenza in materia e della Assemblea
dei soci della DC, non del Presidente senza un mandato.
Caro Fontana,
direi anche che non e stato mai chiarito a quale titolo De Simoni possa
contemporaneamente:
1) essere socio della Assemblea dei soci della DC storica;
2) essere ricorrente per annullare lAssemblea dei soci della DC;
3) essere tuo conferente abituale.
Direi che De Simoni vada espulso dalla Assemblea dei soci, "per la
contraddizion che nol consente" (Dante Alighieri), salvo che si riscatti.
A riguardo di Sandri, ti ricordo che la Cassazione lha condannato come non
avente titolo a pretese sulla DC storica, e ti ricordo che, come persona, egli e
gia uno dellelenco dei 1742 soci.
Ce, poi, il fatto che questa Assemblea dei soci, che tu vuoi convocare
congiuntamente con le suddette associazioni, richiedera tanti soldi. Ma tu hai
dichiarato che le casse della DC sono vuote
per la costituzione in tribunale.
Caro Fontana,
vengo alla conclusione finale e ti chiedo con fermezza :
- di ottemperare alla delibera della Assemblea dei Soci (di convocare lAssemblea
stessa per la modifica delle norme organizzative dello Statuto, e andare a Congresso);
- e chiedere alla Assemblea di deliberare di costituirsi in giudizio.
Si tratta di impegni imprescindibili, obblighi cui la Presidenza non può sottrarsi
tanto che, se disattesi, sento il dovere morale di chiedere al Presidente di porre le
proprie dimissioni allodg della prossima Assemblea.
Saluti cordiali . NINO LUCIANI |
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LA DC STORICA DI NUOVO BLOCCATA,
pur se, dopo la nomina del Presidente dell'Assemblea deI soci della DC storica,
la DC può funzionare (dopo 23 anni) senza avere più bisogno della Magistratura. |
REFERENDUM
DELLA RETE DC ? |
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Sotto un profilo giuridico formale, si è di fronte a una
inadempienza grave del Presidente: nel senso che, dopo 4 mesi dalla assemblea, egli
non ha ancora attuato una delibera della assemblea del 26 feb. 2017. |
|
Sotto un profilo sostanziale, c'è una divisione dentro il
gruppetto dei notabili, attorno a Fontana:
alcuni vogliono andare a Congresso con il vecchio Statuto; altri vogliono andare a
congresso,
con un nuovo Statuto (per le norme organizzative) applicando il codice civile (art.
21). |
|
In queste condizioni, l'unico modo di sbloccare è
sottoporre
la decisione al Referendum della Rete DC, come fanno i Grillini |
|
MECCANISMO DI REFERENDUM :
Chi vuole, dica la sua idea con una breve e-mail
al seguente indirizzo: nino.luciani@libero.it
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Le risposte saranno presto pubblicate su questo sito |
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BREVE
EDITORIALE
Premessa. Già in origine, nel cercare di risolvere
come organizzare la DC, ci eramo domandati:
a) andare a congresso con il vecchio statuto ?
b) oppure, andare congresso con un nuovo statuto, dopo avere aggiornato le norme
organizzative applicando il codice civile ?<
Facciamo, qui sotto, la storia di questo dilemma.
STORIA. 1) Preso atto che il XIX congresso del
2012 era stato annullato per la impossibilità di applicare correttamente il vecchio
Statuto, si decise di chiedere al Tribunale civile di convocare lassemblea dei soci
in base al codice civile.
Poi, nel settembre 2016, mentre si attendeva la risposta del Tribunale, ci fu una
discussione (nello Studio di Fontana, a Roma) tra me e Grassi (presente Alessi).
Precisamente:
- Luciani sosteneva che, se il giudice avesse accolto il ricorso in base al codice, si
doveva poi proseguire la strada verso il congresso, continuando ad applicare il codice;
- Grassi sosteneva, invece, che (dopo il decreto del giudice) si dovevano ricostituire le
sezioni, e andare a congresso con il vecchio statuto.
La discussione si concluse con un accordo: se il Tribunale avesse accettato lelenco
dei soci del 2012 e convocato lassemblea in base al codice, si sarebbe proseguito
con il codice.
2) Ma poi, nel corso dell'Assemblea dei soci, il 26 feb 2017, e'
riemersa la questione.
- Avevo proposto alla assemblea la seguente norma transitoria: "In via
transitoria, tutte le modifiche di statuto, che rendono attuabili la ricostituzione degli
organi medesimi, sono di competenza della assemblea".
Questo presupponeva che fosse rispettata l'intesa di proseguire applicando il codice
civile.
- Ma Grassi, che al momento presiedeva lassemblea, si oppose e la votazione
fu rinviata alla successiva assemblea, su proposta di Bonalberti.
3) Sono passati oltre tre mesi e l'Assemblea non è stata ancora
convocata.
Anzi, al contrario, Fontana convocava un "Gruppo di persone", da lui
scelte, a Roma il 26 aprile, per fare approvare un ordine del giorno in cui si diceva
"di organizzare le sezioni della DC comunali, territoriali e comitati civici in
tutto il territorio nazionale con in criteri gia comunicati dal presidente
dellassociazione come da sua precedente lettera. Le sezioni sono lo strumento base a
tutela dei successivi adempimenti per lo svolgimento regolare dei congressi provinciali,
regionali ed infine nazionale e delle elezioni dei delegati nel loro ambito eletti".
4) Di fronte al capovolgimento delle cose, io avevo comunicato
ultimamente che facevo un passo indietro, e lasciavo via libera a Grassi.
Ma è' passato inutilmente un altro mese, e non risulta essere stata costituita una
sola sezione locale.
A questo punto mi sento di ribadire quanto gia' detto il 26 aprile e precisamente:
a) In base all'art. 34 dello Statuto, per costituire una Sezione servono 15
iscritti del 1992, con prova di possedere la tessera del 1992;
b) Poi, serve l'approvazione della Direzione provinciale.
E' impossibile realizzare:
- l'una condizione (perchè pochissimi hanno conservato la tessera);
- e l'altra condizione (le Direzioni provinciali sono decadute.
Come pure, il Presidente Fontana non puo' sostituire la Direzione provinciale,
perche' nello Statuto non esiste una norma in tal senso.
5) Questa conclusione è di una evidenza intuitiva, anche
considerato il precedente: che già è stato annullato il XIX congresso, celebrato in base
al vecchio Statuto. |
Un precedente:
Incontro di Mestre
Il 4 aprile 2017 si è svolto a Mestre un incontro di Ettore Bonalberti,
Luciano Finesso, Nino Luciani, Amedeo Portacci, Giorgio Zabeo allo scopo di
concordare una proposta da inviare a Fontana, in vista della attesa Assemblea dei soci.
Ecco, qui seguito, il documento.
I - ARGOMENTI PER PROSSIMA ASSEMBLEA
DEI SOCI
a) nomina vice presidente (o due)
b) approvazione aggiornamento elenco dei soci effettivi
Nota. Questa approvazione presuppone la verifica della situazione
reale, date le informazioni emerse nel corso della convocazione assemblea dei soci e dopo
avere sentiti i membri in elenco, sulla volonta' di restare soci.
c) In ogni caso, circa l'invito alla prossima assemblea, si fara'
domanda al presidente del tribunale di potere invitare i soci, oltre che con lettera al
domicilio, con invito per pubblici proclami.
d) Approvazione delle seguenti Norme transitorie:
- In via transitoria, tutte le modifiche di statuto, che rendono
attuabili la ricostituzione degli organi medesimi, sono di competenza della assemblea.
- Sino alla completa riorganizzazione del Partito, il Presidente del
Partito è autorizzato, anche ora e per allora e con espressa ratifica di quanto sino ad
ora sia stato fatto, a convocare gli associati mediante pubblici proclami, con avviso da
pubblicare almeno 20 giorni prima sulla GU e all'Albo Pretorio del Comune di Roma
Nota. Questa proposta va coordinata con il punto c)
e) approvare portabilità di una delega
Nota. L'argomento "modifiche di statuto" va messo dopo
quella di approvazione della norma transitoria
g) mettere a punto una strategia comune per l'uso del simbolo, nelle
prossime elezioni.
(A questo proposito, si riportano le parole della sentenza della Corte di Appello, p. 27):
" quest'ultima (ossia la DC) conserva altresì la titolarità del nome e del
simbolo".
In ogni caso occorre Informare il Ministero dell'Interno (Ufficio
Elettorale), "per opportuna conoscenza" della avvenuta ricostituzione
della Assemblea dei Soci della DC, con elezione del Presidente, il 26 feb. 2017, allegando
il verbale della assemblea.
_____________
II - Progetto nuovo statuto: NOMINA DEL CONSIGLIO NAZIONALE
a) le sezioni locale, comunale e provinciale sono soppresse e si
istituisce la sezione unica regionale.
b) il consiglio nazionale ha un numero di 100-150 membri, ripartiti tra
le regioni proporzionalmente alla popolazione anagrafica, rispettiva, con il minimo di un
membro.
Esso è eletto dal congresso composto da tutti gli iscritti al partito.
I candidati regionali al consiglio nazionale sono votati per lettera cartacea o per e-mail
posta certificata, da inviare alle sedi regionali;
c) Il CN dura in carica quanto una legislatura (5 anni).
Il CN è organizzato in due gruppi, di cui uno è il gruppo di maggioranza, l'altro è il
gruppo di minoranza, la cui identificazione avviene in relazione alla elezione del
segretario nazionale.
Esso, di norma, ha i poteri previsti dallo Statuto vigente.
d) Ogni Regione elegge i membri del CN sulla base di liste concorrenti e
ripartito proporzionalmente ai voti da esse ottenute. In ogni caso i candidati dovranno
provenire dalle varie province, nessuna esclusa;
e) Il CN elegge il proprio presidente ed è eletto il candidato più votato.
f) Il CN elegge il Segretario nazionale sulla base di un programma
politico.
Viene eletto il candidato con la maggioranza assoluta al primo turno, o chi ha più voti
al ballottaggio al secondo turno.
I gruppi che hanno eletto il segretario costituiscono il gruppo di maggioranza; tutti gli
altri costituiscono il gruppo di minoranza. |
|
|
.
In
vista delle elezioni politiche 2018, in Italia |
|
.
Per una
Legge elettorale proporzionalista "pura",
ma associata a Regolamenti parlamentari che
obbligano i partiti al "bipolarismo" nel dopo elezioni
.. |
|
LUCIANI: |
1) Bipartitismo come idea e
bipolarismo in pratica. In questa problematica il criterio principe è incanalare
gli italiani verso il bipartitismo perche' e' il sistema che più permette agli elettori
scelte dirette dei governanti. Ma, in ltalia l'estremo campanilismo tuttora non permette
questa scelta (ed è ben noto che l'unità d'Italia fu fatta da una élite, non dagli
italiani).
2) Gradualità... In una gradualità verso il bipartitismo, proporrei
alle èlite (tali sono i partiti) il proporzionale puro (caro agli italiani), ma con la
fiducia che i partiti faranno il bipolarismo (subito), stabilendo che i gruppi paramentari
non possano avere membri di numero inferiore ad una soglia alta.
3) No a sbarramenti. Gli sbarramenti all'entrata sono antidemocratici e,
soprattutto, inutili, se sono vanificati (nel dopo elezioni) dalla proliferazione dei
gruppi parlamentari. |
|
IL
TESTO DI RIFERIMENTO ALLA CAMERA
predisposta dal Relatore Mazziotti.
RIASSUNTO IN ESSENZIALE :
1.- Camera e Senato : sbarramento al 3%, premio di maggioranza alla lista che ottenga
almeno il 40% al primo turno.
Al Senato ci saranno 50 collegi plurinominali, 100 alla Camera, capilista bloccati e
preferenze.2.- Raccolta delle firme:
a) possibilità di sottoscrizione digitale;
b) riduzione del numero di firme;
c) modifica del regime di autenticazione delle firme. |
PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO DEL RELATORE
Art. 1. (Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati).
1. Al testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati,
di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a) al comma 2 dell'articolo 1, le parole da: con l'eventuale attribuzione di un
premio di maggioranza fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: con
l'eventuale attribuzione di un premio di maggioranza qualora la lista che ha conseguito il
maggior numero di voti validi abbia altres onseguito una percentuale di voti pari almeno
al 40 per cento del totale nazionale;
b) all'articolo 7, comma 1, lettera c), dopo le parole: i sindaci sono
inserite le seguenti: metropolitani e i sindaci;
c) all'articolo 11, il quinto comma brogato;
d) all'articolo 18-bis, sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al comma 1, le parole: da almeno 1.500 e da non pi di 2.000 elettori sono sostituite
dalle seguenti: da almeno 300 e da non pi di 500 elettori;
2) dopo il comma 1 nserito il seguente:
1-bis. Anche in deroga alle disposizioni del comma 1, le sottoscrizioni possono
essere raccolte in modalit igitale, anche attraverso l'utilizzo della firma digitale o
della firma elettronica qualificata, ai sensi del codice dell'amministrazione digitale, di
cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.;
e) all'articolo 20, sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al secondo comma, dopo le parole: anche in atti separati, sono aggiunte le seguenti:
o in modalit igitale ai sensi comma 1-bis dell'articolo 18-bis;
2) al quarto comma, sono aggiunte, in fine le seguenti parole: , anche in modalit
igitale;
3) dopo il quinto comma nserito il seguente: Le firme degli elettori possono altres
ssere apposte in modalit igitale, anche attraverso l'utilizzo della firma digitale o della
firma elettronica qualificata, ai sensi del codice dell'amministrazione digitale, di cui
al decreto legislativo Pag. 197 marzo 2005, n. 82; in tali casi non ecessaria
l'autenticazione delle sottoscrizioni;
f) all'articolo 31, il comma 2-bis brogato;
g) all'articolo 77, comma 1, dopo il numero 3) ggiunto il seguente:
3-bis) determina la cifra elettorale percentuale di collegio di ciascuna lista.
Tale cifra si ottiene dividendo la cifra elettorale di collegio di ciascuna lista per il
totale dei voti validi del collegio e moltiplicando il risultato ottenuto per cento;
h) all'articolo 83:
1) al comma 1, numero 7), sono premesse le seguenti parole: qualora la verifica di cui
al comma 1, numero 5), abbia dato esito negativo o;
2) al comma 1, numero 8), dopo il quinto periodo nserito il seguente: Esclude
dall'attribuzione di cui al periodo precedente la lista ovvero le liste alle quali tato
attribuito il numero di seggi a esse assegnato a seguito delle operazioni di cui al numero
4);
3) al comma 6, le parole: ovvero delle liste ammesse all'eventuale ballottaggio
sono soppresse;
i) all'articolo 84, comma 1, ggiunto, in fine, il seguente periodo: Il deputato
che risulti eletto in pi collegi plurinominali roclamato nel collegio in cui la lista di
appartenenza abbia ottenuto la minore cifra elettorale percentuale di collegio, ai sensi
dell'articolo 77, comma 1, numero 3-bis);
l) l'articolo 85 brogato;
m) all'articolo 93, secondo comma, lettera c), le parole: La scheda per
il ballottaggio a medesima con la quale la votazione si svolge sull'intero territorio
nazionale sono soppresse;
n) all'articolo 93-ter, il comma 3 brogato;
o) all'articolo 93-quater:
1) al comma 4, le parole: , o ancora a seguito dello svolgimento del ballottaggio sono
soppresse;
2) al comma 7, le parole: ovvero a seguito dell'esito del ballottaggio, e le parole: ,
ovvero ha ottenuto il maggior numero di voti nel turno di ballottaggio, sono soppresse.
Art. 2.
(Disposizioni in materia di elezione del Senato della Repubblica).
1. Il comma 2 dell'articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione
del Senato della Repubblica, di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, di
seguito denominato decreto legislativo n. 533 del 1993, ostituito dai seguenti:
2. Per la presentazione delle candidature e per l'assegnazione dei seggi ai
candidati ciascuna circoscrizione regionale ipartita in collegi plurinominali. Salvo i
seggi assegnati alla circoscrizione Estero e fermo restando quanto disposto dai commi 3 e
4, l'assegnazione dei seggi alle liste sul territorio nazionale ffettuata dall'ufficio
elettorale centrale nazionale, ai sensi dell'articolo 16, con l'eventuale attribuzione di
un premio di maggioranza qualora la lista che ha conseguito il maggior numero di voti
validi abbia altres onseguito una percentuale di voti pari almeno al 40 per cento del
totale nazionale.
2-bis. Con il medesimo decreto del Presidente della Repubblica di cui al comma 1
eterminato, per ciascuna circoscrizione regionale, il numero di seggi da attribuire nei
collegi plurinominali sulla base dei risultati dell'ultimo censimento generale della
popolazione, riportati dalla pi recente pubblicazione ufficiale dell'istituto nazionale di
statistica.
2-ter. Fatto salvo quanto disposto dai commi 3 e 4, i seggi ripartiti tra le
regioni ai sensi del comma 1 sono attribuiti in 50 collegi plurinominali.
2. Al comma 1 dell'articolo 2 del decreto legislativo n. 533 del 1993, le parole: nelle
circoscrizioni regionali sono sostituite dalle seguenti: nei collegi plurinominali di
ciascuna regione.
3. Nel titolo II del decreto legislativo n. 533 del 1993, dopo l'articolo 7 ggiunto il
seguente:
Art. 7-bis. 1. Presso la Corte di cassazione stituito, entro tre giorni dalla
pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi, l'Ufficio elettorale centrale
nazionale, composto da un presidente di sezione e da quattro consiglieri scelti dal primo
presidente.
4. All'articolo 9 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) il comma 2 ostituito dal seguente: 2. La dichiarazione di presentazione delle
liste di candidati per l'attribuzione dei seggi nei collegi plurinominali deve essere
sottoscritta da non meno di 600 e da non pi di 1.000 elettori iscritti nelle liste
elettorali di comuni compresi nei medesimi collegi o, in caso di collegi compresi in un
unico comune, iscritti nelle sezioni elettorali di tali collegi. In caso di scioglimento
del Senato della Repubblica che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni, il
numero delle sottoscrizioni idotto alla met ;
b) dopo il comma 2, nserito il seguente:
2-bis. Anche in deroga alle disposizioni del comma 2, le sottoscrizioni possono
essere raccolte in modalit igitale, anche attraverso l'utilizzo della firma digitale o
della firma elettronica qualificata, ai sensi del codice dell'amministrazione digitale, di
cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.;
c) al comma 3, il secondo periodo oppresso;
d) il comma 4 oppresso.
5. All'articolo 11 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) al comma 1, la lettera a) i> sostituita dalla seguente: a) stabilisce mediante
sorteggio, da effettuare alla presenza dei delegati di lista, il numero d'ordine da
assegnare alle liste. I contrassegni di ciascuna lista e i cognomi e i nomi dei relativi
candidati sono riportati nelle schede di votazione e sui manifesti secondo l'ordine
progressivo risultato dal suddetto sorteggio;
b) al comma 3: |
Nino Luciani,
Sì ad una Legge elettorale con sistema proporzionale puro, ma con Regolamenti
parlamentari che ammettono gruppi con numero di membri molto alto. 1.- Premessa. E' un atteggiamento piuttosto comune
considerare gli sbarramenti all'entrata in parlamento, ipotizzando che la proliferazione
dei partiti ostacoli il buon funzionamento delle camere.
In verità esistono alcune smagliature nel "dopo" entrata, che in pratica
mandano all'aria tutti i buoni propositi iniziali e si ricomincia da capo.
In questo servizio, mi occupo del dopo e faccio alcune proposte.
Ma andiamo per gradi, cominciando con una breve introduzione.
2. Sulle necessità fondamentali. Quelle, di solito
evidenziate, sono di rendere compatibile:
a) la rappresentatività dei parlamenti (rispetto alla struttura ideale,
territoriale, etnica, di genere del Paese);
b) con la governabilità.
a) Sul punto a) è, di solito, perfino facile
trovare una soluzione, a parte la questione delle preferenze, che
nasconde ambiguità.
Altre ambiguità, se non falsità, sono nascoste nella obbligo di raccolta
delle firme.
Preferenze. La manifestazione delle preferenze è una specie di
convalidità della rappresentatività del candidato nei confronti del suo elettore.
Tuttavia, nella totalità (quasi) dei casi, l'elettore non conosce il candidato.
Per risolvere bene (quasi) il problema, occorre riportarlo alla sede naturale. Essa
è che solo le associazioni di categoria (quelle numerose) se ne possono valere
efficacemente indicando ai soci le ersone da votare.
Vogliamo che questo avvenga ? Se sì, si può al massimo, permettere un voto di
preferenza, per evitare che i parlamentari rispondano ai partiti, anzichè alle lobby, e
che facciano cadere i governi ogni volta che privilegiano il bene comune, anzichè quello
delle lobby coalizzate.
Firme. L'obbligo raccolta delle firme non c'è oggi solo per i
partiti già in parlamento.
C'è, poi, la circostanza "notoria" che nella gran parte esse sono
"comprate" presso chi le "sa" raccogliere (diciamo: ricostruire).
Sarebbe opportuno riformare realisticamente e correttamente questa problematica,
portando il numero a cifre simboliche, e questo per tutti.
b) Sul punto b), vanno distinti i sistemi
proporziovale dai sistemi maggioritari.
I primi sono per così dire "bonificati" mediante esclusioni all'entrata,
ma non sempre si tiene conto abbastanza che le esclusioni (numeriche e
politiche) più o meno drastiche sono pericolose per la pace sociale e dunque
rendono difficile la governabilità.
Infatti le esclusioni possono avere risvolti nel "dopo", che
evolvono in manifestazioni al limite delle regole democratiche, e finanche rivoluzionarie.
Nella Italia democratica anti-fascista di oggi, le esclusioni "politiche"
si direbbero impossibili, e invece ci sono, come risulta dai tentativi delle parti di
modellare la legge a propria immagine e somiglianza. Il caso piu' sovversivo è il
cosiddetto premio di maggioranza ai partiti o alle coalizioni di minoranza (40%).
Nei sistemi maggioritari, in ogni collegio vince uno solo, il candidato con piu'
voti. Ma in un territorio variegato di campanili, come l'Italia, solo il collegio unico
nazionale, potrebbe garantire una maggioranza, già al momento delle elezioni.
3) Sul dopo elezioni. Nel caso dell'Italia, le varie soluzioni (sia pur
miste di proporzionale e di maggioritario) che seguirono alla caduta della DC, hanno
prodotto una qualche maggior stabilità dei governi mediante il cosiddetto
"bipolarismo", ma che non erano il buon governo.
Il motivo fondamentale è i cosiddetti "poli" erano "unioni
elettorali", non "unioni programmatiche".
Lo abbiamo visto nel fatto che, nel dopo elezioni, i vari Presidenti del Consiglio
dei Ministri erano continuamente sotto assedio dei vari parlamentari (di maggioranza) per
ottenere favori e favorini personali, pena la minaccia delle sfiducia in parlamento.
4) Come impedire la proliferazione dei gruppi parlamentati, nel dopo elezioni. L'accenno
al "dopo", fatto all'inizio di questo servizio voleva portare la riflessione su
questo punto.
Dunque, a cosa servono i vari sbarramenti o i premi alle coalizioni, se poi (nel
dopo) è possibile frantumare tutto ?
In questa conclusione, voglio sostenere che è meglio il proporzionale puro, se i
partiti fanno un patto secondo cui, nel dopo, si aggregheranno, rinunciando ad ogni forma
di frantumazione.
a) Art. 67 della Costituzione. Secondo questo articolo, il parlamentare
"esercita le proprie funzioni senza vincolo di mandato". Dunque, qui troviamo il
germe della proliferazione. Ma su questo la legge elettorale non ha poteri.
b) Regolamenti parlamentari. In base a questi, oggi alla Camera i
parlamentari si possono costituire in gruppi se v'è la richiesta di almeno 20 deputati.
In Senato, il numero è 10. Poi ci sono i gruppi misti, che sono un ibrido che riduce i
requisiti ulteriormente.
Il problema è incentivare l'Italia democratica al bipartitismo, senza andare
contro la natura campanilista degli italiani.
Ipotizzerei due soluzioni:
a ) che il numero minino per costituire un gruppo parlamentare sia ad es. il 30-40% dei
memri della camera di afferenza. Su questa base, si dovrebbe aprire una fase di
interlocuzione;
b) oppure, di ammettere in esplicito, già per definizione, due soli gruppi parlamentari:
uno coincidente con i parlamentari del partito numericamente maggiore; un secondo
coincidente con i parlamentari del secondo partito numerico.
Tutti gli altri dovrebbero poter afferire ad uno dei due gruppi.
5) Conclusione. Proporrei, una legge elettorale
(per entrambe le camere) secondo un principio di proporzionalità pura, ma associata a
regolamenti parlamentari che vincolino i parlamentari al bipolarismo in entrambe le
camere.
Preferenze. Escluderei le preferenze per gli elettori, ma alzerei
la soglia dei requisiti di preferibilità, per le segreterie dei partiti (es. il candidato
con laurea, ha una precedenza). |
1) al primo periodo sono aggiunte, in
fine, le seguenti parole: e i nominativi dei relativi candidati capilista; 2) il
secondo periodo oppresso;
3) il terzo periodo ostituito dal seguente: L'ordine delle liste tabilito con sorteggio
secondo le disposizioni di cui al comma 1, lettera a);
4) ggiunto, in fine, il seguente periodo: A destra del contrassegno sono riportate due
linee orizzontali per l'espressione, rispettivamente, della prima e della seconda
preferenza.
6. All'articolo 13 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) al comma 3, le parole: della circoscrizione regionale sono sostituite dalle
seguenti: del collegio plurinominale;
b) al comma 4, le parole: della circoscrizione regionale sono sostituite dalle
seguenti: del collegio plurinominale del Senato.
7. All'articolo 14, comma 1, ggiunto, in fine, il seguente periodo: L'elettore pu tres
sprimere uno o due voti di preferenza, scrivendo il nominativo del candidato o dei
candidati nelle apposite linee orizzontali. In caso di espressione della seconda
preferenza, a pena di nullit ella medesima preferenza, l'elettore deve scegliere un
candidato di sesso diverso rispetto al primo.
8. Dopo il titolo IV del decreto legislativo n. 533 del 1993, nserito il seguente:
TITOLO IV-bis DELLE OPERAZIONI DELL'UFFICIO ELETTORALE REGIONALE
Art. 14-bis. 1. L'ufficio centrale regionale, compiute le operazioni di cui
all'articolo 76 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo
1957, n. 361, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o pi esperti scelti
dal presidente:
a) determina la cifra elettorale di collegio di ogni lista. Tale cifra ata dalla somma
dei voti validi conseguiti dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali del
collegio plurinominale;
b) determina il totale dei voti validi espressi in ciascun collegio della regione;
c) determina la cifra elettorale regionale di ogni lista. Tale cifra ata dalla somma
delle cifre elettorali conseguite dalla lista nei collegi della regione;
d) determina il totale dei voti validi della circoscrizione regionale;
e) individua le liste che abbiano conseguito sul piano regionale almeno il 3 per cento
del totale dei voti validi espressi;
f) determina la cifra elettorale individuale di ognuno dei candidati nel collegio
plurinominale compresi nelle liste individuate ai sensi della lettera e). Tale cifra ata
dalla somma dei voti validi di preferenza a lui attribuiti nelle sezioni elettorali del
collegio;
g) per ciascun collegio plurinominale, determina la graduatoria decrescente delle cifre
elettorali individuali dei candidati di ciascuna lista. A parit i cifre individuali,
prevale nella graduatoria l'ordine di presentazione nella lista;
h) comunica all'Ufficio elettorale centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale,
la cifra elettorale regionale di ciascuna lista, il totale dei voti validi espressi nella
circoscrizione regionale, nonch 'elenco delle liste di cui alla lettera e).
9. La rubrica del titolo VI del decreto legislativo n. 533 del 1993 ostituita dalla
seguente: Delle operazioni dell'Ufficio elettorale centrale nazionale.
10. L'articolo 16 del decreto legislativo n. 533 del 1993 ostituito dal seguente:
Art. 16. 1. L'Ufficio elettorale centrale nazionale, ricevuti gli estratti dei verbali
da tutti gli uffici elettorali regionali, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno,
da uno o pi esperti scelti dal presidente:
a) determina la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista. Tale cifra ata dalla
somma delle cifre elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circoscrizioni
dalle liste aventi il medesimo contrassegno;
b) determina il totale nazionale dei voti validi; tale totale ato dalla somma delle
cifre elettorali nazionali determinate ai sensi della lettera a);
c) individua quindi la lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale.
Nelle determinazioni di cui alle lettere a) e b), nella cifra elettorale nazionale di
ciascuna lista sono considerati e compresi i voti validi espressi in favore di candidati
nel collegio uninominale della Valle d'Aosta/Vall d'Aoste e nei collegi uninominali del
Trentino-Alto Adige/Sdtirol quando tali candidati sono contraddistinti dal medesimo
contrassegno della lista; tali voti non concorrono all'attribuzione dei seggi nelle altre
circoscrizioni del territorio nazionale e non sono considerati in alcuna delle relative
operazioni di calcolo;
d) procede per ciascuna regione a una prima attribuzione provvisoria dei seggi alle
liste comprese nell'elenco comunicato dall'ufficio elettorale regionale ai sensi
dell'articolo 14-bis, comma 1, lettera h), in base alla cifra elettorale regionale di
ciascuna di esse. A tale fine divide il totale regionale di tali liste per il numero di
seggi da attribuire nella regione, ottenendo cos l quoziente elettorale regionale.
Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del
quoziente. Divide poi la cifra elettorale regionale di ciascuna lista per tale quoziente.
La parte intera del quoziente cos ttenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a
ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati
alle liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di
parit i resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale regionale; a
parit i quest'ultima si procede a sorteggio. Determina infine il totale nazionale dei
seggi assegnati in base a tale attribuzione provvisoria a ciascuna lista. Tale totale ato
per ciascuna lista dalla somma dei seggi a essa assegnati in ciascuna regione;
e) verifica se la cifra elettorale nazionale della lista con la maggiore cifra
elettorale nazionale, individuata ai sensi della lettera c), corrisponda ad almeno il 40
per cento del totale nazionale dei voti validi;
f) qualora la di cui alla lettera e) abbia dato esito positivo, verifica se la lista di
cui alla predetta lettera abbia conseguito dalle assegnazioni un numero totale nazionale
di seggi pari o superiore a 170 seggi;
g) qualora la verifica di cui alla lettera f) abbia dato esito positivo conferma come
definitive le assegnazioni dei seggi effettuate in ciascuna regione ai sensi della lettera
d) e comunica tali assegnazioni ai rispettivi uffici elettorali regionali. L'ufficio
elettorale regionale assegna i seggi alle liste comprese nell'elenco di cui all'articolo
14-bis, comma 1, lettera h), in conformit lla comunicazione ricevuta dall'Ufficio
elettorale centrale nazionale e procede ai sensi dell'articolo 16-bis alla loro
attribuzione nei collegi plurinominali della regione. Nella determinazione del numero
nazionale dei seggi ottenuti dalla lista con la maggiore cifra elettorale nazionale
l'Ufficio centrale elettorale nazionale comprende il numero di seggi in cui sono stati
proclamati candidati ai seggi attribuiti con metodo proporzionale nella regione
Trentino-Alto Adige/Sdtirol, ovvero candidati nei collegi uninominali della Valle
d'Aosta/Vall d'Aoste e nei collegi uninominali del Trentino-Alto Adige/Sdtirol quando tali
candidati sono contraddistinti dal medesimo contrassegno della lista che ha conseguito la
maggiore cifra elettorale nazionale;
h) qualora la verifica di cui alla lettera f) del presente comma abbia dato esito
negativo, assegna a tale lista il numero aggiuntivo di seggi necessario e sufficiente a
che, sommati questi al numero di seggi assegnati ai sensi della lettera d), ad essa siano
assegnati complessivamente 170 seggi. Nella determinazione di tale numero si applica
quanto disposto dal terzo periodo della lettera g);
i) procede poi a ripartire fra le regioni il numero di seggi aggiuntivi determinato ai
sensi della lettera h). A tale fine divide la cifra elettorale regionale della lista di
cui alla lettera e) per il totale nazionale delle cifre elettorali regionali della
medesima lista, escludendo dal totale le regioni Valle d'Aosta/Vall d'Aoste, Trentino-Alto
Adige/Sdtirol e Molise, nelle quali non sono attribuiti seggi aggiuntivi. L'Ufficio
esclude altres a regione o le regioni in cui non resente la lista di cui alla citata
lettera e) o nella quale essa non ompresa nell'elenco di cui all'articolo 14-bis, comma 1,
lettera h). Nel compiere l'operazione di cui al periodo precedente, arrotonda alla sesta
cifra decimale il valore risultante, determinando cos 'indice di ripartizione dei seggi
aggiuntivi in ciascuna regione. Moltiplica poi ciascuno di tali indici per il numero di
seggi aggiuntivi determinato ai sensi della lettera h) e arrotonda questo secondo
risultato all'unit ntera pi prossima. In corrispondenza del rispettivo indice attribuisce
in ciascuna regione alla lista di cui alla lettera e) un numero di seggi aggiuntivi pari
al risultato di tale moltiplicazione. Prima di procedere all'attribuzione dei seggi
aggiuntivi da attribuire in ciascuna regione, l'Ufficio verifica se la somma dei seggi
aggiuntivi cos eterminati corrisponde al numero dei seggi aggiuntivi determinato ai sensi
della lettera h). Se il risultato della somma i un'unit uperiore a tale valore, l'Ufficio
arrotonda all'unit ntera inferiore il risultato che ha la pi piccola parte decimale tra i
risultati delle moltiplicazioni arrotondati all'unit ntera superiore. Se il risultato
della moltiplicazione guale in corrispondenza di due o pi regioni, l'Ufficio arrotonda
all'unit ntera inferiore il valore corrispondente alla regione nella quale la lista di cui
alla lettera e) ha la minore cifra elettorale regionale. Se il risultato della somma
uperiore di pi unit l'Ufficio ripete pi volte le operazioni descritte iniziando dal pi
piccolo dei valori tra quelli arrotondati all'unit ntera superiore e fino alla
determinazione del numero complessivo di seggi aggiuntivi corrispondente a quello
determinato ai sensi della lettera h). Se il risultato della somma dei seggi aggiuntivi da
attribuire nelle singole regioni i una o pi unit nferiore al numero determinato ai sensi
della lettera h), l'Ufficio procede nel modo di cui ai periodi ottavo, nono e decimo,
arrotondando all'unit ntera superiore i valori arrotondati nel primo calcolo all'unit
ntera inferiore. L'Ufficio provvede quindi alle comunicazioni di cui al comma 3, indicando
per ciascuna regione il numero dei seggi assegnati complessivamente alla lista di cui alla
lettera e).
2. Qualora la verifica di cui al comma 1, lettera e), abbia dato esito negativo resta
ferma come definitiva l'assegnazione dei seggi in ciascuna regione come definita dalla
attribuzione provvisoria di cui al comma 1, lettera d). L'Ufficio elettorale centrale
nazionale procede quindi alle comunicazioni di cui al comma 3.
3. Al termine delle operazioni l'Ufficio elettorale centrale nazionale, tramite
estratto del processo verbale, comunica agli uffici elettorali regionali l'assegnazione
dei seggi alle liste nella rispettiva regione come determinata ai sensi del comma 1,
lettera g), ovvero del comma 1, lettera i), ovvero del comma 2.
4. Di tutte le operazioni dell'Ufficio elettorale centrale nazionale viene redatto, in
duplice esemplare, un apposito verbale; un esemplare imesso alla Segreteria generale del
Senato della Repubblica, la quale ne rilascia ricevuta; un altro esemplare epositato
presso la cancelleria della Corte di cassazione.
11. Dopo l'articolo 16 del decreto legislativo n. 533 del 1993, come da ultimo
sostituito dal presente articolo, nserito il seguente:
Art. 16-bis. 1. L'ufficio elettorale regionale, ricevute le comunicazioni di cui al
comma 3 dell'articolo 16, procede, in applicazione delle determinazioni assunte
dall'Ufficio elettorale centrale nazionale, alle ulteriori attribuzioni e assegnazioni dei
seggi in sede regionale e, successivamente, nei collegi plurinominali. A tale fine compie
le seguenti operazioni:
a) se l'Ufficio elettorale centrale nazionale ha assegnato i seggi alle liste regionali
ai sensi dell'articolo 16, comma 1, lettera g), o del medesimo articolo 16, comma 2,
procede alla proclamazione degli eletti qualora la regione non sia ripartita in pi collegi
plurinominali o, altrimenti, procede ad attribuire nei collegi plurinominali i seggi
assegnati a ciascuna lista in sede regionale;
b) se l'Ufficio elettorale centrale nazionale ha assegnato, ai sensi dell'articolo 16,
comma 1, lettera i), i seggi alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale
nazionale, l'ufficio elettorale regionale procede a ripartire il numero residuo di seggi
tra le altre liste di cui all'articolo 14-bis, comma 1, lettera e). Tale numero di seggi
eterminato sottraendo al numero di seggi assegnati alla regione dal decreto di cui
all'articolo 1, comma 1, il numero di seggi assegnati dall'Ufficio centrale elettorale
nazionale alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale. Divide quindi
il totale delle cifre elettorali regionali delle liste cui attribuisce i seggi per il
numero dei seggi prima determinato ottenendo cos l quoziente elettorale regionale.
Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del
quoziente. Divide poi la cifra elettorale regionale di ciascuna lista per tale quoziente.
La parte intera del quoziente cos ttenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a
ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati
alle liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di
parit i resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale regionale; a
parit i quest'ultima si procede a sorteggio.
2. L'ufficio elettorale regionale procede all'attribuzione nei singoli collegi
plurinominali dei seggi assegnati alle liste come segue:
a) qualora i seggi siano stati assegnati con premio di maggioranza ai sensi
dell'articolo 16, comma 1, lettera i), e del comma 1, lettera b), del presente articolo,
determina ai fini della ripartizione il quoziente regionale della lista alla quale tato
attribuito il premio di maggioranza e il quoziente regionale delle altre liste alle quali
sono attribuiti i seggi. Per determinare ciascuno dei quozienti, divide la cifra
elettorale della lista di maggioranza e il totale delle cifre elettorali delle altre liste
per il numero dei seggi loro rispettivamente assegnati nella regione e trascura la parte
frazionaria del risultato;
b) qualora i seggi siano stati attribuiti ai sensi dell'articolo 16, comma 1, lettera
g), o del medesimo articolo 16, comma 2, il quoziente regionale umulativamente determinato
dividendo il totale delle cifre elettorali alle quali sono assegnati seggi nella regione
per il totale dei seggi loro assegnati e trascurando la parte frazionaria del risultato;
c) nel caso in cui i seggi siano stati assegnati ai sensi della lettera a), per
l'attribuzione dei seggi nei collegi plurinominali divide, per ciascun collegio
plurinominale, la cifra elettorale della lista maggioritaria per il quoziente elettorale
di maggioranza determinato ai sensi della lettera a) ottenendo cos 'indice relativo ai
seggi da attribuire a tale lista nel collegio plurinominale. Analogamente, per le altre
liste alle quali spettano seggi nella circoscrizione, divide il totale delle cifre
elettorali di collegio per il quoziente elettorale di minoranza determinato ai sensi della
lettera a), ottenendo cos 'indice relativo ai seggi da attribuire nel collegio al gruppo
di liste di minoranza. Quindi, moltiplica ciascuno degli indici suddetti per il numero dei
seggi assegnati al collegio e divide il prodotto per la somma di tutti gli indici. La
parte intera dei quozienti di attribuzione cos ttenuti rappresenta il numero dei seggi da
attribuire nel collegio alla lista di maggioranza e al gruppo di liste di minoranza. I
seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alla lista di
maggioranza o al gruppo di liste di minoranza per i quali le parti decimali dei quozienti
di attribuzione siano maggiori e, in caso di parit alle liste che abbiano conseguito la
maggiore cifra elettorale circoscrizionale; a parit i quest'ultima, si procede a
sorteggio;
d) successivamente accerta se la somma dei seggi assegnati in tutti i collegi alla
lista di maggioranza e al gruppo di liste di minoranza corrisponda al numero dei seggi
complessivamente assegnato dall'Ufficio elettorale centrale nazionale. In caso negativo,
alla lista di maggioranza o al gruppo di liste di minoranza che abbia seggi eccedenti
sottrae i seggi nei collegi nei quali i seggi stessi sono stati ottenuti con le parti
decimali dei quozienti di attribuzione, secondo il loro ordine crescente, e li assegna,
nei medesimi collegi, alla lista di maggioranza o al gruppo di liste di minoranza
deficitario;
e) procede quindi all'attribuzione nei singoli collegi dei seggi spettanti alle liste
del gruppo di liste di minoranza. A tale fine, determina il quoziente di collegio del
gruppo di liste di minoranza dividendo il totale delle cifre elettorali di collegio delle
liste che compongono il gruppo per il numero dei seggi assegnati al gruppo stesso nel
collegio. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria
del quoziente. Divide quindi la cifra elettorale di collegio di ciascuna lista del gruppo
per tale quoziente di collegio. La parte intera del quoziente cos ttenuto rappresenta il
numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire
sono assegnati alle liste seguendo la graduatoria decrescente delle parti decimali dei
quozienti cos ttenuti; in caso di parit sono attribuiti alle liste con la maggiore cifra
elettorale circoscrizionale; a parit i quest'ultima, si procede a sorteggio.
Successivamente accerta se la somma dei seggi assegnati in tutti i collegi a ciascuna
lista corrisponda al numero di seggi a essa attribuito nella circoscrizione ai sensi del
comma 1, lettera b). In caso negativo, determina la lista che ha il maggior numero di
seggi eccedentari e, a parit i questi, la lista che tra queste ha ottenuto il seggio
eccedentario con la minore parte decimale del quoziente; sottrae quindi il seggio a tale
lista nel collegio in cui tato ottenuto con la minore parte decimale dei quozienti di
attribuzione e lo assegna alla lista deficitaria che ha il maggior numero di seggi
deficitari e, a parit i questi, alla lista che tra queste ha la maggiore parte decimale
del quoziente che non ha dato luogo all'assegnazione di seggio; il seggio ssegnato alla
lista deficitaria nel collegio plurinominale in cui essa ha la maggiore parte decimale del
quoziente di attribuzione non utilizzata; ripete quindi, in successione, tali operazioni
fino all'assegnazione di tutti i seggi eccedentari alle liste deficitarie;
f) qualora l'Ufficio elettorale centrale nazionale abbia assegnato i seggi alle liste
senza attribuire il premio di maggioranza, l'ufficio elettorale circoscrizionale procede
all'attribuzione dei seggi nei collegi plurinominali, considerando singolarmente ciascuna
lista, con le medesime modalit tabilite dalla lettera e) per l'attribuzione dei seggi alle
liste del gruppo di liste di minoranza.
12. L'articolo 17 del decreto legislativo n. 533 del 1993 ostituito dal seguente:
Art. 17. 1. Al termine delle operazioni di cui all'articolo 16-bis, l'ufficio
elettorale regionale proclama eletti in ciascun collegio, nei limiti dei seggi ai quali
ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista medesima, a partire dal
candidato capolista e successivamente in ragione del numero di preferenze ottenute da
ciascun candidato, in ordine decrescente.
2. Qualora una lista abbia esaurito il numero dei candidati presentati in un collegio
plurinominale e non sia quindi possibile attribuire tutti i seggi ad essa spettanti in
quel collegio, l'ufficio elettorale regionale assegna i seggi alla lista negli altri
collegi plurinominali della regione in cui la stessa lista abbia la maggiore parte
decimale del quoziente non utilizzata, a partire dal candidato capolista e successivamente
in ragione del numero di preferenze ottenute da ciascun candidato, in ordine decrescente.
Qualora al termine di detta operazione residuino ancora seggi da assegnare alla lista,
questi le sono attribuiti negli altri collegi plurinominali della regione in cui la stessa
lista abbia la maggiore parte decimale del quoziente gi tilizzata, a partire dal candidato
capolista e successivamente in ragione del numero di preferenze ottenute da ciascun
candidato, in ordine decrescente. Alla proclamazione del candidato capolista si applica la
disposizione del comma 1, secondo periodo.
13. L'articolo 17-bis del decreto legislativo n. 533 del 1993 brogato.
14. All'articolo 19 del decreto legislativo n. 533 del 1993 sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) il comma 1 ostituito dal seguente:
1. Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche sopravvenuta, ttribuito,
nell'ambito del medesimo collegio plurinominale, al candidato non eletto che abbia
ottenuto il maggior numero di preferenze;
b) al comma 2, le parole: ai sensi dell'articolo 17, comma 8 sono sostituite dalle
seguenti: ai sensi dell'articolo 17, comma 2.
15. Le tabelle A e B, allegate al decreto legislativo n. 533 del 1933, sono sostituite
dalle tabelle A e B di cui all'Allegato 1 alla presente legge.
Art. 3.
(Delega al Governo per la determinazione dei collegi plurinominali per l'elezione del
Senato della Repubblica).
1. Il Governo elegato ad adottare, entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in
vigore della presente legge, ai sensi dell'articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400,
un decreto legislativo per la determinazione dei collegi plurinominali nell'ambito di
ciascuna circoscrizione regionale, sulla base dei seguenti princ e criteri direttivi:
a) fatto salvo quanto stabilito per le circoscrizioni Valle d'Aosta/Vall d'Aoste e
Trentino-Alto Adige/Sdtirol ai sensi dell'articolo 1, commi 3 e 4, del decreto legislativo
20 dicembre 1993, n. 533, nelle restanti circoscrizioni del territorio nazionale per
l'elezione del Senato della Repubblica sono costituiti 50 collegi plurinominali. La
circoscrizione Molise ostituita in un unico collegio plurinominale;
b) i collegi plurinominali sono costituiti in ciascuna circoscrizione regionale in un
numero determinato con il metodo dei quozienti interi e dei pi alti resti in proporzione
al numero di seggi a essa assegnati secondo la ripartizione effettuata ai sensi
dell'articolo 57 della Costituzione. La popolazione di ciascun collegio pu ostarsi dalla
media della popolazione dei collegi della circoscrizione di non oltre il 20 per cento in
eccesso o in difetto;
c) sono garantite la coerenza del bacino territoriale di ciascun collegio e, di norma,
la sua omogeneit conomico-sociale e delle caratteristiche storico-culturali, nonch a
continuit el territorio di ciascun collegio, fatto salvo il caso in cui il territorio
stesso comprenda porzioni insulari. I collegi, di norma, non possono dividere il
territorio comunale, salvo il caso dei comuni che, per le loro dimensioni demografiche,
comprendano al loro interno pi collegi. In quest'ultimo caso, ove possibile, il comune
deve essere suddiviso in collegi formati mediante l'accorpamento dei tenitori dei collegi
plurinominali per l'elezione della Camera dei deputati stabiliti dal decreto legislativo 7
agosto 2015, n. 122;
d) sulla base di quanto stabilito dall'articolo 1, comma 2-ter, del decreto legislativo
20 dicembre 1993, n. 533, introdotto dalla presente legge, ciascun collegio plurinominale
eterminato di norma per accorpamento dei collegi plurinominali per l'elezione della Camera
dei deputati stabiliti dal decreto legislativo 7 agosto 2015, n. 122.
2. Ai fini della predisposizione dello schema del decreto legislativo di cui al comma
1, il Governo si avvale di una Commissione composta dal presidente dell'istituto nazionale
di statistica, che la presiede, e da dieci esperti in materia attinente ai compiti che la
Commissione hiamata a svolgere, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato.
3. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1 rasmesso alle Camere entro venti
giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai fini dell'espressione del
parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia entro quindici
giorni dalla ricezione dello schema. Qualora il decreto legislativo non fosse conforme al
parere parlamentare, il Governo, contemporaneamente alla pubblicazione del decreto, deve
inviare alle Camere una relazione recante un'adeguata motivazione.
4. Si prescinde dal parere di cui al comma 3 qualora non sia espresso entro i termini
ivi stabiliti.
5. In caso di scioglimento del Senato della Repubblica prima della data di entrata in
vigore del decreto legislativo di cui al comma 1, i collegi plurinominali per l'elezione
del Senato della Repubblica sono determinati dalla tabella A di cui all'allegato 2 alla
presente legge.
Art. 4.
(Disposizioni finali e transitorie).
1. All'articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53, sono aggiunte, in fine, le
seguenti parole: Da parte del sindaco del comune di residenza, o del presidente del
tribunale avente competenza su tale comune, possono essere inoltre delegati alle
autenticazioni di cui al presente comma i cittadini italiani, indicati da uno dei
rappresentanti di cui all'articolo 17, comma 1, del decreto del Presidente della
Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, che abbiano i requisiti per l'elezione a consigliere
comunale.
2. All'articolo 2, comma 36, della legge 6 maggio 2015, n. 52, dopo le parole: e
successive modificazioni, sono aggiunte le seguenti: e di cui al comma 3, primo periodo,
dell'articolo 9 del decreto legislativo n. 533 del 1993 e le parole: 1o gennaio 2014 sono
sostituite dalle seguenti: 1 maggio 2017. |
|
.
1000 |
Sull'uso del simbolo scudo
crociato-libertas, dopo che il Tribunale Civile di Roma
ha autorizzato la riorganizzazione del partito della Democrazia Cristiana |
1.- |
Primi chiarimenti sul simbolo,
in vista delle elezioni comunali: |
|
"Sarà lecito usare il simbolo
"Scudo crociato, Libertas" ?
Risposta: "Lecito, con autorizzazione del Presidente del Partito" |
|
. |
2.- |
Opportunità che nelle varie
regioni |
|
sia subito avviata la discussione sul
processo di riorganizzazione locale |
|
. |
3.- |
Frattanto, sulla annosa quesione di A. Sandri, si ricorda il dispositivo della Cassazione: |
|
"La Corte dichiara inammissibili i ricorsi del partito....
della Democrazia Cristiana rappresentata
da Angelo Sandri" (Sentenza, pag.12 ). Ma non vanno dimenticati i suoi
contributi passati alla DC. |
|
|
|
La legge vigente:
DECRETO LEGISLATIVO, 20 dicembre 1993, n. 533 Art. 8. (Legge 23 aprile 1976, n. 136, art. 2, lettera b); legge 4 agosto
1993, n. 276, art. 2, comma 1, lettera a)
1. I partiti o gruppi politici organizzati nonche' singoli candidati
che intendono presentare candidature per la elezione del Senato debbono depositare presso
il Ministero dell'interno il contrassegno o i contrassegni con i quali dichiarano di voler
distinguere le candidature medesime, con l'osservanza delle norme di cui agli articoli 14*, 15, 16 e 17 del testo unico delle leggi recanti
norme per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 30 marzo 1957, n. 361.
*
Art. 14 del Testo Unico n. 361/1957
I partiti o i gruppi politici organizzati, che intendono
presentare candidature nei collegi uninominali o liste di candidati, debbono depositare
presso il Ministero dell'interno il contrassegno col quale dichiarano di voler distinguere
le candidature nei collegi uninominali o le liste medesime nelle singole circoscrizioni.
All'atto del deposito del contrassegno deve essere indicata la
denominazione del partito o del gruppo politico organizzato.
I partiti che notoriamente fanno uso di un determinato
simbolo sono tenuti a presentare le loro liste con un contrassegno che riproduca tale
simbolo.
Non e' ammessa la presentazione di contrassegni,
sia che si riferiscano a candidature nei collegi uninominali sia che si riferiscano a
liste, identici o confondibili con quelli presentati in precedenza ovvero con
quelli riproducenti simboli usati tradizionalmente da altri partiti.
Ai fini di cui al terzo comma costituiscono elementi di
confondibilita', congiuntamente od isolatamente considerati, oltre alla rappresentazione
grafica e cromatica generale, i simboli riprodotti, i singoli dati grafici, le espressioni
letterali, nonche' le parole o le effigi costituenti elementi di qualificazione degli
orientamenti o finalita' politiche connesse al partito o alla forza politica di
riferimento.
Non e' ammessa, altresi', la presentazione di contrassegni
effettuata con il solo scopo di precluderne surrettiziamente l'uso ad altri soggetti
politici interessati a farvi ricorso. Non e' ammessa inoltre la presentazione da parte di
altri partiti o gruppi politici di contrassegni riproducenti simboli o elementi
caratterizzanti simboli che per essere usati tradizionalmente da partiti presenti
in Parlamento possono trarre in errore l'elettore.
Non e' neppure ammessa la presentazione di contrassegni
riproducenti immagini o soggetti religiosi". |
|
Nino Luciani, Lecito per la DC usare il simbolo scudo crociato 1.- Premessa. Una persona semplice, che considera la
possibilità di usare un simbolo per il proprio partito, alle elezioni politiche e
amministrative, si fa due domande:
a) se un determinato simbolo è già di proprietà di qualcuno ;
b) se quel determinato simbolo è stato già usato da qualcuno .
Nel caso della DC è fuori discussione che il simbolo scudo
"crociato - libertas" sia di sua proprietà e che, tornando sulla scena politica
in base a decreto del tribunale (dopo 54 anni), possa rivendicarlo, in quanto la DC non si
è mai sciolta (come da nota sentenza della Cassazione).
Tuttavia, per la legge elettorale, la proprietà non ha alcuna importanza. Quello che
conta è il punto b), visto alla luce dell'art. 14 del testo unico (vedi qui a fianco).
2.- Uso tradizionale di un simbolo. Quello che
conta, per aver diritto all'uso di un simbolo, è averlo usato tradizionalmente.
Il caso della UDC ha un suo valore: nel senso che, negli ultimi 15 anni, quel
partito ha usato quel simbolo, e dunque la UDC ha un diritto .
Ma questo vale finchè non riappare la DC, e che infatti è riapparsa il 26
febbraio 2017 a Roma, legittimamente, ponendo fine ad ogni dubbio.
Dato il ritorno legittimo della DC, essa può dire di avere
avuto il pre-uso del simbolo dal 1948 al 1992, come risulta dal sito del Ministero
dell'Interno, che riporta tutti partiti e il rispettivo simbolo, di tutte le elezoni
politiche e amministrative dal 1948 ad oggi.
3.- Uso di partiti tradizionalmente in parlamento. Il
comma 6, art.16 restringe il campo: l'uso va riferito a "partiti tradizionalmente in
parlamento". Segnalo che "tradizionamente" è concetto diverso da
"attualmente". La DC storica ha il detto requisito: "tradizionalmente in
parlamento".
4.- Conclusione: chi, tra UDC e DC, potrà usare
il simbolo ? Nel confronto, in entrambi i casi esiste un uso tradizionale in
parlamento.
Ma tra i due, chi l'ha usato tradizionalmente di più ?
Mi pare evidente che la precedenza spetti alla DC (54 anni, in confronto a 15
anni).
Ma non potrà farlo chiunque si improvvisi della DC: occorrerà la autorizzazione
del Presidente del partito della DC, eletto il 26 feb. 2017. |
Ultimo ma non ultimo: la procedura per valere il simbolo.
Al momento delle elezioni politiche, la DC presenterà la lista con il simbolo, al
Ministero dell'Interno. In caso di contestazione della UDC, la partita andrà spostata in
Corte di Cassazione, che deciderà, circa il significato di "uso tradizionale in
parlamento". |
In seguito a pronunciamento della
Cassazione e alla autorizzazione del Tribunale di Roma
applicando l'art. 20 del codice civile, causa la inapplicabilità del vecchio Statuto |
. |
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Assemblea
dei soci del partito della DC elegge, per Presidente:
L'ON. AVV. GIANNI FONTANA |
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"UOMO DEL DUBBIO",
ma anche "MITO DC" |
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Significato fondamentale
della nomina:
Premesso che i dirigenti sono tutti scomparsi o fuoriusciti, il fatto nuovo è che
sarà possibile riorganizzare da zero la DC, senza più bisogno della magistratura |
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Vi hanno preso parte, quasi in incognito, personalità come i
proff. Fabrizio Fabbrini
(grande amico del papa polacco) e Filippo Peschiera (noto giuslavorista di Genova) |
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LA STORIA RECENTE e LA BUSSOLA PER IL FUTURO
PROSSIMO.
ANCHE UNO SCIPPO SULLE PELLE DELLA SICILIA, PER AUTO-GOAL DI GRASSI E ALESSI. |
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Necessarie due serie
riflessioni, con due convegni nazionali |
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a) uno, sulla storia della DC, perchè i giovani
sappiano... (tutto, anche gli errori);
b) un secondo, sulla necessità di una scuola di formazione, avente per didattica il
codice di Camaldoli |
La relazione del prof. Nino Luciani
alla Assemblea dei soci. Clicca su: presidente |
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Filippo PESCHIERA,
Spunti per una Scuola
di Formazione |
Formazione politica dei Quadri con docenti e materiale:
1. La Dottrina Sociale della Chiesa dalle Origini a Leone XIII ;
2. Rapporti speciali Italia - Germania
3. La collaborazione nell'impresa tra capitale e lavoro dal dopoguerra ad oggi;
4. Per una rilettura della Prima Repubblica
Verso il decollo
- Lo scenario mondiale
- La cortina di ferro
- Lo stato dei partiti del prefascismo:
a) nel Comunismo tutto è compatto; i pochi vertici sono legati a Mosca. È
presente un vasto apparato costruito nella Resistenza, che sì organizza nel Colpo di
Stato;
b) nei Cattolici tutto è ancora incerto. I vertici attendono indicazioni dai
Vescovi. Alla base, consapevoli di una svolta, si attende una parola dai Parroci e dagli
Insegnanti di religione.
c) II referendum del '46: Nord repubblicano e Centro - Sud monarchico;
d) Forte scontro tra capitale e lavoro
e) Industria e trasporti di terra
f)- La comunità familiare è solida;
g) II futuro della comunità nazionale è incerto.
I punti di forza della prima Repubblica
a) L'industrializzazione cambia le città ed il Paese;
b) L'Autostrada del Sole unifica l'Italia ;
c) L'Industria di Stato modernizza il Paese
d) Nessuna parte politica e sindacale è tagliata fuori dal circuito di
rappresentanza
e) II consociativismo evita i rischi della guerra civile ;
f) L'ascensore sociale consente a operai e contadini di istruirsi e di diventare
anche imprenditori, senza che lo Stato rallenti l'attività g) La ricetta della
Prima Repubblica è il sistema proporzionale con il voto
Il tramonto della Prima Repubblica
a) La Legge Mattarella e le spinte maggioritarie
5. L'esercizio del potere nei vertici DC: Andreotti, De Gasperi, Moro,
Fanfani,I dorotei.
6. L'impianto dei vertici DC:
a) La consistenza
b) Gli obiettivi
c) I rapporti fra gli impianti
d) I rapporti degli impianti con le altre forze politiche;
e) I rapporti con i pensatori;
f) I rapporti con i sindacati;
g) I rapporti con gli imprenditori ;
h)I rapporti con la Chiesa Cattolica;
i) I rapporti con i giovani
l) La selezione e la formazione dei Quadri
7.- La formazione dei Quadri nella Prima e nella Seconda Repubblica:
a) Nella Prima: i Quadri sono cercati nel partito e nelle organizzazioni vicine.
È insegnata la dottrina, individuando gli interessi da tutelare e le regoleconseguenti b)
Nella Seconda, si ricorre alla scouting: i Quadri sono cercati al di fuori. In definitiva:
l'interesse politico è ballerino e nessuno può reclamare. |
Nino Luciani, La storia recente
1.- La storia recente. Perchè ognuno abbia il suo, è giusto cominciare
dalla storia recente, quella che ha portato alla convocazione della assemblea dei soci, da
parte del Tribunale di Roma.
E' vero sì che Nino Luciani ha guidato l'operazione, ma vero è anche che con lui
c'erano altri, prima di tutti Alberto Alessi e tanti altri che si chiamano, in ordine
decrescente: Francesco Caponetto e Renato Grassi (Messina), Ettore Bonalberti, Luigi
D'Agrò e Gianni Fontana (Veneti), Francesco Mazzucco, Isabella Bocchio e Mauro Carmagnola
(Piemontesi), Francesco Ranieri e Paolo Cirino Pomicino (Campania), e tante persone
singole, non meno importanti, poichè al fatidico 10% si è arrivati uno alla volta, mano
mano.
Per spiegare come si è arrivati all'attuale provvedimento del Tribunale di Roma
(2016), va ricordato che, in origine,
a) una sentenza della Cassazione, del dicembre 2010, aveva confermato la sentenza
della Corte di Appello di Roma secondo cui (pag. 27).
- "non si è verificata nessuna ipotesi estintiva" della DC, in quanto l'organo
che la decise non aveva il potere di farlo e di conseguenza non era mai sorto un problema
di successione.
In particolare, nei confronti dei ricorrenti, la sentenza della Cassazione aveca
così concluso (pag. 12):
"La Corte dichiara inammissibili i ricorsi del partito:
- della DC rappresentata da Pino Pizza e Armando Lizzi,
- della Associazione Partito CDC-Cristiani Democratici Uniti;
- della Democrazia Cristiana rappresentata da Angelo Sandri;
- e della UDC - Unione Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro.
"Rigetta il ricorso del Partito Popolare Italiano ex-Democrazia
Cristiana".
La Corte di Appello (pag. 33) aveva anche ricordato che "il Tribunale di Roma
(2 aprile 2002) aveva "inibito all'on. Alessandro Duce l'utilizzazione del simbolo
scudo crociato e della qualifica di segretario amministrativo della DC".
Una successiva ordinanza del Tribunale Civile di Roma (marzo 2013, confermata da
sentenza del settembre 2015) aveva disposto la sospensione degli effetti del Congresso del
2012, che aveva eletto Gianni Fontana, come Segretario Nazionale.
2. Il seguito. Vista l'ordinanza, Gianni Fontana convocava una riunione
il 6 aprile 2013, a Roma, piazza S. Lorenzo in Lucina. Vi parteciparono 100 persone circa.
Fontana dichiarò la necessità di creare una Associazione per non disperdere i
volenterosi che volevano restare, e questo in attesa di decisioni più mature, quando
sarebbe arrivata la sentenza.
Ma Luciani e Alessi non ci stavamo: " L'Associazione è uno strumento debole,
serve un partito della DC nuova", con un nuovo Statuto, nel quale travasare tutti i
soci della DC storica, e con Fontana Segretario Nazionale. Però,
anche Fontana, a sua volta, non ci stava: "Si potrà fare un partito più avanti, ma
al momento, esso è una velleità" (Continua) |
Nino Luciani, La bussola per il
futuro: subito movere le Regioni, in attesa di ...
1) Giuridicamente, la prossima tappa sarà la modifica dello Statuto, per
la parte riguardante la struttura organizzative e il sistema elettivo, e ancora applicando
il codice civile, art. 21, c. 2, non potendosi applicare il vecchio Statuto.
Tuttavia, il relativo procedimento è difficilissimo, come spiego al termine della
mia relazione, pubblicata più sotto. Per questo motivo, non va perso tempo. Clicca su: presidente.
Grazie ad uno statuto lungimirante, la nuova DC dovrà essere non un partito che si
aggiunge, ma la casa di accoglienza della diaspora, più forte di prima, grazie alle
sofferenze patite.
I punti veramente essenziali e fondamentali sono che:
a ) tutti possano rientrare in pieno e reciproco rispetto, senza pagare dazi;
b) ci possa essere il pluralismo e il confronto tra le idee, ma dentro limiti che
salvaguardino pilastri fondamentali, quali:
- il carattere nazionale dell'azione (e quindi tutte le regioni siano rappresentate nel
consiglio nazionale);
- nel consiglio nazionale, siamo ammessi due soli gruppi: uno per governare e l'altro per
controllare chi governa. Per ottenere questo, non occorrono sbarramenti all'entrata, ma
incentivare l'aggregazione delle liste, alzando la soglia minima per costituire i gruppi.
2) La tappa finale sarà il congresso, in base al nuovo statuto, per la
ricostituzione dei quadri a livello nazionale e locale.
3) Nel frattempo, è importante creare subito i comitati regionali provvisori
(a cominciare dalla attivazione delle DC regionali già costituite e mai sciolte), per
permettere, su mandato del Presidente del Partito, la partecipazione alle elezioni locali
con l'uso dello scudo crociato.
A riguardo della possibilità di usare il simbolo, tornerò
prossimamente.
In parallelo, la nuova DC non potrà eludere una spiegazione, agli italiani:
- di quanto accaduto nel suo lungo governo di 50 anni;
- e del modo di impostare la sua futura presenza nel Paese.
Questo si potrebbe fare con due convegni nazionali:
a) un convegno storico, nel quale la DC racconterà il suo orgoglioso
contributo alla ricostruzione e alla benessere dell'Italia, riferibile agli anni
1948-76, ma anche il sup pentimento per la cattura del consenso mediante
l'uso strumentale della Pubblica Amministrazione e per il finanziamento illecito
del partito, riferibile agli anni 1977-94.
b) un convegno sulla formazione dei propri dirigenti, con istituzione di
una scuola, nella quale i nuovi governanti apprendano il valore della
moralità, le tematiche professionali da approfondire, l'importanza della esperienza che
comincia del basso e gradualmente si rende disponibile per i gradi alti della politica. NL |
(Continua) Dopo una
appassionata discussione, si passa ai voti: 60 per Fontana, 40 per Luciani e Alessi.
Nei mesi successivi, Luciani e Alessi pensano che i 60 voti su 100, ottenuti da
Fontana, siano pochi per una decisione che richiede la unanimità, e convocano a Bologna
(giugno 2013) un convegno di approfondimento.
Fontana, Luciani e Alessi trovano un accordo firmato:
- si fa l'associazione a luglio, e il partito della dc nuova a settembre".
Arriva luglio e, a Roma, viene costituita l'associazione.
Arriva settembre, ma Fontana non mantiene i patti. Di seguito fa anche
dichiarazioni secondo cui la DC è una esperienza conclusa.
A novembre Luciani e Alessi fanno il partito della "DC nuova", con
statuto regolarmente registrato nel Pubblico Registro, con l'unico obiettivo di
ricostruire la DC storica, e di sciogliersi al raggiungimento dell'obiettivo.3.-
Il seguito ulteriore. Qui i due avviano i colloqui con il tribunale di
Roma.
- A marzo ottengono un colloquio con il Presidente del Tribunale, e gli chiedono di
nominare un commissario per la convocazione della assemblea dei soci in base all'art. 78
del codice du procedura civile, considerato che tutti gli organi sono decaduti.
Il Presidente li invita a fare domanda (2014). Fanno domanda ma la risposta sarà
NO. Non può concedere la convocazione per pubblici proclami.
Luciani e Alessi , dopo un periodo di scoramento, tornano all'attacco e
maturano di fare domanda al tribunale in base all'art. 20 cc., in quanto (frattanto) hanno
notizia di un elenco dei soci, depositato da Fontana in tribunale.
Ma, a questo punto, Luciani e Alessi si dividono: Alessi, che sente don Stenico,
vuole rivolgersi al Tribunale di Bari, forse un "tribunale meno politicizzato"
di quello di Roma, e dove c'è un Presidente ex-democristiano, forse più sensibile alla
causa...
Perchè a Bari e non a Roma ? Il fondamento di questa scelta è che lo Statuto
attuale (1984) della DC non indica la sede della DC, e dunque qualunque sede può andare
bene.
Ma Luciani si oppone: la sede è sempre stata a Roma. "Non facciamo errori
gravi !"
Si arriva a dicembre 2014 e - in una riunione a Roma - Luciani, Grassi,
Lucchese, Bocchio, Tropeano decidono che la sede dev'essere Roma. Ma Alessi e don Stenico
fanno la fronda (non vi partecipano). Data la divisione, la raccolta delle firme è più
difficile. E' meglio aspettare l'esito dei frondisti.
Si perdono mesi, e i frondisti non concludono la raccolta delle firme per Bari.
Si fa una riunione a Bologna nel luglio 2015, e le parti rimangono nelle proprie
convinzioni - ma intanto Luciani e Grassi decidono di iniziare la raccolta delle firme per
Roma, comunque.
Ad agosto, Luciani scopre la fonte giuridica che indica la sede della DC:
a) lo statuto del 1943-45 indica piazza del Gesù;
b) nel 1946 lo statuto viene cambiato, ma solo dall'art. 6 in poi. Gli
articoli 1-5 restano immodificati;
c) nel 1947 lo statuto viene cambiato ancora, e la numerazione riprende dal
numero 1, dimenticando la prima parte (atto costitutivo) che dunque entra definitivamente
nel dimenticatoio, ma resta giuridicamente.
- Luciani fa partire la raccolta delle firme, che alla fine sono presentate
al tribunale, che poi convoca l'assemblea dei soci per il 25/26 febbraio per la elezione
del Presidente e incarica Luciani come Presidente designato di provvedere alla
convocazione, presso l'Ergife.
4.- Conclusione. Risulta dai fatti che il travaglio dell'operazione è ricaduto
tutto sulle spalle di Luciani e Alessi, e poco importa che con il senno di poi si constati
che ci siano stati degli errori (di Alessi e di don Stenico).
Direi dunque che, considerato il ruolo di Alessi, in alternativa a Fontana, e
considerato il valore simbolico della famiglia di Alessi nella storia della DC, il
riconoscimento della Presidenza andasse dato a lui, indiscutibilmente.
Ma la cosa non è andata così.
a) La spiegazione sta in un grave autogoal di Alessi.
Trattasi del fatto che, dal giorno successivo all'invio delle raccomandate di
convocazione della assemblea, da parte del Presidente designato, Alessi organizza una
fronda nei confronti di lui, meglio dire una operazione di denigrazione (sia pur
all'interno di una ristretta cerchia di persone: quelli della sua corte, e una decina di
altre persone), quelle che, in assemblea, voteranno contro alcuni punti dell'odg della
lettera di convocazione del Presidente designato.
Alessi criticava soprattutto un punto: il fatto che Presidente designato avesse
esteso l'invito ad "eventuali aventi titolo a partecipare alla assemblea come
socio", in aggiunta ai soci di cui all'elenco del tribunale. Non solo questo
Addirittura Alessi incaricherà una avvocatessa (andata dal giudice per
chiarimenti) di scrivere una lettera a Presidente designato, circa i suoi errori.
Ma errori non erano, e la prova viene dai seguenti fatti: :
- il Presidente designato girava la lettera dell'avvocato al Giudice;
- il Giudice, messo a conoscenza di tutte le osservazioni della avvocatessa, lo
confermava con un provvedimento aggiuntivo, su tutto.
Non solo questo: tutto il procedimento era stato ben studiato dai più valenti
giuriconsulti dell'Ateneo di Bologna, anche avvocati. Alessi sapeva di questi
giuriconsulti...
b) Anche un secondo autogoal della Sicilia, quello di Grassi.
Preso atto dell'auto-declassamento politico di Alessi, il Presidente designato tenterà di
recuperarlo indirettamente al momento della elezione del Presidente del partito.
A questo fine, si partiva dal fatto che anche Grassi Renato aveva speciali meriti
per l'operazione, avendo sempre sostenuto il Presidente designato durante la raccolta
delle firme, tra cui l'idea di rivolgersi al tribunale di Roma, e in più era autorevole
per essere stato (da giovane) dirigente dell'Ufficio organizzativo della DC.
Di ciò tenuto conto, al momento della elezione del Presidente, Luciani proporrà
(alla assemblea) Grassi (preavvisato la sera prima) come Presidente.
Ma Grassi, apertamente, risponderà: "non sono disponibile". Questo è il
secondo autogoal della Sicilia. |
.
LA RELAZIONE del prof. Nino Luciani, Presidente
designato dal tribunale
LINEE PER ASSEMBLEA DEI SOCI
In anteprima, comunico che il compito a cui sono stato delegato
è stato molto gravoso, ha richiesto la costante assistenza di un legale (collega
professore ordinario della università di Bologna, anche illustre avvocato), e mi ha
portato ad affrontare spese vive di notevole entità per le convocazioni, spostamenti ecc.
Strettamente per le sole raccomandate e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (gratis
l'Albo Pretorio del Comune di Roma, e due Giornali On Line) e annessi, ho anticipato sul
mio bilancio personale 8.508,16 (recuperati con contributi volontari dei soci e non
soci: 7.460,00. Di questi movimenti ho già pubblicato la rendicontazione
precedentemente, e che comunque resta disponibile per chiunque, per la tracciabilità dei
movimenti, secondo la legge.
Sono stati spesi anche 7.120 per l'uso della sala Leptis, Ergife, su un contratto
di Alberto Alessi, di cui non mi è stata data rendicontazione.
_______________
Apertura della assemblea dei soci
COMUNICAZIONI
a) Questa assemblea è stata convocata dal tribubale civile di Roma
con decreto n. 9374/2016 del 14.12.2016. Lo scopo è nominare il presidente della
associazione. Con questa nomina, scocca la scintilla che genera la vita giuridica della
DC, e non cè più bisogno del tribunale.
b) Nella prossima assemblea, dovra essere fatta la modifica dello Statuto e
successivamente il congresso per la nomina delle cariche, in base al nuovo statuto.
1) Il procedimento di oggi consiste di due parti:
a) nella prima parte, Presidente designato presiede la riunione come designato dal
tribunale per validare la costituzione della assemblea dei soci della DC, in base allart.
2367 cc.;
b) nella seconda parte, subentra il presidente nominato dalla assemblea, e
Presidente designato cessa come espressione del tribunale.
Penserà il nuovo Presidente a far
compiere allAssemblea tutti gli adempimenti per rendere lAssociazione
pienamente funzionante.
PRIMA PARTE.
Si passa alla prima parte dell'odg:
1.- Costituzione della assemblea
In apertura il Presidente chiama a fungere da segretario il dott. Emilio Cugliari. Egli
chiede approvaziole dei presenti, che è data alla unanimità.
Egli comunica che lodg scritto dal giudice è stato interpretato in modo estensivo
da lui, per scongiurare alcuni pericoli gravi al successo della assemblea dei soci, su due
punti:
a) allargamento degli invitati;
b) aggiunta del vice presidente della associazione, nellodg.
Devo fare, poi, precisazioni anche per la ammissibilità delle deleghe, ai sensi dell'art.
2372 cc. .
Comunica che il decreto del tribunale è stato integrato da un
provvedimento aggiuntivo. Precisamente:
a) In base al primo provvedimento, Presidente designato era stato designato per la
convocazione con lindicazione di un o.d.g. che prevedeva la convocazione dei soci,
scritti nellelenco approvato dal tribunale.
Ma il designato indirizzava linvito anche ad eventuali altri aventi
titolo
Lestensione aveva provocato una discussione presso alcuni soci, sfociata
nellincarico ad un avvocatessa che andava dal giudice a chiedere lumi sulla
validità dellestensione, e scriveva a Presidente designato la sua personale
interpretazione su quel punto e su altri punti.
Il Presidente designato girava al giudice questa lettera, accompagnandola con la
seguente lettera:
AL GIUDICE DOTT. GUIDO ROMANO
Sig. Giudice,
ieri mi e' pervenuta la lettera sottostante di un avvocato che scrive, non a nome suo, ma
come suo interprete.
Sono a sua disposizione per ogni miglior raccordo con lei.
Non e' vero che io abbia allargato l'elenco degli aventi diritto. Invece ho informato il
grande pubblico, circa il decreto del tribunale, per evitare eventuali ricorsi di
potenziali aventi diritto a partecipare alla assemblea.
Gia' il giudice Scerrato aveva accolto il ricorso di tre ricorrenti (non nell'elenco),
nella causa sul XIX congresso 2012, annullato, e di cui si dice a lei nel ricorso che ho
presentato a suo tempo.
Se ci saranno domande, il diritto sara' sottoposto alla assemblea, che accettera' o
respingera'.
Cordiali saluti.
Bologna 7 feb. 2017
Il giudice emetteva il seguente provvedimento, in calce alla lettera
di Presidente designato: visto, agli atti non sussistendo provvedimenti da adottare
ed essendo devoluto al sig. Nino Presidente designato nino lesecuzione degli
adempimenti connessi alla convocazione dellassemblea della Democrazia". Roma,
14.2.2017 . Firmato Guido Romano
Nota del Presidente designato. Il giudice, per
effetto della girata (a lui della lettera della avvocatessa) era venuto a conoscenza di
tutti gli elementi di doglianza dei soci . E , di cio' tenuto conto, gli aveva confermato
l'incarico. Dunque aveva agito bene su tutto.
___________________
Su questa base, informa lassemblea:
a) che sono pervenute 7 domande di parteciparvi, come socio, da parte di persone che
dichiarano di avere titolo.
Per Bonalumi Gianni, Ciccarelli Antonio, Rosini Franco, Russo Gaetano, Lucchese Paolo il
titolo è costituito da tessera di iscrizione alla DC. Per Valentina Valenti il titolo è
costituito da autodichiarazione resa (come tutti coloro che sono nell'elenco del
tribunale) ai fini della partecipazione al congresso DC del 2012 accompagnata da prova di
versamento di 50; per Franco De Simoni il titolo è costituito da prova di
versamento di 50, anch'essa ai fini di partecipazione al congresso DC del 2012.
2) In merito alla aggiunta della voce " vice presidente"
all'o.d.g., essa si giustifica come figura ammessa implicitamente dai principi generali
dell'ordinamento, una volta che il giudice aveva accettato la domanda di Presidente
designato di nominare il presidente in base ai principi generali dell'ordinamento e
specificamente in base all'art. 36 del cc.
La motivazione fondamentale della aggiunta addotta dal Presidente designato è la
seguente: se il presidente della associazione venisse a mancare prima del congresso,
avverrebbe una catastrofe: vale dire la DC si ritroverebbe senza dirigenti, come adesso, e
si dovrebbero raccogliere di nuovo le firme, e tornare dal tribunale. La DC avrebbe chiuso
la sua storia per sempre.
Il presidente designato ricorda che, nel ricorso fatto a suo tempo, aveva chiesto che
(all'odg) ci fosse anche il VICE . Egli aveva pensato ad una eventuale omissione o
dimenticanza del giudice, ma non ad un divieto. Egli aveva anche pensato che, se
lavesse omesso, lassemblea non avrebbe potuto valutare in merito al Vice,
perche non allodg.
Conclusione: linserimento allodg da alla assemblea la
possibilita di valutare se decidere se nominare il Vice.
3) In merito alla possibilità delle deleghe, il Presidente
designato, ricorda di avere ammesso la possibilità di una delega.
Ricorda l'art. t. 2372 cc. ., secondo cui "coloro ai quali spetta il diritto di voto
possono farsi rappresentare nell'assemblea salvo che, nelle società che non fanno ricorso
al mercato del capitale di rischio e nelle società cooperative, lo statuto disponga
diversamente".
Secondo il Presidente occorre salvaguardare il rispetto dello Statuto e il diritto alla
delega. Lo Statuto nulla dispone in merito. Resta da salvaguardare il diritto alla delega.
Il Presidente motiva il limite in una sola delega, in base ad un principio generale di
correttezza. Non è accettabile che un socio si presenti, ad es. con 300 deleghe mettendo
i minoranza tutti gli altri soci presenti, di numero minore.
2) Comunicazioni finali
Il Presidente designato segnala l'importanza cruciale di
approvare, tra le Varie ed Eventuali la seguente norma
transitoria:
1) In via transitoria, tutte le modifiche di statuto, che rendono attuabili la
ricostituzione degli organi medesimi, sono di competenza della assemblea.
2) Sino alla completa riorganizzazione del Partito, il Presidente del Partito è
autorizzato, anche ora e per allora e con espressa ratifica di quanto sino ad ora sia
stato fatto, a convocare gli associati mediante pubblici proclami, con avviso da
pubblicare almeno 20 giorni prima sulla GU e allAlbo Pretorio del Comune di Roma.
_________
NOTA POST RELAZIONEM. Ricordo che l'assemblea ha,
poi, bocciato le proposte di Luciani circa la nomina di un VicePresidente e la
possibilità della delega e le norme transitorie.
La mancata approvazione ha distrutto il 50% dell'impianto creato da
Luciani e dai giuristi Bologna. Esso era rivolto ai futuri passaggi che, di
conseguenza, diventano quasi impossibili.
a) Non sappiamo cosa farà il neo-Presidente, ma miracoli non ne sa fare. Avere negato la
nomina di un Vice Presidente (poteva essere in giovane) è una vera iattura, in caso di
impedimenti al Presidente;
b) La modifica di Statuto richiede un quorum di 3/4 dei soci, anche in seconda
convocazione. La possibilità della delega avrebbe dimezzata la difficoltà;
c) Attualmente, la modifica dello Statuto può essere fatto attraverso un congresso in
base all'attuale statuto. In alternativa, occorre che l'assemblea avochi a se stessa il
potere di modifica di statuto, come se si fosse nel 1945, quando la medesima assemblea si
privò del potere di modifica dello Statuto e lo delegò al congresso. Ma la relativa
norma transitoria non è stata votata, grazie a Grassi.
Si conclude constatando il danno infinito, creato dall'onda frondista, alimentata
da Alessi, cosa che ha aperto spazi a Bonalberti, trascinatore di popolo, ma poco
preparato come tutti i SAVONAROLA, i CICERUACCHIO .... |
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1943
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AGGIORNAMENTO COMUNICATO - 10 feb. 2017
TRIBUNALE CIVILE DI ROMA DISPONE
CONVOCAZIONE
Assemblea dei soci del partito della DEMOCRAZIA CRISTIANA
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La riunione avrà luogo a ROMA, Hotel Ergife,
Via Aurelia 619, tel.06 66441, il 25/26 feb 2017
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1943
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IL PERCORSO DELLA RIORGANIZZAZIONE
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1) Il traguardo finale e' la celebrazione del congresso per
la nomina degli organi, in base ad un nuovo statuto;
2) Ad esso si dovra' arrivare passando, prima, per due tappe :
a) una prima assemblea dei soci per la nomina del Presidente della
Associazione, il 25/26 feb. 2017, ex-art. 20 c 2;
b) una seconda assemblea dei soci per la modifica dello Statuto
(ex-art. 21 c. 2.
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FINANZIAMENTO DELLE SPESE DI
CONVOCAZIONE :
totale 8.000 per 1750 lettere raccomandate, e 7.120 per sala da 1750 posti. |
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Per dare un contributo (libero), serve fare un bonifico
bancario a favore di: |
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.Presidente designato NINO, presso banca Carisbo (Gruppo
INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810
CAUSALE: contributo spese convocazione assemblea partito DEMOCRAZIA
CRISTIANA storica..
Avvertenza: Su questo
IBAN, la cifra totale accettata non può superare 10.000 e servirà solo per le
raccomandate. Invece il finanziamento della sala dell'Hotel Ergife è fatto per altra via. |
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IL DECRETO DI CONVOCAZIONE
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Nino Presidente
designato, Prime riflessioni:
- sulla storia della DC
distinguendo tra il 1948-70, e il 1970-94, - e su un codice etico.
Anche risposta a CASTAGNETTI, da parte di un "ridicolo" (uno che non
pensa come lui)1.- Storia. L'attuale
provvedimento del Tribunale arriva dopo numerosi eventi politici e giuridici catastrofici,
per la DC, in un periodo di 20 anni. Precisamente, dopo lo
"scioglimento" della Democrazia Cristiana, avvenuto il 29 gennaio 1994, si
levarono varie iniziative per raccoglierne la eredità (patrimonio e simbolo), da parte di
nuovi partiti istituiti ad hoc, ma tra i quali sorsero molte controversie, finite in
tribunale, e tutte concluse solo nel 2009 con una sentenza della Corte di Appello di Roma,
approvata dalla Corte di Cassazione nel dicembre 2010. Secondo la Corte
di Appello, confermata dalla Cassazione, non è mai esistito un problema di successione
alla DC, perché lo "scioglimento" fu disposto da un organo che non avevo il
potere di legge per farlo e dunque, giuridicamente, la Democrazia Cristiana esiste
tuttora. Sulla base della Sentenza della Cassazione, nel 2012 fu attivato un
procedimento di auto convocazione (da parte di alcuni associati) del Consiglio nazionale,
e poi fu convocato il XIX congresso per la nomina degli organi (perchè erano tutti
decaduti). Il congresso del 2012 fu concluso con la nomina del nuovo Consiglio Nazionale e
del Segretario Nazionale nella persona di Gianni Fontana. Ma
successivamente il Tribunale di Roma annullò sia il Consiglio nazionale sia il Congresso,
perchè convocati in modo illegittimo.
2) Adesso l'Assemblea. In questi giorni, lo stesso
Tribunale Civile di Roma (anzi lo stesso giudice che annullò il Consiglio nazionale) ha
convocato l' Assemblea dei soci della Democrazia Cristiana, con piena garanzia della
osservanza delle norme di legge. Non va confusa l'Assemblea dei soci con il
Congresso dei delegati. L'una è una assemblea di primo grado (vale dire è sovrana);
invece il Congresso è una assemblea di terzo grado, ossia di eletti dalle sezioni locali,
poi dai congressi provinciali, poi dai congressi regionali, oggi non più fattibili
perchè le sezioni locali non esistono più.
3) Per un Convegno su un codice etico e un discorso ai giovani sulla storia della
DC.
E' importante una prima discussione tra i soci su un codice etico del
cristiano impegnato in politico, così come un discorso al Paese per rivendicare il ruolo
storico della DC, soprattutto nella prima fase (1948-1970);
E' anche importante (si direbbe fondamentale) non far finta di niente, di fronte al
Paese, su quanto accaduto nella seconda fase (1970-1994) con il "compromesso
storico" con il PCI e con il processo di Milano (di "mani pulite").
Un aspetto dirimente è il giudizio sul cosiddetto "compromesso
storico" tra la DC e il PCI, in pratica un accordo di potere che
salvaguardava la DC nel governo nazionale, e inseriva il PCI nelle Regioni, per i problemi
di interesse regionale e in più dava , alle Regioni,la delega dello Stato di gestione del
Servizio Sanitario Nazionale. Quel compromesso fu "vera gloria"
della DC ? O, invece, sarebbe stato più corretto (per rispetto alla
democrazia) una alternanza con il PCI, nel governo nazionale, se questa era la scelta
degli elettori ? Quel compromesso fu motivato con la tesi che il PCI era un
pericolo per la democrazia. I fatti successivi hanno dimostrato che era solo
una calunnia, e infatti il PCI fu importante per la salvezza della democrazia in Italia.
(Ma questo non significa che io avrei votato PCI).
4) Risposta di un "ridicolo" a Castagnetti.
Sul TEMPO di Roma (16 dic.) ha dichiarato: "Sono ridicoli, capitolo chiuso",
quelli della nuova DC. Mi pare un giudizio affrettato, troppo sbrigativo.
Penso che una cosa sia una DC della casta partitica (propria del suo cognome) come la DC
degli anni suoi (1970-94); una cosa sia una DC del popolo come quella del
1948-70. Credo che Castagnetti dovrebbe invece apprezzare questo tentativo di
far valere le idee buone dei cattolici attraverso l'unione, a parte che le idee buone non
sono un monopolio dei cattolici. |
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In preparazione della
Assemblea dei soci del partito della DC storica il 25/26 feb 2017, a Roma |
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INCONTRO DI BOLOGNA, 21 GENNAIO 2017
Via D'Azeglio 45, Collegio S. Luigi |
Presidente designato: "UN PARTITO DI SOLI CATTOLICI ?"
Ma il Papa non vuole un partito "SOLO" di cattoliciRESOCONTO:
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In
margine al Decreto del Tribunale di Roma sul ritorno della DC
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LINEE PER
LA DC
1.- Un partito di soli cattolici ? NO Il papa ha
detto no.
Sì, invece, ad un partito laico che unisca il più possibile i cattolici nello scenario
politico italiano, e anche di non cattolici con gli stessi valori e programmi, e garanti
della laicità del partito.
Un partito liberale ? No.
Un partito socialista ? NO.
Lart. 1 dellAtto costitutivo della DC (1945, tuttora vigente) dice: "DC,
un partito con un programma di libertà e di giustizia sociale, ispirato ai principi
cristiani".
Direi, con linguaggio più pragmatico: DC, un partito
interclassista e di mediazione sociale, ispirato alla dottrina sociale della chiesa, ma
non di soli cattolici, anzi benvenuti come garanti della laicità.
2. - Per la dottrina sociale della chiesa, nel
campo temporale la posizione del cristiano impegnato in politica, nei confronti della
gerarchia, non è diversa da quella del non cristiano nei confronti della gerarchia.
Cè invece il diritto-dovere della gerarchia nel dare lispirazione cristiana,
al cristiano. Vedi Diez Alegria, Università. Gregoriana. Clicca su: Diez
3.- Quale elettorato naturale per un partito di
cattolici (sia pur non di soli cattolici) ?
Penso che debba essere un elettorato qualificato, da cercare in quella direzione.
Dovremmo cercare un rapporto ufficiale con la gerarchia cattolica ?
Direi proprio di no, perché la Chiesa ragiona rivolta al mondo ultraterreno, e dunque su
valori trascendenti. Gesù aveva detto che chi è primo in questo mondo potrebbe risultare
ultimo nel suo regno (regno di Dio).Dunque la Chiesa non è interlocutrice di un partito
(sia esso di cattolici e non cattolici).
Lo storico Giorgio Galli (Storia della DC, 1943-93, ed. Kaos, Milano 2007, p. 32)
racconta che:" fino a quando la Chiesa e le organizzazioni cattoliche (parrocchie
,
NdR) non scelgono la DC (si era vicino al 1948, NdR), il partito non appare
affatto radicato nella società, e la sua azione si limita a contatti vertice
"
. ..Successivamente, con la partecipazione del mondo della cultura e della formazione
la DC diverrà anche "interclassista, capace di rivolgersi in modo credibile
tanto alle masse, quanto alle élites culturali e al mondo imprenditoriale " (ib.
p. 28).
A questo riguardo si deve considerare che la distinzione tra valori temporali e valori
spirituali non è netta, ma vè tutto un campo misto. Basti pensare al soccorso alle
povertà, alla presenza delle istituzioni cattoliche nel sociale (scuole, sanità, varie
forme di volontariato ) e più in generale al fatto che, nella tradizione italiana, le
nostre parrocchie hanno sempre svolto anche compiti civili.
Dunque la riscoperta del dialogo con le parrocchie, oggi molto dimenticate, è la strada
giusta per un partito di cattolici e di non cattolici. Anche perchè nel mondo dei non
cattolici ci sono strutture che fanno le stesse cose che fanno le parrocchie.
Con le parrocchie ci sono le associazioni e movimenti che le collaborano.
4.- In questo scenario il codice etico, ispirato alla
dottrina sociale della chiesa cattolica, diviene il linguaggio che permette al partito
di cattolici di parlare con le istituzioni civili cattoliche.
E un linguaggio che parla di comportamenti morali e di etica. Questo passaggio ci
porta a considerare che il cristiano impegnato in politica deve orientarsi al bene
comune, sia pur in modo generico.
Questo non vuole dire che si propone d demolire lo Stato sociale ( la
scuola pubblica, la sanità pubblica e quantaltro), ma il riconoscimento al
volontariato sociale di una posizione costituzionale paritaria. Questo ... anche
per motivi pratici. Infatti, la burocrazia pubblica è lo strumento fondamentale dello
Stato, di norma, altamente benemerito, ma anche catastrofica in dati casi (causa lentezza)
, di cui vediamo i limiti ogni giorno.
5.- Sulle motivazioni individuali dei politici. I
politici tutti (cattolici e non cattolici) non cercano spesso, come istinto naturale, il
bene comune, ma quello personale. Non è un fatto solo italiano, ma universale verificato
dalla Scuola di public choice, fondata da un premio Nobel (James Buchanan) e oggi
accettata nel mondo.
Seconda questa Scuola, circa le motivazioni individuali, non vè differenza tra
"economia privata di mercato" ed "economia pubblica", nel senso che:
un privato fa produzione per il mercato, ma allo scopo di fare un profitto.
E, identicamente, un politico fa produzione di beni pubblici, ma allo scopo di fare un
interesse personale. Questo "interesse" non è necessariamente illecito. Può
essere una remunerazione, il piacere di servire il bene comune, il piacere
dellambizione ( e questo cè anche nel privato).
Rinvio al mio libro: Economia delle Scelte Pubbliche. Clicca su: http://amsacta.unibo.it/3417/1/scritti_scelti_Presidente
designato.pdf , pag. 346 e ss.
Per riportare le cose sulla retta via, che mette daccordo il bene privato e il bene
pubblico, servono dei meccanismi bilancianti:
- nel mercato il principale meccanismo è la concorrenza, altro è la regolamentazione dei
monopoli
;
- nel campo pubblico il principale meccanismo è quello dellalternanza tra i
grandi partiti al governo, aspetto trattato nellAppendice al codice
etico (a cui rinvio), e del quale gli Stati Uniti dAmerica sono un esempio sotto gli
occhi di tutti, sia pur con i suoi difetti.
6.- Bene Comune. Cosa sia il cosiddetto bene
comune, esso non consiste "nel fare bene a tutti" e questo parrebbe
contraddittorio.
Nel campo pubblico ogni intervento, per sua natura, fa il bene di qualcuno, e il danno di
un altro.
Si pensi ad un autobus a servizio di un quartiere. Se esso passa per la strada più vicina
a te, probabilmente quella strada è la più lontana ad altri di un'altra strada. La
soluzione meno peggio è che lautobus passi per la via in mezzo alle due.
Si pensi al finanziamento di una scuola. Ognuno paga in modo progressivo, rispetto al
reddito. Probabilmente i ricchi (che pagano di più), mandano i figli in una scuola
privata, mentre i poveri mandano i figli alla scuola pubblica, pagando meno del costo.
Alla fine si trova che il bene comune è realizzato se, nel complesso della società
civile, i vantaggi superano i danni.
La valutazione la fa il governo. Ma se il governo pensa a prolungare la propria
sopravvivenza (ossia ai propri vantaggi), e alla fine si trova che egli potrebbe
privilegiare i propri elettori.
Questo è davvero il bene comune ? Per una soluzione, rinvio ad un mio studio:"
E.d'Albergo, la Sienza delle Finanze e il problema di una regola di sicura decisione
collettiva, a supporto del secondo teorema del benessere". Clicca su: http://amsacta.unibo.it/3417/1/scritti_scelti_Presidente
designato.pdf , pag.668 e ss.
7.- Torniamo al codice etico. Questa conclusione
ci riporta a considerare limportanza dei meccanismi bilancianti anche nel campo
pubblico, vale dire alla alternanza tra i grandi partiti al governo e soprattutto
alla educazione individuale.
Questa ci riporta al discorso iniziale, proprio della dottrina della chiesa cattolica:
dunque al codice etico, che parla alla persona. |
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FINANZIAMENTO DELLE RACCOMANDATE E DELLA GAZZETTA UFFICIALE
per la organizzazione della Assemblea dei soci il 25/26 feb 3017 |
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SPESA
NECESSARIA: 8.508,16 |
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TOTALE
CONTRIBUTI : 8.630,00 |
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CONTRIBUENTI per le raccomandate, GU e altro:
LUCIANI NINO, 20
TOMIETTO MAURO, 100
RENZO GUBERT, 500
GIUSEPPE CANANZI, 20
DUO VIELMO, 50
CANTELLI RAG GABRIELE, 20
TERRANOVA ALBINO, 50
MONTESANO CLAUDIO, 20
BOCCHIO ISABELLA, 100
PORTACCI AMEDEO - FONTANA , 1.0000
PESCHIERA FILIPPO - CASALI LAURA, 50
MORELLI GIUSEPPE-GIUSEPPE MORELLI, 30
ZARDI CARLO, 20
MAIOLO ILARIO, 100
GIOVINAZZO GIROLAMO, 300
VELLO GIORGIO, 30
LUIGI D'AGRO', 100
ANGELO MUSCO, 50
GIANNONE ANTONINO, 200
BONALBERTI ETTORE - LIBONI FRANCESCA, 200
GIANFRANCO RUCCO, 50
DE MONTIS PIETRO, 20
ANDREASI ROBERTO, 200
FERRONI MARCO, 100
VIALETTO LUIGI ANTONIO, 20
GRECO GIACOMO, 20
MANNO LIBORIO - LUCCHESE FRANCESCO, 200
MORETTI ANTONIO, 20
COMIS ALFREDO, 150
BANCO DI NAPOLI S P A-, 200
PETRILLO FRANCESCO NAPOLI, 100
FINESSO LUCIANO, 50
CICCARELLI ANTONIO, 100
GUCCIONE IGNAZIO MARIA MAURILIO, 200
LO CURZIO ENRICO, 250
BONGIORNO GIORGIO- GIGLIO FRANCES, 80
BARBUTO NICOLA CONCETTO, 100
BERTE VITO, 20
ZILLI LUIGI, 100
ARCIERI FRANCESCO, 50
ZOTTI GABRIELE, 20
CECCARELLI STEFANO, 100
SACCOMAN ANTONIO-RIGOTTI EZIA, 20
CIMATTI STEFANO, 200
FOIS LUCA-, 10
ORIOLI MATTIA, 20
PIRILLO GIANTULLIO, 200
RICCADONNA ANGELO-, 20
AMMATURO COSIMO, 50
BELLIN FLAVIO E CAGNIN LUCIA, 100
GORI GIOVANNI, 30
CUOCI ROBERTO, SCOGNAMIGLIO MARIA, 30
ORGA UMBERTO, 1.000, 00
CARROZZA LORENZO, 50
MINELLI GIAMPIETRO ALBINI ROMANA, 50
FRASCAROLO GIUSEPPE, 100
MANDANICI GIUSEPPE- NINO MANDANICI, 20
DE GAUDENZ ALDO, 200
LEPORINI PAOLO 100
PINTO ALESSANDRO 30
PERAZZOLO GIANCARLO 50
BATTAGLIERIN ROBERTO 50
TRAMONTE COSIMO DAMIANO 20
PRANDINI GIOVANNI, TRECCANI ADELE 1.050,00
RICCARDI MARINO 50
LIA CESARE AUGUSTO 50
BEIFIORI CONSULTANTS 20
TOTALI 8630,00 |
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In preparazione della Assemblea dei soci
del partito della DC storica |
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VERSO INCONTRO A BOLOGNA IL 21 GENNAIO 2017
Via D'Azeglio 45, Collegio S. Luigi |
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1) Presentazione
del codice etico del cristiano
impegnato in politica |
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2) Apertura delle
candidature alla Presidenza della
associazionne del partito della DC storica |
PER TROVARE IL CODICE,
CLICCA SU: Co1 ; Co2 |
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INCONTRO PRIVATO
il 21 gen, 2017 ore 10,00-16,00, a Bologna, in via d'Azeglio 45,
presso Collegio S. Luigi (parcheggio automobile nel retro: via della Liberta')
|
La Assemblea de soci, a febbraio, si può
fare solo se i soci la vogliono, versando il contributo libero per le raccomandate, per
totali 7500. Clicca su: IBAN . |
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INVITATI:
- I Soci DC iscritti nell'ultimo elenco disponibile, approvato dal
Tribunale a Roma il 25/26 feb 2016, per assemblea ex-art. 20 c.c.;
- Altri invitati, che hanno comunicato di avere interesse ad essere informati sulla
evoluzione del procedimento organizzativo della DC
Oggetto n. 1 - INCONTRO PRIVATO a Bologna il 21 gen,
2017 ore 10,00-16,00, a Bologna, in via d'Azeglio 45, presso Collegio S. Luigi (parcheggio
automobile nel retro: via della Liberta') in preparazione della Assemblea dei soci, il
25/26 feb. 2017.
Oggetto n. 2. Invio raccomandate di convocazione
assemblea 25/26 feb. 2017.
Per linvio (possibilmente entro il giorno 20 gennaio, tramite Ufficio
Postale), serve il via libera di voi tutti, vale dire il versamento del contributo
individuale libero, sul bonifico bancario intestato a:
Presidente designato NINO, presso banca Carisbo (Gruppo INTESA SAN PAOLO):
- IBAN IT 10B0638567684510301829810 ;
- CAUSALE: contributo spese convocazione assemblea partito DEMOCRAZIA CRISTIANA storica.
TUTTO DEV'ESSERE ASSOLUTAMENTE TRASPARENTE: il 21 gen. sara' mostrato e letto
l'estratto conto bancario, compresi i nomi dei contribuenti.
Per quanto riguarda la sala all'Ergife, il Direttore mi ha comunicato essere stata
pagata per intero (c'era un contratto di Alessi).
BREVE INTRODUZIONE AI
DUE ARGOMENTI
1.- Per quanto riguarda il punto 1,
sara presentato il codice di Guido Gonella del 1982, aggiornato da un gruppo di
studio di Bologna nel 2015. La motivazione della presentazione e' :
- preparare l' assemblea dei soci della DC del 25/26 feb. 2017 attraverso una riflessione
di carattere etico, per il bene comune;
- dare un segnale di buon inizio, alla Chiesa Cattolica, sia pure in modo unilaterale.
Per trovare il codice, clicca su: Codice etico ; e su: APPENDICE .
2.- Per quanto riguarda il punto 2, segnalo
che:
a) esso sostituisce lo "APPELLO DI BONABERTI alla coesione" in quanto
Egli, nellincontro organizzato a Roma il 12 gen. da A. Alessi, lo ha gia
esaurito (per sua dichiarazione). Esso e' consistito nellinvito a tutti di votare
unitariamente, a Presidente della Associazione dei soci della DC, "Gargani, elevata
personalita' ", (candidatura, notoriamente di Paolo Cirino Pomicino. In alternativa:
votare Gianni Fontana).
b) Ricordo che questa carica sara' operativa una sola volta, vale dire
solo fino alla seconda Assemblea, per approvare il nuovo Statuto, che e' lo strumento per
garantire a tutti la uguale dignita' e la pari opportunita', compreso che tutte le Regioni
siano rappresentate in Consiglio Nazionale in proporzione alla popolazione, e comunque con
un minimo di uno.
b) Penso, in netta opposizione a Bonalberti e Company, che la nomina del
Presidente dell'Associazione sia una prerogativa dell'Assemblea dei soci, il 25/26 feb; e
che tutti abbiano pari diritto alla candidatura.
Questo giustifica il punto 2 all'o.d.g. per il 21 gen., per non trovarci di fronte
al fatto compiuto, a cui (prima) io non avevo pensato (ma non Bonalberti) .
Faccio, dunque, appello a chiunque disponibile, di venire a Bologna a dare la
propria candidatura o a proporre candidature, e anche un programma (avanti i giovani, ma
senza rottamare nessuno).
3.- Torno al valore della "coesione". Questo
valore e stata calpestato nel Congresso del 2012 (vedi: Manuale Cencelli, ecc.). Un
comune amico, nel lasciare il congresso aveva detto: "Abbiamo ritrovato la vecchia
DC, nel bene e nel male, tale e quale come era prima ".
Quale contributo alla memoria storica ("Historia est magistra vitae), rinvio al
servizio sul XIX congresso (bello, ma ingannevole: basti pensare ai vari ricorsi ai
giudici), che avevo fatto nel dic. 2012.
4.- Da ultimo: la spesa pranzo e' di 20,00. Attendo la conferma dei
ritardatari, circa la presenza al ristorante.
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