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In seguito a pronunciamento della
Cassazione (2010)
e alla autorizzazione del Tribunale di Roma (2016) |
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Assemblea
dei soci del partito della DC elegge, per Presidente:
L'ON. AVV. GIANNI FONTANA |
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"UOMO DEL DUBBIO",
ma anche "MITO DC" |
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Significato fondamentale
della nomina:
Premesso che i dirigenti sono tutti scomparsi o fuoriusciti, il fatto nuovo è che
sarà possibile riorganizzare da zero la DC, senza più bisogno della magistratura |
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Vi hanno preso parte, quasi in incognito, personalità come i
proff. Fabrizio Fabbrini
(grande amico del papa polacco) e Filippo Peschiera (noto giuslavorista di Genova) |
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LA STORIA RECENTE e LA BUSSOLA PER IL FUTURO
PROSSIMO.
ANCHE UNO SCIPPO SULLE PELLE DELLA SICILIA, PER AUTO-GOAL DI GRASSI E ALESSI. |
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Necessarie due serie
riflessioni, con due convegni nazionali |
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a) uno, sulla storia della DC, perchè i giovani
sappiano... (tutto, anche gli errori);
b) un secondo, sulla necessità di una scuola di formazione, avente per didattica il
codice di Camaldoli |
La relazione del prof. Nino Luciani
alla Assemblea dei soci. Clicca su: presidente |
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Filippo PESCHIERA,
Spunti per una Scuola
di Formazione |
Formazione politica dei Quadri con docenti e materiale:
1. La Dottrina Sociale della Chiesa dalle Origini a Leone XIII ;
2. Rapporti speciali Italia - Germania
3. La collaborazione nell'impresa tra capitale e lavoro dal dopoguerra ad oggi;
4. Per una rilettura della Prima Repubblica
Verso il decollo
- Lo scenario mondiale
- La cortina di ferro
- Lo stato dei partiti del prefascismo:
a) nel Comunismo tutto è compatto; i pochi vertici sono legati a Mosca. È
presente un vasto apparato costruito nella Resistenza, che sì organizza nel Colpo di
Stato;
b) nei Cattolici tutto è ancora incerto. I vertici attendono indicazioni dai
Vescovi. Alla base, consapevoli di una svolta, si attende una parola dai Parroci e dagli
Insegnanti di religione.
c) II referendum del '46: Nord repubblicano e Centro - Sud monarchico;
d) Forte scontro tra capitale e lavoro
e) Industria e trasporti di terra
f)- La comunità familiare è solida;
g) II futuro della comunità nazionale è incerto.
I punti di forza della prima Repubblica
a) L'industrializzazione cambia le città ed il Paese;
b) L'Autostrada del Sole unifica l'Italia ;
c) L'Industria di Stato modernizza il Paese
d) Nessuna parte politica e sindacale è tagliata fuori dal circuito di
rappresentanza
e) II consociativismo evita i rischi della guerra civile ;
f) L'ascensore sociale consente a operai e contadini di istruirsi e di diventare
anche imprenditori, senza che lo Stato rallenti l'attività g) La ricetta della
Prima Repubblica è il sistema proporzionale con il voto
Il tramonto della Prima Repubblica
a) La Legge Mattarella e le spinte maggioritarie
5. L'esercizio del potere nei vertici DC: Andreotti, De Gasperi, Moro,
Fanfani,I dorotei.
6. L'impianto dei vertici DC:
a) La consistenza
b) Gli obiettivi
c) I rapporti fra gli impianti
d) I rapporti degli impianti con le altre forze politiche;
e) I rapporti con i pensatori;
f) I rapporti con i sindacati;
g) I rapporti con gli imprenditori ;
h)I rapporti con la Chiesa Cattolica;
i) I rapporti con i giovani
l) La selezione e la formazione dei Quadri
7.- La formazione dei Quadri nella Prima e nella Seconda Repubblica:
a) Nella Prima: i Quadri sono cercati nel partito e nelle organizzazioni vicine.
È insegnata la dottrina, individuando gli interessi da tutelare e le regoleconseguenti b)
Nella Seconda, si ricorre alla scouting: i Quadri sono cercati al di fuori. In definitiva:
l'interesse politico è ballerino e nessuno può reclamare. |
Nino Luciani, La storia recente
1.- La storia recente. Perchè ognuno abbia il suo, è giusto cominciare
dalla storia recente, quella che ha portato alla convocazione della assemblea dei soci, da
parte del Tribunale di Roma.
E' vero sì che Nino Luciani ha guidato l'operazione, ma vero è anche che con lui
c'erano altri, prima di tutti Alberto Alessi e tanti altri che si chiamano, in ordine
decrescente: Francesco Caponetto e Renato Grassi (Messina), Ettore Bonalberti, Luigi
D'Agrò e Gianni Fontana (Veneti), Francesco Mazzucco, Isabella Bocchio e Mauro Carmagnola
(Piemontesi), Francesco Ranieri e Paolo Cirino Pomicino (Campania), e tante persone
singole, non meno importanti, poichè al fatidico 10% si è arrivati uno alla volta, mano
mano.
Per spiegare come si è arrivati all'attuale provvedimento del Tribunale di Roma
(2016), va ricordato che, in origine,
a) una sentenza della Cassazione, del dicembre 2010, aveva confermato la sentenza
della Corte di Appello di Roma secondo cui (pag. 27).
- "non si è verificata nessuna ipotesi estintiva" della DC, in quanto l'organo
che la decise non aveva il potere di farlo e di conseguenza non era mai sorto un problema
di successione.
In particolare, nei confronti dei ricorrenti, la sentenza della Cassazione aveca
così concluso (pag. 12):
"La Corte dichiara inammissibili i ricorsi del partito:
- della DC rappresentata da Pino Pizza e Armando Lizzi,
- della Associazione Partito CDC-Cristiani Democratici Uniti;
- della Democrazia Cristiana rappresentata da Angelo Sandri;
- e della UDC - Unione Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro.
"Rigetta il ricorso del Partito Popolare Italiano ex-Democrazia
Cristiana".
La Corte di Appello (pag. 33) aveva anche ricordato che "il Tribunale di Roma
(2 aprile 2002) aveva "inibito all'on. Alessandro Duce l'utilizzazione del simbolo
scudo crociato e della qualifica di segretario amministrativo della DC".
Una successiva ordinanza del Tribunale Civile di Roma (marzo 2013, confermata da
sentenza del settembre 2015) aveva disposto la sospensione degli effetti del Congresso del
2012, che aveva eletto Gianni Fontana, come Segretario Nazionale.
2. Il seguito. Vista l'ordinanza, Gianni Fontana convocava una riunione
il 6 aprile 2013, a Roma, piazza S. Lorenzo in Lucina. Vi parteciparono 100 persone circa.
Fontana dichiarò la necessità di creare una Associazione per non disperdere i
volenterosi che volevano restare, e questo in attesa di decisioni più mature, quando
sarebbe arrivata la sentenza.
Ma Luciani e Alessi non ci stavamo: " L'Associazione è uno strumento debole,
serve un partito della DC nuova", con un nuovo Statuto, nel quale travasare tutti i
soci della DC storica, e con Fontana Segretario Nazionale. Però,
anche Fontana, a sua volta, non ci stava: "Si potrà fare un partito più avanti, ma
al momento, esso è una velleità" (Continua) |
Nino Luciani, La bussola per il
futuro: subito movere le Regioni, in attesa di ...
1) Giuridicamente, la prossima tappa sarà la modifica dello Statuto, per
la parte riguardante la struttura organizzative e il sistema elettivo, e ancora applicando
il codice civile, art. 21, c. 2, non potendosi applicare il vecchio Statuto.
Tuttavia, il relativo procedimento è difficilissimo, come spiego al termine della
mia relazione, pubblicata più sotto. Per questo motivo, non va perso tempo. Clicca su: presidente.
Grazie ad uno statuto lungimirante, la nuova DC dovrà essere non un partito che si
aggiunge, ma la casa di accoglienza della diaspora, più forte di prima, grazie alle
sofferenze patite.
I punti veramente essenziali e fondamentali sono che:
a ) tutti possano rientrare in pieno e reciproco rispetto, senza pagare dazi;
b) ci possa essere il pluralismo e il confronto tra le idee, ma dentro limiti che
salvaguardino pilastri fondamentali, quali:
- il carattere nazionale dell'azione (e quindi tutte le regioni siano rappresentate nel
consiglio nazionale);
- nel consiglio nazionale, siamo ammessi due soli gruppi: uno per governare e l'altro per
controllare chi governa. Per ottenere questo, non occorrono sbarramenti all'entrata, ma
incentivare l'aggregazione delle liste, alzando la soglia minima per costituire i gruppi.
2) La tappa finale sarà il congresso, in base al nuovo statuto, per la
ricostituzione dei quadri a livello nazionale e locale.
3) Nel frattempo, è importante creare subito i comitati regionali provvisori
(a cominciare dalla attivazione delle DC regionali già costituite e mai sciolte), per
permettere, su mandato del Presidente del Partito, la partecipazione alle elezioni locali
con l'uso dello scudo crociato.
A riguardo della possibilità di usare il simbolo, tornerò
prossimamente.
In parallelo, la nuova DC non potrà eludere una spiegazione, agli italiani:
- di quanto accaduto nel suo lungo governo di 50 anni;
- e del modo di impostare la sua futura presenza nel Paese.
Questo si potrebbe fare con due convegni nazionali:
a) un convegno storico, nel quale la DC racconterà il suo orgoglioso
contributo alla ricostruzione e alla benessere dell'Italia, riferibile agli anni
1948-76, ma anche il sup pentimento per la cattura del consenso mediante
l'uso strumentale della Pubblica Amministrazione e per il finanziamento illecito
del partito, riferibile agli anni 1977-94.
b) un convegno sulla formazione dei propri dirigenti, con istituzione di
una scuola, nella quale i nuovi governanti apprendano il valore della
moralità, le tematiche professionali da approfondire, l'importanza della esperienza che
comincia del basso e gradualmente si rende disponibile per i gradi alti della politica. NL |
(Continua) Dopo una
appassionata discussione, si passa ai voti: 60 per Fontana, 40 per Luciani e Alessi.
Nei mesi successivi, Luciani e Alessi pensano che i 60 voti su 100, ottenuti da
Fontana, siano pochi per una decisione che richiede la unanimità, e convocano a Bologna
(giugno 2013) un convegno di approfondimento.
Fontana, Luciani e Alessi trovano un accordo firmato:
- si fa l'associazione a luglio, e il partito della dc nuova a settembre".
Arriva luglio e, a Roma, viene costituita l'associazione.
Arriva settembre, ma Fontana non mantiene i patti. Di seguito fa anche
dichiarazioni secondo cui la DC è una esperienza conclusa.
A novembre Luciani e Alessi fanno il partito della "DC nuova", con
statuto regolarmente registrato nel Pubblico Registro, con l'unico obiettivo di
ricostruire la DC storica, e di sciogliersi al raggiungimento dell'obiettivo.3.-
Il seguito ulteriore. Qui i due avviano i colloqui con il tribunale di
Roma.
- A marzo ottengono un colloquio con il Presidente del Tribunale, e gli chiedono di
nominare un commissario per la convocazione della assemblea dei soci in base all'art. 78
del codice du procedura civile, considerato che tutti gli organi sono decaduti.
Il Presidente li invita a fare domanda (2014). Fanno domanda ma la risposta sarà
NO. Non può concedere la convocazione per pubblici proclami.
Luciani e Alessi , dopo un periodo di scoramento, tornano all'attacco e
maturano di fare domanda al tribunale in base all'art. 20 cc., in quanto (frattanto) hanno
notizia di un elenco dei soci, depositato da Fontana in tribunale.
Ma, a questo punto, Luciani e Alessi si dividono: Alessi, che sente don Stenico,
vuole rivolgersi al Tribunale di Bari, forse un "tribunale meno politicizzato"
di quello di Roma, e dove c'è un Presidente ex-democristiano, forse più sensibile alla
causa...
Perchè a Bari e non a Roma ? Il fondamento di questa scelta è che lo Statuto
attuale (1984) della DC non indica la sede della DC, e dunque qualunque sede può andare
bene.
Ma Luciani si oppone: la sede è sempre stata a Roma. "Non facciamo errori
gravi !"
Si arriva a dicembre 2014 e - in una riunione a Roma - Luciani, Grassi,
Lucchese, Bocchio, Tropeano decidono che la sede dev'essere Roma. Ma Alessi e don Stenico
fanno la fronda (non vi partecipano). Data la divisione, la raccolta delle firme è più
difficile. E' meglio aspettare l'esito dei frondisti.
Si perdono mesi, e i frondisti non concludono la raccolta delle firme per Bari.
Si fa una riunione a Bologna nel luglio 2015, e le parti rimangono nelle proprie
convinzioni - ma intanto Luciani e Grassi decidono di iniziare la raccolta delle firme per
Roma, comunque.
Ad agosto, Luciani scopre la fonte giuridica che indica la sede della DC:
a) lo statuto del 1943-45 indica piazza del Gesù;
b) nel 1946 lo statuto viene cambiato, ma solo dall'art. 6 in poi. Gli
articoli 1-5 restano immodificati;
c) nel 1947 lo statuto viene cambiato ancora, e la numerazione riprende dal
numero 1, dimenticando la prima parte (atto costitutivo) che dunque entra definitivamente
nel dimenticatoio, ma resta giuridicamente.
- Luciani fa partire la raccolta delle firme, che alla fine sono presentate
al tribunale, che poi convoca l'assemblea dei soci per il 25/26 febbraio per la elezione
del Presidente e incarica Luciani come Presidente designato di provvedere alla
convocazione, presso l'Ergife.
4.- Conclusione. Risulta dai fatti che il travaglio dell'operazione è ricaduto
tutto sulle spalle di Luciani e Alessi, e poco importa che con il senno di poi si constati
che ci siano stati degli errori (di Alessi e di don Stenico).
Direi dunque che, considerato il ruolo di Alessi, in alternativa a Fontana, e
considerato il valore simbolico della famiglia di Alessi nella storia della DC, il
riconoscimento della Presidenza andasse dato a lui, indiscutibilmente.
Ma la cosa non è andata così.
a) La spiegazione sta in un grave autogoal di Alessi.
Trattasi del fatto che, dal giorno successivo all'invio delle raccomandate di
convocazione della assemblea, da parte del Presidente designato, Alessi organizza una
fronda nei confronti di lui, meglio dire una operazione di denigrazione (sia pur
all'interno di una ristretta cerchia di persone: quelli della sua corte, e una decina di
altre persone), quelle che, in assemblea, voteranno contro alcuni punti dell'odg della
lettera di convocazione del Presidente designato.
Alessi criticava soprattutto un punto: il fatto che Presidente designato avesse
esteso l'invito ad "eventuali aventi titolo a partecipare alla assemblea come
socio", in aggiunta ai soci di cui all'elenco del tribunale. Non solo questo
Addirittura Alessi incaricherà una avvocatessa (andata dal giudice per
chiarimenti) di scrivere una lettera a Presidente designato, circa i suoi errori.
Ma errori non erano, e la prova viene dai seguenti fatti: :
- il Presidente designato girava la lettera dell'avvocato al Giudice;
- il Giudice, messo a conoscenza di tutte le osservazioni della avvocatessa, lo
confermava con un provvedimento aggiuntivo, su tutto.
Non solo questo: tutto il procedimento era stato ben studiato dai più valenti
giuriconsulti dell'Ateneo di Bologna, anche avvocati. Alessi sapeva di questi
giuriconsulti...
b) Anche un secondo autogoal della Sicilia, quello di Grassi.
Preso atto dell'auto-declassamento politico di Alessi, il Presidente designato tenterà di
recuperarlo indirettamente al momento della elezione del Presidente del partito.
A questo fine, si partiva dal fatto che anche Grassi Renato aveva speciali meriti
per l'operazione, avendo sempre sostenuto il Presidente designato durante la raccolta
delle firme, tra cui l'idea di rivolgersi al tribunale di Roma, e in più era autorevole
per essere stato (da giovane) dirigente dell'Ufficio organizzativo della DC.
Di ciò tenuto conto, al momento della elezione del Presidente, Luciani proporrà
(alla assemblea) Grassi (preavvisato la sera prima) come Presidente.
Ma Grassi, apertamente, risponderà: "non sono disponibile". Questo è il
secondo autogoal della Sicilia. |
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LA RELAZIONE del prof. Nino Luciani, Presidente
designato dal tribunale
LINEE PER ASSEMBLEA DEI SOCI
In anteprima, comunico che il compito a cui sono stato delegato
è stato molto gravoso, ha richiesto la costante assistenza di un legale (collega
professore ordinario della università di Bologna, anche illustre avvocato), e mi ha
portato ad affrontare spese vive di notevole entità per le convocazioni, spostamenti ecc.
Strettamente per le sole raccomandate e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (gratis
l'Albo Pretorio del Comune di Roma, e due Giornali On Line) e annessi, ho anticipato sul
mio bilancio personale 8.508,16 (recuperati con contributi volontari dei soci e non
soci: 7.460,00. Di questi movimenti ho già pubblicato la rendicontazione
precedentemente, e che comunque resta disponibile per chiunque, per la tracciabilità dei
movimenti, secondo la legge.
Sono stati spesi anche 7.120 per l'uso della sala Leptis, Ergife, su un contratto
di Alberto Alessi, di cui non mi è stata data rendicontazione.
_______________
Apertura della assemblea dei soci
COMUNICAZIONI
a) Questa assemblea è stata convocata dal tribubale civile di Roma
con decreto n. 9374/2016 del 14.12.2016. Lo scopo è nominare il presidente della
associazione. Con questa nomina, scocca la scintilla che genera la vita giuridica della
DC, e non cè più bisogno del tribunale.
b) Nella prossima assemblea, dovra essere fatta la modifica dello Statuto e
successivamente il congresso per la nomina delle cariche, in base al nuovo statuto.
1) Il procedimento di oggi consiste di due parti:
a) nella prima parte, Presidente designato presiede la riunione come designato dal
tribunale per validare la costituzione della assemblea dei soci della DC, in base allart.
2367 cc.;
b) nella seconda parte, subentra il presidente nominato dalla assemblea, e
Presidente designato cessa come espressione del tribunale.
Penserà il nuovo Presidente a far
compiere allAssemblea tutti gli adempimenti per rendere lAssociazione
pienamente funzionante.
PRIMA PARTE.
Si passa alla prima parte dell'odg:
1.- Costituzione della assemblea
In apertura il Presidente chiama a fungere da segretario il dott. Emilio Cugliari. Egli
chiede approvaziole dei presenti, che è data alla unanimità.
Egli comunica che lodg scritto dal giudice è stato interpretato in modo estensivo
da lui, per scongiurare alcuni pericoli gravi al successo della assemblea dei soci, su due
punti:
a) allargamento degli invitati;
b) aggiunta del vice presidente della associazione, nellodg.
Devo fare, poi, precisazioni anche per la ammissibilità delle deleghe, ai sensi dell'art.
2372 cc. .
Comunica che il decreto del tribunale è stato integrato da un
provvedimento aggiuntivo. Precisamente:
a) In base al primo provvedimento, Presidente designato era stato designato per la
convocazione con lindicazione di un o.d.g. che prevedeva la convocazione dei soci,
scritti nellelenco approvato dal tribunale.
Ma il designato indirizzava linvito anche ad eventuali altri aventi
titolo
Lestensione aveva provocato una discussione presso alcuni soci, sfociata
nellincarico ad un avvocatessa che andava dal giudice a chiedere lumi sulla
validità dellestensione, e scriveva a Presidente designato la sua personale
interpretazione su quel punto e su altri punti.
Il Presidente designato girava al giudice questa lettera, accompagnandola con la
seguente lettera:
AL GIUDICE DOTT. GUIDO ROMANO
Sig. Giudice,
ieri mi e' pervenuta la lettera sottostante di un avvocato che scrive, non a nome suo, ma
come suo interprete.
Sono a sua disposizione per ogni miglior raccordo con lei.
Non e' vero che io abbia allargato l'elenco degli aventi diritto. Invece ho informato il
grande pubblico, circa il decreto del tribunale, per evitare eventuali ricorsi di
potenziali aventi diritto a partecipare alla assemblea.
Gia' il giudice Scerrato aveva accolto il ricorso di tre ricorrenti (non nell'elenco),
nella causa sul XIX congresso 2012, annullato, e di cui si dice a lei nel ricorso che ho
presentato a suo tempo.
Se ci saranno domande, il diritto sara' sottoposto alla assemblea, che accettera' o
respingera'.
Cordiali saluti.
Bologna 7 feb. 2017
Il giudice emetteva il seguente provvedimento, in calce alla lettera
di Presidente designato: visto, agli atti non sussistendo provvedimenti da adottare
ed essendo devoluto al sig. Nino Presidente designato nino lesecuzione degli
adempimenti connessi alla convocazione dellassemblea della Democrazia". Roma,
14.2.2017 . Firmato Guido Romano
Nota del Presidente designato. Il giudice, per
effetto della girata (a lui della lettera della avvocatessa) era venuto a conoscenza di
tutti gli elementi di doglianza dei soci . E , di cio' tenuto conto, gli aveva confermato
l'incarico. Dunque aveva agito bene su tutto.
___________________
Su questa base, informa lassemblea:
a) che sono pervenute 7 domande di parteciparvi, come socio, da parte di persone che
dichiarano di avere titolo.
Per Bonalumi Gianni, Ciccarelli Antonio, Rosini Franco, Russo Gaetano, Lucchese Paolo il
titolo è costituito da tessera di iscrizione alla DC. Per Valentina Valenti il titolo è
costituito da autodichiarazione resa (come tutti coloro che sono nell'elenco del
tribunale) ai fini della partecipazione al congresso DC del 2012 accompagnata da prova di
versamento di 50; per Franco De Simoni il titolo è costituito da prova di
versamento di 50, anch'essa ai fini di partecipazione al congresso DC del 2012.
2) In merito alla aggiunta della voce " vice presidente"
all'o.d.g., essa si giustifica come figura ammessa implicitamente dai principi generali
dell'ordinamento, una volta che il giudice aveva accettato la domanda di Presidente
designato di nominare il presidente in base ai principi generali dell'ordinamento e
specificamente in base all'art. 36 del cc.
La motivazione fondamentale della aggiunta addotta dal Presidente designato è la
seguente: se il presidente della associazione venisse a mancare prima del congresso,
avverrebbe una catastrofe: vale dire la DC si ritroverebbe senza dirigenti, come adesso, e
si dovrebbero raccogliere di nuovo le firme, e tornare dal tribunale. La DC avrebbe chiuso
la sua storia per sempre.
Il presidente designato ricorda che, nel ricorso fatto a suo tempo, aveva chiesto che
(all'odg) ci fosse anche il VICE . Egli aveva pensato ad una eventuale omissione o
dimenticanza del giudice, ma non ad un divieto. Egli aveva anche pensato che, se
lavesse omesso, lassemblea non avrebbe potuto valutare in merito al Vice,
perche non allodg.
Conclusione: linserimento allodg da alla assemblea la
possibilita di valutare se decidere se nominare il Vice.
3) In merito alla possibilità delle deleghe, il Presidente
designato, ricorda di avere ammesso la possibilità di una delega.
Ricorda l'art. t. 2372 cc. ., secondo cui "coloro ai quali spetta il diritto di voto
possono farsi rappresentare nell'assemblea salvo che, nelle società che non fanno ricorso
al mercato del capitale di rischio e nelle società cooperative, lo statuto disponga
diversamente".
Secondo il Presidente occorre salvaguardare il rispetto dello Statuto e il diritto alla
delega. Lo Statuto nulla dispone in merito. Resta da salvaguardare il diritto alla delega.
Il Presidente motiva il limite in una sola delega, in base ad un principio generale di
correttezza. Non è accettabile che un socio si presenti, ad es. con 300 deleghe mettendo
i minoranza tutti gli altri soci presenti, di numero minore.
2) Comunicazioni finali
Il Presidente designato segnala l'importanza cruciale di
approvare, tra le Varie ed Eventuali la seguente norma
transitoria:
1) In via transitoria, tutte le modifiche di statuto, che rendono attuabili la
ricostituzione degli organi medesimi, sono di competenza della assemblea.
2) Sino alla completa riorganizzazione del Partito, il Presidente del Partito è
autorizzato, anche ora e per allora e con espressa ratifica di quanto sino ad ora sia
stato fatto, a convocare gli associati mediante pubblici proclami, con avviso da
pubblicare almeno 20 giorni prima sulla GU e allAlbo Pretorio del Comune di Roma.
_________
NOTA POST RELAZIONEM. Ricordo che l'assemblea ha,
poi, bocciato le proposte di Luciani circa la nomina di un VicePresidente e la
possibilità della delega e le norme transitorie.
La mancata approvazione ha distrutto il 50% dell'impianto creato da
Luciani e dai giuristi Bologna. Esso era rivolto ai futuri passaggi che, di
conseguenza, diventano quasi impossibili.
a) Non sappiamo cosa farà il neo-Presidente, ma miracoli non ne sa fare. Avere negato la
nomina di un Vice Presidente (poteva essere in giovane) è una vera iattura, in caso di
impedimenti al Presidente;
b) La modifica di Statuto richiede un quorum di 3/4 dei soci, anche in seconda
convocazione. La possibilità della delega avrebbe dimezzata la difficoltà;
c) Attualmente, la modifica dello Statuto può essere fatto attraverso un congresso in
base all'attuale statuto. In alternativa, occorre che l'assemblea avochi a se stessa il
potere di modifica di statuto, come se si fosse nel 1945, quando la medesima assemblea si
privò del potere di modifica dello Statuto e lo delegò al congresso. Ma la relativa
norma transitoria non è stata votata, grazie a Grassi.
Si conclude constatando il danno infinito, creato dall'onda frondista, alimentata
da Alessi, cosa che ha aperto spazi a Bonalberti, trascinatore di popolo, ma poco
preparato come tutti i SAVONAROLA, i CICERUACCHIO .... |
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COMUNICATO - 10 feb. 2017
TRIBUNALE CIVILE DI ROMA DISPONE
CONVOCAZIONE
Assemblea dei soci del partito della DEMOCRAZIA CRISTIANA
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La riunione avrà luogo a ROMA, Hotel Ergife,
Via Aurelia 619, tel.06 66441, il 25/26 feb 2017
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IL PERCORSO DELLA RIORGANIZZAZIONE
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1) Il traguardo finale e' la celebrazione del congresso per
la nomina degli organi, in base ad un nuovo statuto;
2) Ad esso si dovra' arrivare passando, prima, per due tappe :
a) una prima assemblea dei soci per la nomina del Presidente della
Associazione, il 25/26 feb. 2017, ex-art. 20 c 2;
b) una seconda assemblea dei soci per la modifica dello Statuto
(ex-art. 21 c. 2.
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FINANZIAMENTO DELLE SPESE DI
CONVOCAZIONE :
totale 8.000 per 1750 lettere raccomandate, e 7.120 per sala da 1750 posti. |
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Per dare un contributo (libero), serve fare un bonifico
bancario a favore di: |
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.Presidente designato NINO, presso banca Carisbo (Gruppo
INTESA SAN PAOLO): IBAN IT 10B0638567684510301829810
CAUSALE: contributo spese convocazione assemblea partito DEMOCRAZIA
CRISTIANA storica..
Avvertenza: Su questo
IBAN, la cifra totale accettata non può superare 10.000 e servirà solo per le
raccomandate. Invece il finanziamento della sala dell'Hotel Ergife è fatto per altra via. |
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IL
PROF. NINO LUCIANI
designato per la convocazione
dal Tribunale Civile di Roma
IL DECRETO DEL TRIBUNALE
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Nino Luciani, Prime
riflessioni:
- sulla storia della DC
distinguendo tra il 1948-70, e il 1970-94, - e su un codice etico.
Anche risposta a CASTAGNETTI, da parte di un "ridicolo" (uno che non
pensa come lui)1.- Storia. L'attuale
provvedimento del Tribunale arriva dopo numerosi eventi politici e giuridici catastrofici,
per la DC, in un periodo di 20 anni. Precisamente, dopo lo
"scioglimento" della Democrazia Cristiana, avvenuto il 29 gennaio 1994, si
levarono varie iniziative per raccoglierne la eredità (patrimonio e simbolo), da parte di
nuovi partiti istituiti ad hoc, ma tra i quali sorsero molte controversie, finite in
tribunale, e tutte concluse solo nel 2009 con una sentenza della Corte di Appello di Roma,
approvata dalla Corte di Cassazione nel dicembre 2010. Secondo la Corte
di Appello, confermata dalla Cassazione, non è mai esistito un problema di successione
alla DC, perché lo "scioglimento" fu disposto da un organo che non avevo il
potere di legge per farlo e dunque, giuridicamente, la Democrazia Cristiana esiste
tuttora. Sulla base della Sentenza della Cassazione, nel 2012 fu attivato un
procedimento di auto convocazione (da parte di alcuni associati) del Consiglio nazionale,
e poi fu convocato il XIX congresso per la nomina degli organi (perchè erano tutti
decaduti). Il congresso del 2012 fu concluso con la nomina del nuovo Consiglio Nazionale e
del Segretario Nazionale nella persona di Gianni Fontana. Ma
successivamente il Tribunale di Roma annullò sia il Consiglio nazionale sia il Congresso,
perchè convocati in modo illegittimo.
2) Adesso l'Assemblea. In questi giorni, lo stesso
Tribunale Civile di Roma (anzi lo stesso giudice che annullò il Consiglio nazionale) ha
convocato l' Assemblea dei soci della Democrazia Cristiana, con piena garanzia della
osservanza delle norme di legge. Non va confusa l'Assemblea dei soci con il
Congresso dei delegati. L'una è una assemblea di primo grado (vale dire è sovrana);
invece il Congresso è una assemblea di terzo grado, ossia di eletti dalle sezioni locali,
poi dai congressi provinciali, poi dai congressi regionali, oggi non più fattibili
perchè le sezioni locali non esistono più.
3) Per un Convegno su un codice etico e un discorso ai giovani sulla storia della
DC.
E' importante una prima discussione tra i soci su un codice etico del
cristiano impegnato in politico, così come un discorso al Paese per rivendicare il ruolo
storico della DC, soprattutto nella prima fase (1948-1970);
E' anche importante (si direbbe fondamentale) non far finta di niente, di fronte al
Paese, su quanto accaduto nella seconda fase (1970-1994) con il "compromesso
storico" con il PCI e con il processo di Milano (di "mani pulite").
Un aspetto dirimente è il giudizio sul cosiddetto "compromesso
storico" tra la DC e il PCI, in pratica un accordo di potere che
salvaguardava la DC nel governo nazionale, e inseriva il PCI nelle Regioni, per i problemi
di interesse regionale e in più dava , alle Regioni,la delega dello Stato di gestione del
Servizio Sanitario Nazionale. Quel compromesso fu "vera gloria"
della DC ? O, invece, sarebbe stato più corretto (per rispetto alla
democrazia) una alternanza con il PCI, nel governo nazionale, se questa era la scelta
degli elettori ? Quel compromesso fu motivato con la tesi che il PCI era un
pericolo per la democrazia. I fatti successivi hanno dimostrato che era solo
una calunnia, e infatti il PCI fu importante per la salvezza della democrazia in Italia.
(Ma questo non significa che io avrei votato PCI).
4) Risposta di un "ridicolo" a Castagnetti.
Sul TEMPO di Roma (16 dic.) ha dichiarato: "Sono ridicoli, capitolo chiuso",
quelli della nuova DC. Mi pare un giudizio affrettato, troppo sbrigativo.
Penso che una cosa sia una DC della casta partitica (propria del suo cognome) come la DC
degli anni suoi (1970-94); una cosa sia una DC del popolo come quella del
1948-70. Credo che Castagnetti dovrebbe invece apprezzare questo tentativo di
far valere le idee buone dei cattolici attraverso l'unione, a parte che le idee buone non
sono un monopolio dei cattolici. |
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